Consiglio regionale: baruffa annunciata per la proposta del consigliere supplente

Nel corposo ordine del giorno del Consiglio regionale di oggi spicca la proposta dell’istituzione, sull’esempio di altre Regioni italiane, del consigliere supplente, facendo diventare regola l’incompatibilità tra consigliere e assessore. In buona sostanza, l’impianto della legge, contestatissima dall’opposizione che cerca pretesti populisti per dare segni di vita, non è sbagliato: c’è un ruolo di governo che dev’essere sotto il controllo del parlamentino regionale. E se un assessore è anche consigliere regionale, difficilmente non si può fare a meno che controllore e controllati finiscono per avere una visione comune.

Il Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, interviene sulla diatriba, cercando di fare chiarezza, nell’auspicio che la riunione dei capigruppo prima della disusscione in aula faccia ritrovare l’equolibrio necessario, nel bene esclusivo della Calabria. Di sicuro è pretestuosa la contestazione di spese aggiuntive: lo statuto della Regione indica in 7 gli assessori e in 30 i consiglieri regionali: se c’è una supplenza, chi viene sostituito “momentaneamente”, ovvero fino a quando non decade dall’incarico di assessore non percepisce gli emolumenti da consigliere. Quindi la spesa rimane immutata, o, almeno, il buon senso lascia sperare  che sia proprio così. Il Presidente Occhiuto ha mostrato qualche perplessità sulla proposta. Vedremo come andrà a finire oggi in Consiglio regionale. La baruffa annunciata potrebbe anche risolversiin un’intesa che, salguardando il diritto degli elettori calabresi che hanno scelto i propri rappresentanti, permetta di dare piena rappresentanza agli eletti attribuendo il potere di controllo che la legge assegna loro sugli atti del Governo regionale. (rrm)


IL PRESIDENTE MANCUSO: POLEMICHE STRUMENTALI

di FILIPPO MANCUSO

Per il rispetto delle prerogative di tutti i consiglieri che la carica di Presidente dell’Assemblea regionale mi impone, non ho inteso fin qui prendere posizione sulla proposta legislativa dei gruppi di maggioranza finalizzata a introdurre, anche  in Calabria com’è stato fatto in altre Regioni (Lombardia, Umbria, Emilia Romagna, Molise e Abruzzo), l’incompatibilità tra lo status di consigliere regionale e quello di assessore. Tuttavia di fronte alle  polemiche strumentali di quella parte delle opposizioni che irresponsabilmente agita, in linea con le più deplorevoli forme dell’antipolitica populista, lo spettro della spesa facile e dell’utilizzo spropositato delle risorse pubbliche, mi corre l’obbligo, a tutela della reputazione del Consiglio regionale  e della facoltà di ogni consigliere di esercitare liberamente le funzioni legislative,  di escludere categoricamente che la proposta in discussione porti a un aggravio della spesa. Tantomeno a un sovvertimento delle norme dello Statuto regionale.

La proposta di legge, qualora approvata, non modifica la previsione statutaria di 30 consiglieri e di 7 assessori che, infatti, rimane inalterata. Ma, al contrario, attua, introducendo la figura del consigliere – supplente, un principio fondamentale dello Stato di diritto e delle democrazia liberali: l’incompatibilità tra lo status di consigliere regionale e quello di assessore. Si vuole cosi distinguere, nettamente, la funzione di controllo e vigilanza, tipica del  consigliere regionale, da quella gestionale che spetta all’assessore.

Sorprende che dinanzi al tentativo di riorganizzare, nel pieno rispetto dei principi costituzionali, l’architettura istituzionale della Regione per renderla più trasparente, democratica ed efficiente, parte delle opposizioni, anziché confrontarsi nel merito, lanci accuse di sfacciato utilizzo delle risorse pubbliche, dimenticando che questo Consiglio regionale, anche sulla riduzione dei costi della politica, non ha nulla da rimproverarsi. Avendo, fra l’altro, ridotto  all’essenziale le proprie esigenze istituzionali, fino al punto di restituire alla Giunta ben 13 milioni di euro da utilizzare per politiche dello sviluppo economico e sociale. 

Precisati i punti fondamentali che rendono opportuna e necessaria  la proposta di dotare la Regione del consigliere-supplente, e auspicando che la dialettica maggioranza-opposizioni recuperi, nell’interesse della Calabria, i tratti della leale collaborazione, mi attiverò – d’accordo col presidente Occhiuto e i capigruppo della maggioranza -, affinché  la discussione in Aula della proposta sul consigliere-supplente, sia preceduta da una serena discussione in un’apposita riunione dei capigruppo di maggioranza. Sarà quella la sede per chiarire definitivamente la linearità democratica dell’iniziativa e la sua documentata invarianza di bilancio. Nonché l’occasione  per un complessivo approfondimento delle norme utili ad assicurare più corrette e produttive relazioni politiche e istituzionali  fra Giunta e Consiglio regionale.  (fma)

(Presidente del Consiglio regionale della Calabria)

Il presidente Mancuso: Intervenire per contrastare fenomeno che rende vulnerabili i minori

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, ha dichiarato come «dinanzi all’allarme lanciato da ‘Save the Children’ e alla sottolineatura del divario Nord-Sud circa le opportunità socioeconomiche ed educative, le aspettative di vita in buona salute e i servizi di assistenza più elementari per i bambini e gli adolescenti, occorre che le Istituzioni reagiscono all’unisono, per fermare un fenomeno che rende vulnerabili i minori».

«Fin dal mio primo intervento in Consiglio regionale – ha ricordato – ho segnalato l’urgenza di agire con ogni mezzo, per contrastare il basso livello dei servizi e la povertà che colpisce le famiglie calabresi più esposte alla crisi. Perciò,  condivido l’allarme per le difficoltà dei nostri minori, del sociologo Antonio Marziale che, per esperienza maturata in questo settore, abbiamo di recente scelto quale Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza».

«Per gli interventi sulla povertà economica ed educativa – i cui dati descrivono un’Italia diseguale che vede i Comuni del Sud, specie per gli interventi per la prima infanzia, destinatari di una spesa pubblica residuale rispetto a quanto ricevono i Comuni del Centro e del Nord – siamo tutti chiamati, ognuno per la propria responsabilità, a fare di più e meglio», ha evidenziato il presidente del Consiglio regionale.

«Valutando gli effetti negativi che le politiche di austerità hanno generato – ha concluso – soprattutto precludendo nel Mezzogiorno e in Calabria l’erogazione di servizi pubblici essenziali, l’auspicio è che subentrino politiche di solidarietà nazionale che rimuovano i divari territoriali che fanno dell’Italia ancora un Paese dai destini divergenti». (rrc)

Lo Schiavo: istituzione consigliere supplente emblema della vecchia politica calabrese

Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, ha definito la proposta di legge che prevede l’istituzione del consigliere supplente «una modifica normativa emblematica del vecchio modo di fare della politica calabrese».

«Un vero e proprio blitz – ha aggiunto – che porterà in aula, senza passare dalle Commissioni e quindi forzando l’iter legislativo, la norma che introduce la figura del consigliere supplente per chi passerà in Giunta dagli scranni di Palazzo Campanella».

«Questa volontà di riforma – ha spiegato Lo Schiavo – è evidentemente il frutto del tentativo di chiudere rapidamente il puzzle della Giunta e della necessità politica contingente di far quadrare gli equilibri nella maggioranza, offrendo garanzie ai partiti e ai consiglieri che faranno il loro ingresso nell’Esecutivo e nell’assemblea regionali. Tutto ciò, in prima istanza, comporterà evidentemente un aumento di costi, con il raddoppio delle indennità e l’aumento delle strutture che verranno a crearsi ex novo con l’ingresso dei consiglieri supplenti».

«Sul piano tecnico-normativo, poi – ha proseguito – si andrebbero a piegare le regole istituzionali e il principio della rappresentanza ad un’esigenza contingente, cambiando le regole del gioco per necessità politiche: questo un legislatore serio non può permetterselo. A mio avviso, se proprio si vuol sancire un’incompatibilità tra i ruoli di consigliere e assessore, allora si dovrebbe adottare il modello dei Comuni: il consigliere che diviene assessore si dimetta dal Consiglio e si eviti così di istituire la figura del supplente che, evidentemente, sarebbe sempre e comunque vincolato alla linea del presidente».

«Quest’ultimo infatti, in qualunque momento – ha detto ancora – potrebbe farlo decadere revocando le deleghe all’assessore supplito. Altro che “la Calabria che non ti aspetti”, come recitava lo slogan elettorale del presidente Occhiuto. Questo blitz dimostra come la musica non sia affatto cambiata e come, al contrario, lo spartito sia sempre identico a quello eseguito nelle ultime legislature».  (rrc)

PD: Proposta di legge su consigliere supplente schiaffo a famiglie in difficoltà

Il consiglieri regionali del Partito democratico hanno denunciato come «la proposta di legge n. 124 “Introduzione incompatibilità tra la carica di Consigliere e la carica di Assessore regionale”, depositata in Consiglio regionale dai capigruppo della maggioranza di centrodestra, è fuori dalla realtà».

Per il PD, infatti, «rappresenta uno spreco di risorse economiche inconcepibile in un momento come questo in cui le famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese e ogni atto della politica e delle istituzioni dovrebbe essere volto al contenimento della spesa».

Si tratta, infatti, di «una proposta di legge – dicono i dem – che va in contrasto con i principi di spending review e punta a ripristinare la figura del consigliere supplente che era già stata impugnata dal governo nazionale per diversi profili di incostituzionalità al momento della sua proposta, nel 2014, dopo le dimissioni di Giuseppe Scopelliti, dalla maggioranza di centrodestra. La norma venne poi ritirata».

«Una proposta che vuole tornare al passato dopo i tanti sforzi fatti per ridurre la spesa pubblica per il funzionamento di palazzo Campanella – hanno proseguito –. Il momento in cui viene depositata, inoltre, proprio alla vigilia di un rimpasto di giunta a seguito delle elezioni politiche dello scorso 25 settembre, indica chiaramente la volontà precisa del centrodestra di aumentare le poltrone disponibile e concedere l’ingresso ai primi dei non eletti delle varie liste. Una mossa che potrà servire anche a puntellare gli equilibri tra i partiti che sostengono il governo Occhiuto, ma che difficilmente potrà essere spiegata ai calabresi che attendono, invece, risposte sul caro bollette, sulla crisi economica in atto e sulla tutela dei propri più elementari diritti».

«Aumentare la spesa pubblica – hanno detto ancora – per un ingiustificato aumento delle poltrone disponibili non ha alcuna giustificazione, né può valere la pretesa “neutralità finanziaria” di cui si legge nella relazione illustrativa. Secondo la relazione la nomina ad assessore di un consigliere escluderebbe la nomina di un assessore esterno per il quale è già prevista l’indennità, ma di fatto il governatore avrebbe la facoltà di nominare una giunta di tutti consiglieri regionali e, quindi, di tutti assessori esterni, andando concretamente ad aumentare la spesa effettiva».

«Sempre ammettendo che già la spesa prevista per un assessore esterno – hanno concluso – non sia da considerarsi fuori luogo nella fase storica in cui stiamo vivendo. Si tratta di una proposta di legge assolutamente vergognosa che va prontamente ritirata e contro la quale il gruppo del Pd agirà in ogni modo possibile». (rrc)

 

Il presidente Mancuso ha incontrato due componenti del Corecom per la tutela dei diritti delle persone

Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha incontrato il presidente e i due componenti del  Comitato regionale per le comunicazioni (nominati di recente), rispettivamente Fulvio Scarpino, Mario Mazza e Pasquale Petrolo, per discutere della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali in rete.

All’incontro ha partecipato il dirigente del  Corecom, dottor Maurizio Priolo

«Al Corecom, chiamato a svolgere delicate funzioni di governo, garanzia e controllo in materia di comunicazioni e che – ha detto Mancuso – oltre a fornire consulenze sul settore alla Regione, è titolare di funzioni proprie e delegate dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), annettiamo  una grande importanza. Agendo, ognuno per la propria responsabilità ma in un clima che privilegi le sinergie e la leale collaborazione, sono certo che si farà un ottimo lavoro».

«La questione della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali in rete e il ruolo assegnatogli nella risoluzione di controversie in materia di web e di liti tra utenti e operatori, che spesso possono essere risolte più velocemente e in modo economico con la via stragiudiziale, rendono il Corecom un organo prezioso», ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale.

Dal canto suo, il presidente Scarpino si è detto «consapevole delle sfide cui il Corecom è chiamato. Prima fra tutte l’affermazione delle regole circa il rispetto della comunicazione. In tal senso, siamo orgogliosi di portare avanti la terza edizione del Concorso ‘Gonfia la Rete, Vinci sul Web’(2022), che ha l’obiettivo di promuovere un utilizzo consapevole del Web. Solo chi è in possesso delle giuste conoscenze – ha detto – può navigare in relativa serenità, sfruttando le immense opportunità della rete e tutelandosi, al contempo, dai suoi fenomeni deleteri, quali, in particolare: Cyberbullismo, Revenge porn, Fake news, Hate speech».  

Nella sua prima seduta di lavoro, il Corecom ha approvato 67 deliberazioni relative ai procedimenti di definizione delle controversie fra l’utenza e gli operatori telefonici, quale arretrato formatosi nel periodo di vacatio. Riguardo al “ConciliaWeb”, che rappresenta un progetto importante per avvicinare i cittadini alle Istituzioni, il Corecom intende divenire sempre più “amico” dei cittadini e attento alla tutela dei loro diritti. Soprattutto  quella fascia di popolazione non informatizzata e non in grado di gestire  procedure telematiche.

Su richiesta del presidente Mancuso, il presidente Scarpino ha assicurato che «sarà predisposto e consegnato a breve il Piano delle attività del Corecom, cosi come prevede la sua  legge istitutiva». (rrc)   

Sinergia tra Mediterranea e Consiglio regionale per migliorare occasioni di studio e apprendimento

Migliorare le occasioni di studio e apprendimento. che possano consentire ai giovani di realizzare i loro progetti di vita in Calabria. È stato questo il fulcro dell’incontro avvenuto tra Giuseppe Zimbalatti, Rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale della Calabria.

«Il ruolo delle nostre Università, quali aggregatori e propulsori di cultura e innovazione – ha dichiarato Mancuso – è fondamentale per consentire alla Calabria di affrontare le sfide del momento. È necessario realizzare processi di sviluppo sostenibile, che blocchino il fenomeno drammatico dell’emorragia costante di giovani, costretti, al termine del loro percorso di studi, a lasciare la loro terra in cerca di opportunità che qui vengono loro negate».

Il Presidente ha rivolto i suoi complimenti al Rettore Zimbalatti «per l’impegno che sta dispiegando, mirato al potenziamento di un Ateneo che  rappresenta un qualificato punto di riferimento per l’intera Calabria. Un’eccellenza con cui il Consiglio regionale intende avere relazioni proficue e sinergiche, proseguendo sul solco tracciato dal protocollo di intesa tra Università e Consiglio Regionale e che ha come principale obiettivo la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi per garantire il diritto allo studio e alla cultura». 

Il Rettore dell’Università Mediterranea si è soffermato sui risultati conseguiti nel corso degli anni, ultimo in ordine temporale: il terzo posto tra gli Atenei statali fino a 10.000 iscritti nella classifica Censis 2022. L’Ateneo reggino passa dal sesto posto del 2021 al terzo del 2022, con un punteggio complessivo di 86,5.  Un risultato che testimonia concretamente la bontà del lavoro svolto.

«I dati in nostro possesso – ha evidenziato Zimbalatti – confermano che le percentuali di occupazione post-laurea dell’Università Mediterranea sono in linea con i migliori atenei italiani. Numeri che ci incoraggiano e che vogliamo portare all’attenzione di tutte le famiglie e giovani calabresi».

«La qualità e varietà dell’offerta formativa – ha concluso – abbinata ai dati importanti sull’inserimento lavorativo, contente al nostro ateneo di essere competitivo a livello nazionale e soprattutto di assicura alle famiglie calabresi risparmi economici rilevanti, oltre alla possibilità di avere i loro figli vicini e non lontano da casa». (rrc)

Nomine in Consiglio regionale: Corecom, Fincalabra e Consulta Professioni

Arrivate le nomine in Consiglio regionale per il Comitato regionale per le comunicazioni della Calabria (Co.re.com), Fincalabra e la Consulta delle Professioni. Il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso ha scelto Fulvio Scarpino come presidente del Corecom che sarà affiancato da due componenti Mario Mazza e Pasquale Petrolo.

«Il Corecom – ha detto il presidente Mancuso – svolge delicate funzioni di governo, garanzia e controllo in materia di comunicazioni e, oltre a fornire consulenze sul settore alla Regione, è titolare di funzioni proprie e delegate dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom). La questione della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali in rete e il ruolo assegnatogli nella risoluzione di controversie in materia di web e di liti tra utenti e operatori, che spesso possono essere risolte più velocemente e in modo economico con la via stragiudiziale, rendono il Corecom un organo prezioso a cui la Regione annette particolare rilevanza».

Il presidente Mancuso, attivando i poteri sostitutivi, in base alle previsioni della legge regionale 39 del 1995,  ha effettuato anche  le nomine dei due componenti nel Consiglio di amministrazione di Fincalabra Spa: Giuseppe Monteleone e Nicola Daniele. E il presidente e il membro effettivo del suo collegio sindacale: Antonio Pagano e Domenico Pisano.

Fincalabra: è lo strumento tecnico ed operativo per l’attuazione delle politiche di sviluppo economico. Tra le sue priorità strategiche ha lo sviluppo del sistema produttivo e delle piccole e medie imprese operanti su territorio.

Il presidente Mancuso ha, inoltre, nominato i tre rappresentanti nella “Consulta regionale per la difesa e tutela delle professioni”: Giuseppe Strongoli, Michele Marcianò e Claudio Le Piane. (rcz)

Il presidente Mancuso: Con sinergia tra Giunta, maggioranza e opposizione grandi passi in avanti per la Calabria

«Siamo consapevoli che a fronte dei problemi della Calabria, occorra fare di più e meglio. Ma se – perlomeno sulle grandi questioni – riusciremo a far convergere nella stessa direzione le energie della Giunta, della maggioranza e delle opposizioni, non dubito che faremo fare alla Calabria decisivi passi avanti». È quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, nel discorso di apertura in Consiglio regionale.

L’assemblea, infatti, si è riunita dopo lo stop elettorale, riprendendo «i lavori d’Aula con lo slancio che occorre in una congiuntura di grave crisi economica che coinvolge, soprattutto in Calabria, persone, famiglie e imprese» ha evidenziato Mancuso, parlando poi del bilancio delle attività del Consiglio regionale.

«In circa un anno di legislatura – ha spiegato – nonostante la sospensione dovuta a due importanti campagne elettorali, è senz’altro soddisfacente. Lo dicono le 51 leggi fin qui approvate nel corso di 15 sedute d’Aula, alcune delle quali molto significative, perché ci hanno consentito di riappropriarci delle prerogative legislative sulla sanità. Sono stati approvati, inoltre, 58 provvedimenti amministrativi, 7 mozioni di cui alcune all’unanimità e svolto 90 sedute di Commissioni».

Due, poi, le riflessioni che hanno anticipato la seduta.

«Desidero esprimere – interpretando i sentimenti dell’Assemblea regionale – gli auguri di buon lavoro ai Presidenti di Senato e Camera,   Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, e ai parlamentari della XIX legislatura – ha detto Mancuso – sicuri che gli esponenti delle Assemblee legislative nazionali avranno gli interessi generali come prioritario riferimento nello svolgimento delle loro funzioni.  Tra le tante emergenze del Paese, i divari di sviluppo e di cittadinanza Nord-Sud richiedono l’attenzione straordinaria del Parlamento, per riuscire a ispessire la coesione territoriale e fronteggiare le diseguaglianze sociali».   

«Un altro doveroso riferimento – ha proseguito – consentitemi di fare al vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno assassinato dalla mafia a Locri il 16 ottobre del 2005 e all’indimenticabile Presidente della Regione on. Jole Santelli morta improvvisamente il 15 ottobre di due anni fa».

«Francesco Fortugno, a cui quest’Aula è intitolata – ha detto ancora il presidente – è stata un politico stimato, per solidità etica e fermezza istituzionale. Sono  trascorsi diciassette anni, da quando fu assassinato a Locri dalla mafia, ma il suo coraggioso monito contro ogni sorta di prepotenza e  malaffare, per affrancare la Calabria dalla criminalità organizzata, rimane di stringente attualità».

«La morte di Jole Santelli, è una ferita ancora aperta – ha ribadito –. Il suo ricordo è costantemente presente nel cuore di chi l’ha conosciuta e le voleva bene. Ha lavorato al servizio delle Istituzioni fino all’ultimo istante della sua vita. Quel sacrificio è testimonianza indelebile del suo coraggio che resterà per sempre nella memoria dei calabresi».

«Rinnoviamo il ricordo di due personalità di cui la Calabria – ha concluso – può essere fiera e orgogliosa, rispettando un minuto di silenzio». (rrc)

Giovedì si riunisce il Consiglio regionale

Giovedì 20 ottobre si riunirà il Consiglio regionale della Calabria dopo il fermo elettorale.

«Con le sedute delle Commissioni, l’iniziativa legislativa dei consiglieri e i propositi di occuparci con ulteriore slancio dei problemi dei calabresi in una stagione di grave crisi economica, riprende l’attività del Consiglio regionale dopo il fermo elettorale», ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, nel corso della Conferenza dei Capigruppo.

«Il Consiglio regionale presenta, a meno di un anno di legislatura – ha proseguito – pur essendoci state due importanti campagne elettorali che hanno inciso sull’attività istituzionale, un bilancio di cui siamo soddisfatti. Abbiamo tenuto 15 sedute d’Aula e approvato 51 leggi, alcune  molto significative che ci hanno consentito di riappropriarci delle prerogative legislative sulla sanità, 58 provvedimenti amministrativi, 7 mozioni di cui alcune all’unanimità e svolto 90 sedute di Commissioni».

Per Mancuso: «La strada imboccata è quella giusta. E lo sarà ancor di più, se sulle questioni della crescita e dello sviluppo sapremo unire le energie della Giunta regionale, della maggioranza e delle opposizioni, per essere più convincenti e autorevoli nello scenario nazionale».

Tra i punti all’ordine del giorno (che sarà formalizzato successivamente) sono previste varie proposte di provvedimenti amministrativi d’iniziativa della Giunta sui Programmi comunitari e il Rendiconto esercizio 2021 dell’Ente per i Parchi marini regionali.

Tra le proposte di legge che arriveranno in Aula: quella sulle  modalità di erogazione di medicinali cannabinoidi per finalità terapeutiche;  disposizioni straordinarie per assicurare i livelli essenziali di assistenza nel sistema sanitario regionale;  modifiche a leggi regionali a seguito di impegni assunti con il Governo in attuazione del principio di leale collaborazione; norme in materia di servizio idrico integrato; modifiche all’art. 15 della legge regionale 12 ottobre 2016, n.30 recante disposizioni sulla partecipazione della Regione alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e coesione.

Ancora: la proposta di provvedimento sull’elezione di tre consiglieri regionali, dei quali uno in rappresentanza della minoranza, per la costituzione della Consulta regionale della cooperazione; la proposta di provvedimento amministrativo circa la designazione di un componente nella sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per la Calabria; la proposta di nomina, su designazione da parte delle Associazioni,  finalizzata alla nomina di dieci rappresentanti in seno all’Osservatorio regionale sulla violenza di genere. (rrc)

Mancuso e Fedele siglano proposta di legge per il Garante per la tutela delle vittime di reato

La Calabria avrà il suo Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, grazie alla proposta di legge siglata tra il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, e la consigliera regionale Valeria Fedele.

«Un reato è non solo un torto alla società, ma anche una violazione dei diritti individuali delle vittime. Come tali – è detto nella relazione alla legge che fa riferimento alla Direttiva 29/2012/UE Norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime – le vittime di reato dovrebbero essere riconosciute e trattate in maniera rispettosa, sensibile e professionale, senza discriminazioni di sorta fondate su motivi quali razza, colore della pelle, origine etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, appartenenza a una minoranza nazionale, patrimonio, nascita, disabilità, età, genere, espressione di genere, identità di genere, orientamento sessuale, status in materia di soggiorno o salute».

Aggiungono: «Si richiede una risposta sociale alla sofferenza della vittima indipendentemente dal reato che l’ha vista coinvolta e di riconoscere la rilevanza sociale del proprio dolore e fornire l’adeguato sostegno da parte della società lungo il percorso di elaborazione della propria esperienza di vittimizzazione, ossia di riparazione delle conseguenze negative, perdite, danni, lesioni di natura materiale, fisica o psicologica, che ne rappresentano l’esito. La vittima necessita di essere protetta».

«L’attenzione alla vittima non può rimanere ‘l’area di nessuno’ – hanno detto Mancuso e Fedele – dove l’unica risposta in essere sia data da azioni più o meno organizzate di “self help” predisposte da chi ha vissuto la stessa esperienza direttamente, o come familiare. Deve invece divenire un territorio presidiato dalla comunità e dalle istituzioni. La sensazione di non essere protetti, l’assenza di risposte alle conseguenze personali e sociali derivanti dal reato, generano un allentamento del legame sociale e della fiducia nelle istituzioni, producono isolamento e spesso degenerano in seri problemi di salute fisica e mentale, con ripercussioni per la qualità della vita della persona e della comunità, oltre i costi economici per l’intervento dei servizi socio-sanitari».  

Da tutto ciò si evince «la necessità di introdurre una figura istituzionale che si renda interprete delle istanze delle vittime di reato ponendosi in posizione imparziale, affinché alle stesse vengano riconosciute una compiuta tutela, un’assistenza di lungo periodo e una tempestiva valutazione individuale per definire le precipue esigenze di protezione e individuare le misure più idonee».

Si tratta, in beve, di «un organo ad hoc che promuova i loro diritti, che promuova una stretta collaborazione con le agenzie del territorio, con la magistratura, con gli altri organi di garanzia; che sostenga una formazione specifica per le forze dell’ordine e la polizia locale, affinché non si generino effetti di vittimizzazione secondaria, per sensibilizzare i servizi sociali e sanitari del territorio, affinché alle vittime venga riconosciuto il diritto all’ascolto e all’intervento di cura». 

La proposta, inoltre, stabilisce le funzioni del Garante, la definizione di vittima, i criteri di nomina, le cause di incompatibilità, la struttura organizzativa e il funzionamento. (rrc)