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Consiglio regionale: baruffa annunciata per la proposta del consigliere supplente

Nel corposo ordine del giorno del Consiglio regionale di oggi spicca la proposta dell’istituzione, sull’esempio di altre Regioni italiane, del consigliere supplente, facendo diventare regola l’incompatibilità tra consigliere e assessore. In buona sostanza, l’impianto della legge, contestatissima dall’opposizione che cerca pretesti populisti per dare segni di vita, non è sbagliato: c’è un ruolo di governo che dev’essere sotto il controllo del parlamentino regionale. E se un assessore è anche consigliere regionale, difficilmente non si può fare a meno che controllore e controllati finiscono per avere una visione comune.

Il Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, interviene sulla diatriba, cercando di fare chiarezza, nell’auspicio che la riunione dei capigruppo prima della disusscione in aula faccia ritrovare l’equolibrio necessario, nel bene esclusivo della Calabria. Di sicuro è pretestuosa la contestazione di spese aggiuntive: lo statuto della Regione indica in 7 gli assessori e in 30 i consiglieri regionali: se c’è una supplenza, chi viene sostituito “momentaneamente”, ovvero fino a quando non decade dall’incarico di assessore non percepisce gli emolumenti da consigliere. Quindi la spesa rimane immutata, o, almeno, il buon senso lascia sperare  che sia proprio così. Il Presidente Occhiuto ha mostrato qualche perplessità sulla proposta. Vedremo come andrà a finire oggi in Consiglio regionale. La baruffa annunciata potrebbe anche risolversiin un’intesa che, salguardando il diritto degli elettori calabresi che hanno scelto i propri rappresentanti, permetta di dare piena rappresentanza agli eletti attribuendo il potere di controllo che la legge assegna loro sugli atti del Governo regionale. (rrm)


IL PRESIDENTE MANCUSO: POLEMICHE STRUMENTALI

di FILIPPO MANCUSO

Per il rispetto delle prerogative di tutti i consiglieri che la carica di Presidente dell’Assemblea regionale mi impone, non ho inteso fin qui prendere posizione sulla proposta legislativa dei gruppi di maggioranza finalizzata a introdurre, anche  in Calabria com’è stato fatto in altre Regioni (Lombardia, Umbria, Emilia Romagna, Molise e Abruzzo), l’incompatibilità tra lo status di consigliere regionale e quello di assessore. Tuttavia di fronte alle  polemiche strumentali di quella parte delle opposizioni che irresponsabilmente agita, in linea con le più deplorevoli forme dell’antipolitica populista, lo spettro della spesa facile e dell’utilizzo spropositato delle risorse pubbliche, mi corre l’obbligo, a tutela della reputazione del Consiglio regionale  e della facoltà di ogni consigliere di esercitare liberamente le funzioni legislative,  di escludere categoricamente che la proposta in discussione porti a un aggravio della spesa. Tantomeno a un sovvertimento delle norme dello Statuto regionale.

La proposta di legge, qualora approvata, non modifica la previsione statutaria di 30 consiglieri e di 7 assessori che, infatti, rimane inalterata. Ma, al contrario, attua, introducendo la figura del consigliere – supplente, un principio fondamentale dello Stato di diritto e delle democrazia liberali: l’incompatibilità tra lo status di consigliere regionale e quello di assessore. Si vuole cosi distinguere, nettamente, la funzione di controllo e vigilanza, tipica del  consigliere regionale, da quella gestionale che spetta all’assessore.

Sorprende che dinanzi al tentativo di riorganizzare, nel pieno rispetto dei principi costituzionali, l’architettura istituzionale della Regione per renderla più trasparente, democratica ed efficiente, parte delle opposizioni, anziché confrontarsi nel merito, lanci accuse di sfacciato utilizzo delle risorse pubbliche, dimenticando che questo Consiglio regionale, anche sulla riduzione dei costi della politica, non ha nulla da rimproverarsi. Avendo, fra l’altro, ridotto  all’essenziale le proprie esigenze istituzionali, fino al punto di restituire alla Giunta ben 13 milioni di euro da utilizzare per politiche dello sviluppo economico e sociale. 

Precisati i punti fondamentali che rendono opportuna e necessaria  la proposta di dotare la Regione del consigliere-supplente, e auspicando che la dialettica maggioranza-opposizioni recuperi, nell’interesse della Calabria, i tratti della leale collaborazione, mi attiverò – d’accordo col presidente Occhiuto e i capigruppo della maggioranza -, affinché  la discussione in Aula della proposta sul consigliere-supplente, sia preceduta da una serena discussione in un’apposita riunione dei capigruppo di maggioranza. Sarà quella la sede per chiarire definitivamente la linearità democratica dell’iniziativa e la sua documentata invarianza di bilancio. Nonché l’occasione  per un complessivo approfondimento delle norme utili ad assicurare più corrette e produttive relazioni politiche e istituzionali  fra Giunta e Consiglio regionale.  (fma)

(Presidente del Consiglio regionale della Calabria)