Emergenza cinghiali, la delibera proposta da Coldiretti è pronta per essere approvata dalla Giunta

Un incontro proficuo è quello avvenuto tra una delegazione di Coldiretti Calabria, guidata da Franco Aceto, e il presidente f.f. della Regione, Nino Spirlì e l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, dove è stato assicurato che che le proposte della Coldiretti Calabria saranno accolte, e a breve, sarà predisposta dall’assessore Gallo la delibera proposta da Coldiretti che una volta adottata, consentirà la semplificazione per il contenimento e controllo dei cinghiali e consentirà la disciplina degli interventi di controllo dei cinghiali e il loro contenimento in ambito urbano.

Questo è avvenuto nel corso del flashmob promosso da Coldiretti in Cittadella Regione, che ha visto la partecipazione di di agricoltori, cittadini, sindaci, amministratori, Consiglieri Regionali e 94 Amministrazioni comunali, la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Cosenza,, i parchi della Sila e Aspromonte e tante altre adesioni.

Anche il presidente Spirlì e dall’assessore hanno espresso anche loro forti preoccupazioni per la presenza massiccia dei cinghiali sul territorio e non solo nelle aree rurali.  Il presidente Spirlì ha evidenziato l’importanza fondamentale della presenza degli agricoltori per l’economia delle aree rurali interne e come l’emergenza cinghiali sia divenuta ormai un problema nazionale che, prima che sia troppo tardi, non può più essere rimandato.

L’assessore Gallo ha ribadito che è necessario adeguare la normativa di settore e che l’importante tema sollevato da sempre dalla Coldiretti, è stato al centro dei lavori della commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni e Province autonome dello scorso 5 luglio.

«E in questa sede – ha aggiunto – ho sollevato al cospetto delle altre Regioni, l’impellente questione dell’incremento incontrollato, in Calabria come nel resto del territorio nazionale, degli ungulati. Ritengo che la problematica del proliferare della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali è argomento la cui trattazione è assolutamente indifferibile, a causa dei pesanti danni agli imprenditori agricoli e agli allevatori, dei pericoli per l’incolumità umana e di gravi rischi sanitari, non da ultimo il possibile ingresso, anche in Italia, della peste suina africana».

Il presidente Aceto ha dato atto di questi impegni precisi da parte del presidente Spirlì e del’assessore Gallo. Il presidente di Coldiretti Calabria ha ribadito  che il Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal Ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e, dunque, una delle misure necessarie è la gestione numerica della popolazione di questi animali.

«L’azione dunque secondo il Piano – ha continuato – deve essere indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette».

La Coldiretti ha dato atto dell’impegno già espresso dall’assessore Gallo in Conferenza Stato-Regioni e ha sollecitato un coordinamento stretto con lo Stato per operare in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali, affinché: gli agricoltori possano avanzare richiesta di intervento e procedere direttamente in quanto muniti di apposita licenza; l’attività di coordinamento delle azioni di contenimento e prelievo spettino alla polizia municipale e provinciale; gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale; il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio.

Le carni degli animali vengano destinate alla beneficienza nel rispetto di standard di sicurezza o vengano valorizzati a sostegno dell’economia locale; che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al Prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza.

La Coldiretti ha chiesto anche un’accelerazione dei pagamenti agli agricoltori che hanno subito danni da fauna selvatica e che hanno dovuto anticipare le spese per l’istruzione della pratica. (rcz)

Emergenza cinghiali, la Regione accelera sui corsi per selettori

La Regione ha accelerato sui corsi per selettori nell’ambito dell’emergenza cinghiali.

«A pigiare il piede sul pedale – è scritto in una nota dell’assessorato all’Agricoltura – è la Regione Calabria, dopo che la Corte costituzionale, con la sentenza del 17 febbraio scorso, ha stabilito la legittimità del principio secondo cui, nella esecuzione dei piani di abbattimento, sia possibile avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi nei quali gli stessi si attuano, purché in possesso di licenza di caccia e abilitati alla caccia di selezione».

A tal proposito, su indicazione dell’assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Gianluca Gallo, tutti gli Ambiti territoriali di caccia sono stati già formalmente invitati – con apposita nota diramata dal settore di pertinenza – a organizzare nuovi corsi per selettori «mirati alla formazione dei proprietari o conduttori di fondi agricoli muniti di licenza per l’esercizio venatorio, pianificandone con urgenza lo svolgimento in considerazione del carattere d’urgenza che la problematica cinghiali riveste sul territorio regionale».

«In queste ore – ha commentato Gallo – il dipartimento Agricoltura è impegnato a dar corso a tutti gli adempimenti necessari a tradurre in concretezza, anche in Calabria, il principio delineato dalla Corte costituzionale. Meno di un mese fa, abbiamo completato i corsi per l’abilitazione di 120 nuovi selettori: continueremo su questa via».

«Faremo tutto quanto in nostro potere – ha aggiunto l’assessore – per arginare l’emergenza, ben consapevoli del bisogno di un mutamento del quadro giuridico a livello nazionale: gli impegni a tal riguardo, assunti dal precedente Governo, non hanno trovato fin qui concretizzazione, per la diversità di vedute tra i ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura. Confidiamo che il nuovo esecutivo riesca a risolvere attriti e conflitti e a offrire le risposte che servono». (rcz)

Pitaro (Gruppo Misto): La Regione autorizzi abbattimento dei cinghiali

Il consigliere regionale del Gruppo MistoFrancesco Pitaro, in merito all’emergenza cinghiali, ha inviato una istanza all’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, affinché la Regione adotti una delibera di Giunta o altro atto diretto ad autorizzare all’abbattimento dei cinghiali i cacciatori e i proprietari/conduttori dei fondi muniti di licenza per l’esercizio venatorio.

«Sull’invasività dei cinghiali – ha spiegato – che sta provocando danni economici – per cui la Regione deve procedere al risarcimento – e sui rischi per l’incolumità delle persone a causa del verificarsi di incidenti stradali, purtroppo i rimedi si stanno rivelando clamorosamente insufficienti. Ho di recente proposto (con una mozione in Consiglio) che il Dipartimento Agricoltura della Giunta regionale adotti uno schema di avviso pubblico per la presentazione di ‘Progetti pilota per la realizzazione di una filiera di carni di cinghiale calabro’ sulla falsariga di quello già fatto dalla Regione Basilicata».

«Ma – ha spiegato il consigliere regionale Francesco Pitaro – in attesa che ciò avvenga, e per non trascurare di contrastare l’emergenza cinghiali, ho inviato un’istanza all’Assessore regionale all’Agricoltura, affinché la Regione Calabria dia attuazione alla legge n. 157/1992 e ai principi statuiti dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 21/2021 e, conseguentemente, adotti una delibera di Giunta o altro atto diretto ad autorizzare all’abbattimento dei cinghiali i cacciatori e i proprietari/conduttori dei fondi muniti di licenza per l’esercizio venatorio»

«La sentenza della Corte costituzionale n. 21/2021 – ha spiegato ancora Pitaro – considera non illegittima la legge regionale della Toscana n. 3/1994 nella parte in cui prevede che i piani di abbattimento dei cinghiali possano essere eseguiti anche dai cacciatori. In verità già la legge nazionale n. 157/1992 all’art. 19 comma 2 prevede che le guardie venatorie della Provincia possano avvalersi ‘dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi, purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio’».

«Lo ‘strappo’ (ritenuto legittimo dalla Corte Costituzionale) della legge Toscana – ha concluso Pitaro – consiste nell’avere inserito tra i soggetti esecutori i semplici cacciatori anche non proprietari dei fondi su cui insistono i piani di abbattimento. E ciò riconsiderando il pregresso orientamento anche alla luce del fatto che le funzioni e il personale dell’ente Provincia sono stati notevolmente ridotti». (rcz)