Opi Cosenza: C’è volontà di imprimere accelerata verso una ‘migliore sanità’

C’è una grandissima volontà, da parte dell’Ordine Professioni Infermieristiche Cosenza, «di imprimere  una ulteriore accelerata verso una “migliore sanità”. Come? Migliorando l’assistenza». È quanto è emerso nel corso dell’assemblea annuale degli infermieri cosentini, guidata da Fausto Sposato, che ha ricordato che «gli infermieri  hanno pagato un prezzo altissimo. In termini di contagi e di vittime ma siamo consapevoli della nostra professionalità e della nostra forza».

Nel corso dell’assemblea, inoltre, è stato approvato il bilancio preventivo per l’anno in corso con il tesoriere, Fabrizio Chiappetta, il segretario Adriana Imbrogno ed ovviamente il collegio dei revisori contabili.

Sebbene ancora non in presenza, l’Opi ha voluto comunque riunire gli iscritti per fare il punto della situazione attuale ed individuare i nuovi obiettivi. «Nessun passo indietro rispetto al passato» ha sottolineato Sposato. E «tante le battaglie promosse». Quali? Il riconoscimento del coordinamento regionale, quella fondamentale sul cambio divisa, il vincolo di esclusività e poi i servizi offerti agli infermieri. «Ci conoscono tutti perché, negli anni, abbiamo ritenuto indispensabile fare avvicinare la professione ed il nostro ruolo ai cittadini ed ai pazienti», ha ribadito Sposato.

«Non serve difendere solo i pazienti; occorre, al tempo stesso, investire sul personale e sui giovani e non si deve mai fermare il percorso verso le specializzazioni» si è rimarcato.

Da qui l’annuncio del super eroe “Opì” con l’accento sulla “i”, che sarà presentato a breve: “un piccolo infermiere, a fumetti, che vuole insegnare ai bimbi come lavare le mani, i comportanti giusti da adottare e quel che occorre sapere: i vaccini, i Dpi e tutto il necessario. Un libricino che sarà distribuito ai genitori, ai bimbi di tre anni, nelle scuole, ai docenti”, si è detto. (rcs)

Giornata Internazionale degli Infermieri, la riflessione di Fausto Sposato (Opi Cosenza)

di FAUSTO SPOSATO* – Qualche tempo fa mi è stata posta questa domanda: “come si diventa infermieri”?  Normalmente avrei risposto: “iscrivendosi al corso di laurea e studiando”. Poi mi sono fermato, ed ho iniziato a mettere su qualche riflessione.

Si diventa infermieri per scelta e, contrariamente ad altre professioni, quella scelta la rifarebbero il 90% dei professionisti. Si diventa infermieri perché ci si accorge che in fondo aiutare gli altri è la cosa più gratificante che si possa fare. E non parlo di gratificazione economica (quella ancora resta un miraggio), ma di una gratificazione fatta di gesti sinceri da parte delle persone che trovano in questi professionisti quell’angolo di umanità e di sostegno che è diventata merce rara. Si diventa infermieri per passione e perché ci sono ancora tantissime sfumature di una professione in continua evoluzione e che rappresenta il futuro per il sistema sanitario, vista la continua crescita dei soggetti cronici e delle patologie ad essi legate. Si diventa infermieri perché il percorso di studi non è inferiore agli altri; anzi, necessita di continui aggiornamenti e specializzazioni ed è un percorso che non trova mai una fine.

Un percorso fatto di sfide, di sacrifici, di responsabilità, di competenza, di passione e di senso di appartenenza ad un mondo sempre più complesso ma pur sempre legato ai bisogni delle persone. Bisogni in continua evoluzione e che negli ultimi anni si sono evoluti. E forse su questo si dovrebbe aprire il vero dibattito perché il sistema sanitario, ancora oggi, si basa su criteri ed indicatori che vanno in altre direzioni, soprattutto in Calabria. Non possiamo negare che questa pandemia ha stravolto la vita di tutti, operatori e non, ed il fatto che ancora oggi si possa definirla una meteora significa che non si è compresa la gravità della situazione e di come la stessa abbia sconvolto gli equilibri mondiali.

Ma, questo, non può più essere l’alibi per dire che tutto deve essere rinviato causa pandemia. Anzi, proprio questo anno deve insegnare, a chi governa il sistema, che vanno riviste le linee guida e le dotazioni organiche, che vanno inseriti nei quadri dirigenziali professionisti sanitari competenti e responsabili, che è tempo di cambiare metodo attingendo a quelle professioni sanitarie da sempre (o per scelta non si sa di chi) ritenute un accessorio o dei semplici numeri per dotazioni organiche. Il percorso formativo degli infermieri permette di ricoprire incarichi gestionali di rilievo all’interno delle aziende e non solo. Ma serve coraggio mettendo da parte una visione anacronistica e limitata della sanità, ampliando la visuale e puntando sulle competenze e sulla meritocrazia perché non è scritto da nessuna parte che la gestione ed il management è appannaggio solo di questa o di quella categoria ma, semmai, di tutti quei professionisti in grado di dare risposte, e gli infermieri questo lo sanno fare.

Per una volta invertiamo la rotta e puntiamo ad un coinvolgimento totale degli attori del sistema, cittadini compresi. Ed è a loro che va il nostro pensiero in questa giornata, che mette al centro la nostra professione. Perché avere il giusto rapporto numerico infermiere/paziente migliora la qualità dell’assistenza e questo significa meno rischi per operatori e pazienti. Mancano gli infermieri e questo è un dato veritiero, mancano perché molti nostri giovani laureati sono stati “obbligati” a spostarsi in altre regioni del nord Italia e del nord Europa per trovare lavoro, una parte di questi troverà affetti e gratificazioni lontano e non tornerà, perdiamo così il patrimonio più importante che è il patrimonio umano e non solo come professionisti ma come fattore di ricambio di una generazione oramai stanca. Basti pensare che l’età media supera di qualche numero i cinquant’anni ed una buona parte di essi ha prescrizioni all’esercizio della professione.

A questo aggiungiamo che un’altra parte assunta per fare assistenza (medici, infermieri ed Oss) svolge altre attività allora sì può comprendere la gravità della situazione. Ecco perché non possiamo fare a meno di ringraziare tutti gli infermieri per quello che hanno fatto, stanno facendo e faranno per la società e per il sistema sanitario. Più di qualcuno ci ha definiti “eroi” e forse è vero ma non solo per ciò che facciamo come professionisti ma perché dietro ad ognuno di noi ci sono storie, e situazioni che vanno governate e gestite quotidianamente. Siamo infermieri ma siamo uomini e donne attraversati da esperienze emotive e professionali uniche, fatte di gioia e di dolore, di allegria e tristezza, di amore e delusioni. Persone e professionisti senza il cui supporto nessun sistema avrebbe retto all’urto di questa pandemia, è bene che qualcuno se ne ricordi quando ci sarà da decidere.

Si parla di infermieri, di famiglia e di comunità, ma ancora resta solo una figura sulla carta e sarebbe il caso che diventasse realtà al fine di fornire risposte ad un territorio fragile da un punto di vista sanitario e che necessita di essere governato e gestito da professionisti formati e competenti. Potremmo discutere ancora su tantissime questioni e vogliamo aprire un dibattito sulla collocazione degli infermieri all’interno del sistema sanitario regionale con il solo intento di migliorare l’assistenza e fornire risposte a richieste continue. È questa la nostra visione della sanità che è obbligata a cambiare rotta e ad investire sugli infermieri e sull’assistenza che è la vera carenza oggi percepita. Per fare questo c’è bisogno di continuo confronto tra le parti, nel rispetto dei ruoli e senza alcuna ingerenza in modo che ognuno decida, per le proprie competenze, cosa è meglio per i cittadini. Noi abbiamo da sempre auspicato questo modello e lo abbiamo messo a disposizione dell’intera comunità nella speranza che qualcuno lo raccogliesse.

Ci siamo spesi e ci spenderemo per migliorare tutto ciò che è migliorabile, e lo abbiamo dimostrato restando in trincea e senza fare alcun passo indietro, pagando un prezzo altissimo in termini di contagi e, purtroppo, di perdite. Alle famiglie di quei colleghi, coinvolti loro malgrado, in questo vortice che poteva e doveva essere governato meglio, va il nostro abbraccio e la nostra solidarietà. Ed è anche per loro che oggi possiamo sentirci orgogliosi di rappresentarvi e di rappresentare una categoria che deve essere protagonista in positivo di una nuova stagione e di un rilancio della sanità futura.

A nome mio personale e di tutti i componenti Opi di Cosenza vi auguriamo un buon 12 maggio. (fs)

*Presidente Ordine Professioni Infermieristiche Cosenza

Fausto Sposato (Opi Cosenza) chiede al generale Figliuolo di uniformare le risorse agli ospedali

Fausto Sposato, presidente dell’Opi Cosenza – Ordine Professioni Infermieristiche e consigliere provinciale, ha denunciato al commissario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, l’insostenibile situazione sanitaria in Calabria, che «non è più tollerabile»

«Si amministra con due pesi e due misure – ha aggiunto – ed il sistema è pronto ad implodere. Non ci sono dispositivi, mancano calzari, mancano guanti, alcuni infermieri tuttora lavorano senza Dpi e, per di più, senza essere pagati come prevede il piano vaccinale della Prociv. Chi ha responsabilità, decida subito».

Sposato urla la sua rabbia, in rappresentanza della categoria: «Gli esempi degli ospedali sono eclatanti: prendiamo Acri dove, oltre alle prestazioni non pagate, operano 8 infermieri per 15 malati Covid di cui uno con variante inglese. Stessa cosa per Corigliano-Rossano. Niente attrezzature, niente dispositivi. Mancano radiologi, mancano altre figure professionali. Nonostante i mille solleciti ed i diversi incontri. Per non parlare della difficoltà che si riscontra con le prenotazioni vaccinali. Se non si riesce a garantire quantomeno i livelli essenziali, si chiuda. Inutile aprire altri centri Covid se poi la gestione non sussiste».

La “fase è critica”, dunque, per il consigliere provinciale e presidente degli infermieri: «ribadiamo, da tempo, la necessità delle assunzioni. Concorsi all’Ao, all’Asp ancora in attesa di cosa? Perché non si procede? Possibile che si debba ricorrere alle agenzie interinali per il supporto? Quali sono le strategie?».

«Si amministra con due pesi e due misure – ha proseguito il presidente di Opi Cosenza – ci sono ospedali e reparti che funzionano ma ce ne sono altri che potrebbero funzionare molto di più laddove si decidesse di uniformare le risorse. Si assiste, invero, ad uno spreco continuo e siamo pronti alla denuncia per questo. Principalmente per dare dignità ai pazienti ed ai professionisti che mettono a repentaglio sé stessi ed i loro familiari».

«Basta, allora – ha concluso – foraggiare il precariato e si consideri, finalmente, la lotta al Covid una guerra contro il tempo. La battaglia degli infermieri continua, anche se a mani nude. Ma senza una nuova linfa, senza incrementare infermieri e operatori di supporto, e senza soprattutto nuove risorse, il sistema non regge più». (rcs)

Fausto Sposato (Opi Cosenza): Urgente assumere infermieri

Il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche CosenzaFausto Sposato, di assumere immediatamente infermieri «prima che sia troppo tardi», sopratutto perché i Livelli Essenziali di Assistenza sono a rischio.

Il presidente, da tempo ormai, si batte per l’intera categoria che «non riesce più a reggere il sistema sanitario. Senza noi professionisti, che sta tenendo in piedi l’intero comparto sanitario, il collasso sarebbe avvenuto già dalla prima ondata. Ma adesso non è più tempo di chiamarci eroi, siamo professionisti con la P maiuscola che lavorano, senza soste, per tutti. Bisogna assumere velocemente, i colleghi sono stremati: inutile girarci intorno».

Sposato cita, non a caso, il collega Gianfranco che – attraverso una foto che ha fatto il giro del web – saluta la mamma, stremato anche lui da ritmi lavorativi impressionanti.

«Dobbiamo dire grazie a Gianfranco ed a chi, come lui – ha detto Sposato – tutti i giorni è impegnato a prestare servizio, soccorso ed aiuto alle strutture sanitarie ed ai pazienti. Insieme a tutto il direttivo sentiamo il dovere di ringraziare i tanti Gianfranco che non si conoscono. Quella foto, così eclatante, esprime appieno anche il senso di paura, il coinvolgimento con le mamme, i genitori, i familiari, le moglie e i mariti, i figli, i nipoti. Anche loro sono sempre stati messi a rischio per il nostro lavoro».

«Sta venendo meno – ha aggiunto – quel patrimonio umano che è uno degli aspetti più significativi di questo momento storico. Non si va da nessuna parte se l’iter continua ad essere questo e gli infermieri sono costretti a scegliere altri luoghi, lontani da casa, pur di lavorare. Le chiusure degli ospedali sono state una iattura per tutta la Calabria. E domani, quando dovremo occuparci di cronicità, mancheranno altre risposte ai calabresi».

«Pur se questo sarà il nostro habitat naturale – la chiosa del presidente – purtroppo tutta la categoria pagherà un prezzo ancora più salato, rispetto ad oggi, se non si invertono scelte finora del tutto sbagliate». (rcs)

Fausto Sposato (Opi Cosenza): Il 20 febbraio è la Giornata nazionale delle professioni sanitarie

Domani, sabato 20 febbraio, è la Giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socioassistenziali e del volontariato.

Fausto Sposato, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Cosenza, ha dichiarato che «ancora una volta, tutti insieme, siamo pronti ad onorare un momento dedicato alle professioni sanitarie. Lavoro, impegno, professionalità: sono tratti distintivi di chi, finora, non si è mai tirato indietro, sempre in prima fila, pagando peraltro un prezzo altissimo in termini di contagi e morti».

«Esprimiamo grande soddisfazione – ha spiegato Sposato – per la proposta di legge poi approvata all’unanimità. Il giusto e sacrosanto riconoscimento per tutti noi che rappresentiamo un perno fondamentale intorno alla sanità, pubblica e privata. Ci teniamo, anche da questa provincia, nel ringraziare tutti i parlamentari».

Dedizione, competenza e valori che «le professioni sanitarie – ha dichiarato il presidente dell’Ordine cosentino – hanno saputo mettere in campo senza sosta alcuna. Apportando un contributo alla causa che purtroppo ancora non è terminata. Occorre prestare attenzione anche alle varianti del Covid e migliorare certamente l’organizzazione generale. Faccio un esempio su tutti: non c’è carenza dei Dpi, rispetto ai mesi precedenti. Ciononostante molti ci scrivono e contattano perché mancano invece i guanti. Molte aziende sono in estrema difficoltà per approvvigionarsi».

Per Sposato «non si può, dunque, tollerare ulteriormente il balletto di responsabilità a cui si è assistito. I percorsi assistenziali, le nuove linee guida che sono in fase di stesura, gli atti aziendali ed il sistema in toto tenga conto delle figure professionali adeguate. La dirigenza infermieristica è pronta ad assumersi ogni responsabilità, laddove sia chiamata a partecipare. Siamo a disposizione dei cittadini, però. Prima di ogni altra cosa. Ecco perché sentiamo il dovere di spingere ulteriormente verso la realizzazione completa degli infermieri di comunità e quelli di famiglia».

«Della casa della salute – ha concluso – ancora e dei percorsi organizzativi che vanno rivisti. Da qui chiediamo che si introduca un tavolo di concertazione e si indichi la criticità maggiore ed il metodo da adottare. Per rispetto ai cittadini ed agli operatori tutti. L’Opi di Cosenza parteciperà certamente a tale processo. Ringraziamo, insieme a tutto il direttivo, i nostri colleghi e soprattutto chi è impegnato, sul campo, notte e giorno». (rcs)

COSENZA – Per la Giornata dell’Infermiere l’Opi Cosenza distribuisce igienizzanti ai colleghi

Il 12 maggio è la Giornata Internazionale dell’Infermiere, e l’Opi Cosenza – Ordine Professioni Infermieristiche, presieduto da Fausto Sposato, per l’occasione, ha affisso in tutta Cosenza manifesti per ricordare l’appuntamento.

Ed il presidente Sposato, insieme a tutto il direttivo, sarà presente in tutte le strutture ospedaliere per distribuire oltre 4000 igienizzanti ai colleghi impegnati sul campo.

«La diffusione dei manifesti – ha dichiarato Fausto Sposato – sottolinea l’impegno degli infermieri sui temi della solidarietà e dell’alleanza con i pazienti e le loro famiglie. Gli slogan proposti in oltre un decennio ribadiscono tutti la scelta di stare “dalla parte del cittadino».

«Il 12 maggio – si legge in una nota – è così diventato l’occasione per far sì che la professione infermieristica “parli un po’ di sé” con i ricoverati negli ospedali, con gli utenti dei servizi territoriali, con gli anziani, con gli altri professionisti della sanità, con i giovani che devono scegliere un lavoro, con tutti coloro – insomma – che nel corso della propria vita hanno incontrato o incontreranno “un infermiere”».

«Ringraziamo – ha proseguito il presidente Sposato – l’Amministrazione comunale di Cosenza ed in particolare il sindaco Mario Occhiuto e l’assessore Michelangelo Spataro per gli spazi concessi gratuitamente come segno di vicinanza al lavoro degli infermieri. Nelle settimane scorse abbiamo distribuito personalmente i dispositivi di protezione in tutta la provincia e ci teniamo a sottolineare come il gel igienizzante per le mani sarà distribuito ad ogni singolo infermiere».

«Siamo sempre dalla parte degli infermieri – ha proseguito Fausto Sposato – il lavoro è continuo, costante. Nonostante la drammaticità del periodo, che non consente lo svolgimento della formazione, siamo impegnati in prima linea, come sempre, per apportare sostegno e vicinanza a tutti i colleghi che, senza soste, stanno contribuendo a sconfiggere gradualmente il virus. La professione infermieristica è notevolmente cresciuta grazie anche all’impegno di ogni singolo operatore che non si è sottratto alle responsabilità del lavoro, stando vicini ai pazienti, ai familiari ed ai bisognosi».

«Tutto il direttivo – la chiosa di Sposato – è occupato per far fronte alle richieste, agli aiuti ed alle difficoltà degli infermieri. Il nostro compito è anche questo. Essere fatti di storie, appunto, che restano nel cuore di chi le ha vissute». (rcs)