IL PNRR E LE SEI MISSION PER LA CALABRIA
LE INFRASTRUTTURE, IL PRIMO OBIETTIVO

di NINO LIOTTA – Le infrastrutture, tradizionale volano di crescita in virtù degli investimenti che sono in grado di generare, sono destinate a ricoprire un ruolo centrale nella strategia di ripresa delineata in risposta alla pandemia. Non è quindi casuale che rappresentino una delle sei “missioni” individuate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). I 25,4 miliardi messi a disposizione dall’Europa, informa il sito Italia Domani, puntano a creare entro cinque anni strade, ferrovie, porti e aeroporti più moderni e sostenibili in tutto il paese.
Per la Calabria, lo sforzo si dovrebbe tradurre in sostanza nell’avvio dei primi lotti della linea ferroviaria ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria, i cui cantieri dovrebbero concludersi nel 2030 con un costo complessivo stimato in 9,4 miliardi. A regime l’opera dovrebbe consentire tempi di viaggio inferiori di 80 minuti rispetto agli attuali, oltre a migliorare sensibilmente l’integrazione con i collegamenti ferroviari e stradali regionali e con il porto di Gioia Tauro. Un programma dal forte impatto, che potrà contare anche sulle ulteriori risorse nazionali del fondo complementare (previsto per le infrastrutture da completare dopo il 2026, data limite del PNRR) e su quelle europee dei vari fondi strutturali e di coesione territoriale.

Personalmente, nutro la forte speranza che sia finalmente la volta buona per vedere progetti sulla carta trasformarsi in realtà, secondo un disegno complessivo dalle risorse certe e dai tempi ragionevolmente definiti. Ne ha un bisogno vitale la nostra Calabria, che come le altre regioni del Mezzogiorno e persino del Centro Italia, accusa divari territoriali ormai storici. Lo ha ribadito un recente studio della Banca d’Italia, mettendo in luce come i minori investimenti pubblici per un punto e mezzo di PIL negli ultimi 10 anni abbiano finito per penalizzare le aree del paese più arretrate, con un impatto inevitabile anche sulla vitalità delle attività economiche, che devono fare affidamento su reti di trasporto efficienti. Chiudere i divide territoriali rappresenta, oggi più che mai, una priorità assoluta. È una consapevolezza presente anche nel decreto-legge licenziato nei giorni scorsi, che rende disponibile un fondo di perequazione da 4,6 miliardi per correggere gli squilibri. Una decisione che va accolta positivamente, non vi è dubbio, anche se occorrerà comprendere se ed in quale misura la mole di investimenti destinati al Sud nei prossimi anni riuscirà a fare recuperare il gap accumulato in decenni nei confronti delle aree più avanzate del paese.
Ad ogni modo, è essenziale che la Calabria si prepari a fare la propria parte. È importante fare sentire la propria voce ai tavoli istituzionali, mettendo in campo al tempo stesso la determinazione necessaria ad affrontare alcune criticità nei trasporti che a mio avviso non si possono ulteriormente trascinare.

Mi riferisco, in particolare, alla gravissima situazione in cui versa l’aeroporto di Reggio Calabria: basta visitarne il sito internet per misurarne la perifericità, con un piano da appena tre voli che si ridurrà ulteriormente con la cessazione delle attività di Alitalia.
Il rischio concreto, purtroppo già sotto i nostri occhi, è la completa desertificazione dell’aeroporto: un epilogo francamente inaccettabile! Da reggino, impegnato politicamente, intendo non soltanto farmi portavoce di un territorio umiliato, ma combattere una battaglia per dare a Reggio uno scalo degno di tale nome. Servono investimenti cospicui e definiti da piani di sviluppo, assenti da decenni ancorché promessi e financo calendarizzati, per renderlo più moderno, attrattivo, collegato, integrato nelle rotte internazionali. Non si tratta di creare un dualismo con Lamezia, che non avrebbe ragione di esistere, quanto di ragionare in termini di marketing territoriale e delle politiche necessarie per aumentare il tasso di attrattività, a cominciare dalle compagnie aeree che dovrebbero insediarsi al Minniti, come è già successo per numerosi altri scali italiani, anche del Sud.

Vi è forse traccia di tutto questo nel piano industriale della SACAL, la società che gestisce gli scali calabresi? Sarebbe interessante saperlo, ma si tratta di una vera e propria missione impossibile, perché il piano non è pubblico! Una scelta incomprensibile, che suona come uno schiaffo per tutti i calabresi che amano la trasparenza e vorrebbero conoscere i contenuti di quel piano per poterli discutere liberamente. In attesa di un ripensamento quanto mai dovuto ed opportuno da parte di SACAL, è bene mettere in chiaro che qualsiasi eventuale disegno politico di ridimensionamento del Minniti, giustificato da una supposta limitazione operativa, sarebbe da respingere con la massima fermezza.

Altro discorso merita la Statale 106, asse di collegamento in perenne ammodernamento che penalizza pesantemente in particolar modo la provincia reggina, a causa di una complessiva inadeguatezza dell’arteria stradale rispetto agli standard di sicurezza ed ai flussi di traffico. Proprio queste criticità sono al centro degli interventi affidati al commissario straordinario Simonini, che implementerà un piano da oltre 3 miliardi di risorse complessive. Vedremo quando, finalmente, la Jonica smetterà di essere un problema.
Infine, e con adeguati e precisi parametri di valutazione, forte attenzione dovrà essere posta al ponte sullo Stretto. Lo si potrebbe definire un grande classico italiano degli ultimi 50 anni, assimilabile ad un fiume carsico che emerge in superficie, prima di tornare nuovamente a scorrere sottoterra, a seconda dei governi e delle stagioni politiche. Tornato in auge nell’ambito delle valutazioni che si accompagnano ai progetti di alta velocità dei treni in Calabria e Sicilia, per il ponte pare tutt’altro che imminente il tempo delle decisioni. Sarebbe invece opportuno cogliere l’opportunità della campagna elettorale in corso per riprendere il dibattito su un tema di tale complessità, favorendo un confronto nel merito tra sostenitori e critici che non si riduca ad uno scontro pregiudiziale, all’insegna del “ponte sì-ponte no”. Su una premessa così solida, si potrebbe persino immaginare in futuro una consultazione dei cittadini, per conoscerne il pensiero e sondarne gli umori. (nl)

[Nino Liotta è animatore del progetto politico “Elemento Meridione”]

L’OPINIONE/ Fabio Pugliese: L’interesse marginale del Governo Conte per la Statale 106

di FABIO PUGLIESE –  È stata pubblicata la Relazione sull’attività del Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), nell’anno 2020 allorquando il Presidente del Consiglio dei Ministri era Giuseppe Conte ed il Ministro alle Infrastrutture era Paola De Micheli. I fatti sono ben chiari nelle 71 pagine della relazione ed i numeri sono ancora peggiori di quello che si poteva immaginare…

Innanzitutto c’è da chiarire una cosa molto importante: la Relazione presentata nasce sulla base di quanto previsto dell’articolo 42 del decreto legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito dalla legge 11 settembre 2020, n. 120 e concernente l’attività svolta dal Cipe (oggi Cipess), nel corso dell’anno 2020: quindi per la prima volta in Italia viene pubblicata una relazione sull’attività del Cipe (o Cipess).

Poi ci sono i numeri o, se preferiamo, i fatti che mai come questa volta purtroppo parlano chiaro.

Il Cipe, nel corso del 2020, ha adottato 81 deliberazioni e di queste 19 riguardano le infrastrutture. Le delibere relative alle opere strategiche/prioritarie sono le principali tipologie di delibere del Comitato in materia di infrastrutture. Il Cipe, in tutto il 2020, ha adottato le deliberazioni relative solo a 5 interventi stradali di Anas: l’Itinerario Ragusa-Catania (Sicilia); la Via del Mare Jesolo-litorali – Collegamento A4-Jesolo e litorali- bretella stradale (Veneto); la Direttrice Civitavecchia-Orte-Terni-Rieti tratto Terni (Loc. San Carlo)-Confine regionale. Svincolo di Piediluco e collegamento alla S.P. 675 (Lazio e Umbria); approvazione del progetto definitivo del lotto 1 e del lotto 4 della SS n. 291 “della Nurra” (Sardegna); rettifica del Cup della “Via del Mare Jesololitorali – collegamento A4-Jesolo e litorali-bretella stradale” (Veneto).

Per quanto attiene, invece, le autostrade nel 2020 il Cipe ha adottato le delibere relative agli interventi: completamento corridoio tirrenico meridionale A12-Appia. Tratto A12 (Roma-Civitavecchia) – Roma (Tor de’ Cenci) nel Lazio; corridoio intermodale Roma-Latina e collegamento autostradale Cisterna-Valmontone nel Lazio; riapprovazione del progetto definitivo ai soli fini dell’apposizione della pubblica utilità e del vincolo preordinato all’esproprio del “Raccordo autostradale tra il nuovo casello di Ospitaletto (A4), il nuovo casello di Poncarale (A21) e l’aeroporto di Montichiari” in Lombardia.

Nell’anno 2020, il Cipe ha assunto decisioni in materia infrastrutturale relative a nuovi fondi pubblici per circa 1,067 miliardi di euro, a investimenti privati per circa 986 milioni di euro e ha deliberato nuovamente su opere già approvate precedentemente dallo stesso Comitato per circa 4,091 miliardi. Il totale di investimenti è di circa 6,1 miliardi di euro ma sulla Statale 106 non c’è neanche un centesimo di euro.

Appare, ancor più grave, l’attenzione che il Governo Conte ha riservato al Sud.

I fondi per opere infrastrutturali deliberati dal Cipe nel 2020 sono, infatti, così ripartiti: 36% al Nord; 48% al Centro e solo il 16% al Sud e Isole… Ciò si evince ancor di più nell’allegato a pagina 65 dove viene riportato il riepilogo delle delibere adottate dal Cipe in materia di infrastrutture.

La relazione sulle attività del Cipe nel 2020 certifica purtroppo un’amara realtà: la strada Statale 106 non è mai stata nelle corde del Governo Conte. Un esecutivo che ha amministrato rappresentando gli interessi del Nord e del Centro Italia senza mai – dati, numero e fatti alla mano – portare risultati al Sud Italia e contribuendo ad aumentare il divario esistente tra le regioni meridionali e quelle centrali e settentrionali del Paese.

Una nota di demerito riguarda la Calabria: non solo non è stato fatto nulla per la Statale 106 ma leggendo attentamente la Relazione si può comprendere quanto è stato estremamente marginale l’interesse del Governo Conte e quanto, questo, abbia determinato una crescita del divario esistente tra Calabria e le altre regioni d’Italia.

Questo documento è storia. L’amara storia che si ripete. La Calabria sempre più marginale ed il Governo Conte in linea, se non peggio, con i precedenti governi che nulla, o quasi, hanno investito per migliorare e far crescere la nostra Calabria. (fp)

[Fabio Pugliese è autore del libro “Chi è Stato?”, il primo libro scritto sulla strada Statale 106 ionica fondatore ed ex presidente dell’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106]

Basta Vittime sulla 106: Il Governo ha capito importanza della Statale 106 a 25 giorni dalle elezioni

Il Direttivo dell’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” ha evidenziato che “la “Statale Jonica” è un’opera strategica per la Calabria” e che il Governo «finalmente ne è pienamente consapevole a 25 giorni dalle Elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale in Calabria nonostante nei mesi scorsi, con atti e fatti alla mano, ha dimostrato ben altro».

«Seppure il Governo – è stato spiegato – è “pienamente consapevole” di quanto la “Statale Jonica” è “strategica per la Calabria” occorre ricordare che il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica presieduto dal Presidente Mario Draghi nella sedute del 29 aprile ha dato parere favorevole alla realizzazione delle tratte dell’autostrada Pedemontana lombarda Lenate sul Saveso – Cesano Maderno e Cesano Maderno – Interconnessione con la Tangenziale Est, nella seduta del 9 giugno ha autorizzato l’utilizzo di 538,42 milioni di euro per interventi di completamento del sistema MO.S.E. di Venezia e nella seduta del 27 luglio ha approvato il progetto definitivo del “Completamento dello schema idrico Basento-Bradano in Basilicata».

«Il Governo – è stato ricordato – è talmente “pienamente consapevole” di quanto la “Statale Jonica” è “strategica per la Calabria” che nel Def 2021 (Documento di Economia e Finanza), pubblicato nei primi giorni di agosto scorso nell’allegato Infrastrutture non ha inserito neanche un intervento sulla Statale 106 Jonica. Vi è solo il Megalotto 3 già finanziato, approvato ed avviato nonostante i ritardi evidenti sulla realizzazione dell’Opera».

«A tutto ciò – ha proseguito l’Odv – occorre unire il fatto che il Governo, sugli oltre 220 miliardi di euro del Recovery Fund (o Pnrr), “pienamente consapevole” di quanto la “Statale Jonica” è “strategica per la Calabria” non ha previsto nemmeno un centesimo di euro d’investimenti per il completamento della Statale 106 in Calabria».

«Persino nel recente decreto legge infrastrutture approvato dal Governo pochi giorni fa – è stato spiegato – la piena consapevolezza di quanto la “Statale Jonica” è “strategica per la Calabria” è emersa quanto si è compreso che dei 4,6 miliardi di euro previsti per tutto il Sud neanche un centesimo di euro potrà essere utilizzato per l’ammodernamento della famigerata e tristemente nota “strada della morte”».

«Al Ministro Carfagna – hanno proseguito – occorrerebbe ricordare infatti, con una nuova interrogazione, che solo dallo scorso gennaio fino ad oggi sulla Statale 106 abbiamo purtroppo registrato 15 vittime: Anna Maria Concetta Cutuli (64 anni), Kawsu Ceesay (26 anni), Maria Mammone (87 anni), Valentino Po’ (80 anni), Altea Morelli (17 anni), Raffale Misuraca (19 anni), Vittorio Paone (28 anni), Domenico Malacrinò (55 anni), Ferdinando Marzano (87 anni), Akrem Ajarì (18 anni), la giovane mamma Eleonora Recchia (21 anni), Michela Praino (20 anni), Francesco Cannistrà (31 anni), Silvestro Romeo (52 anni) e la moglie Giusy Bruzzese (45 anni) che lasciano un giovane figlio di 11 anni».

«Una ultima evidente considerazione – che certamente non è sfuggita a molti – riguarda l’identità del deputato che ieri pomeriggio ha posto l’interrogazione – è stato evidenziato – si tratta del deputato di Coraggio Italia, Felice Maurizio D’Ettore, ed è davvero singolare che ad interrogare il Ministro per il Sud sulla Statale 106 sia stato addirittura un parlamentare nato a Napoli ed eletto nella circoscrizione Toscana. Possibile mai che neanche un parlamentare calabrese tra quelli al Governo ed all’opposizione si sia posto il problema di interrogare il Ministro per il Sud sulla “Statale Jonica”?».

«Infine, resta solo un dato – hanno concluso – tra quelli citati dal Ministro per il Sud Mara Carfagna, che corrisponde all’amara verità: ad oggi sulla Statale 106 sono disponibili circa 800 milioni di euro (che verranno utilizzati chissà quando)… Mancano almeno 9 miliardi per il completamento della Statale 106 e, nonostante le occasioni avute per finanziare l’ammodernamento anche di piccoli lotti, ad oggi non c’è neanche un centesimo di euro. Però dopo le elezioni regionali in Calabria i soldi ci saranno: e pioveranno dal cielo». (rrc)

La sottosegretaria Nesci: Statale 106 è una priorità nelle azioni di Governo

La sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci, ha ribadito l’attenzione «straordinaria» che il Governo Draghi sta dedicando alla Calabria, in particolare alla Strada Statale 106, «una priorità per la nostra azione di Governo: sono stati infatti già stanziati 885 milioni di euro e nei prossimi mesi si arriverà a un investimento complessivo di due miliardi».

«In questo contesto – ha spiegato – si inserisce l’idea di un Contratto Istituzionale di Sviluppo per la Calabria. Di concerto con il ministro Mara Carfagna, che ringrazio per il suo impegno, intendiamo attuare interventi specifici di carattere culturale, infrastrutturale, turistico e di riqualificazione urbana e ambientale. Un ulteriore strumento di crescita, un’ulteriore occasione che la Calabria deve cogliere al volo per ridurre le differenze con altre regioni – conclude – nella direzione di una sempre maggiore equità territoriale».

«Come sottolineato dalla ministra Carfagna – ha detto la Nesci – gli alti investimenti destinati alla Regione possono cambiarne il volto creando opportunità di valorizzazione, sviluppo e lavoro. Sul piano del potenziamento dei trasporti, uno dei principali problemi della Calabria e del Sud in generale, si sta investendo molto sia per le infrastrutture marittime, sia per il trasporto su gomma e binari». (rrm)

L’appello del sindaco di Terranova da Sibari Lirangi: Istituzioni locali facciano pressione per messa in sicurezza Statale 106

Il sindaco di Terranova da Sibari e candidato alle prossime elezioni regionali con Fratelli D’Italia, Luigi Lirangi, ha lanciato un appello a tutti i rappresentanti istituzionali locali, affinché «si uniscano in una forte pressione verso Governo e Regione per accelerare la messa in sicurezza della Statale 106, tragica ‘strada della morte’ e fonte di gravissimi indicenti quotidiani che feriscono il vivere civile dell’intero territorio».

Quella della Statale 106, infatti, per Lirangi è una problematica che «non può più tollerare ritardi e inutili passerelle di ministri che si sono succeduti nel tempo. Ora – ha aggiunto – è dovere del Governo destinare parte delle risorse già pronte del Recovery Fund per l’Italia finalizzandolo alla rapida messa in sicurezza di questa infrastruttura viaria obsoleta e di assoluta pericolosità o comunque individuare i fondi necessari per concretizzare un reale progetto di ammodernamento anche incontrando e dialogando con l’Associazione ‘Basta vittime sulla Strada Statale 106′ e con tutti gli attori locali che si battono da anni per una strada sicura e moderna».

Lirangi, nel frattempo, fortemente convinto della necessità di unire gli sforzi tra gli amministratori locali chiede anche che si torni a verificare attraverso l’Anas la possibilità di eventuali interventi di rimodulazione del progetto sempre con l’obiettivo di un assetto risolutivo.

Ciò perché, ricorda Lirangi «da sindaco negli ultimi anni ho segnalato puntualmente con articoli e richieste pubbliche la gravità del problema sollecitando soluzioni rapide e definitive. Ora è necessario intervenire immediatamente, perché anche quest’anno si sono registrati innumerevoli e inaccettabili incidenti mortali».

«Siamo consapevoli – ha concluso – che i tempi non sono brevi ma è altrettanto vero che bisogna agire per non aggiungere un altro elemento di abbandono della nostra terra da parte dello Stato. Siamo stanchi delle promesse e delle parole, servono fatti e concretezza, io farò tutto ciò che è nelle mie possibilità affinchè si garantisca la necessaria sicurezza ai calabresi e ai tantissimi lavoratori, pendolari e turisti». (rcs)

Basta Vittime sulla 106: Politici parlano ora della Statale 106 per elezioni

C’è iondignazione, da parte dell’Odv Basta Vittime sulla Strada Statale 106, per le recenti dichiarazioni che diversi esponenti politici hanno rilasciato sulla Statale 106 e che, purtroppo, «sono solo l’ennesimo deplorevole tentativo di strumentalizzare un problema irrisolto da una certa “politica” per fini elettorali legati alle prossime imminenti elezioni regionali in Calabria».

«C’è l’on. Consigliere Regionale reggina Tilde Minasi (Lega) – ha scritto l’Odv – chiede al Governo “che la 106 divenga una priorità”. Bisognerebbe chiedere all’On. Minasi dov’era mentre l’attuale Governo sostenuto dalla Lega di Matteo Salvini approvava l’Allegato al Def (Documento di Economia e Finanza 2021), senza impegnare un solo centesimo di euro sulla Statale 106; mentre i ministri della Lega negli ultimi 3 Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) decidevano di non destinare alla Statale 106 un bel nulla, oppure mentre, si decideva di non destinare neanche un centesimo di euro dei 223 miliardi previsti dal Recovery Fund alla Statale 106 in Calabria.

«C’è il Parlamentare Europeo Vincenzo Sofo (Fratelli d’Italia) – continua Basta Vittime – chiede alla commissaria ai trasporti “di imporre al governo italiano la messa in sicurezza e l’inserimento della statale jonica nel progetto TEN-T”. Premesso che non è la Commissione Europea che deve “imporre” al Governo italiano delle scelte ma è, semmai, il Governo italiano che deve proporre alla Commissione dei progetti in cofinanziamento: quindi chieda a Salvini e Berlusconi… Ci chiediamo come mai l’On. Sofo, invece di scrivere una letterina alla Commissione Europea, ad un mese dalle elezioni regionali in Calabria, non abbia chiesto agli eurodeputati di Fratelli d’Italia di presentare una mozione per l’inserimento della Rete Ten-T del tratto di Statale 106 Catanzaro – Reggio Calabria che, ancora oggi, è tagliato fuori visto che, ancora oggi, è in atto in seno al Parlamento Europeo una discussione sulle Reti che dura già da mesi!».

«Inoltre – ha proseguito l’Odv – Minasi e Sofo potrebbero chiedere all’attuale assessore regionale alle Infrastrutture, Domenica Catalfamo (la peggiore di sempre nella storia della Calabria), cosa ha fatto per la Statale 106 e perché, insieme, non hanno mai detto una sola parola a Giorgia Meloni, a Matteo Salvini ed a Silvio Berlusconi che da mesi, su tutte le reti ed in ogni occasione, sostengono che la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina “è una priorità infrastrutturale per la Calabria”. Inoltre, potrebbero chiedere a Roberto Occhiuto di designare come prossimo assessore regionale alle infrastrutture una figura più capace ed autorevole della Catalfamo!».

«C’è il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà (Partito Democratico) – ha detto ancora l’Odv – che “è necessario intervenire in maniera decisa affinché si completi una volta per tutte il progetto di ammodernamento e di messa in sicurezza di una strada tanto pericolosa quanto importante per il territorio”, ma dimentica che nella partita per il Recovery Fond è stato il primo a lottare affinché venisse finanziato il Ponte sullo Stretto di Messina senza far nulla di veramente concreto affinché venissero risolti i problemi che restano intatti sulla famigerata e tristemente nota “strada della morte”».

«C’è l’on. senatrice Silvana Abate (M5S) – hanno detto ancora – che è impegnata sulla questione dei sottopassi di contrada Fuscolara e Lattughelle nel comune di Cassano all’Ionio (CS), dopo aver criticato, nelle scorse settimane il sindaco di Corigliano-Rossano per non aver approvato in consiglio comunale la delibera per la realizzazione del progetto di ammodernamento della Statale 106 nel tratto Sibari – Corigliano-Rossano pur consapevole che non esiste un progetto e neanche un finanziamento dell’Opera».

«Infine – hanno detto ancora – c’è il candidato alla carica di Governatore della Regione Calabria, Luigi De Magistris che contesta il Governo per aver deciso nel DEF 2021 di non investire un centesimo di euro per la Statale 106 ma evitò di dire anche una sola parola nei mesi scorsi quando tutti gli autorevoli esponenti del Governo di ogni parte politica in ogni occasione affermavamo che “il Ponte sullo Stretto è una priorità infrastrutturale per la Calabria”».

«Il Direttivo dell’O.d.V. – conclude la nota – stigmatizza le diverse dichiarazioni lette negli ultimi giorni. Basta chiacchiere della politica “politicante” sulla Statale 106! Vogliamo fatti, finanziamenti, cantieri che partono! Problemi risolti. Inaugurazioni di nuove tratte ammodernante della Statale 106. Siamo stanchi delle solite vergognose ed irrispettose prese di posizioni di una certa politica che si ripresentano puntualmente ogni volta che siamo di fronte ad una campagna elettorale e che offendono l’intelligenza e la dignità dei cittadini calabresi!». (rrm)

Sofo (FDI): Ue intimi Governo a procedere per messa in sicurezza della Statale 106

L’eurodeputato di Fratelli d’ItaliaVincenzo Sofo, ha reso noto di aver scritto «al commissario europeo ai trasporti Adina Valean per chiedere una presa di posizione netta della Ue, intimando il Governo italiano a procedere con la messa in sicurezza il potenziamento e l’inserimento dell’intero tratto stradale SS 106 all’interno del progetto di realizzazione della rete TEN-T, specificando in modo puntuale i canali di finanziamento europei da utilizzare».

Tale iniziativa, è stata intrapresa in quanto «solo negli ultimi giorni, in Calabria – ha spiegato Sofo – tre persone, tra le quali un bambino, hanno perso la vita in diversi incidenti lungo la Strada Statale 106 jonica, tristemente nota come “strada della morte” a causa dei continui incidenti mortali che la caratterizzano e che hanno provocato in questi anni centinaia di vittime, come da tempo denuncia il comitato “Basta Vittime sulla SS 106″».

«Si tratta – ha spiegato ancora – di una strada che, attraversando Puglia, Basilicata e Calabria costituisce non soltanto un’arteria di comunicazione fondamentale per questi territori bensì un’infrastruttura la cui messa in sicurezza e il cui potenziamento costituiscono un presupposto imprescindibile per lo sviluppo del Meridione e dunque delle potenzialità dell’Italia nello scenario mediterraneo».

«Nonostante ciò, però – ha concluso – fino a oggi gli investimenti del Governo italiano in questa infrastruttura sono stati irrisori e neppure nel Pnrr sono stati previsti interventi per porre rimedio a questa situazione di pericolo per la sicurezza dei cittadini e di deficit infrastrutturale». (rrm)

Minasi (Lega): La Statale 106 divenga priorità nell’agenda delle opere

La consigliera regionale della LegaTilde Minasi, ha lanciato un appello al Governo e al viceministro alle Infrastrutture, Alessandro Morelli, affinché «la 106 divenga una priorità nell’agenda delle opere sia per l’incolumità dei calabresi che la percorrono, sia perché lo sviluppo e la crescita dei territori devono necessariamente passare da collegamenti che rispondano a determinate caratteristiche».

«Ci troviamo, con una drammatica conta – ha aggiunto – a registrare un elenco sempre più lungo delle vittime di un tragitto di oltre 400 chilometri altamente pericoloso e che non ha ricevuto la dovuta attenzione, con tragiche ricadute in termini di perdite umane. Ma non si può più aspettare, non si deve temporeggiare ulteriormente».

«È urgente agire in termini di interventi di sicurezza e stimolare chiunque, a livello nazionale, possa attuare un piano efficace ed efficiente, fare fruttare in maniera adeguata i fondi stanziati e utilizzarli subito e bene, accelerare un ammodernamento dal quale il tratto calabrese è stato in gran parte escluso». (rrc)

L’OPINIONE / Domenico Mazza: La Statale 106 sempre più lontana dai piani del Governo

di DOMENICO MAZZA – Come sovente accade, anche nell’ultimo Consiglio dei ministri, la vicenda riguardante la Statale Jonica è rimasta al palo. Probabilmente i luttuosi eventi che, a ciclica cadenza, rimandano agli onori della cronaca la tristemente nota “Strada della morte”, non hanno sortito alcun senso di colpa nei riguardi di uno Stato che ha preferito trasformare un luogo, lo Jonio, in un non luogo.

Una strada che da Sibari in giù è patria di nessuno. Una roulette russa, dove bisogna affidarsi alla provvidenza prima di percorrerla. Ci vantiamo tanto di aspirare alla normalità eppure di normale sullo Jonio è rimasto poco, se non nulla.

Certo è che siamo in Calabria, una Regione che nei suoi 50 anni di vita ha fatto del compromesso la sua ragione di vita. Una Regione che ha svenduto, parte del suo popolo in cambio di qualche obolo. La stessa porzione di popolo che a furia di ricevere brandelli di scarti ora è talmente abituata agli avanzi, da scambiarli per succulenti piatti da portata. Un concetto di regionalismo deviato, distorto, volutamente sbilanciato e foriero di interessi centralisti opposti a periferizzazione di altre aree.

Eppure, basterebbe percorrerla quella striscia di catrame conglomerato per accorgersi di quanto sia intollerabile che nel 2021 oltre al meta del popolo calabrese sia trattato da pezzente.

Un milione di persone che da Sibari a Reggio Calabria, vivono l’indigenza della mobilità, non conoscono cosa sia la sicurezza, avvertono di essere trattati da inferiori, in virtù di una non meglio definita appartenenza a dinamiche avulse ai processi dei centralismi.

Solo pochi chilometri dei circa 350 che distanziano Sibari dallo Stretto, risultano adeguati ai moderni standard, per il resto la strada si presenta, per lo più, larga 6 metri e con svincoli ed accessi abusivi.

E, mentre altrove si programmava l’ammodernamento di una strada che già era a 4 corsie, sulla Jonica ci hanno infestato di rotonde, con la scusa di elevare così gli standard di sicurezza, ma con la consapevolezza di averla resa arcor più pericolosa di quanto non fosse un ventennio fa: una ginkana, una corsa ad ostacoli, una processione di dolore, un martirio di flagellazione degno del rito dei Battienti. Un cimitero senza nome, un olocausto di Stato. Ben 750 sinistri negli ultimi 25 anni con circa 1000 vittime! È come se la Statale Jonica avesse cancellato dalle mappe un borgo calabrese, mentre sulla A2, il dato dei sinistri, nello stesso periodo, scende a poco più di 75.

E, come se non bastasse, in ossequioso rispetto delle dinamiche centraliste, si destinano circa 10miliardi per l’Av SA-RC, mentre lo Jonio non è meritevole neppure di qualche centesimo.

Evidentemente, la vita delle popolazioni della Magna Graecia, vale meno di quanto non valga quella dei residenti nelle aree del centralismo, altrimenti non si spiegherebbe perché uno Stato, distratto ed assente, ed una politica accondiscendente ai desiderata dei centri del potere, abbia fatto di tutto per non fare niente.

Ed il risultato è che oggi lo Jonio è niente. È polvere! Nella più completa e totale ignavia dei più, nel menefreghismo delle elite multicasacca che hanno tutelato il piccolo particolare, dimenticando che il benessere della cosa pubblica è, di riflesso, il benessere di tutti, anche di costoro. (dm)

Basta Vittime sulla ss 106, dal Terzo Consiglio dei ministri neanche un centesimo per la Statale 106

L’Odv Basta Vittime sulla Strada Statale 106, ha denunciato che, nemmeno dopo il terzo Consiglio dei ministri, non ci sono fondi da destinare alla strada statale 106.

Il Consiglio dei ministri, infatti, nel corso della seduta – svoltasi in videoconferenza – ha approvato  l’aggiornamento 2020 del Contratto di Programma 2016-2020 tra Mims e Anas con le risorse assegnate al Fondo Unico Anas per 1,017 miliardi di euro e al Fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle Amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese per 1,253 miliardi di euro, destinando tali risorse solo per la manutenzione peraltro già programmata di interventi di ripristino della viabilità nelle aree interessate dagli eventi sismici del 2016 e altri interventi.

«Ha espresso – viene spiegato in una nota – parere favorevole sull’aggiornamento per gli anni 2020 e 2021 del Contratto di Programma 2017-2021 – parte Investimenti tra il Mims e Rete Ferroviaria Italiana SpA confermando i nuovi interventi previsti che consentiranno di ridurre il gap infrastrutturale Nord-Sud, deliberando 9,4 miliardi per l’Aalta Velocità/Alta Capacità Salerno-Reggio Calabria. Ha approvato il nuovo progetto definitivo del “Completamento dello schema idrico Basento-Bradano (in provincia di Taranto): attrezzamento settore G”, ai fini del rinnovo del vincolo preordinato all’esproprio (VPE) e della dichiarazione di pubblica utilità (Dpu)».

«Informative importanti – ha spiegato l’Odv – sono state all’attenzione del Cipe, seppure non hanno comportato l’adozione di una delibera sul Terzo Valico dei Giovi, la Linea ferroviaria AV/AC Verona – Padova e l’aeroporto Marco Polo di Venezia. Il Direttivo evidenzia che, nel secondo Consiglio dei Ministri del Governo Draghi, non vi è alcuna traccia relativa ad interventi, finanziamenti o proposte che possano riguardare in qualsiasi modo la strada Statale 106 in Calabria».

«Il Direttivo dell’O.D.V. “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” – conclude la nota – continuerà ad informare correttamente e con serietà tutti i cittadini calabresi – come accade ormai da anni – i quali hanno il diritto, oltre la demagogia politica e la propaganda della “politica politicamente” che strumentalizza il tema della Statale 106 in vista delle elezioni regionali, di conoscere gli atti ufficiali, formali e sostanziali e le scelte del Governo italiano che riguardano la famigerata e tristemente nota “strada della morte” in Calabria ed è per questo motivo che continueremo senza sosta a rendicontare tutte le future sedute dei Consigli dei Ministri affinché tutti, nessuno escluso, possano finalmente avere contezza della verità». (rrc)