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A Paola il convegno sulla figura del Venerabile Clausi nel 34° anniversario delle virtù eroiche

A Paola il convegno sulla figura del Venerabile Clausi nel 34° anniversario delle virtù eroiche

di FRANCO BARTUCCINel 34° anniversario della proclamazione delle virtù eroiche del Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi, riconosciute con proprio decreto dal Papa Giovanni Paolo II, oggi Santo, datato appunto 11 dicembre 1987, l’Uciim di Paola e l’Ordine dei Minimi ne hanno ricordato la figura e l’opera con una manifestazione promossa nell’Auditorium del Santuario per una riflessione sul tema Persone e comunità per l’inclusione sociale

Per il contenuto trattato e’ stata una serata emozionante, di condivisione e gioia grazie all’impegno profuso dall’Uciim di Paola e dall’Ordine dei Minimi nell’organizzare questo particolare evento arricchito anche da una mostra di opere d’arte, alla quale hanno partecipato ventisei artisti calabresi, che si sono presentati mettendo in mostra sculture e dipinti dedicati alle figure della Madonna, di San Francesco di Paola e del Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi.

Lo spazio dedicato alla presentazione della figura del Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi, nato a San Sisto dei Valdesi il 26 novembre 1789 e deceduto nel Santuario di Paola il 20 dicembre 1849, moderato dalla docente Angela Maria Schiavo e presieduto dalla prof.ssa Maria Assunta Lattuca, animatrice ed organizzatrice dell’evento insieme a Padre Domenico Crupi, dell’Ordine dei Minimi, si è aperto con un canto del corale del Santuario, diretto dal maestro Sonia Berardi e con un breve saluto da parte del Padre Provinciale Francesco Trebisonda, che ha subito detto che nel Santuario  ci sono tre stelle a cui guardare con fede e devozione: San Francesco di Paola, San Nicola di Longobardi e il Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi.

Per questo sono stati invitati i Sindaci di Paola, Roberto Perrotta, e di San Vincenzo La Costa, Gregorio Iannotta, due comuni legati da tre anni da un rapporto di gemellaggio proprio in funzione dei sentimenti di comune pratica e interesse della storia del Venerabile Clausi, a partecipare alla manifestazione che ha consentito loro di rinnovare la volontà di promuovere quanto necessario per tutelare tale patrimonio religioso fino alla conclusione del processo di beatificazione ravvivandone la memoria nelle rispettive comunità amministrate. Una presenza che ha portato loro allo scambio di doni augurali.

«L’iniziativa, realizzata grazie alla collaborazione di più soggetti istituzionali e non – ha detto la prof.ssa Maria Assunta Lattuca – si colloca in una cornice più ampia di progettualità e riscoperta del patrimonio storico, artistico e culturale attraverso la conoscenza del Venerabile, della sua immensa e profonda personalità e spiritualità in un periodo storico non troppo lontano e decisamente attuale per taluni aspetti di malessere sociale e personale».

«Il Venerabile – ha spiegato – è stato diffusamente riconosciuto come figura rappresentativa di quell’interiorità volta all’Umanità nel senso di propensione e sano impegno civile per una società che si riconosce Comunità universale, inclusiva e sostenibile.  Il risultato ottenuto con la nostra iniziativa, in termini di esperienza e condivisione di sentimenti sani, di battiti di speranza e di pulsioni di ricostruzione “in orizzontale”, può leggersi come conquista di quella rinnovata Fede verso l’Altro e verso quella “verticalità” che, al di là della specifica appartenenza religiosa, libera la dimensione piena della fratellanza universale per un dialogo incessante ed edificante».

«È infatti – ha detto ancora – il seme dell’Umanità ritrovata e riconquistata nell’esplorazione della personalità del Clausi a consegnarci l’idea che attraverso l’impegno diretto di ciascuno di noi, in Amicizia vera e libera della catena utilitaristica, possa costruirsi una dimensione sociale, personalistica e comunitaria che garantisca la piena realizzazione della virtù umana per eccellenza: la felicità! Concetto, questo, che si caratterizza nella sua duplice ed inseparabile unicità : fede e ragione, anima e corpo, individuo e società, persona e comunità. E per essere felici è indispensabile la promozione di continui ” patti di comunità” tra le diverse istanze ed agenzie formative e di integrazione territoriali».

L’incontro è entrato nel vivo con l’intervento di Franco Bartucci, autore di un libretto sulla figura del Venerabile, che ne ha percorso l’aspetto biografico dall’inizio della sua vita alla fine, collocato in un periodo storico caratterizzato dalle lotte costitutive del Paese Italia, in cui si è distinto per il suo impegno religioso tanto da essere definito dall’Arcivescovo dell’epoca, Mons Narni Mancinelli, la “perla” e  la “gemma” della diocesi cosentina. Questo nella sua prima parte della vita impegnato come sacerdote nel suo paese di origine di San Sisto dei Valdesi; mentre gli ultimi ventuno anni, come frate dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola ha portato in giro, superando i confini dei diversi stati che componevano il nostro Paese, il messaggio francescano della carità e dell’amore in soccorso degli ultimi e dei poveri come degli afflitti per ragioni di salute, sostenuto dalla stima di Papi, come Gregorio XVI° e Pio IX°;  di Re come Ferdinando II° di Borbone e Carlo Alberto di Savoia; nonché dall’amicizia e reciproco aiuto di San Vincenzo Pallotti.

Una figura amata e cercata in Calabria, come in tantissime località del nostro Paese, prima e dopo l’Unità d’Italia, tanto che la sua memoria rimase viva per tantissimi anni, portata dai nostri emigranti in quelle parti del mondo dove trovavano ragioni di vita, come in Argentina, Stati Uniti, Canada e altri Paesi della nostra Europa.

«Entrando nella conoscenza della sua vita ed il posto dove il Venerabile Clausi è venuto alla luce, San Sisto dei Valdesi, luogo noto come sede di conflitti religiosi nel 1561, può essere considerato – ha sostenuto Franco Bartucci, nel concludere il suo intervento – il segno divino di una pacificazione tra esseri umani e religioni, mirata a dare valore all’unità dei cristiani ancora oggi valida e alla ricerca di uno stato di consolidamento».

Sulla  descrizione della spiritualità del Venerabile padre Bernardo Maria Clausi è toccato parlarne al postulatore del processo di beatificazione in corso, padre Ottavio Laino, dell’Ordine dei Minimi, che ben conosce questa figura a lui cara, il cui interesse risale al periodo di studio che lo portò il 18 dicembre 1974 ad acquisire il titolo di Dottore in Teologia, presso la Pontificia Università Lateranense, con una Tesi avente come argomento lo studio della figura del frate minimo padre Bernardo Maria Clausi, morto in odore di santità il 20 dicembre 1849 presso il Santuario di San Francesco in Paola. Soltanto l’11 dicembre 1987, come sopra precisato, con decreto pontificio di Giovanni Paolo II (oggi Santo), vengono riconosciute al frate minimo le virtù eroiche che lo portano ad essere considerato come Venerabile. Un percorso processuale, iniziato il 15 dicembre 1862, durato ben 125 anni grazie al decreto pontificio di cui sopra.

Per Padre Ottavio Laino la figura del Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi può essere considerato come un Minimo che illumina i Minimi (i Penitenti), nel cammino di riflessione sulla loro identità-missione, alle soglie del terzo millennio.

«Il Venerabile Clausi è stato un imitatore del fondatore San Francesco di Paola nel mistero dell’amore incarnato e nell’amore verso il prossimo. Il senso della vita, della vocazione e di tutto il cammino ascetico e apostolico del Clausi – ha puntualizzato padre Ottavio Laino – si fonda sul mistero d’Amore Trinitario, in sé stesso, cioè in Dio e nella partecipazione dell’umanità a questo divino Mistero. Il Clausi esprimeva la sua opera, soprattutto nell’umile e grande impegno del Mistero del Sacramento della Penitenza e della predicazione, della direzione spirituale, oltre che nelle opere di carità».

«Quando il Minimo sansistese – ha detto ancora – doveva intraprendere un’opera apostolica, si preparava più con la preghiera che con lo studio. Anzi il suo vero studio era la preghiera, come esorta lo spirito dei Minimi. In essa trovava la vera guida delle anime. Per tutti il Clausi, era l’apostolo inviato dal Signore e tutti andavano a Lui, e se ne tornavano, come avveniva con S. Francesco, consolati».

Il terzo intervento è stato quello della prof.ssa Annabella D’Atri, docente di filosofia all’Università della Calabria, la quale, dopo aver sentito le precedenti relazioni, ha detto che «il venerabile è stato testimone e anche ‘vittima’ del conflitto fra fede e ragione che la rivoluzione francese del 1789, simbolicamente data della nascita dello stesso padre Bernardo, acuisce, determinando anche come conseguenza la chiusura del  Convento di Paola».

«La sua vita eroicamente virtuosa – ha detto – che lo ha condotto anche a soccorrere i miseri e bisognosi, durante l’epidemia di  colera a Roma, stimola non solo i cristiani, ma anche tutti i cittadini nella loro ricerca di una vita eticamente ben vissuta, presentandosi come esempio possibile di dedizione agli altri. La sua fede gioiosa costituisce  il carburante che gli fornisce l’energia per potersi spendere per gli altri seguendo la sua spontanea vocazione agli altri».

A chiudere i lavori è intervenuto il prof. Giuseppe Bruno, dirigete scolastico e consigliere regionale dell’UCIIM, affermando: «Quando si parla di  santità non si può non parlare di condivisione. Condividere la sorte dell’uomo, farsi carico delle sue sofferenze dei suoi dolori, della sua disperazione che aveva come prospettiva ultima solo la morte e salvarlo da tutto ciò, è stata la missione del Nostro Salvatore Gesù Cristo e di conseguenza lo è di tutti coloro, come Il Venerabile Clausi, che si sono sforzati, contando sul Suo indispensabile aiuto, di seguire le sue orme».

«Oggi in un’era che molti pensatori non esitano a definire “post umana ”, pure, molti di questi stessi pensatori, ricorrono a questo termine, “Condivisione”, per superare la crisi, anzi la serie di crisi che come un castello di carte sta vedendo crollare pezzo dopo pezzo la società tecno mercantile nata dallo sviluppo unidirezionale e, alla fine, autodistruttivo del Capitalismo».

«Mi sembra una scelta opportuna che si concludano gli interventi  di questo evento – ha precisato il prof. Bruno – con un taglio educativo, dando cioè la parola all’UCIIM, organizzatrice assieme all’Ordine dei Minimi della manifestazione. L’UCIIM è infatti un’ associazione di Docenti, fondata nell’immediato dopoguerra da Gesualdo Nosengo, considerato dalla Chiesa un “Testimone”, ed ha fatto la storia della scuola Italiana almeno fino agli anni Ottanta-Novanta ed è oggi una delle principali associazioni italiane di formazione del Personale Docente». 

Una serata che ha portato ad esprimere parole di apprezzamento ed impegni nel sostenere la figura del Venerabile Clausi in un rapporto di conoscenza nell’ambito del mondo della scuola. (fb)