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De Rose (Cicas): Occhiuto istituisca una Conferenza Regionale Permanente sociosanitario e socioassistenziale

De Rose (Cicas): Occhiuto istituisca una Conferenza Regionale Permanente sociosanitario e socioassistenziale

La responsabile nazionale Cicas per il Terzo Settore e la Finanza Agevolata, Anna Maria De Rose, ha chiesto al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, di istituire con urgenza una Conferenza Regionale Permanente in ambito socio sanitario e socio assistenziale.

Una Conferenza per il monitoraggio, la programmazione e lo sviluppo dei servizi socio sanitari e socio assistenziali che insistono sul territorio regionale, «chiamando – ha detto De Rose –  a partecipare anche i più alti vertici delle Istituzioni quali i Prefetti (perché i dissesti creano anche tensioni sociali) i vertici delle conferenze dei Sindaci dei vari ambiti territoriali inserendo anche a livello consultivo i sindacati datoriali e dei lavoratori che partendo dal basso conoscono e vivono le realtà territoriali. Dovrà essere una cabina di regia operativa».

«La mia proposta al presidente Occhiuto – ha spiegato – nasce dal fatto che tutta la Pubblica Amministrazione (Assessorato di riferimento, Comune capo ambito ecc) sollecitati dalla vicenda “Betania” si sono affrettati a rilasciare dichiarazioni sulla regolarità dei trasferimenti alle strutture socio sanitarie e socio assistenziali ed a gli Enti Locali dichiarando che questi ultimi sono avvenuti ed avvengono con “regolarità” e nei “ giusti tempi” concetto piuttosto soggettivo che mi fa porre una domanda: quali sono per essi i “giusti tempi” e la “regolarità”? Una settimana dall’emissioni delle fatture delle strutture (che peraltro sono elettroniche e giungono con tempestività), quindici giorni, un mese, due mesi, tre mesi? Sono risposte che dovrebbero essere date ai cittadini che affidano i loro cari a queste strutture le quali nonostante tutto trattano con dignità gli ospiti che non si accorgono affatto dei problemi di gestione che li circondano».

«Solo così, monitorando e prevenendo le situazioni di crisi – ha detto – capiremo come funziona il sistema e cosa c’è che non va  e se il problema al contrario è invece riconducibile alla “Cattiva Gestione” di queste strutture che dovrebbe comunque essere di tipo manageriale vista l’importanza sociale che rivestono e portata avanti  con le giuste competenze».

«In tempi non sospetti e precisamente nel maggio 2022 – ha ricordato – già avevo scritto  sulle criticità e sulle problematiche relative a quanti operano nel settore, evidenziando come il caro energia e l’aggravante dei ritardati pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni delle spettanze di quanto dovuto, avrebbero messo in ginocchio le strutture nonché della ripercussione sui lavoratori che attendevano stipendi da più mesi. Avevo evidenziato inoltre come da parte di alcuni Comuni Capo Ambito, si erano registrati ritardi nei pagamenti che andavano dagli 8 ai 12 mesi e che mettevano a dura prova le finanze degli operatori di settore, tra cui imprese e cooperative sociali, che ricordo creano occupazione e danno lavoro in Italia (dati 2019) a 861.919 addetti regolarmente assunti e solo in Calabria a circa 11.000».

«Il dissesto della Fondazione Betania – ha evidenziato – ci induce ad importanti riflessioni e penso che sia giunto il momento  di prevenire in maniera concreta l’insorgenza delle crisi ed i dissesti e lo si può fare esclusivamente attraverso un monitoraggio costante delle situazioni, da parte delle più alte Istituzioni».

«Altro problema – ha proseguito – da affrontare sono i comuni capo ambito in dissesto e/o temporaneo disequilibrio finanziario, ricordo che  i dati del 2021 hanno confermato il triste primato della Calabria che già l’anno precedente aveva ben 7 Comuni su 10 in default o in riequilibrio (Fonte Ca’ Foscari). I comuni capo ambito in disequilibrio finanziario non possono essere confermati tali, in quanto, non avendo capacità di spesa ed imbrigliati nel risanamento, non potendo potenziare il personale non possono far fronte ai servizi  da erogare in quanto capo ambito».

«Bisognerebbe pensare ad un a L.R. – ha rilanciato – non in contrasto con le leggi nazionali che sostituisca temporaneamente il comune capo ambito con il comune più virtuoso dell’ambito per ottenere l’eccellenza nei servizi e nelle procedure. Concludo nell’affermare che il sistema a distanza di un anno sta implodendo perché la Fondazione Betania è solo la punta dell’iceberg, in quanto tra i ritardi nei pagamenti, uffici di piano che non funzionano, cartelle esattoriali, Durc irregolari (che non consentono di incassare dalla pubblica amministrazione) e mancato accesso alle fonti alternative di finanziamento per mancanza di sufficienti bandi a cui partecipare ed attingere risorse, si innescherà una reazione a catena». (rcz)