;
Con Le Muse di parla di "Prevenzione dei fenomeni di adescamento"

REGGIO – Con Le Muse di parla di “Prevenzione dei fenomeni di adescamento”

Domani pomeriggio, a Reggio, alle 18, nella sede dell’Associazione Le Muse, si terrà l’incontro Prevenzione dei fenomeni di adescamento: bullismo e cyberbullismo.

Il presidente, prof. Giuseppe Livoti, ha ricordato come per il mese di maggio, ancora una volta, 1l’associazione ogni domenica metterà a fuoco argomenti di grande attualità che riguardano tutte le età dell’uomo. Saranno appuntamenti dedicati al senso della famiglia oggi e delle sue problematiche, umane, sociali».

Gli ospiti della conversazione Muse saranno Antonio Luciano Battaglia, esperto di Analisi Web, Cyber-Security Cyberbullismo & Cyber-Intelligence, Massimo Pirrello, avvocato e delegato Muse Cultura della Legalità e del Diritto, Dominella Quagliata, psicologa e psicoterapeuta.

L’argomento delle prevenzione dei fenomeni di adescamenti ci porta ad evidenziare come occorre e  conoscere i rischi, contatti con adulti sconosciuti, esposizione a contenuti violenti e/o sessuali inadeguati all’età, perdita di controllo di eventuali informazioni, foto e video  condivisi, violazioni della privacy (diffusione incontrollata di informazioni riservate) e che sia necessario costruire alleanze educative con altri adulti di riferimento confrontandosi con altri genitori, amici e parenti.

La Polizia Postale ha avuto modo di constatare negli anni che molti adulti pedofili, dediti all’attività di scambio di materiale pedopornografico in rete, rubano foto/video di vita quotidiana pubblicate sui social dai genitori di bambini/e  felici e spensierati mentre svolgono attività quotidiane (andare al mare, fare il bagnetto, indossare un  costumino nuovo, fare la gara di nuoto, mangiare un gelato, etc.).

Esiste infatti una tendenza dei pedofili ad accumulare immagini liberamente condivise da ignari utenti di social network con l’intento di ampliare la loro galleria di sollecitazioni sessuali. Il rischio che immagini personali siano utilizzate anche in circuiti illegali e deprecabili è  purtroppo intrinseco alla condivisione in rete ed è purtroppo  indipendente dalla buona fede di chi vuole solo partecipare  agli altri la sua emozione e il suo entusiasmo.  Un invito dunque dalle Muse a conoscere gli strumenti digitali, informarsi sulle impostazioni di privacy di strumenti, app e servizi; attivare il parental control e i filtri con password per monitorare contenuti consultati e ambienti digitali. Condividere le password o i Pin di accesso a smartphone e profili social e considerarla una regola di ingaggio necessaria. Per le famiglie invece occorre definire insieme a bambini/e il tempo che possono trascorrere online, scegliere insieme le app da scaricare, prestando attenzione ai limiti di età prevista.

Ed ancora domenica si parlerà di “cyberbullismo” la manifestazione in Rete di un fenomeno più ampio e meglio conosciuto come bullismo. Quest’ultimo è caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico. Oggi la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web tramite Internet.

Il bullismo diventa quindi cyberbullismo. Il cyberbullismo definisce un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, mms, foto, video, email, chat rooms, instant messaging, siti web, telefonate), il cui obiettivo è quello di provocare danni ad un coetaneo incapace di difendersi. Una particolare forma di cyberbullismo è quella legata al sexting, ossia l’inviare foto in pose sexy, spesso in unione a messaggi o video dai contenuti sessualmente espliciti.

Il sexting si può trasformare in una potente arma quando chi riceve le foto le rende pubbliche sul web, allo scopo di danneggiare la reputazione dell’altra persona. Un fenomeno altamente preoccupante, indice di allarme sia per i genitori che per gli educatori. In un momento storico così confuso, è necessaria un’educazione sana e profonda ai sentimenti, un’alfabetizzazione emotiva che deve partire dall’infanzia, per far sì che il bambino impari a conoscere i propri stati mentali, ma anche quelli altrui, unica maniera per riuscire a “mettersi nei panni dell’altro” e costruire così relazioni sane e reali. (rrc)