L’ex presidente Nisticò all’Adnkronos: pronto a costituire un gruppo di eccellenze per la sanità calabrese

L’ex governatore della Regione Calabria e commissario della fondazione Renato Dulbecco, già ordinario di farmacologia all’università di Roma Tor Vergata, Giuseppe Nisticò, ha dichiarato all’Adnkronos che in Calabria «C’è  bisogno di un gruppo di lavoro costituito da personalità eccellenti  del mondo sanitario e manageriale che, collaborando con primari e  direttori sanitari nonché esperti del settore nel territorio,  affrontino come priorità assoluta l’emergenza covid; Un gruppo  impegnato a migliorare le prestazioni della qualità sanitaria in Calabria evitando fra l’altro l’esodo di pazienti verso altre regioni  del nord o all’estero».

Per Nisticò, infatti, «in Calabria non c’è bisogno nè di  generali dei carabinieri come il triste esempio del generale Saverio Cotticelli nè di eventuali generali della finanza, anche se queste  figure potrebbero essere di grande ausilio come consulenti dediti a  seguire gli aspetti economico- finanziari e per i dovuti controlli  anti infiltrazioni criminali che affliggono la sanità calabrese».

L’ex governatore, che «sulla possibilità di una chiamata come commissario – riporta l’Adnkronos – risponde: “Io direi no, thank you very much, perché sono  estremamente impegnato. Tuttavia, esprimerei la mia massima disponibilità al fine di risolvere queste querelle che ci sono a  livello nazionale per coordinare un gruppo di lavoro costituito da  personalità eccellenti del mondo sanitario e manageriale».

«Questo gruppo – ha spiegato Nisticò, anche ex sottosegretario alla Sanità e parlamentare europeo – dovrebbe avere come priorità assoluta il  controllo dell’emergenza covid per il quale già il presidente della  giunta ha indicato il professor Franco Romeo, direttore di cardiologia presso l’università di Roma Tor Vergata, ben conosciuto a livello nazionale ed internazionale».

«Lo stesso gruppo – ha detto ancora – dovrebbe, in  un arco di tempo limitato di circa tre mesi, preparare un piano  sanitario per rilanciare sotto il profilo medico scientifico la sanità in Calabria, organizzando una ottima medicina territoriale collegata  in via telematica (telemedicina) con i centri più qualificati  regionali e nazionali. Inoltre, il territorio avrebbe  bisogno come già avevo suggerito da presidente della Regione di 10-12  eliporti per collegare il territorio con gli ospedali più importanti  presenti in Calabria e cioè il policlinico universitario di Germaneto, l’ospedale di Cosenza e quello metropolitano di Reggio Calabria.  Centri che dovrebbero essere tutti potenziati».

«Dopo la mia missione a Roma per realizzare il Rita Levi Montalcini Institute  presso l’Università La Sapienza – ha raccontato all‘Adnkronos – ho deciso di spendere le  ultime energie per la mia Calabria, alla quale mi legano radici  indissolubili, per realizzare un istituto di ricerca denominato Renato Dulbecco, presso la fondazione Terina di Lamezia, come indicato dalla  presidente Jole Santelli, purtroppo recentemente scomparsa, che aveva invitato lo scienziato calabrese Roberto Crea a rientrare in Calabria dopo 40 anni di ricerche originali condotte a San Francisco. Una sfida
che fa tremare le vene dei polsi». (rrm)

Giuseppe Nisticò: La sanità calabrese sfiora spesso l’eccellenza, va rilanciata la qualità

In un’intervista all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) il farmacologo calabrese Giuseppe Nisticò, uno scienziato di fama internazionale, già presidente della Regione Calabria, sottolinea la necessità di rilanciare la qualità della sanità calabrese che, molto spesso, arriva a sfiorare invidiabili livelli di eccellenza. «La sanità calabrese – afferma Nisticò – può essere risanata in un paio d’anni, a patto che sia affidata a persone competenti.

Ci sono delle priorità: Occorre – dice Nisticò – dare una risposta rapidissima e qualificata all’emergenza Covid che il precedente commissario non sapeva nemmeno cosa fosse. Fra sei mesi del coronavirus non sentiremo più parlare perché sarà debellato grazie alla scoperta degli anticorpi monoclonali e il vaccino è ormai prossimo. Occorre rilanciare la qualità della sanità calabrese. Da presidente misi a punto un piano che prevedeva la medicina territoriale e tre eliporti in grado di collegare rapidamente i centri periferici con i tre grandi ospedali della regione: quelli di Catanzaro, Cosenza e Reggio. La Calabria è carente di un polo oncologico, pur avendo un punto di forza nella ricerca in questo campo grazie all’università di Catanzaro. I calabresi devono emigrare a Roma o a Milano per le cure. È assurdo, perché il policlinico universitario di Catanzaro è un’eccellenza a livello sperimentale e clinico su alcune forme di cancro e leucemia, ma manca una rete di chirurghi specializzati che si può costituire in tempi rapidissimi dotando la Calabria di un istituto di oncologia ai livelli di quello di Milano. Risparmieremmo i soldi che la Regione spende ogni anno per rimborsare le cure a cui i calabresi si sottopongono in altre regioni e potremmo destinarle al reclutamento di personale specializzato».

La Calabria – rimarca il prof. Nisticò –  non ha nulla da temere in termini di professionalità. L’Università di Catanzaro è stata inserita dall’Anvur fra gli atenei più qualificati del Sud, addirittura in graduatoria prima di quella di Napoli. La sua scuola di cardiologia è fra le migliori d’Italia, così come quella di pneumologia che ha formato il dottore Luigi Camporota che ha curato Boris Johnson dal Covid. Abbiamo oncologi che tutti ci invidiano ma che devono poter fare rete con chirurghi, radioterapisti ed altri oncologi. Non è impossibile risparmiare 200 milioni di euro all’anno. Ci vogliono persone competenti, è una missione possibile, servono persone serie e oneste. Ma bisogna fare attenzione «a non affiancargli sub commissari con interessi diversi. Il nuovo commissario dovrà stare molto attento anche alle infiltrazioni della ‘ndrangheta; dovrà avere collaboratori di primo piano che abbiano competenze cliniche e manageriali. C’è gente squalificata che non ha mai fatto niente di buono, ma anche gente di qualità. In due anni si può fare tutto questo, ma il Governo deve azzerare il debito della Calabria fornendole i soldi. La sanità non deve essere al servizio dei partiti ma dei cittadini. In una regione in cui esistono una facoltà di Medicina e due facoltà di Farmacia le competenze non mancano». (rrm)