REGIONE, IL SÍ AL POLO BIOTECNOLOGICO
APRE UNA GRANDE STAGIONE DI SCIENZA

di SANTO STRATI – C’è voluto quasi un anno, grazie alla solerte burocrazia di Germaneto che annienta tutto, ma alla fine il risultato è arrivato: la Giunta regionale ha finalmente approvato la delibera con la quale vengono concessi i locali della Fondazione Mediterranea Terina alla Fondazione Renato Dulbecco per realizzare l’omonimo Istituto a Lamezia Terme. Una piattaforma di eccellenza destinata produrre nanoanticorpi volti a combattere le patologie da coronavirus e altre malattie ancora incurabili. Era il sogno della compianta presidente Jole Santelli che credeva moltissimo nella realizzazione di un Parco biotecnologico che avrebbe trasformato radicalmente la Calabria in una mega-città della Scienza con grandi opportunità di formazione e occupazione per centinaia di laureati e specializzati degli Atenei Calabresi. La sua morte precoce e crudele non ha fermato il progetto che lei aveva già avviato con molta convinzione. Se questo non è avvenuto, bisogna dirlo, è grazie all’impegno straordinario e alla tenacia dell’assessore competente Gianluca Gallo: la situazione si è sbloccata e ieri è arrivata la tanto attesa firma che ratifica l’apertura di una nuova stagione di scienza destinata a trasformare in maniera decisa questa terra. Gallo nel mese di giugno aveva fatto già visitare i locali destinati all’Istituto (individuati dalla Santelli con la collaborazione del prof. Giuseppe Nisticò commissario della Fondazione Dulbecco) al prof. Roberto Crea venuto appositamente dalla California. L’assessore Gallo, inoltre, aveva firmato qualche mese fa il protocollo d’intesa tra la Regione e la Fondazione Renato Dulbecco insieme con il presidente ff Nino Spirlì,  dopo l’intervento autorevole e risolutore di Matteo Salvini, atto propedeutico e necessario per la formalizzazione della delibera odierna che consente alla Fondazione Dulbecco di avviare la ristrutturazione dei laboratori attrezzati secondo standard internazionali.

La fase immediatamente successiva sarà la firma di una convenzione tra Fondazione Dulbecco e la Fondazione Mediterranea Terina per definire gli obiettivi da raggiungere, stabilire rapporti di collaborazione scientifica tra le due istituzioni e avviare in tempi rapidi la formazione del personale per poter procedere, in una prima fase, alla certificazione di qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari della Regione, in attesa di avviare la produzione di nanoanticorpi. Il problema della certificazione di qualità era stato l’obiettivo primario dell’ex presidente della Regione Giuseppe Nisticò quando ha istituito vent’anni fa il Centro Agroalimentare di Lamezia. Obiettivo oggi condiviso dall’assessore Gallo, oltre che atteso da anni dalla comunità del mondo agricolo al fine di valorizzare nel marketing internazionale i nostri prodotti con la certificazione della loro qualità. C’è da dire, peraltro, che lo stesso obiettivo è stato perseguito da Pietro Molinaro, presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, il quale sta seguendo con abnegazione passo passo le varie tappe per la realizzazione dell’Istituto Renato Dulbecco.

Si conclude, quindi, oggi l’iter avviato dalla presidente Santelli che con grande intuito aveva compreso l’importanza strategica nel settore delle biotecnologie avanzate da quando ha indicato i locali della Terina quale sede per realizzare il Renato Dulbecco Institute, come aveva anche ribadito in una “storica” telefonata al prof. Roberto Crea che, bloccato in California dalla drammatica evoluzione della pandemia da covid, a luglio dello scorso anno non era potuto essere presente all’incontro programmato alla Regione a proposito del progetto.

Roberto Crea e Giuseppe Nisticò
Roberto Crea e Giuseppe Nisticò

Abbiamo chiesto al prof. Nisticò – commissario della Fondazione Renato Dulbecco  – perché c’è voluto tutto questo tempo per una semplice firma di ratifica di un progetto così grandioso. E, soprattutto, gli abbiamo domandato  quanto tempo sarà necessario alla Regione per assegnare le risorse per la formazione del personale tecnico e laureato per avviare la fase iniziale del marchio di qualità dei prodotti agroalimentari.

«Oggi non è possibile – ha detto a Calabria.Live il prof. Nisticò, ex presidente della Regione Calabria e farmacologo di fama internazionale – essere competitivi a livello internazionale se non vengono messi in atto procedure accelerate di tipo commissariale per realizzare le suddette infrastrutture di ricerca.Per esempio, noi come Fondazione Dulbecco stiamo studiando un nuovo nanoanticorpo per combattere la variante delta del coronavirus. E questo lo stiamo facendo in collaborazione con il prof. Roberto Crea e con la società Twist di San Francisco. Quindi, se in Calabria si perde ancora altro tempo è naturale che altri gruppi di ricercatori nel mondo ci supereranno e noi avremo perduto una sfida storica. Inoltre non sappiamo ancora quanto tempo sarà necessario per avere a disposizione le risorse del Recovery Plan per la realizzazione dei laboratori in GMP e GLP secondo standard europei presso l’Istituto Renato Dulbecco».

Altra preoccupazione riguarda il destinatario delle risorse del Renato Dulbecco Institute che sarà molto verosimilmente la stessa Regione.  Abbiamo chiesto al prof. Nisticò:  Se si procede con il ritmo attuale, di una lentezza elefantiaca, come si può stimare il tempo necessario per avviare le gare di appalto per la ristrutturazione dei locali come pure per l’acquisto delle attrezzature? Non sarebbe il caso di pensare al modello Genova, con l’affidamento commissariale della realizzazione del progetto?

«Onestamente – ha detto il prof. Nisticò – non so rispondere sul tempo necessario per l’attivazione dell’Istituto perché questo dipenderà unicamente dalla volontà politica e dall’efficienza del nuovo Governo regionale. Tuttavia, devo esprimere la mia fiducia nel prossimo futuro perché il candidato presidente Roberto Occhiuto ha sempre dimostrato grande entusiasmo per la realizzazione di questa nuova infrastruttura d’eccellenza a Lamezia che rappresenta la prima iniziativa scientifica e culturale del progetto più ampio denominato Calabria Silicon Valley. Un progetto straordinario che mira a creare in Calabria una rete di centri di eccellenza che comprende tutte le province e coinvolge le tre Università per valorizzare i migliori cervelli che non dovranno più andar via dalla Calabria. Sono sicuro che Occhiuto – se diventerà presidente – si renderà conto che è necessario e urgente un cambio di marcia per rilanciare la Calabria. Mi ha fatto altresì piacere che l’on. Occhiuto abbia dimostrato grande interesse e sensibilità a discutere della realizzazione del progetto Renato Dulbecco Institute con il prof. Roberto Crea nella sua recente visita di giugno a Roma e in Calabria. È noto che il prof. Crea sia riconosciuto come padre delle biotecnologie nel mondo ed è uno dei due protagonisti, insieme con me, del progetto Renato Dulbecco».

C’è da sottolineare che, di recente, Roberto Occhiuto ha voluto incontrare a Roma il premio Nobel prof. Aaron Ciechanover alto consulente del Renato Dulbecco Institute. Con lui hanno discusso dei vantaggi enormi che ci saranno in Calabria analogamente a quello che è successo a Israele, laddove il bioparco da loro creato – ha dichiarato il Premio Nobel – comprende l’Hebrew University, il Weitzmann Institute, industrie farmaceutiche, di bioinformatica, di ingegneria elettronica, e ha contributo a far raggiungere a Israele altezze inimmaginabili nel mondo della scienza come ha consentito di prevenire la fuga dei migliori talenti verso altri Paesi del mondo.

Il progetto Dulbecco Institute – che vanta la collaborazione di tre Premi Nobel, oltre a scienziati di chiara fama, come sir Salvador Moncada, lo scienziato che ha scoperto la prostaciclina e il nitrossido – è una scommessa vincente per la Calabria: la sua entrata in funzione significherà formare nuovi ricercatori, studiare nuove molecole e nuovi farmaci, aprire il campo – grazie anche all’area Zes vicina – a iniziative industriali nel campo farmaceutico (i nanoanticorpi e i farmaci saranno poi prodotti su scala industriale), così da far diventare la Calabria un riferimento centrale in Europa – ma senza esagerare potremmo dire nel mondo – per l’attività di ricerca scientifica finalizzata al benessere dell’umanità. Si tratta di partire, cambiare registro negli impedimenti burocratici, e portare a termine, nel più breve tempo possibile questa futura eccellenza della regione. Il prof. Nisticò, a Roma, da commissario speciale mise in piedi l’Istituto Rita Levi Montalcini in pochissimo tempo, realizzando una struttura che ha conquistato subito notorietà e autorevolezza in tutto il mondo. Il Dulbecco Institute non sarà da meno. (s)

A Giuseppe Nisticò e Sebastiano Macheda il Premio “Zagari”

Prestigioso riconoscimento per il prof. Giuseppe Nisticò, ordinario di Farmacologia all’Università Tor Vergata di Roma, e a Sebastiano Macheda, primario di Anestesia e Rianimazione del Gom di Reggio, che saranno insigniti con il Premio per la medicina “Professore Giuseppe Zagari”, giunto all’ottava edizione, che sarà consegnato oggi, al Castello Ruffo di Scilla.

VIII Premio Zagari

Il Premio è stato organizzato dall’Associazione Culturale Costa Viola, presieduta da Pino Palermo, insieme al Comune di Scilla. Nello specifico, al prof. Nisticò sarà conferito il Premio alla Carriera, mentre al dott. Macheda il Premio alla Solidarietà.

La cerimonia di conferimento vedrà la partecipazione di Francesco Saverio Ambesi, prof. emerito dell’Università di Udine, relazionare su Vaccini: verità, immaginazione, fantasia; il dott. Vincenzo Maria Andrea Currò, invece, parlerà della figura del prof. Zagari, mentre Vincenzo Tromba, segretario del Premio, ricorderà Paolo Marcianò, prematuramente scomparso. (rrc)

Nel ricordo di Sal Nistico, successo del grande Jazz a Soverato e Cardinale

Il grande tenor sassofonista jazz internazionale Sal Nistico, celebrato in tutto il mondo, aveva origini nelle Serre della Calabria:  suo nonno Salvatore era nativo di Cardinale e, come tanti altri calabresi, all’inizio del secolo scorso emigrò in America, nello Stato di New York, in cerca di lavoro e fortuna. Nel dna di Sal Nistico c’era un innato talento musicale,  lo stesso che ha rivelato un altro discendente – lontano, con lo stesso nome – che i calabresi hanno avuto modo di apprezzare giovedì a Soverato e ieri sera a Cardinale, un altro Sal Nistico (II, per distinguerlo) di appena 18 anni. Il giovanissimo pianista, assistito (si fa per dire) dal suo maestro Claudio Colasazza e accompagnato da altri due big del jazz italiano, Amedeo Ariano, un batterista eccezionale apprezzato da Chick Corea e protagonista di migliaia di serate con i più grandi jazzisti del mondo, e il contrabbassista Francesco Puglisi, un altro nome di fama internazionale, si è reso protagonista di una straordinaria performance che ha stregato e ammaliato il pubblico accorso all’ex Comac di Soverato. Sal Nistico II è un’autentica promessa, già largamente realizzata, che lascerà il segno nel mondo del jazz.

Con i suoi compagni di serata (questo stupendo trio Colasazza-Ariano-Puglisi che ha fatto vivere un’intensa e suggestiva notte di musica dal vivo) Sal – onorando la memoria e il talento del lontano parente famosissimo – ha mostrato di possedere capacità ed estro di straordinaria portata. I suoi assoli – tra cui un bellissimo e delicato  Lucean le stelle in omaggio a tutte le donne e soprattutto alle vittime della violenza e all’allucinante tragedia che stanno vivendo le donne afghane in questi giorni – hanno incantato e suggestionato una platea di appassionati (presenti nelle rispettive città dei concerti il sindaco di Soverato Ernesto Alecci e il presidente del Consiglio comunale Lele Amoruso e di Cardinale Danilo Staglianò) che è rimasta incantata. Ariano sì è scatenato in una performance irripetibile e straordinaria con una batteria stressata al limite e portata a costruire una musicalità eccezionale che solo un grande maestro riesce a produrre. Ariano, peraltro, è stato premiato a Sanremo nel 2005 con Nike Nicolai e Stefano di Battista e, durante una jam session, era stato notato dal grande Chick Corea (che, per chi non lo sapesse, era originario di Albi, nel Catanzarese) che gli avrebbe voluto produrre un disco. Ariano ricorda con commozione e rimpianto il primo e tanti altri incontri col grande Chick, ma, scioccamente, lasciò cadere la proposta. E proprio a Chick Corea il quartetto sia a Soverato sia a Cardinale ha voluto dedicare la chiusura con una memorabile esecuzione di Fiesta, una delle ultime composizioni del grande pianista statunitense, leggenda del jazz.

Ariano si è detto felice di essere per la terza volta a Soverato e Cardinale per quest’omaggio-tributo al “gigante” Sal Nistico (lo scorso anno, causa covid l’evento era stato annullato): è la terza edizione di un memorial che ormai è diventato storia. La serata è stata presentata e condotta con molta grazia e simpatia da Sabrina Amoroso. Nel programma un repertorio di grandissimo livello (Thelonius Monk, Miles Davis, Bud Powell, Reshwin, etc), eseguito con estrema bravura.

Analogo strepitoso successo ieri sera a Cardinale. Sia Colasazza, un pianista che ha suonato con tutti i grandi del jazz e del pop ed è il maestro di Sal Nistico II, che Puglisi si sono detti onorati di poter celebrare con una grande festa della musica il gigante Sal proprio nella sua terra. Una festa promossa dalla Sal Nistico Jazz Association, presieduta dal prof. Giuseppe Nisticò (ex presidente della Regione Calabria e originario di Cardinale). (rs)

Salvini in Calabria: va sostenuta la nascita del Dulbecco Institute a Lamezia

Nel suo recente tour in Calabria, dopo la visita in Aspromonte, il segretario della Lega, Matteo Salvini, che ha alternato una breve vacanza a incontri istituzionali e con la popolazione, è stato ospite del sindaco di Cardinale, nelle Serre, invitato dal vicesindaco Marco Maiolo a inaugurare una sede della Lega. In quest’occasione ha incontrato il prof. Giuseppe Nisticò, già presidente della Regione Calabria e farmacologo di fama internazionale, che gli ha illustrato il progetto del nascente Renato Dulbecco Institute a Lamezia Terme, di cui è Commissario.

Del progetto, di cui conosce per tramite del presidente ff Nino Spirlì, le linee essenziali, Salvini si è detto doppiamente entusiasta, sia per le finalità scientifiche dell’iniziativa destinata a sperimentare e realizzare nuovi prodotti biotecnologi per la salute dell’uomo, sia per le opportunità che il nuovo centro di ricerca potrà offrire a centinaia di ricercatori e laureati delle università calabresi. Salvini ha condiviso l’esigenza di realizzare presto il Dulbecco Institute e far sviluppare intorno ad esso un parco di biotecnologie avanzate sul modello di quello già presente all’Aquila, in Abruzzo.

Il prof. Nisticò che è originario di Cardinale ha fatto omaggio a Salvini e alla sua compagna della nuova edizione del suo libro Da un piccolo villaggio della Calabria alla scoperta del mondo. Nisticò ha fatto presente di essere nato nel palazzo accanto al Comune, dove un tempo c’era la scuola elementare e dove egli ha frequentato la primina. Poi, come tanti calabresi è stato costretto ad andare a studiare all’università fuori regione e poi a formarsi in vari istituti d’eccellenza nel mondo.

Giuseppe Nisticò, Nino Spirlì e Roberto Crea
Giuseppe Nisticò, Nino Spirlì e Roberto Crea alla firma del protocollo d’intesa con la Regione per il Dulbecco Institute

«È l’ora – ha detto Salvini – di frenare la fuga dei cervelli all’estero o in altre regioni anche grazie all’università o centri di ricerca di eccellenza come il nascente Renato Dulbecco Institute che consentirà di offrire lavoro qualificato ai giovani diplomati e laureati calabresi oltre che contribuire a importanti scoperte di nuovi farmaci e molecole utili a prevenire e curare particolari patologie, alcune oggi ancora incurabili. Il progetto – ha rimarcato Salvini  – deve avere il pieno sostegno della Regione e la direzione scientifica del prof. Roberto Crea, uno scienziato di chiara fama, un cervello di ritorno in Calabria dopo 40 anni passati a San Francisco a mietere successi scientifici internazionali».

Da Cardinale – ha ricordato Nisticò  – è nata l’idea e quindi la realizzazione della facoltà di Farmacia di Catanzaro di cui egli stesso è stato presidente del Comitato Tecnico Ordinatore e in cui i primi ricercatori e tecnici erano giovani di Cardinale, come pure il primo preside è stato il prof. Rotiroti, anch’egli di Cardinale, che è rimasto in carica per circa a 20 anni.

Salvini si è anche interessato della coltura delle nocciole che è un prodotto tipico di Cardinale, insieme con altre specialità agroalimentari – negli anni 40 il peperoncino partì da qui alla conquista dell’intera regione – e ha dato il proprio impegno per la loro valorizzazione attraverso ricerche specifiche di nutraceutica in collaborazione con Università e qualificati centri di ricerca scientifica. (rcz)

Il Nobel Aaron Ciechanover per il Dulbecco Institute di Lamezia Terme

Intervista di SANTO STRATI – I grandi uomini si contraddistinguono per la loro semplicità, la cordialità che riservano anche all’ultimo ragazzo che serve loro un’acqua minerale, il sorriso che dispensano al loro interlocutore. La facilità con cui spiegano – se scienziati – le cose più difficili in modo di farle comprendere, l’affabilità nei rapporti con chiunque capiti a parlare con loro. Niente spocchia, niente superbia, simpatia e disponibilità al dialogo senza mai far pesare la propria autorevolezza, o la grandiosità del proprio ingegno. 

Il biologo israeliano Aaron Ciechanover, Premio Nobel per la Chimica nel 2004, è uno di questi. Lo abbiamo incontrato a Roma, dove è arrivato, su invito del prof. Giuseppe Nisticò, commissario della Fondazione Renato Dulbecco, per valutare i progetti di ricerca del nascente Renato Dulbecco Institute a Lamezia Terme, che saranno presentati nel programma per l’utilizzazione dei fondi del Recovery Plan. 

Il prof. Ciechanover ha raccontato cosa pensa della Calabria e quale potrà essere il suo futuro con la realizzazione del Centro di ricerca scientifica che troverà spazio nella Fondazione Mediterranea Terina.

– Benvenuto in Italia, professore. Conosce la Calabria?

«Un po’, grazie al prof. Pino Nisticò di cui sono stato ospite in un luogo meraviglioso chiamato Torello, in un bosco incantato di faggi, tra le Serre. Un vero paradiso. E se tutti i calabresi sono come Pino, questa terra ha davvero un popolo meraviglioso».

– Cosa ci dice del progetto del Renato Dulbecco Institute di Lamezia Terme?

«È un sogno che sta diventando realtà. Come si sa, i sogni si possono realizzare se ci sono seriamente le intenzioni di portarli a realtà. Oggi i bisogni dei Paesi poggiano sulla tecnologia che è il motore principale dell’economia. 

Il mondo ogni giorno è in attesa di una nuova invenzione. Guardiamo alla pandemia: sappiamo che sono in arrivo nuovi mutanti e serviranno nuovi vaccini che saranno indispensabili per la prevenzione, mentre per la cura ci vorranno nuovi farmaci o nuovi anticorpi monoclonali. Il trattamento di prevenzione guarda a nuovi vaccini, a farmaci in grado di fermare la pandemia. 

Guardiamo ai cambiamenti climatici: solo ieri in Germania sono state uccise centinaia di persone da un’inondazione, guardiamo al caldo estremo dell’area occidentale degli Stati Uniti. Guardiamo al cancro: non va in vacanza, si stanno studiando dovunque soluzioni che tutto il mondo sta aspettando. Per la fame delle aree povere dobbiamo cambiare i metodi dell’agricoltura tradizionale con utilizzo di organismi geneticamente modificati. La scienza e la tecnologia sono il motore del mondo e il motore dell’economia e gli Stati devono utilizzare i giovani talenti insieme con le Università in modo da realizzare progetti innovativi di grande respiro. 

In Calabria ci sono risorse umane eccellenti: se si costruisce un serio ecosistema legato alla scienza, convincendo e facendo restare sul territorio i giovani laureati calabresi, i ricercatori, si può realizzare un legame solido tra industria e Università e lo sviluppo della regione è garantito, in maniera inimmaginabile.

– Secondo lei è la scienza il propulsore dello sviluppo della Calabria?

«Io sono uno scienziato, quindi per me la scienza è come l’ossigeno, non posso farne a meno. Prendiamo il caso di Israele, da dove sto venendo: il Paese esporta il suo patrimonio di conoscenza per miliardi e miliardi di dollari l’anno e utilizza la stessa conoscenza per proteggersi direttamente dai nemici, sviluppando città tecnologicamente avanzate, votate alla scienza. Il Renato Dulbecco Institute è l’esempio di quello che si può fare con la scienza. In Calabria ci sono talenti che aspettano solo di essere valorizzati. Con la scienza si costruisce il futuro perché la costruzione di un ecosistema equivale a un coinvolgimento di tutte le forze disponibili: l’Università e gli istituti di ricerca forniscono progetti, l’industria li realizza». 

– Lei suggerisce di imitare il modello di Israele per la Calabria?

«Non c’è niente coperto da segreto: non abbiamo nulla da nascondere, ma tutto dipende dalle persone, dalle risorse umane che vengono utilizzate nei progetti. Gli israeliani sono un popolo molto dinamico, con un DNA unico, ma non credo che i calabresi siano da meno. Io penso di sì, perché no? L’Italia è un grande Paese, con una grande storia, cultura e conoscenza. Ha l’arte di Leonardo e Michelangelo e la scienza di Rita Levi-Montalcini o Carlo Rubbia e tanti altri. Israele è pronta a collaborare a livelli internazionale, abbiamo ottimi rapporti con la UE anche se non siamo membri»

– Ha sentito parlare delle ricerche del Dipartimento di Oncologia di Catanzaro? 

«Sì, credo stiano facendo cose molto interessanti. Nel campo scientifico c’è ancora molta strada da percorrere: ci sono molte malattie mortali ancora da sconfiggere. Ho sentito che stanno studiando l’utilizzo delle pronectine contro il carcinoma dell’ovaio a cellule chiare. Ad oggi non c’è terapia, ma la ricerca sta dando risultati promettenti. È una sperimentazione a largo raggio che potrà portare anche risultati in termini economici: dalla ricerca derivano i prodotti che diventano lavoro per l’industria farmaceutica e quindi lavoro per la regione. Bisogna fare in modo che l’industria, quindi, nasca e cresca nello stesso territorio della ricerca, così da creare occupazione, lavoro e benessere economico per la popolazione .

E questa è solo una delle tantissime attività scientifiche che la ricerca in Calabria con il Renato Dulbecco Institute potrà portare avanti fino a raggiungere risultati considerevoli.

– Il candidato presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha voluto incontrarla e conoscere.

«È stato un incontro piacevole. Abbiamo parlato della Calabria e lui ha dato la propria disponibilità a sostenere i progetti di ricerca. Ci crede molto e se verrà eletto ha detto che spingerà perché si realizzi il progetto Calabria Silicon Valley che non è solo ricerca scientifica e biomedicina, ma riguarda tutti gli aspetti della tecnologia, della cultura, dei beni archeologici e storici, della comunicazione digitale, dell’informatica, della telematica, etc. Si tratta di realizzare un bioparco tecnologico aperto a tutte le dinamiche dell’innovazione tecnologica sia in campo medico o biologico che in quello industriale.

– Quali sono gli ingredienti per il successo di una simile intrapresa?

«Prima di tutto servono risorse umane. Ma nessuno è disponibile a lavorare gratis: bisogna promettere buoni salari, strutture adeguate, attrezzature di ultima generazione, con un collegamento diretto con le Università. La biomedicina si sposa benissimo con l’HiTech, ma ci sono tutti gli altri settori della tecnologia che possono portare occupazione e sviluppo nella vostra terra. 

Il Dulbecco Institute sarebbe una delle componenti di questo straordinario biotech park: è un progetto magico! Ma dovete fermare la fuga dei cervelli, il brain drain: le migliori risorse vanno via, invece devono restare in Calabria e perché questo avvenga servono investimenti, infrastrutture e opportunità di lavoro e crescita professionale. Sono questi gli ingredienti per il successo di questo fantastico progetto».

(Nella foto: il prof. Giuseppe Nisticò e il Premio Nobel Aaron Ciechanover a Roma)

Dulbecco Institute: due giornate storiche per il futuro della ricerca in Calabria

Dopo le prime giornate trascorse a Roma per incontri istituzionali (con il candidato presidente Regione Calabria Roberto Occhiuto, il segretario della Lega Matteo Salvini, la seconda carica dello Stato Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato) incontri che si sono rivelati della massima importanza per la nascita del Renato Dulbecco Institute a Lamezia, il prof. Roberto Crea scienziato di fama internazionale e padre delle biotecnologie, arrivato venerdì scorso dalla California è sceso in Calabria. Accompagnato dal prof. Giuseppe Nisticò, commissario ad acta del Dulbecco Institute, si è recato in Cittadella a Germaneto per formalizzare con la Regione gli accordi di avvio delle procedure di concessione dei locali in comodato d’uso gratuito della Fondazione Mediterranea Terina. Lo scopo della visita era anche quello di firmare un protocollo d’intesa con la Regione Calabria, con il sindaco di Lamezia Terme e alcuni dipartimenti dell’Università Magna Graecia e dell’Unical, protocollo propedeutico per poter accedere ai fondi del Recovery Plan dedicati all’innovazione tecnologica e scientifica.

I due scienziati sono stati accolti calorosamente dall’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo il quale si è immediatamente dimostrato entusiasta di poter dotare la Regione di una infrastruttura di eccellenza che opera nel campo delle biotecnologie mediche avanzate e nel campo agro-alimentare.

Giuseppe Nisticò, Roberto Crea e Gianluca Gallo
Giuseppe Nisticò, Roberto Crea e Gianluca Gallo

Quindi, insieme con il sindaco di Lamezia Paolo Mascaro e un gruppo di personalità politiche del Lametino tra cui l’on. Leopoldo Chieffallo, l’ex assessore regionale alla Sanità Gianfranco Luzzo e Gennarino Masi presidente della Fondazione Mediterranea Terina, hanno visitato specificatamente i locali destinati al Renato Dulbecco Institute.

Il sindaco Mascaro già dallo scorso anno è stato uno dei promotori più motivati insieme con la presidente Santelli per creare a Lamezia il Renato Dulbecco Institute. La scelta di Lamezia era stata concertata dal commissario ad acta Nisticò con la Presidente Santelli perché in una posizione baricentrica rispetto alle università di Catanzaro e Cosenza.

Il prof. Crea ha visitato con grande interesse i locali dell’edificio ex Telcal dove saranno localizzati rispettivamente i laboratori in GLP e in GMP per la produzione di pronectine o nanoanticorpi, proteine di piccole dimensioni che rappresentano gli strumenti terapeutici più efficaci e tollerati per il trattamento del Covid e della sue varianti nonché di varie forme di cancro resistenti alle terapie tradizionali. Inoltre, nell’edificio ex ISPELS saranno localizzati i laboratori di farmaco-tossicologia in cui si procederà come richiesto dall’assessore Gallo alla certificazione di qualità e di sicurezza dei prodotti agro-alimentari della Calabria.

Alla fine dell’incontro con l’assessore Gallo il prof. Roberto Crea ha ricevuto una ottima impressione e ha dichiarato: «Ecco un esempio della nuova classe politica di cui la Calabria ha bisogno per un suo rilancio e cioè una classe politica costituita da giovani preparati, intelligenti e con una visione internazionale per rendere la regione competitiva con altre regioni del Centro-Nord e dell’Europa».

Fiducia è stata espressa, infine, dal prof. Nisticò perché l’esperienza straordinaria di Roberto Crea sarà trasferita in Calabria con alcuni brevetti da lui depositati a livello internazionale che certamente permetteranno di far arrivare in Calabria risorse di industrie multinazionali, che hanno già espresso interesse per i prodotti biotecnologici innovativi che deriveranno da Lamezia grazie ai suddetti brevetti.

La seconda giornata è da considerare una giornata storica per la Calabria perché si è chiuso a distanza di un anno il ciclo avviato con piena convinzione dalla compianta presidente Jole Santelli che nel luglio scorso aveva invitato il prof. Roberto Crea a dirigere il Renato Dulbecco Institute presso la Fondazione Terina. Il presidente Nino Spirlì, nell’accogliere il prof. Crea e il prof. Nisticò, ha voluto assicurare che è pronto l’atto deliberativo con cui la Regione procederà nei prossimi giorni a formalizzare la concessione dei locali in comodato d’uso gratuito per i primi anni degli edifici ex Telcal ed ex Ispels della Fondazione Mediterranea Terina. Lo stesso atto individua le risorse finanziarie per la formazione del personale tecnico  e laureato nel campo delle biotecnologie e della certificazione di qualità e sicurezza dei prodotti agro-alimentari della regione Calabria.

Piacevole è stata la conversazione tra il presidente Spirlì e Roberto Crea: entrambi hanno ricordato le comuni origini essendo nato Crea a Palmi e Spirli nella vicina Taurianova, città in cui hanno trascorso la loro infanzia.

«Roberto Crea – ha detto Spirlì – rappresenta il modello di calabrese che grazie ai fondi PNRR rientrerà nella sua terra, dopo 40 anni di eccellente lavoro di studi scientifici in California, portando il suo enorme bagaglio scientifico e manageriale, così come potranno fare numerosi italiani che attualmente lavorano in prestigiosi laboratori stranieri».

«Supporteremo questa causa – ha dichiara il presidente Spirlì – in nome dell’eccellenza: sono sempre più convinto che la ricerca rappresenti lo strumento più efficace per accompagnare la nostra terra e i nostri cittadini verso l’avvenire.

«L’incontro di oggi, per me – ha sottolineato il presidente – è stato un onore. La creazione di un centro così importante è il segno di una regione che, anziché lasciarsele sfuggire, vuole diventare la casa delle grandi menti calabresi. Guardiamo al futuro facendo nostri il sapere e la conoscenza dei nostri grandi corregionali del passato, come Gioacchino da Fiore, Cassiodoro, Mattia Preti e Francesco di Paola: personaggi illustri che, in ogni arte, in ogni scienza e nella fede, non solo si sono distinti, ma sono stati maestri di maestri».

ll prof. Nisticò, da parte sua, si è detto convinto e sicuro del successo internazionale del progetto Renato Dulbecco Institute che ha già presentato nelle scorse settimane al presidente Mario Draghi e successivamente alla ministra per il Sud Mara Carfagna ricevendo ampio consenso.

Tale fiducia deriva – hanno concluso Spirlì e Nisticò – dalla ricchezza di un patrimonio straordinario di giovani talenti che in Calabria rappresentano la più preziosa risorsa.

Infine, il presidente Spirlì ha siglato come capofila il protocollo d’intesa della regione con la Fondazione Renato Dulbecco e con le università Magna Graecia di Catanzaro, Unical di Cosenza, l’Università di Tor Vergata e quella della Sapienza di Roma. (rcz)

 

La Carfagna incontra lo scienziato Crea: impegno per la ricerca in Calabria

Il prof. Roberto Crea, in Italia in questi giorni per gli ultimi preparativi del Renato Dulbecco Institute che sta nascendo a Lamezia Terme,  ha incontrato la ministra del Sud Mara Carfagna per illustrarle la rilevanza del grande progetto scientifico in preparazione alla Fondazione Terina di Lamezia Terme.

Accompagnato dal prof. Giuseppe Nisticò, già direttore generale dell’Istituto Rita Levi Montalcini, farmacologo di fama internazionale ed ex presidente della Regione Calabria, lo scienziato Roberto Crea, arrivato a Roma giovedì scorso da San Francisco, ha voluto esprimere tutta la sua gratitudine alla ministra Mara Carfagna per il ruolo straordinario che sta svolgendo per rilanciare il Meridione d’Italia con progetti sull’innovazione tecnologica che permette di valorizzare il patrimonio di giovani talenti, costretti ancora oggi, purtroppo, alla fuga in prestigiosi laboratori in Italia e all’estero.

La ministra Carfagna ha delegato il suo capo gabinetto avv. Giacomo Aiello, esperto della politica e dell’amministrazione delle risorse comunitarie del PNRR, per discutere delle potenzialità di finanziamenti per la realizzazione dell’Renato Dulbecco Institute. in Calabria, regione verso la quale la ministra Carfagna ha dimostrato grande attenzione con la sua spiccata sensibilità.

Il prof. Crea rappresenta un modello di calabrese che dopo una lunga esperienza in California ha deciso di rientrare, anche grazie alle risorse del PNRR, in Calabria e può rappresentare il prototipo di altri italiani che vivono all’estero e che finalmente potranno rientrare nel nostro Paese.

Roberto Crea, nei prossimi giorni, si recherà in Calabria dove incontrerà i vertici della Regione e cioè l’attuale presidente Nino Spirlì e l’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo per definire con loro la concessione dei locali della Fondazione Mediterranea Terina da ristrutturare per il Renato Dulbecco Institute. In tale occasione, il prof. Crea ha espresso la necessità di poter avviare rapidamente la formazione di giovani diplomati tecnici e laureati ricercatori nel campo delle biotecnologie e del settore agro-alimentare.

L’originalità del progetto della Fondazione Dulbecco e la garanzia che questo sarà portato avanti dall’esperienza internazionale di Roberto Crea sono momenti di forza del progetto in quanto il modello Silicon Valley che Roberto Crea ha contribuito ad attivare come direttore della Genentech. Difatti, egli ha creato otto imprese di biotecnologie nel settore medico e agroalimentare di grande successo.

La Fondazione Dulbecco ha ottenuto in concessione 12 brevetti relativi alla sintesi di nuovi anticorpi monoclonali e di nanoanticorpi per il trattamento di malattie ancora incurabili.

Il direttore generale Aiello nella sua illustrazione ha assicurato, inoltre, che la Regione Calabria potrà agire da sponda dal momento che dispone ancora di ingenti risorse del Programma POR non ancora spese.

Inoltre, il progetto potrà essere avviato rapidamente con la formazione del personale anche attraverso stages in qualificati laboratori nazionali ed esteri.

Infine, il prof. Crea metterà a disposizione il suo know how per consentire alla Regione di disporre del cosiddetto marchio di qualità dei prodotti agroalimentari della Calabria, secondo standard statunitensi della Food & Drug Administration e dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) come  richiesto convintamente dall’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo.

Nell’insieme, l’incontro è risultato molto proficuo e il prof. Crea è rimasto ampiamente soddisfatto dell’illustrazione precisa che denota alta professionalità del capo gabinetto Aiello, il quale ha sottolineato che è necessario seguire un rigoroso piano di spesa che dovrà rispettare la tempistica come imposto dalla Commissione Europea. (rrm)

Il ritorno in Calabria dello scienziato Roberto Crea: dirigerà il Dulbecco Institute a Lamezia

ll ritorno dei cervelli in Italia è possibile: il prof. Roberto Crea, scienziato di fama mondiale, padre delle biotecnologie, reggino di nascita e da 40 anni in California, è in Italia per il Renato Dulbecco Institute che andrà a dirigere tra qualche mese a Lamezia Terme. Lo scienziato andrà a visitare insieme con il prof. Giuseppe Nisticò, commissario dello stesso istituto, l’attuale presidente della Regione Nino Spirlì e l’assessore all’Agricoltura Giancarlo Gallo, i locali della Fondazione Terina e prendere visione dello stato dell’arte del progetto esecutivo per la realizzazione dei laboratori in GMP e GLP secondo standard europei del nascente Renato Dulbecco Institute. Sarà un centro di eccellenza scientifica a respiro internazionale per lo studio e la produzione di nanoanticorpi (detti anche pronectine) in grado di debellare il covid e le sue varianti, nonché forme di cancro resistenti alle terapie attuali.

Dopo 40 anni di successi internazionali (è detentore di oltre 100 brevetti scientifici), Roberto Crea ritorna nella sua terra per dare un contributo con la sua eccezionale esperienza al progresso scientifico, tecnologico e sociale della Calabria. Una regione ricca di risorse umane e del territorio, però da sempre trascurata e dimenticata. Da Lamezia può partire il riscatto, con l’opportunità offerta a centinaia di ricercatori delle Università di Cosenza e di Catanzaro, di poter crescere, formarsi e lavorare nella propria terra su progetti di biotecnologia che il mondo intero vorrà adottare nella lotta alle pandemie e alle patologie ancora incurabili.

Il prof. Crea è il simbolo, il modello del cosiddetto “rientro” dei cervelli italiani in patria: un emigrato partito 40 anni fa in cerca di lavoro e che ritorna, forte della sua esperienza e della sua professionalità, a dare il proprio contributo al Paese e, soprattutto, alla sua Calabria.

Roberto Crea lancia un messaggio di ottimismo: «Noi saremo sottoposti a delle sfide continue che verranno dai virus, da nuove forme di tumore da debellare: abbiamo bisogno di continuare a investire in tecnologie innovative che ci permettono di combattere queste nuove malattie in tempo reale. Non si deve più aspettare un anno, bisogna essere capaci di reagire immediatamente con mezzi sofisticati ma che ci danno la possibilità nel giro di mesi di contrastare le nuove minacce che derivano dalle variante del Covid».

Dice ancora il prof. Crea: «Possiamo essere ottimisti perché le nuove tecnologie esistono , la scienza ha fatto molti passi avanti e quindi siamo capaci in laboratorio e assieme alle organizzazioni di produzione e sviluppo delle Case farmaceutiche siamo in effetti capaci di disegnare nuovi farmaci da zero e svilupparli nel corso di mesi non più di diversi anni. Quindi bisogna investire di più nella ricerca, selezionare le tecnologie migliori e poi identificare le sinergie che vanno messe assieme per poter arrivare alla creazione di farmaci in tempi molto brevi. È un problema non facile, anzi direi molto complesso, perché coinvolge un gran numero di aziende, esperienze, competenze e tutta una serie di integrazioni dal laboratorio al letto del paziente che devono lavorare insieme. Il progetto del Dulbecco Institute di Lamezia Terme raccoglierà i migliori ricercatori delle università di Cosenza e Catanzaro, offrendo grandi opportunità di formazione e lavoro, ma soprattutto creando quei nuovi farmaci che serviranno a fronteggiare le nuove insidie sanitarie». (rrm)

Dalla California in Calabria: il ritorno dello scienziato Roberto Crea

ll ritorno dei cervelli in Italia è possibile: il prof. Roberto Crea, scienziato di fama mondiale, padre delle biotecnologie, reggino di nascita e da 40 anni in California, è in Italia per il Renato Dulbecco Institute che andrà a dirigere tra qualche mese a Lamezia Terme. Lo scienziato andrà a visitare insieme con il prof. Giuseppe Nisticò, commissario dello stesso istituto, l’attuale presidente della Regione Nino Spirlì e l’assessore all’Agricoltura Giancarlo Gallo, i locali della Fondazione Terina e prendere visione dello stato dell’arte del progetto esecutivo per la realizzazione dei laboratori in GMP e GLP secondo standard europei del nascente Renato Dulbecco Institute. Sarà un centro di eccellenza scientifica a respiro internazionale per lo studio e la produzione di nanoanticorpi (detti anche pronectine) in grado di debellare il covid e le sue varianti, nonché forme di cancro resistenti alle terapie attuali.

Dopo 40 anni di successi internazionali (è detentore di oltre 100 brevetti scientifici), Roberto Crea ritorna nella sua terra per dare un contributo con la sua eccezionale esperienza al progresso scientifico, tecnologico e sociale della Calabria. Una regione ricca di risorse umane e del territorio, però da sempre trascurata e dimenticata. Da Lamezia può partire il riscatto, con l’opportunità offerta a centinaia di ricercatori delle Università di Cosenza e di Catanzaro, di poter crescere, formarsi e lavorare nella propria terra su progetti di biotecnologia che il mondo intero vorrà adottare nella lotta alle pandemie e alle patologie ancora incurabili.

Il prof. Crea è il simbolo, il modello del cosiddetto “rientro” dei cervelli italiani in patria: un emigrato partito 40 anni fa in cerca di lavoro e che ritorna, forte della sua esperienza e della sua professionalità, a dare il proprio contributo al Paese e, soprattutto, alla sua Calabria.

Roberto Crea lancia un messaggio di ottimismo: «Noi saremo sottoposti a delle sfide continue che verranno dai virus, da nuove forme di tumore da debellare: abbiamo bisogno di continuare a investire in tecnologie innovative che ci permettono di combattere queste nuove malattie in tempo reale. Non si deve più aspettare un anno, bisogna essere capaci di reagire immediatamente con mezzi sofisticati ma che ci danno la possibilità nel giro di mesi di contrastare le nuove minacce che derivano dalle variante del Covid». 

Dice ancora il prof. Crea: «Possiamo essere ottimisti perché le nuove tecnologie esistono , la scienza ha fatto molti passi avanti e quindi siamo capaci in laboratorio e assieme alle organizzazioni di produzione e sviluppo delle Case farmaceutiche siamo in effetti capaci di disegnare nuovi farmaci da zero e svilupparli nel corso di mesi non più di diversi anni. Quindi bisogna investire di più nella ricerca, selezionare le tecnologie migliori e poi identificare le sinergie che vanno messe assieme per poter arrivare alla creazione di farmaci in tempi molto brevi. È un problema non facile, anzi direi molto complesso, perché coinvolge un gran numero di aziende, esperienze, competenze e tutta una serie di integrazioni dal laboratorio al letto del paziente che devono lavorare insieme. Il progetto del Dulbecco Institute di Lamezia Terme raccoglierà i migliori ricercatori delle università di Cosenza e Catanzaro, offrendo grandi opportunità di formazione e lavoro, ma soprattutto creando quei nuovi farmaci che serviranno a fronteggiare le nuove insidie sanitarie».

Nuovo Governo: l’appello dell’ex presidente Giuseppe Nisticò a Draghi per la Calabria

L’ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Nisticò ha lanciato un appello al nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri prof. Mario Draghi perché non si dimentichi della «nostra Calabria».

Caro Presidente,
la Calabria si trova in una particolare situazione di disagio e sta vivendo una drammatica crisi economica e sociale. Per di più la ndrangheta s’infiltra nei gangli della politica, della sanità e della vita economica. Accanto all’impegno straordinario che sta profondendo il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, che rappresenta un pilastro fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata, la Calabria ha bisogno per crescere di un secondo pilastro e cioè di una rivoluzione culturale e scientifica che solo il Governo può aiutare ad attuare.

Lei è riuscito in breve tempo a varare un governo politico  di responsabilità nazionale per affrontare e risolvere le emergenze sanitarie, economiche e sociali della drammatica pandemia da Covid che ci sta duramente colpendo da oltre un anno e, allo stesso tempo avviare quel processo di ripresa che il nostro Paese ormai non può più rimandare.

Ho avuto il piacere di incontrarla e averla mio compagno di viaggio in un volo Bruxelles-Roma: in quella circostanza abbiamo parlato a lungo oltre che della vita e delle nostre esperienze internazionali anche di alcuni comuni amici calabresi. Abbiamo ricordato Andrea Monorchio, Antonio Catricalà, Riccardo Misasi, per i quali Lei ha espresso la sua più viva stima ed amicizia. Abbiamo poi ricordato Erkki Liikanen con cui avevo creato un ottimo rapporto di amicizia quando ero parlamentare europeo ed Erkki era il Commissario dell’Industria in Europa. Oggi è il Governatore della Banca di Finlandia. All’epoca ero impegnato nella creazione dell’Istituto Rita Levi Montalcini, oggi sono sicuro che il Presidente Draghi sarà lieto di appoggiare l’iniziativa di creare a Lamezia l’Istituto Renato Dulbecco che sarà diretto dal Prof. Roberto Crea, famoso scienziato di San Francisco di origine calabrese, considerato il “padre” delle biotecnologie nel mondo.

Il Renato Dulbecco Institute rappresenterà una piattaforma di eccellenza per la produzione e lo studio di anticorpi monoclonali e soprattutto di pronectine che rappresentano le forme più avanzate, più efficaci e più tollerate rispetto agli stessi anticorpi monoclonali. Si tratta di prodotti biotecnologici innovativi da usare per il trattamento di malattie da Coronavirus, alcune forme di cancro resistenti alle terapie tradizionali, e malattie neurodegenerative. La compianta presidente Jole Santelli aveva invitato e convinto il prof. Roberto Crea a rientrare in Calabria, dopo 40 anni in California, per dirigere i laboratori del Renato Dulbecco Institute non appena allestiti presso la fondazione Mediterranea Terina di Lamezia e la presenza di questo illustre scienziato in Calabria, accanto al quale si sono già resi disponibili diversi premi Nobel, è sicuramente uno straordinario punto di partenza per il rilancio di una regione che vuole pensare al futuro dei suoi giovani.

Questa è solo una parte della Calabria che vuole crescere e offrire opportunità di formazione e lavoro per i nostri tantissimi laureati che, ahimè, continuano a lasciare la propria terra e trovano accoglienza dovunque per le competenze e la capacità di cui sono dotati. Ricorderà, quando era al Ministero del Tesoro, di averne incontrati tanti di calabresi di talento.

Fermare l’emigrazione dei nostri ragazzi, offrire stabilità agli occupati, garantire formazione e studi di specializzazione, dotare la regione delle infrastrutture necessarie, cogliendo le opportunità offerte dal Recovery Plan e offrire soluzioni di mobilità al Sud degne di un Paese moderno, includendo anche la realizzazione del Ponte sullo Stretto, un’opera che valorizzerà l’intera area e mostrerà di cosa sono capaci i progettisti italiani.

Lei che ha avuto sempre a cuore i problemi della ricerca e dell’innovazione, segua dall’alto che il progetto del Renato Dulbecco Institute sia realizzato in tempi brevi e non sia soffocato dalla lentezza tipica della burocrazia.

Faccia aumentare le risorse per la ricerca scientifica, essendo la Calabria la cenerentola del nostro Paese in modo tale che oltre al Dulbecco Institute si possa sviluppare una rete di centri di eccellenza presso le 3 università calabresi, in cui ci sono figure eccellenti apprezzate in tutto il mondo. Come le ricerche nel campo della fisica, dell’intelligenza artificiale, dell’informatica e dell’economia presso l’Unical di Cosenza, nel campo dell’Oncologia, della Medicina, della Cardiologia e della Farmacologia alla Magna Graecia di Catanzaro, e nel settore ingegneristico e dell’agro-alimentare presso la Mediterranea di Reggio Calabria.

Quello che i calabresi le chiedono con forza e quasi con disperazione è attenzione verso il Mezzogiorno, massima attenzione verso la Calabria, ultima tra le ultime regioni italiane, ma con prospettive di crescita straordinarie. Con la sua illustre e preziosa guida avrà modo di crescere e diventare un modello che l’Europa possa invidiarci».

Giuseppe Nisticò

Commissario Fondazione Renato Dulbecco,
già Presidente della Regione Calabria ed europarlamentare