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Giuseppe Nisticò

Giuseppe Nisticò: La sanità calabrese sfiora spesso l’eccellenza, va rilanciata la qualità

In un’intervista all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) il farmacologo calabrese Giuseppe Nisticò, uno scienziato di fama internazionale, già presidente della Regione Calabria, sottolinea la necessità di rilanciare la qualità della sanità calabrese che, molto spesso, arriva a sfiorare invidiabili livelli di eccellenza. «La sanità calabrese – afferma Nisticò – può essere risanata in un paio d’anni, a patto che sia affidata a persone competenti.

Ci sono delle priorità: Occorre – dice Nisticò – dare una risposta rapidissima e qualificata all’emergenza Covid che il precedente commissario non sapeva nemmeno cosa fosse. Fra sei mesi del coronavirus non sentiremo più parlare perché sarà debellato grazie alla scoperta degli anticorpi monoclonali e il vaccino è ormai prossimo. Occorre rilanciare la qualità della sanità calabrese. Da presidente misi a punto un piano che prevedeva la medicina territoriale e tre eliporti in grado di collegare rapidamente i centri periferici con i tre grandi ospedali della regione: quelli di Catanzaro, Cosenza e Reggio. La Calabria è carente di un polo oncologico, pur avendo un punto di forza nella ricerca in questo campo grazie all’università di Catanzaro. I calabresi devono emigrare a Roma o a Milano per le cure. È assurdo, perché il policlinico universitario di Catanzaro è un’eccellenza a livello sperimentale e clinico su alcune forme di cancro e leucemia, ma manca una rete di chirurghi specializzati che si può costituire in tempi rapidissimi dotando la Calabria di un istituto di oncologia ai livelli di quello di Milano. Risparmieremmo i soldi che la Regione spende ogni anno per rimborsare le cure a cui i calabresi si sottopongono in altre regioni e potremmo destinarle al reclutamento di personale specializzato».

La Calabria – rimarca il prof. Nisticò –  non ha nulla da temere in termini di professionalità. L’Università di Catanzaro è stata inserita dall’Anvur fra gli atenei più qualificati del Sud, addirittura in graduatoria prima di quella di Napoli. La sua scuola di cardiologia è fra le migliori d’Italia, così come quella di pneumologia che ha formato il dottore Luigi Camporota che ha curato Boris Johnson dal Covid. Abbiamo oncologi che tutti ci invidiano ma che devono poter fare rete con chirurghi, radioterapisti ed altri oncologi. Non è impossibile risparmiare 200 milioni di euro all’anno. Ci vogliono persone competenti, è una missione possibile, servono persone serie e oneste. Ma bisogna fare attenzione «a non affiancargli sub commissari con interessi diversi. Il nuovo commissario dovrà stare molto attento anche alle infiltrazioni della ‘ndrangheta; dovrà avere collaboratori di primo piano che abbiano competenze cliniche e manageriali. C’è gente squalificata che non ha mai fatto niente di buono, ma anche gente di qualità. In due anni si può fare tutto questo, ma il Governo deve azzerare il debito della Calabria fornendole i soldi. La sanità non deve essere al servizio dei partiti ma dei cittadini. In una regione in cui esistono una facoltà di Medicina e due facoltà di Farmacia le competenze non mancano». (rrm)