COSENZA – Il Calendario di AiParC Cosenza dedicato ai musicisti calabresi

L’Associazione Italiana Parchi Culturali di Cosenza continua la tradizione dei Calendari creati dalla Professoressa Nella Matta. I Calendari della Professoressa Matta rispondono ai motivi ispiratori del “Parco Storico Giuseppina Le Maire”, una donna che alla Calabria ha dedicato tutta la sua vita. 

Nei calendari degli anni precedenti è stata posta l’attenzione su personaggi del passato, che hanno lasciato un segno in Calabria e nell’Italia intera. Il filo conduttore in tutti è stato il tema della solidarietà, intesa in senso religioso, sociale, civile e politico. 

La prima edizione del 2014, dedicata a Giuseppina Le Maire, cui è intitolato il Parco Storico, ha voluto ricordare anche l’opera di tanti volontari e filantropi, che dopo il violento terremoto del 1908, hanno portato in Calabria solidarietà e aiuti concreti alla popolazione. Alcuni di loro si fermarono per qualche anno. Altri tutta la vita, migliorando le condizioni di vita di quanti vivevano nell’arretratezza economica e culturale.

L’intervento dei meridionalisti fu un fatto unico e irripetibile. Dimostrò concretamente che si era realizzata quell’unificazione e quel sentimento nazionale, sognato da tanti patrioti ed eroi risorgimentali. 

Il calendario del 2016 porta il titolo Il lungo percorso dell’emancipazione femminile. Ha raccontato la storia di tante donne laiche, religiose ed impegnate in politica. Donne visionarie, hanno inseguito la visione di una società più giusta e più eguale. Antesignane di tanti movimenti, hanno rappresentato il punto di partenza dell’emancipazione femminile in Calabria. 

Il calendario del 2017 ha il titolo La Calabria verso la democrazia. In occasione del settantesimo anno della Costituzione, sono stati ricordati i Padri Costituenti calabresi, che hanno dato un contributo di pensiero e di opere alla stesura della Costituzione.

Il calendario del 2019, dal titolo Chiesa e Società in Calabria è stato dedicato ai tanti sacerdoti santi e illuminati, che con una paziente opera di educazione e acculturamento hanno migliorato le condizioni di una popolazione che viveva nell’ignoranza e nella miseria.

Il calendario del 2020 intitolato La Calabria e il regionalismo di Antonio Guarasci, in occasione del cinquantesimo anno dall’istituzione delle Regioni, è stato dedicato ad Antonio Guarasci, il primo Presidente di una giunta di centrosinistra in Italia. La sua visione di un governo aperto alla collaborazione fra schieramenti diversi, aveva portato la nostra regione all’attenzione nazionale, aprendo prospettive di sviluppo. Purtroppo la sua morte prematura troncò il sogno di tanti Calabresi.

 Il Calendario 2022 è intitolato Musica e solidarietà in Calabria. Vuole seguire il filone della solidarietà. Tematica che ha ispirato il primo calendario dedicato a Giuseppina Le Maire, passando in rassegna musicisti calabresi ugualmente affascinanti per il loro valore artistico e musicale.

L’intento è quello di presentare, come su un “Palcoscenico”, grandi artisti, che hanno dato onore alla Calabria con la loro musica, allietando i teatri di tante città italiane ed europee. Ricordarli in un calendario significa ravvivare il loro ricordo e tributare loro ancora un applauso.

 La corrispondenza fra i mesi dell’anno e i musicisti è stata operata nel Calendario dalla Professoressa Nella Matta in modo mirabile e mirato. Il calendario è un’opera d’arte di Nella.  Come tale va svelata e scoperta col tocco delle mani, con gli occhi, con la mente e con l’anima di chi avrà il privilegio di poterne usufruire.

È bello considerare questi musicisti figli di Calabria ed espressione del suo spirito musicale e poetico. Tutti hanno potuto attingere dalla linfa profonda e ricca di arte e cultura di questa terra, producendo risultati elevati pur nella loro diversità, come è giusto che sia, quando si tratta di arte. Ancor di più la produzione musicale è espressione individuale della sensibilità e dell’interiorità di un artista. 

Tanti i protagonisti del Calendario.

Alfonso Rendano fu uno dei pianisti e compositori più innovativi di fine ‘800 e inizi ‘900. Dopo un’infanzia da bambino prodigio a Carolei, un piccolo paese alle porte di Cosenza, seguì gli studi presso il prestigioso conservatorio di Napoli. Vennero gli anni parigini e la sua carriera di famoso concertista. Svolse poi la sua attività come Maestro di musica a Roma e infine fece ritorno in terra natia, a Cosenza. 

Ruggero Leoncavallo, nacque nel1857 a Napoli. A Montalto Uffugo in Provincia di Cosenza, Ruggero trascorse gli anni della sua spensierata fanciullezza, ricca di giochi e di esperienze che avrebbero caratterizzato il suo carattere da adulto, Proprio a Montalto iniziò ad avvicinarsi allo studio della musica grazie alle lezioni del maestro Sebastiano Ricci su una spinetta, attualmente conservata presso l’Istituto degli Ardorini.

Leoncavallo restò legato per tutta la vita a Montalto Uffugo. Proprio qui, insieme alle belle esperienze, il piccolo Ruggero ne visse anche una drammatica, quando la sera del 4 marzo 1865 assistette all’omicidio del suo accompagnatore e domestico di casa, il giovane Gaetano Scavello, che fu ferito a morte all’uscita del convento domenicano dove si erano recati per assistere ad una rappresentazione teatrale. Questo episodio sconvolse la vita del paese e anche quella di Ruggero, che 27 anni dopo, riuscì a trasformarlo nell’opera lirica “Pagliacci”, considerata una delle opere più belle e più rappresentate al mondo.

Nicola Manfroce, giovane compositore di Palmi, scomparve prematuramente nel 1813, all’età di ventidue anni, davvero pochi per lasciare un segno. Ma a lui sono stati sufficienti per essere ricordato come “Il rivale mancato di Gioacchino Rossini”.

Alessandro Longo, nato ad Amantea nel 1864, fu compositore, pianista, musicologo. Tra le sue composizioni, si ricordano 300 musiche per pianoforte e numerose composizioni di musica da camera.

Francesco Cilea, nato a Palmi nel 1866, fu musicista colto e raffinato, riuscì a fondere l’esperienza del verismo musicale italiano con la tradizione operistica francese, caratterizzandosi per la ricca vena melodica, la finezza di orchestrazione e il colorismo orchestrale. Le sue opere pur ricollegandosi alla scuola verista, se ne distinguono per una più raccolta liricità e per le sfumature elegiache e sentimentali. Cilea si esprime al meglio nei momenti di struggente e dolce malinconia, immersi in un’atmosfera di meditazione e rimpianto.

Maurizio Quintieri, pianista e compositore nacque a Paterno Calabro, piccolo paese nella provincia di Cosenza nel 1884.  Compositore ricco e poliedrico, mostrò interesse maggiore per il teatro. Compose, infatti, quattro opere liriche alle quali dedicò il maggior tempo e le migliori energie di tutta la sua vita.

Orfeo Stillo, nato a Paola nel 1956, scomparve  prematuramente, a soli 24 anni, lasciando tuttavia una traccia indelebile nel panorama musicale calabrese: a soli 19 anni si diplomò in Pianoforte con il massimo dei voti e già l’anno successivo divenne docente di Pianoforte presso il Conservatorio di Musica di Cosenza; vincitore di numerosi Concorsi pianistici nazionali ed internazionali aveva in pochissimo tempo intrapreso una brillante carriera concertistica che lo aveva portato ad esibirsi in numerose città italiane ottenendo ovunque consensi di critica e di pubblico.

 Stanislao Giacomantonio, grande compositore, nacque a Cosenza nel 1879. La sua prima opera “Fiore d’oblio “fu  rappresentata al Conservatorio napoletano. Dell’autore cosentino sono da ricordare inoltre “La Venere di Scauro” e “La leggenda del ponte”. Compose musica da camera, musica vocale e strumentale, di cui buona parte è andata perduta a seguito degli ultimi eventi bellici.

Giuseppe Giacomantonio, figlio di Stanislao nacque a Cosenza nel 1905. La sua produzione musicale fu estesa e varia: comprendeva musica sacra e profana, strumentale, vocale e teatrale. Inoltre s’impegnò nella rielaborazione di opere antiche e nella raccolta e nello studio della musica popolare calabrese. Fondò a Cosenza il Liceo musicale e, da questo, nel 1970 il Conservatorio di musica, di cui fu primo Direttore, intitolato al padre Stanislao. 

Fra gli artisti, illuminato da un riflettore speciale, occupa un posto di rilievo Silvio Lopiano, straordinario musicista e filantropo. Figlio di Cetraresi, emigrati in Argentina, fu artista dalle grandi doti musicali che gli permisero di fare fortuna in Sud America. Ma l’amore per la sua terra d’origine lo prese così forte che venne a Cetraro, dove trascorse l’ultima parte della sua vita.  Animato dal desiderio di mettere i suoi beni al servizio della città decise di donare ai suoi concittadini la sua residenza con un magnifico giardino, situata poco fuori il centro storico, perché vi sorgesse un Istituto di Istruzione che permettesse a tanti giovani di accedere alla cultura, soprattutto a quelli che non avevano le possibilità economiche.

Sorse così il Liceo Classico Silvio Lopiano, alla fine degli anni quaranta, allora con annesso convitto, Un atto non comune e di grande magnanimità che aprì le porte della cultura non solo ai giovani cetraresi, ma anche a quelli provenienti da tutta la fascia tirrenica. Un grande musicista Silvio Lopiano, ma anche un mecenate, amante della cultura, consapevole di quanto questa fosse indispensabile alla formazione ed elevazione del popolo da ignoranza e miseria e della importanza della scuola quale luogo di acculturazione e conquista di libertà. 

Il Liceo Classico di Cetraro, ormai statale, per onorarne la memoria, ne conserva il nome. (Anna Maria Ventura)