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LA CALABRIA BRUCIA, È EMERGENZA 107 INCENDI BOSCHIVI IN UN GIORNO

LA CALABRIA BRUCIA, È EMERGENZA
107 INCENDI BOSCHIVI IN UN GIORNO

di ANTONIETTA MARIA STRATI – La Calabria brucia, di nuovo. Con le prime ondate di caldo, infatti, l’emergenza incendi è tornata a colpire la nostra regione ma, come sottolinea Legambiente Calabria, «non è solo colpa del caldo. È spesso l’alibi degli ecocriminali che approfittano dei mesi estivi per mettere in atto i loro affari».

«Nella sola giornata del 29 giugno 2025, si sono registrati 107 incendi boschivi in tutta la regione. Colpita anche la Locride con un vasto rogo che ha interessato le colline fra Roccella Jonica e Caulonia», ha denunciato Legambiente, che pone, nuovamente, l’attenzione su  un’emergenza «che si ripete ogni estate e che trova la Calabria ancora impreparata sul fronte della prevenzione, nonostante gli sforzi messi in campo», ha detto l’Associazione, ricordando come la Regione ha recentemente avviato il nuovo Piano AIB 2025, annunciando una politica di “tolleranza zero” con l’utilizzo di droni e satelliti per il monitoraggio del territorio».

«Strumenti tecnologici che, negli anni passati – ha detto l’Associazione – hanno effettivamente portato all’identificazione di diversi piromani, ma che non hanno ancora determinato una riduzione significativa del fenomeno perché è ancora insufficiente la gestione forestale e la manutenzione ordinaria del territorio dedicata alla prevenzione del rischio incendi».

Un concetto ribadito dal Partito Democratico Calabria, che ha sottolineato come «non basta affidarsi a droni e satelliti se mancano manutenzione ordinaria, gestione forestale e risorse umane. La tecnologia non può sostituire un piano organico di prevenzione, come ripetiamo da tempo».

Servono, infatti, come anche ribadito da Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria e di Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette di Legambiente, un cambio di rotta per un fenomeno «aggravato dalla crisi climatica, con ondate di calore sempre più intense e periodi di siccità prolungata, ma anche da scelte politiche inadeguate, ritardi e assenza di prevenzione strutturata».

La Calabria – ha ricordato l’Associazione – «è al terzo posto in Italia per reati legati agli incendi boschivi e di vegetazione, con: 445 reati accertati, 369 incendi registrati, 13 persone denunciate, 4 sequestri, 335 illeciti amministrativi e 371 sanzioni. Fra le province, Cosenza svetta a livello nazionale con 257 reati e 108 illeciti amministrativi, seguita da Crotone (13° posto) e Catanzaro (17° posto)».

Ad aggravare un quadro già preoccupante, i dati riportati dal PD, basandosi sui dati Ispra: «nel 2025 il 70% delle foreste italiane bruciate è nella nostra regione».

«Non si può più puntare solo sulla gestione dell’emergenza – hanno detto Parretta e Nicoletti –. Servono politiche di buona gestione forestale, mappatura delle aree percorse dal fuoco e imposizione dei vincoli previsti dalla legge quadro sugli incendi boschivi, presidio del territorio e rafforzamento della sicurezza per le comunità nelle aree interne e montane».

«La tecnologia, da sola, non basta – hanno continuato Parretta e Nicoletti – se non è accompagnata da investimenti strutturali, responsabilizzazione dei cittadini, controlli efficaci, repressione severa dei reati e una regia politica forte. Troppo spesso, inoltre, gli incendi sono legati a interessi criminali, come ha evidenziato la magistratura, che ha documentato il coinvolgimento della ‘ndrangheta nel business illecito della gestione dei boschi e dei pascoli abusivi».

«Ormai, da mesi – continua Legambiente – è incessante il lavoro dei vigili del fuoco. Preoccupante l’episodio avvenuto a Cassano allo Ionio, dove le fiamme si sono propagate pericolosamente nei pressi di una RSA, costringendo all’evacuazione preventiva di 10 persone. Interventi anche lungo l’autostrada A2 del Mediterraneo, in particolare a Tarsia (CS), dove incendi di arbusti e macchia mediterranea hanno causato disagi alla viabilità. Ma il fenomeno in queste ultime ore sta interessando tutta la Calabria. Ad Amendolara, nello Ionio Cosentino, un vasto incendio ha circondato il paese per ore».

Come far fronte a questa emergenza? Legambiente Calabria ha rilanciato le 10 proposte operative già presentate lo scorso anno, che vanno dalla gestione integrata del rischio incendio alla pianificazione forestale e urbanistica, fino al rafforzamento delle pene, al pascolo controllato come misura preventiva e alla ricostituzione ecologica post-incendio.

«La Calabria – conclude Legambiente – non può e non deve farsi trovare impreparata. Occorre una visione lungimirante, risorse adeguate e volontà politica per scongiurare i disastri a cui stiamo assistendo e che rischiano di diventare strutturali con l’aggravarsi della crisi climatica».

A fare eco all’Associazione è il PD, che chiede affinché la «maggioranza accetti la realtà e ascolti le proposte formulate da Legambiente e quelle che il Pd ha più volte sottoposto all’attenzione del governo regionale, anche con il progetto “TerraFerma Montagna Solidale”».

«Il gruppo Pd — conclude la nota — continuerà a incalzare la giunta affinché abbandoni la propaganda e dia finalmente priorità a un piano serio, concreto e immediato, con risorse certe, personale adeguato e un controllo costante».

«Suscita sconcerto leggere le dichiarazioni del gruppo Pd, che offre un quadro distorto della situazione incendi in Calabria, citando numeri in modo fuorviante e operando paragoni privi di fondamento oggettivo», ha detto l’assessore regionale alla Forestazione, Gianluca Gallo, rispondendo ai dem. (ams)