Rigenerazione Urbana, le perplessità degli Ingegneri sull’atto del Consiglio comunale di Catanzaro

L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Catanzaro ha espresso in una missiva le sue perplessità in merito alla proposta Norme per la rigenerazione urbana e territoriale, la riqualificazione ed il riuso, deliberato dal Consiglio comunale di Catanzaro, presieduto da Nicola Fiorita.

La missiva, sottoscritta dal presidente Gerlando Cuffaro e dal segretario Francesco Dattilo, evidenzia alcune criticità rilevate sulla base della normativa vigente e delle attuali condizioni del patrimonio immobiliare ricadente nel Comune di Catanzaro. 

Nello specifico, sull’atto di indirizzo rivolto agli uffici comunali in cui si indica l’astensione dal rilascio di qualsiasi atto autorizzativo inerente alla legge n. 25/22 e, nello specifico, nelle aree precedentemente oggetto di salvaguardia, si legge nella nota: «appare doveroso manifestare le proprie perplessità su tale atto, in quanto l’art. 9 comma 1 della L.R. n. 25 del 04.07.2022, parrebbe consentire l’esclusione di parti del territorio dall’applicazione delle norme della stessa legge solo attraverso motivata deliberazione del Consiglio Comunale e non anche attraverso atti di indirizzo agli uffici. Inoltre, la proposta di delibera sottoposta all’esame del Consiglio, delimita vaste aree del territorio comunale, in relazione alle caratteristiche del contesto paesaggistico nonché del tessuto urbanistico ed edilizio, nelle quali prevede la non applicabilità della citata legge, con particolare riferimento agli articoli 5, 6, e 7. Tale proposta, pertanto, non consentirebbe, tra l’altro, la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente a fronte di modesti ampliamenti consentiti dagli artt. 5 e 6 della legge».

E ancora: «Pur comprendendo, in linea di principio, lo spirito di tutela del territorio che ha condotto alla predisposizione della proposta di deliberazione, tuttavia, si ritiene che l’eventuale individuazione delle parti di territorio da escludere dall’applicazione della predetta legge possa avvenire solo attraverso un percorso graduale e partecipato, che preveda, tra l’altro, il fattivo ed efficace coinvolgimento degli Ordini Professionali. Nelle more, l’ipotesi di astenersi dal rilascio di titoli autorizzativi connessi alla norma stessa pare inopportuna in quanto arrecherebbe non pochi disagi ai professionisti e gravi ripercussioni economiche sul territorio».

«Infine, a fronte di un ciclo di vita della L.R. 19/2002 e ss. mm. ii. di oltre 20 anni – si legge – si ritiene ormai indispensabile imprimere una decisa accelerazione da parte del Comune all’iter procedimentale di approvazione del nuovo strumento urbanistico, come più volte sollecitato anche dalla Regione Calabria – Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente, al fine di dotare la città di un nuovo e moderno strumento urbanistico, anche per favorire il collegamento funzionale dei quartieri e superare l’attuale marginalità di alcuni di essi, come peraltro più volte da Loro auspicato e manifestato in svariati incontri». (rcz)

Cuffaro (Ordine Ingegneri CZ): Approvazione Prezziario regionale decisione che non soddisfa aspettative

Il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro, Gerlando Cuffaro, è intervenuto in merito all’approvazione del Prezziario Regionale 2023, sottolineando come «si tratta dell’ennesimo colpo di mano al lavoro e alla professionalità dei tecnici, con particolare riferimento all’attività e al ruolo degli ingegneri».

«È innegabile, infatti – ha aggiunto – che l’accertamento e la conseguente codificazione economica dei prezzi unitari delle opere edili, impiantistiche e varie afferenti alla filiera dei Lavori Pubblici sia di competenza dei tecnici che vi operano, segnatamente proprio degli ingegneri. Pertanto, non trova alcuna ragionevole spiegazione l’approvazione, da parte della Regione Calabria, di un Prezzario che non soddisfa in minima parte le aspettative degli stessi tecnici e neanche quelle delle imprese di settore».

Nel sottolineare come all’interno prezziario licenziato si riscontri anche un disallineamento tra codici relativi a prezzi precedenti, circostanza che comporterà un grave e ingiustificato disagio professionale, Cuffaro aggiunge: «Sarebbe stato più corretto mantenere i medesimi codici e adottare solo l’adeguamento dei prezzi alla situazione geografica calabrese».

«Mi pare evidente – ha proseguito – che la Regione Calabria abbia operato in maniera autonoma, senza tenere conto delle istanze provenienti dai professionisti e dalle categorie che li rappresentano. D’altronde, è da tempo che l’Ente regionale legifera su questioni tecniche senza ascoltare il parere degli ordini professionali: ne sono testimonianza ormai annosa i segnalati e mai risolti malfunzionamenti delle piattaforme regionali CalabriaSue e Sismi.Ca a cui sono addebitabili ritardi e spreco di risorse ed energie, sia per i professionisti, che per le imprese e per i cittadini. Alle mie rimostranze pubbliche sul tema sono seguite rassicurazioni verbali, ma mai una risoluzione dei problemi. Tutto ciò è inconcepibile e inaccettabile».

Secondo il presidente Cuffaro «sono innumerevoli le azioni prodotte dalla politica nazionale e locale in danno degli ingegneri. Penso, ad esempio, alla grande delusione derivata dall’approvazione del Codice dei Contratti in cui gli Ingegneri sono ancora relegati a ruoli marginali; o alle differenze con gli altri Ordini professionali in tema di previdenza».

Tali circostanze inducono Cuffaro a una riflessione più ampia e generale: «Ribadisco qui quanto ho detto al Congresso nazionale degli Ingegneri in Liguria e all’Assemblea dei Presidenti degli Ingegneri di Roma dei giorni scorsi: credo che i colpi di mano che continuamente si abbattono sulla nostra categoria da parte della Regione Calabria e, in generale, delle più alte sfere governative nazionali debbano farci riflettere sul nostro status, sulla nostra identità».

«Al pari di altri professionisti e dei loro Ordini – ha concluso – che su temi come i minimi tariffari o la gestione separata della previdenza sono stati compatti, anche noi dobbiamo essere capaci di fare lobby a livello nazionale, così da avere la forza necessaria a operare con maggior determinazione nelle azioni di tutela della categoria». (rcz)