Delusione e amarezza tra i giovani di Milano per il mancato rientro in Calabria

L’Associazione Calabro-Lombarda, presieduta da Salvatore Tolomeo, ha raccolto la delusione e i malumori di tanti giovani bloccati a Milano e in Lombardia e di fatto impossibilitati a rientrare in Calabria.

Cresce – secondo Tolomeo – il solco tra la Calabria e i suoi figli che vivono lontano: «L’enorme clamore mediatico che in questi ultimi giorni ha creato il diniego a tornare in Calabria ai ragazzi calabresi rimasti al Nord senza poter frequentare le Università, senza lavoro precario, senza soldi e le elevate spese da affrontare, mentre le famiglie in Calabria vivono in uno stato di preoccupazione ai limiti della sopportazione, sta inesorabilmente creando un distacco tra la Calabria e i suoi emigrati sia pure occasionali».

Il presidente dell’Associazione Tolomeo tira in ballo lo scrittore di Africo: «Gioacchino Criaco, intellettuale di alto spessore, anch’egli calabrese a Milano, dopo aver inutilmente lanciato appelli per consentire il rientro dei ragazzi in Calabria, ha chiaramente indicato chi non vuole il rientro: la politica calabrese!

E c’è assolutamente da credergli se la Regione, pur di non farli tornare, stanzia 3 milioni di euro per sostenerli nelle spese di mantenimento al Nord».

Tolomeo sottolinea che erano già state avviate procedure per il rientro sicuro: «E pensare – dice – che la  Federazione Italiana Circoli Calabresi, già dal 16 marzo aveva individuato una soluzione per un rientro regolare, controllato e sicuro per i ragazzi tramite un coordinamento Regione Calabria – Consultore Emigrazione della Calabria».

«Ci si chiede ora – dichiara Tolomeo – se queste migliaia di persone (circa 2.000 secondo la Presidente Santelli) avranno in futuro lo stesso amore per la loro terra come lo hanno avuto finora o, semmai, serberanno un risentimento nei confronti di chi li ha respinti a prescindere senza la cognizione che fossero sani ma ritenendoli sicuri contagiati senza prove per il solo fatto che provenivano dal Nord.

Se questo non auspicabile rancore si confermerà, caleranno al Nord i consumi agroalimentari di prodotti calabresi, i turisti del passa parola dal Nord verso la Calabria, il disprezzo per la politica calabrese come reazione.

Il tutto mentre si assistono a paragoni che accentuano il malumore dei ragazzi bloccati:

– il ministro Di Maio si autoelogia per aver fatto rientrare, con voli di stato, 4.500 italiani dall’estero, anche da zone di focolaio Covid-19;

– i mezzi pubblici a Milano circolano con a bordo passeggeri muniti di mascherina e pertanto considerati

– molte aziende del Nord sono rimaste operative e altre stanno riaprendo solamente con tampone preventivo e uso mascherine. Al lavoro anche con mezzi pubblici.

Ci sono le condizioni per una mobilitazione in sicurezza e rispettare e norme anche in Calabria. (zc)

La Santelli: niente rientri fino alla riapertura. Gallo annuncia sostegni ai fuorisede

La Presidente Jole Santelli frena sul rientro a casa dei calabresi fuori sede. «Molti – ha dichiarato – chiedono di poter rientrare in Calabria, altri approfittano del momento per creare polemiche che fanno audience. È facile strattonare la politica ricorrendo ai buoni sentimenti, a chi vuole tornare a casa, ai ragazzi rimasti fuori dalla Calabria, ai genitori lontani dai figli.

«Il mio desiderio – dice la presidente Santelli – è quello di riaprire tutto per fare in modo che tutti i figli di questa terra, tutti i papà ed i familiari rimasti al Nord possano tornare per un grande abbraccio liberatorio».

Non ci sono al momento le condizioni per consentire il rientro, però l’assessore al Welfare Gianluca Gallo annuncia l’istituzione di un fondo di sostegno della Regione per i conteranei: una mano a chi è bloccato in altre regioni e non può ritornare a casa date le restrizioni dell’emergenza covid19.

«I provvedimenti di chiusura della Regione – ha detto la Santelli – sono in linea con i decreti del governo: di fatto è stata seguita la nostra linea impedendo la mobilità interregionale. I numeri attuali di alcune regioni purtroppo non ci consentono di invertire la rotta.

«Lo so, non è semplice e serve tanto sacrificio ma rimango convinta che la Politica abbia l’obbligo di coerenza e non debba farsi condizionare dagli argomenti suggestivi spesso strumentalizzati ma bensì deve attenersi ai dati reali, sanitari ma soprattutto al buonsenso orientato alla protezione dell’individuo e della comunità che rappresenta.

«Io per parte mia difendo i sacrifici fatti dai calabresi e difendo la politica di prevenzione fatta in Calabria. Sino ad ora nessuno e dico nessuno ha fornito qualche dato reale per cambiare strategia. Come già detto la Calabria ed i calabresi hanno saputo dare buona prova di sé rispettando le regole anti covid-19, facendo sì che da noi il contagio rimanesse basso. E questo è stato possibile anche grazie ai nostri corregionali che vivono o lavorano fuori dalla Calabria.

«Il nostro obiettivo – ha concluso la Presidente – resta l’apertura a fine maggio, possibile solo a patto di mantenere il contenimento con rigore e responsabilità. (zc)