SCIDO (RC) – Grazie alle Muse museo contadino intitolato a Biagio Monteleone

L’associazione culturale “Le Muse Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria nello scorso mese di marzo, in occasione della “Giornata o Festa del papà”, aveva celebrato e ricordato un calabrese, una storia dimenticata, sacrifici, sofferenze di un giovanissimo diventato padre e uomo maturo in occasione di una lunga prigionia durante la seconda guerra mondiale: Biagio Monteleone.

Durante la serata fu presentata la pubblicazione “Behind the fence – dietro la recinzione” ovvero il diario di Biagio Monteleone personalità nata a Scido il 16 dicembre del 1914 in provincia di Reggio Calabria, figlio del farmacista Antonino e di Faustina Loteta. Dopo il ginnasio inferiore frequentò il ginnasio superiore al seminario salesiano di Bova marina ed al Regio Ginnasio di Locri e Gerace, conseguì la licenza classica al Tommaso Campanella di Reggio Calabria e si iscrisse alla facoltà di Materie letterarie all’Università La Sapienza di Roma.

Durante gli studi fu chiamato alla visita come soldato di leva nella marina militare e riformato una prima volta per costituzione magra. Su sua domanda fu visitato nuovamente nel 1939 e, nonostante fosse figlio unico di madre vedova, partì per la guerra come volontario. Fu catturato dagli inglesi e ceduto agli americani che gli diedero il numero di prigionia 8wI – 30961 MI. Con la liberazione rientrò in Italia e concluse i suoi studi universitari nel 1948, alla facoltà di Materie letterarie di Messina. Conseguita l’abilitazione all’insegnamento, insegnò alle scuole elementari e ottenne la cattedra di materie letterarie presso il ginnasio inferiore di Scido, dove insegnò per oltre quarant’anni. Un libro edito, proprio come atto d’amore che le figlie Miranda e Fausta hanno voluto trascrivere da tre quaderni arrivati fino ad oggi, testi dove si evince la figura di un padre che era ed è stato uomo di sostanza e cultura abbracciando la madre patria e lasciando, pur essendo figlio unico di madre vedova, la propria famiglia.

Biagio Monteleone con le sue scelte di vita ha dimostrato un grande senso di maturità e di unione lui, che da figlio senza padre, ritornando dalla guerra ha costruito il mondo dei propri affetti. Durante l’evento invernale, il primo cittadino di Scido dott. Giuseppe Zampogna ha ribadito come la Calabria ha avuto uomini che sono stati valorosi ed identitari così come la stessa cittadina di Scido spesso ricorda e quindi accolse la proposta dell’associazione culturale “Le Muse” di dedicare a questo uomo illustre, una struttura rappresentativa della nota cittadina posta nel cuore dell’Aspromonte, delimitata dalle due fiumare Cresarini e Pietragrande.

Venerdì 11 agosto alle ore 21 verrà cosi dedicato alla memoria di Biagio Monteleone il Museo della civiltà contadina con delibera della Giunta Municipale n. 048 del 18 luglio 2023. Tale realtà museale, che si trova tra l’altro dentro uno storico frantoio in pietra del primo novecento, si trova annessa al palazzo Ruffo che custodisce la Biblioteca “Paolo Greco”.

Un momento importante dichiara Giuseppe Livoti, poiché, l’associazione “Le Muse” ha fatto da tramite tra il mondo istituzionale ed il recupero di una memoria individuale, dimostrando di essere al servizio dei territori con particolare attenzione alla nostra regione. Proprio per questo, la famiglia Monteleone darà la possibilità ai visitatori, con esposizioni prestabilite, di poter vedere, oggetti appartenuti al noto intellettuale, quali poesie, foto storiche, la sua penna stilografica, i suoi occhiali ed un diploma di merito del ginnasio dei Salesiani di Bova. In occasione dell’inaugurazione che avverrà nella villa comunale, nel giardino del Palazzo, verrà presentato il diario di Biagio Monteleone dalla dott.ssa Orsola Latella – già dirigente scolastico e vice presidente associazione Le Muse, dalla prof.ssa Antonella Mariani – delegata Muse Linguaggi Espressivi alla presenza delle figlie dott.sse Carmen e Fausta Monteleone con la partecipazione del Laboratorio di Lettura Interpretativa Muse con Clara Condello ed Emanuela Barbaro. Una serata dunque che servirà per fare si memoria, ma, anche ricordare padri di un tempo perché senza di loro, non avremmo esempi emblematici da presentare alle generazioni future, modelli di paterna vigilanza e di provvidenza. (rrc)

Grazie a Le Muse Scido avrà una strada dedicata a Biagio Monteleone

La determinazione dell’Associazione Le Muse ha fatto in modo che Scido avrà una strada dedicata al prigioniero della Seconda guerra mondiale Biagio Monteleone.

L’associazione culturale Le Muse – Laboratorio delle arti e delle lettere di Reggio Calabria continua i suoi appuntamenti con cadenza settimanale anche in occasione della “Giornata o Festa del papà”, ricorrenza civile diffusa in alcune aree del mondo, celebrata in onore della figura del padre, della paternità e dell’influenza sociale dei padri.

In apertura di manifestazione il presidente prof. Giuseppe Livoti ha fatto memoria dell’antica tradizione – culto che si sviluppò fin dal V secolo in certi monasteri egiziani dove fu scritta la storia apocrifa di Giuseppe il falegname e dove la sua festa fu fissata al 20 luglio. Il culto di questo santo si diffuse anche intorno alla “casa di Giuseppe”; almeno dal VI secolo e decadde alla fine dell’Alto Medioevo. La sua festa del 19 marzo appare per la prima volta nell’ anno ‘800 in un martirologio gallicano scritto da Rheinau, in cui è chiamato Ioseph sponsus Mariae (“Giuseppe sposo di Maria”). 

Per questo appuntamento non si poteva non ricordare un calabrese, una storia dimenticata, tutti i sacrifici, le sofferenze di un giovanissimo diventato padre e uomo maturo in occasione di una lunga prigionia durante la Seconda guerra mondiale. E proprio per questo la serata ha visto un racconto storico, umano e psicologico di Biagio Monteleone personaggio che oggi rinasce a nuova vita in occasione della pubblicazione di “Behind the fence – dietro la recinzione”.

Biagio Monteleone nacque a Scido il 16 dicembre del 1914 in provincia di Reggio Calabria, figlio del farmacista Antonino e di Faustina Loteta. Dopo il ginnasio inferiore frequentò il ginnasio superiore al seminario salesiano di Bova Marina ed al Regio Ginnasio di Locri e Gerace. Conseguì la licenza classica al “Tommaso Campanella” di Reggio Calabria e si iscrisse alla Facoltà di Materie letterarie all’Università La Sapienza di Roma. Durante gli studi fu chiamato alla visita come soldato di leva nella marina militare e riformato una prima volta per costituzione magra. Su sua domanda fu visitato nuovamente nel 1939 e, nonostante fosse figlio unico di madre vedova, partì per la guerra come volontario. 

Fu catturato dagli inglesi e ceduto agli americani che gli diedero il numero di prigionia 8wI – 30961 Ml. Con la liberazione rientrò in Italia e concluse i suoi studi universitari nel 1948, alla Facoltà di Materie letterarie di Messina. Conseguita l’abilitazione all’insegnamento, insegnò alle scuole elementari e ottenne la cattedra di materie letterarie presso il ginnasio inferiore di Scido, dove insegnò per oltre quarant’anni.

La prof.ssa Antonella Mariani – delegata Muse linguaggi espressivi ha sin da subito evidenziato che da questo diario biografico, emerge l’identità di un uomo meridionale che fa evincere le differenze delle prigionie nelle varie zone d’Italia. Un libro che è un atto d’amore che le figlie Miranda e Fausta hanno voluto trascrivere da tre quaderni arrivati fino ad oggi, testi dove si evince la figura di un padre che era ed è stato uomo di sostanza e cultura abbracciando la madre patria e lasciando, pur essendo figlio unico di madre vedova, la propria famiglia. Un figlio che è anche padre, che sente la necessità di essere utile. Arruolandosi volontariamente riesce nonostante la prigionia ha trovare nei libri continua la prof.ssa Mariani una – benedetta mania -. Il nutrimento spirituale utile e necessario a vivere prima da ragazzo e poi da giovane uomo, il tutto scritto con un linguaggio scarno, oscuro e militaresco.

La dott.ssa Elisa Mottola, psicologa, ha fatto una disamina sul ruolo dei padri di un tempo e quelli di oggi, evidenziando come il potere delle relazioni coniugali è affidato proprio alla figura paterna. Il papà è simbolo dell’autorevolezza. Chi rimane figlio ha difficoltà di diventare padre e Biagio Monteleone con le sue scelte di vita ha dimostrato un grande senso di maturità e di unione lui, che da figlio senza padre, ritornando dalla guerra ha costruito il mondo dei propri affetti. La generazione dagli anni ‘50 in poi ha pianificato la vita dei propri figli, svincolandoli dalle sofferenze e dando loro le scelte migliori.

«Un tempo – continua Mottola – i giovanissimi erano educati a Dio alla famiglia ed alla patria ed avevano altro carattere. Il primo cittadino di Scido dott. Giuseppe Zampogna sin da subito ha ribadito come la Calabria ha avuto uomini che sono stati valorosi ed identitari così come la stessa cittadina di Scido spesso ricorda».

La serata proposta dalle Muse mette in evidenza, un cittadino illustre che troverà posto non solo nella nostra storia locale ma nella nostra toponomastica cittadina e dunque dedicheremo una strada a questo giovane valoroso. Scido è cittadina posta nel cuore dell’Aspromonte, delimitata dalle due fiumare Cresarini e Pietragrande. Adagiata su un triangolo pianeggiante tra dense e vaste distese di ulivi secolari circondato da colline vive negli ultimi 14 anni di una rinascita grazie ad un rapporto con i cittadini ed un recupero di beni monumentali come la Chiesa Parrocchiale di San Biagio che custodisce al suo interno due preziose statue marmoree della scuola del Gagini risalenti al ‘700 circa: la statua della Madonna del Soccorso e di Santa Caterina d’Alessandria, il Palazzo Ruffo con annesso Museo ed ancora la riqualificazione di alcune piazze come il monumento ai caduti realizzato dallo scultore Cosimo Allera.

Lo scultore Allera si è soffermato sui suoi interventi sulla scultura che da novembre sorge nell’omonima piazza. Un soggetto che nella sua iconografia identifica tutti i soldati, quelli del riscatto e dell’unità nazionale, la stessa unità che si traduce nella grande bandiera che sostiene in cui è chiaro il riferimento alle tre virtù teologali o ancora al verde della macchia mediterranea, al bianco delle fede al rosso del sacrificio. Un’opera che si aggiunge al lungo percorso artistico dello scultore come il Crocifisso di Paravati o ancora l’omaggio a Carlo Acutis in Val di Fiemme.

A fine serata scandita dalle letture di parti inedite del diario dalle voci di Clara Condello, Mimma Conti, Sonia Impalà, Santina Milardi, Carla Passanti, la dott.ssa Carmen Miranda Monteleone, medico e figlia di Biagio, ringraziando tutti per la serata e la proposta di intitolazione di una strada ha evidenziato come occorre fare memoria dei papà di un tempo perché senza di loro non avremmo esempi emblematici da presentare alle generazioni future, modelli di paterna vigilanza e di provvidenza. (rrc)

SCIDO (RC) – È un Comune riciclone

Il Comune di Scido è un Comune Riciclone per aver superato il 65% di raccolta differenziata. È quanto è emerso dall’iniziativa di Legambiente che premia le comunità locali, amministratori e cittadini, che hanno ottenuto i migliori risultati nella gestione dei rifiuti: raccolte differenziate avviate a riciclaggio, ma anche acquisti di beni, opere e servizi, che abbiano valorizzato i materiali recuperati da raccolta differenziata.

Soddisfazione è stata espressa dal sindaco Giuseppe Zampogna, che ha sottolineato che «le classifiche di Legambiente sull’Ecosistema urbano hanno premiato e riconosciuto le qualità ambientali e gli sforzi che la comunità di Scido compie quotidianamente. Un risultato importante, grazie al quale Scido resta stabilmente ai primissimi posti nelle graduatorie regionali per i Comuni più virtuosi».

«La politica di gestione e tutela dell’ambiente – si legge in una nota del sindaco – continua a produrre enormi soddisfazioni all’Amministrazione Comunale ma, nel contempo, ci induce a maggiori responsabilità e ci serve da stimolo per migliorare ulteriormente. Ora, per proseguire in questo cammino virtuoso, dobbiamo produrre un ulteriore sforzo per raggiungere nel più breve tempo possibile un obbiettivo ambizioso e difficile: il 75% di raccolta differenziata».

«Si tratta di un obiettivo importante ed ambizioso perché il processo di smaltimento del rifiuto indifferenziato è molto costoso e ridurne la quantità, oltre a limitare gli sprechi, significherà fare spendere meno a tutti i cittadini. Abbiamo piena consapevolezza che, attraverso una gestione intelligente del ciclo dei rifiuti, si può migliorare la qualità dell’ecosistema e della vivibilità, contribuendo alla crescita economica della comunità».

«Per ottenere simili risultati – continua la nota – serve prestare una maggiore attenzione al corretto conferimento dei rifiuti tenendo conto che effettuare la differenziazione dei rifiuti è segno di civiltà, è segno di attenzione e rispetto per l’ambiente in cui viviamo, è importante perché riduce il materiale destinato alle discariche e lo trasforma in ricchezza. Servirà notevole impegno e grande spirito di sacrificio ma siamo pienamente consapevoli che, come comunità, sapremo vincere questa sfida che ci consentirà raggiungere una maggiore percentuale di raccolta differenziata e, per l’effetto, di godere di un ambiente più pulito».

«Il vero cambiamento – continua la nota – che è essenzialmente culturale, dipende da ciascuno di noi, dal nostro senso civico e dalla collaborazione che siamo disposti a prestare. Solo facendo ognuno la propria parte con serietà e costanza riusciremo a costruire un percorso ottimale per il futuro della nostra comunità». (rrc)