di PINO NANO – Ieri sera a Roma in Campidoglio l’Accademia Calabra ha esordito presentando ai calabresi di Roma La Calabria delle Meraviglie, l’ultimo libro di Arcangelo Badolati, uno dei più severi studiosi italiani della ‘ndrangheta.
«Si è vero – esordisce sorridendo il giornalista Arcangelo Badolati – “La Calabria delle meraviglie” è un libro che racconta come in ogni luogo caratterizzato dalla presenza delle ‘ndrine esistano, al contrario, cose meravigliose, una sequela di donne e uomini calabresi che hanno segnato con le loro intuizioni culturali ed artistiche la storia della umanità, uno studio originale ed entusiasmante che consente al mondo di guardare alla Calabria con un occhio finalmente diverso».
Arcangelo Badolati dimostra, insomma, come la «Calabria sia ricca di città sepolte, miti omerici e grandi siti archeologici, e come sia stata patria di legislatori, architetti, poeti, condottieri e atleti dell’antichità, terra di Papi dimenticati, di Santi ed eremiti, di greci e bizantini, madre segreta dei Bronzi di Riace e del Toro cozzante di Sibari, come dei misteriosi “monumenti” di pietra di Nardodipace, Stilo, Campana e Davoli. Ma è la Calabria che in passato ha conquistato, con le mille tracce del suo passato, il cuore di archeologi di fama come Paolo Orsi e di glottologi d’infinita curiosità scientifica come Gerhard Rohlfs».
L’appuntamento – moderato dal giornalista del TG2 Peppe Malara – si è svolto nella Sala del Carroccio per un pubblico importante, vertici della magistratura, del notariato, dell’avvocatura, della Pubblica Amministrazione, dell’Università e del giornalismo, una fetta di calabresi che da anni ormai vivono e lavorano a Roma.
«Abbiamo voluto presentare questo libro nel cuore della Capitale – spiega l’avvocato Giacomo Francesco Saccomanno, Presidente dell’Accademia di Calabria – perché è l’esatto contrario della Calabria della ‘ndrangheta, l’esatto contrario della Calabria delle faide, l’esatto contrario del mondo organizzato del crimine».
Un libro scritto per giunta da un cronista che questa volta supera sé stesso scrivendo di cronaca bianca, o meglio di cronaca rosa, o meglio ancora di storia, di archeologia, di letteratura, di antropologia.
Arcangelo Badolati lo confessa a se stesso, per la prima volta nella sua storia di cronista butta alle ortiche la sua immensa conoscenza delle ‘ndrine e dei boss che per anni hanno dominato e devastato la sua terra e sposa la causa delle bellezze naturali, dei tesori dell’arte che pure esistono in Calabria, dei miti e dei personaggi che l’hanno resa famosa nei secoli.
Dicevamo dell’Accademia Calabra, una Associazione appena nata e che ha fortemente creduto in questo evento. Tra i soci fondatori figurano Giacomo Francesco Saccomanno, che ne è il Presidente, Domenico Naccari, Vice Presidente, e i consiglieri Antonio Polifrone, Andrea Bisciglia, Anna Caparra, e Giuseppe Germanò, in sostanza un gruppo di vecchi amici, pieni di passione civile e di grande amore per la terra di origine e che qui a Roma pur avendo conquistato posizioni importanti di lavoro e di rappresentanza istituzionale continuano a sognare di poter tornare un giorno a casa propria. Bella serata romana, non c’è che dire. (pn)