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CATANZARO – Il decennio francese in Calabria, un rapporto stretto fra Francia e Calabria

C’è un legame profondo fra la Calabria, il Mediterraneo e i francesi, che è stato approfondito nel corso di un incontro organizzato dall’Alliance Française di Catanzaro attraverso la presentazione del libro dell’ingegnere Roberto Avati, Traduzione commentata delle Memorie di Remy d’Hauteroche e Antoine Grandjean.

«I rapporti tra Calabria e Francia sono sempre stati molto stretti – ha sottolineato la presidente Fernanda Tassoni – .Ad esempio, Re Francesco I ha preso il suo nome da un nostro santo, San Francesco di Paola. L’opera di Avati è molto interessante: nel leggerla si viene letteralmente trasportati nel periodo raccontato e si ha una descrizione minuziosa e molto significativa dei comuni della nostra Provincia».

All’incontro è intervenuto il generale dell’esercito Salvatore Moschella, cultore di storia militare che ha scritto la prefazione del «Questi soldati, appartenenti alla Grand Armée, protagonisti di quegli anni, dal loro osservatorio privilegiato, furono attori e testimoni di fatti avvenuti tra il 1807 e il 1810 che videro direttamente e vollero descrivere. Il decennio francese sottrasse la Calabria e i calabresi ad un secolare isolamento ed all’arretratezza economica, amministrativa, giuridica e sociale tipica delle strutture feudali. Avati è un attento custode della memoria del nostro territorio e con la sua opera accende nuove luci su questo periodo storico e fa rivivere il territorio calabrese ed i suoi abitanti».

«Avevo un antenato – ha raccontato Avati – che partì con altri calabresi, guidati da Gioacchino Murat, alla volta della Russia dove trovò la morte. Nel rintracciare la sua carriera militare mi sono interessato ai problemi di quel decennio. Remy d’Hauteroche e Antoine Grandjean non presero parte a grandi battaglie, come quella di Maida, ma parteciparono alla lotta al brigantaggio. Quello che colpisce nelle loro memorie è la descrizione della società calabrese in quel periodo caratterizzata da faide che interessavano non gruppi criminali ma persone della borghesia per questioni, soprattutto, sentimentali. Inoltre, scrivono parole ricche di apprezzamento per Catanzaro e Reggio ma non per Cosenza».

«Ringrazio – ha concluso Avati – l’Alliance Française per l’incontro organizzato con interventi e un pubblico di spessore. Ho sempre sostenuto che i catanzaresi hanno un livello culturale più elevato rispetto a tutti i calabresi e questo appuntamento ne è stato la conferma». (rcz)

In copertina, da sinistra, Roberto Avati, Fernanda Tassoni e Salvatore Moschella.