di EMILIO ERRIGO – In Calabria non sono stati sufficienti secoli di sofferenze e crudeltà arrecati dai conquistatori, e dominatori, agli abitanti delle Comunità Costiere da depredare, i quali dall’antica Grecia si spingevano fino alle acque degli antichi borghi allora abitati dagli Itali e dai Bruzi, ora dai Calabri o Calabresi.
Poi la cronistoria degli eventi più dolorosi e delle dominazioni si sono susseguiti dopo la dittatura della seconda dominazione Borbonica (1815-1860), fino alla avvenuta annessione al Regno d’Italia(1861).
Dal 1861 al 2021, certo che la vita dei Calabresi d’Italia che abitano in Calabria, non è più quella di un tempo fatta di inenarrabili crudeltà e miseria infinita, che oggi sicuramente sarebbe da considerarsi indegna per ogni essere vivente chiamato impropriamente umano.
La nascita della Repubblica e dei conseguenti solenni principi, valori, diritti e doveri, affermati nella Carta Costituzionale, hanno reso la vita più giusta, libera, dignitosa e sicura sotto molteplici aspetti sociali. Recentemente ho voluto trascorrere un breve ma molto intenso periodo in Calabria. L’ho girata in macchina, in treno a piedi e bicicletta, in lungo e in largo, da nord a sud, dallo Ionio al Tirreno e Adriatico.
Quanta bellezza umana, che Gente solidale, Uomini e Donne sempre sorridenti e accoglienti, ospitali, garbati e innamorati della loro terra.
Percorrendo la Statale litoranea 106, denominata della morte, in ragione degli innumerevoli incidenti stradali mortali, per poi immettermi nella Autostrada Reggio Calabria – Salerno, i miei occhi venivano attratti dai colori verde e arancione, a destra e sinistra delle carreggiate. Migliaia e migliaia, di alberi da frutta e agrumi a grappoli colorati a fare da compagnia ai numerosi guidatori di automobili e altri occupanti, come se la natura in una tratto di clemente bellezza, volesse essere grata della loro presenza in Calabria.
Allora vi prego, non fate piangere la Calabria, non dimenticatevi del mare, dei boschi, della natura ancora incontaminata per assenza di industrie inquinanti, andate a visitare i numerosi Parchi Nazionali e Giardini Storici, i Musei e i beni culturali in essi custoditi di rara bellezza artistica scultorea.
Vi prego non fate più piangere i Giovani nel mentre partono in cerca di migliori opportunità, abbracciando con un arrivederci i loro famigliari. Il mare non accoglie più le lacrime dei tanti Giovani i quali con cadenza oramai periodica lasciano la Calabria per raggiungere città e nazioni diverse. È mai possibile fermare questo esodo dal Sud interminabile?
Il nostro neo caro Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha in mente delle idee e progetti in tal senso? (em)
[Emilio Errigo è nato in Calabria, docente di diritto Internazionale e del Mare e Generale in ausiliaria della Guardia di Finanza]