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Le Muse alla Casa della Memoria di Giuseppe Berto

CAPO VATICANO (VV) – Le Muse alla Casa della Memoria di Giuseppe Berto

L’Associazione Le Muse di Reggio Calabria è stata a Capo Vaticano, nella Casa della Memoria che fu del filosofo Giuseppe Berto, per la presentazione del libro di Nicolino Lasorba Il senso della mia vita.

Numeroso il pubblico presente presso l’area riservata agli eventi culturali della villa che da poco tempo è entrata a fare della rete nazionale delle Case della memoria, prima sede deputata in Calabria. A presentare la serata il professore Giuseppe Livoti, presidente del sodalizio reggino che ha, sin da subito, ribadito come il luogo ospitante, vive proprio grazie all’opera di Antonina, figlia del noto scrittore Giuseppe, drammaturgo e sceneggiatore italiano che nel 1964 pubblica “Il male oscuro” Premio Viareggio e Campiello. Un caso letterario, di un romanzo che ripercorre autobiograficamente la vita dell’autore alla ricerca delle radici della sua sofferenza, un’ opera da cui verrà tratto un film, diretto nel 1989 da Mario Monicelli.

«Giuseppe Berto, questa sera – ha continuato Livoti – ha un collegamento ideale con la famiglia dell’autore Lasorba poiché acquistò un terreno a Capo Vaticano, in Calabria, dove, bonificata la sterpaglia, edificò una villa destinata a diventare il suo rifugio per gran parte dell’anno “l’isola degli aranci sta dall’altra parte celeste e gialla e un poco verde nella sua breve lontananza e in mezzo c’è un piccolo tratto di mare proprio piccolo ma non ho il coraggio di passarlo, padre non ho coraggio, (…) e del resto non tutti coloro che volevano la terra promessa poterono giungervi, non tutti furono degni della sua stabile perfezione, e così verso sera cerco un posto da dove si possa guardare la Sicilia, di notte l’altra costa è una lunghissima distesa di lampadine con segnali rossi e bianchi (…) ecco qui mi costruirò con le mie mani un rifugio di pietre e penso che in conclusione questo potrebbe andar bene come luogo della mia vita e della mia morte” (Il male oscuro, cit.)».

«Oggi – ha aggiunto – un rappresentante di questa famiglia che vendette il terreno è appunto Nicolino Lasorba il quale, con questo libro edito da Laruffa editore, racconta tra profonde memorie e visionarie scelte, il riscatto di una famiglia, la sua e quella di un territorio ovvero Capo Vaticano essendo oggi un manager di successo nel campo del turismo».

La presentazione è stata a cura della prof.ssa Rossana Rossomando, delegata Muse alla poesia la quale, sin da subito, ha ricordato al numeroso pubblico come l’autore parla della sua vita in termini semplici ma costruttivi, che evidenziano fatti ed eventi che contraddistinguono il suo percorso, caratterizzato dalla sincerità ma anche dall’originalità dei suoi obiettivi personali. Lasorba recepisce insegnamenti trasmessi dai suoi genitori, messi in pratica da esperienze lavorative, in cui la radice “Capo Vaticano” è il luogo della sua narrazione tra amore per le tradizioni, per la famiglia, per la sua gente, in un lavoro di introspezione e di insegnamenti per il lettore.

L’autore si è soffermato sulla necessità dell’uomo di oggi di rileggere la propria storia, lasciando sempre una certa distanza, storicizzandola tra pensiero e vita poiché per essere autentica la vita deve discendere nell’oscurità. Importante la presenza ed il saluto delle autorità tra le quali ricordiamo il senatore Francesco Bevilacqua che ha ribadito come anche la scrittura aiuta a capire non solo l’animo di chi scrive ma anche i luoghi identitari come quelli calabresi, mentre il sindaco di Spilinga, Enzo Marasco, ha accolto il libro come momento biografico di un uomo di successo che esalta nella scrittura e nella pratica attiva e fattiva, i territori con la sua instancabile attività e con la promozione del senso del bello che appartiene alla Calabria intera.

Vari momenti di lettura sono stati eseguiti a cura del Laboratorio di lettura Interpretativa diretto da Clara Condello con la presenza e partecipazione di Santina Milardi e Patrizia Pipino(rvv)