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CASTROVILLARI (CS) – Il libro di Ballarati in una top ten Amazon sul Regno delle due Sicilie

“La Storia proibita dei Borbone, Regno delle Due Sicilie, nient’altro che la verità” edito nel 2018 da Iuppiter e scritto dall’autore castrovillarese, Antonino Ballarati, è classificato tra i dieci migliori libri sul Regno delle Due Sicilie.

Lo ha reso noto, con grande soddisfazione, lo stesso scrittore dell’area del Pollino, a partire da una selezione di Amazon, come presenta e richiama un articolo di Notizie scientifiche.it (che partecipa al Programma Affiliazione Amazon Eu) al grande pubblico di lettori su opere che approfondiscono diversi aspetti di questo particolare periodo storico, facendo luce su eventi significativi e dinamiche socio politiche causa dei cambiamenti di cui conosciamo gli esiti.

Libri, come quello pluri riconosciuto di Ballarati, riconsegnano dignità e decoro alla storia ed alla identità delle donne e uomini del Sud, prendendo forza da ricostruzioni documentali, attenti quanto scrupolosi come il piglio dello scrittore castrovillarese opera ne “La Storia proibita dei Borbone”.

Il Risorgimento, come, forse, non era mai stato raccontato e, comunque, riletto a proposito per aiutare le nuove generazioni a capire, districare e conoscere meglio le vicende che caratterizzarono l’Unità d’Italia, il Meridione, nella coscienza dell’appartenenza che ci anima e ci caratterizza con le capacità che possediamo, rivive nelle 196 pagine di Ballarati.

Il riscatto del Sud, tra Cultura, Intelligenze, Vocazioni, e Patrimoni, è il fil rouge che lega i capitoli del libro, mossi dalla passione per la “Terra” che bisogna far ricomprendere, riconsegnando verità alle popolazioni del “Regno delle Due Sicilie” le quali si erano imposte nell’Europa di quei Tempi dando il senso di un Mezzogiorno che era forte proprio di ciò che lo costituiva.

Un lavoro editoriale, tra gli altri nella Selezione, che si propone, con temperamento, attualità di sguardo e personaggi indimenticabili, di far reincontrare ciò che abbiamo ereditato e dobbiamo saper riguadagnare e promuovere a sostegno di quel bene comune che bisogna apprezzare sempre più, orgogliosi per quello a cui abbiamo contribuito a rendere e che ancora possiamo offrire all’economia locale ed europea.

Non a caso per Antonino Ballarati i dati parlano da soli: il Sud ha perduto tanto nell’unificazione offrendo, però, molto per la nascita dello Stato Italiano. S’immagini- per dare il senso dello stato di salute economica del Meridione in quegli anni, come riporta uno studio de Il Sole 24 ore del 17 marzo 2011- che prima dell’Unità d’Italia nel Regno di Napoli vi era un Prodotto interno Lordo quasi doppio rispetto a quello piemontese. Fatti che fanno ulteriormente capire e ci fanno riflettere, insieme ad altre documentazioni legate, per esempio, al trasferimento di macchinari industriali al nord, alla chiusura nel 1862 di opifici tessili, cartiere, ferriere della Calabria, concerie oppure al cambio di affidamento di lavori pubblici da realizzare nelle province duosiciliane-come viene ricordato nel libro “La resistenza duosiciliana” edita da Capone- cosa eravamo veramente. (rcs)