Buona la prima per la rassegna Edizione straordinaria al Comunale, con la direzione di Salvatore Emilio Corea, che ha preso il via al Cine teatro Comunale di Catanzaro con lo spettacolo La Città delle Pietre con i ragazzi del Teatro di Mu.
Una piacevole occasione per festeggiare il superamento delle limitazioni vigenti nei luoghi della cultura, in ossequio delle misure di contenimento anti-covid, nel modo che più viene naturale al teatro: ritrovandosi davanti ad un palco, in una platea piena.
«Voi pensate di essere pochi, ma per noi dopo un anno e mezzo di chiusura, siete tantissimi», ha detto il direttore artistico del teatro, Francesco Passafaro, salutando il pubblico.
La Città delle Pietre, con la partecipazione di Pasquale Rogato nel ruolo di Evut e Ludovica Romani nel ruolo di Margherita, è uno spin-off di uno spettacolo scritto da Salvatore Emilio Corea – attore, sceneggiatore e regista – andato in scena per la prima volta a Nardodipace in occasione del Megalithos Festival (diretto da Danilo Gatto): l’adeguamento sul palcoscenico del Comunale ieri sera è stato ottenuto grazie alla collaborazione di alcune delle ragazze-attrici.
Gli allievi e le allieve del direttore artistico Salvatore Emilio Corea hanno letto e sentito varie leggende a riguardo e ne hanno voluto scrivere una propria e originale. Dal Geosito di Nardodipace, diventato la dimora dei figli di nessuno, i bambini scacciati dalla Terra del Dove che vivono ai margini di una civiltà di un tempo che fu nascosti e protetti dai megaliti, arrivano a Catanzaro.
Anche al Comunale va in scena l’eterna lotta tra il bene e il male, attualità di una storia che si ripete nei secoli dei secoli e prima di tutti i tempi, in cui i protagonisti e le protagoniste si organizzano e combattono per ristabilire il ciclo naturale del proprio mondo stravolto dalla cattiveria e dalla violenza, con energia e talento viene messo in scena con un caleidoscopio di sentimenti ed emozioni: dalla commozione alla drammaticità, dall’ironia al divertimento, prende corpo la parabola della vita che scorre nei gesti e nel racconto dei personaggi.
I nomi dei protagonisti sono una citazione che diventa omaggio ad importante filone di letteratura; da Ciaula (Pirandello) a Blimunda (Saramago), Puck (Shakespeare), Dulcinea (Cervantes), Fedra (Seneca e Racine), Cosette (Hugo), giusto per fare qualche esempio.
“Siete stati grandi, ci avete fatto tornare a sorridere, a sperare – ha detto Salvatore Corea ai ragazzi -. E’ una soddisfazione enorme per me questa sera poter abbracciare qualcuno e dire “Ce l’abbiamo fatta”. Il nostro compito è cercare di scegliere bene i nostri sogni in modo da poter crescere in libertà e fantasia”.
Prossimi appuntamenti, sempre al Teatro Comunale di Catanzaro, sabato 16 ottobre “La Libertà del terrore (alla Corte di un Re Maiale) della Scuola di Teatro “Enzo Corea” Pentone e Fossato Serralta); sabato 30 ottobre “Quello che non ho (e quel che non mi manca) – quarant’anni di Indiano della Compagnia del Teatro di Mu. (rcz)