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Promotorio Capo Colonna

CROTONE – 3 milioni di euro per la messa in sicurezza del Promotorio di Capo Colonna

3 milioni e 200 mila euro è la somma stanziata per gli interventi di difesa costiera del promotorio di Capo Colonna. Lo ha reso noto la consigliera regionale Flora Sculco.

«È il risultato – ha spiegato il consigliere regionale – insieme al presidente f.f. Nino Spirlì, all’assessore ai Lavori Pubblici, Domenica Catalfamo, e all’assessore all’Ambiente, Sergio De Caprio, e i tecnici della Protezione Civile e dei dipartimenti Ambiente e Lavori Pubblici.

«Sono decenni – ha aggiunto – che si parla del fenomeno dell’erosione costiera a Capocolonna, che sta gravemente e drammaticamente compromettendo un’area di particolare pregio. Anni in cui tanto si è detto, ma poco o nulla si è fatto, nonostante l’immenso valore, non solo naturalistico e paesaggistico, ma soprattutto archeologico, storico, culturale ed identitario del promontorio lacinio, un vero e proprio scrigno di un patrimonio di rilevanza mondiale».

«Mettere in sicurezza la nostra Colonna – ha detto ancora la  consigliera Sculco – simbolo della città e della Calabria intera, e il santuario dedicato alla nostra Matrona, Maria di Capocolonna, è l’obiettivo principale di questa azione, messa in campo dalla Regione. Vista l’importanza che Capocolonna riveste, non solo per la città di Crotone ma per tutta la Calabria, la Regione ha deciso di ritenerla una priorità assoluta e per questo di intervenire, in somma urgenza, con risorse proprie e considerevoli».

«Si tratta – ha detto ancora – di realizzare un adeguato sistema di protezione, tutela e salvaguardia della costa, una vera e propria barriera contro l’erosione costiera.
Non posso che riconoscere, e per questo apprezza e ringraziare, l’immediata disponibilità, in primo luogo, del presidente Spirlì e poi degli assessori competenti e dell’intera Giunta regionale, che non hanno esitato a rendere disponibili ingenti risorse a vantaggio della città di Crotone e di un luogo simbolo che sta a cuore a tutti i calabresi, e soprattutto segnalare la prontezza con la quale si è voluto intervenire». (rkr)