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Al Porto di Gioia Tauro sorpasso di due super portacontainer

Direttiva Ets, nessuna deroga dall’Ue per il Porto di Gioia Tauro

La Commissione Europea non prevede deroghe della direttiva Ets per il porto di Gioia Tauro. È quanto ha riferito un portavoce della Commissione alla Gazzetta del Sud, intervistata in merito agli effetti negativi della misura sulle emissioni inquinanti sul Porto di Gioia Tauro, la cui entrata in vigore sarebbe per gennaio 2024.

Tale direttiva, infatti, introduce tasse a chi usa combustibili fossili sulle navi nel Mediterraneo e quindi rischia di penalizzare il porto di Gioia Tauro a vantaggio dei porti extra Unione europea.

«Nell’ambito del Green Deal europeo – ha spiegato il portavoce della Commissione europea – abbiamo adottato diverse proposte legislative per rendere il settore del trasporto marittimo più pulito e sostenibile. Queste nuove misure, inclusa l’estensione del sistema di scambio di quote di emissioni dell’Unione Europea (Ets) al trasporto marittimo, sono necessarie poiché abbiamo bisogno che tutti i settori contribuiscano con la loro giusta quota al nostro sforzo di decarbonizzazione».

«L’industria marittima accoglie favorevolmente l’inclusione del settore nell’Eu Ets – ha spiegato ancora – poiché offre flessibilità nel rispettare gli obblighi di riduzione delle emissioni e perché dovrebbe stimolare gli investimenti per decarbonizzare il settore. L’Eu Ets non distingue tra navi Ue e navi non Ue. Nel gennaio 2024, sarà esteso per coprire le emissioni di Co2 di tutte le grandi navi (di stazza lorda pari o superiore a 5.000 tonnellate) che entrano nei porti dell’Ue, indipendentemente dalla bandiera che battono. Il sistema riguarderà il 50% delle emissioni derivanti da viaggi che iniziano o terminano al di fuori dell’Ue (consentendo al paese terzo di decidere un’azione adeguata per la quota rimanente di emissioni), il 100% delle emissioni che si verificano tra due porti dell’Ue e quando le navi si trovano all’interno dei porti dell’Ue».

Riferendosi al rischio per Gioia Tauro di perdere traffici di transhipment in favore di realtà del Nord Africa, il portavoce ha spiegato come «a seguito dei negoziati, è stata inclusa nell’Et s una misura anti-evasione specifica per affrontare il rischio di delocalizzazione delle attività di trasbordo dai porti di trasbordo di container dell’Ue ai porti limitrofi extra-Ue».

«La Commissione sta attualmente lavorando a un atto di esecuzione, previsto per la fine dell’anno – ha concluso – per determinare i porti limitrofi extra-Ue dove il rischio di evasione è più elevato. Oltre a questa misura, la Commissione ha l’obbligo di monitorare da vicino le tendenze del mercato e l’efficacia della misura antievasione già concordata. Se necessario, la Commissione reagirà rapidamente per proporre misure complementari».

Per Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo, «l’ipotesi di inserimento dei porti nord africani nella direttiva ETS segna un passo avanti in difesa dei porti europei».

«La Commissione europea in queste ore – ha spiegato – ha aperto un confronto sull’atto di esecuzione della Direttiva ETS sui porti di trasbordo vicini, una grande passo avanti per proteggere il porto di Gioia Tauro. La misura è specificamente progettata per combattere l’evasione portuale e proteggere i porti di trasbordo europei. La cosiddetta regola della 300 miglia prevede la redazione di una lista di porti di trasbordo di paesi extra-UE che saranno soggetti a ETS, parificandoli ai porti europei».

«L’atto già include East Port Said in Egitto e Tanger Med in Marocco. Continuiamo a lavorare con i sindacati, le autorità portuali e istituzioni al fine di risolvere appieno la questione – ha continuato –. Ho incontrato ieri i rappresentanti di Assarmatori a Bruxelles per ascoltare e affrontare insieme il problema, così come in precedenza ho incontrato a Gioia Tauro i sindacati, le parti sociali e il presidente dell’autorità portuale al fine di sciogliere i rimanenti nodi».

«È inaccettabile che vengano rilasciate interviste anonime su una questione così delicata – ha concluso – e occorre serietà e responsabilità per lavorare insieme a soluzioni reali volte a salvaguardare i lavoratori, garantire la competitività europea e lo sviluppo economico del Mezzogiorno». (rrm)