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Giovambattista De Sarro e Franco Romeo

Fruttuosa collaborazione di Unical e UMG per il “Dulbecco Institute“

Delineate le linee di ricerca per i progetti del Renato Dulbecco Institute di Lamezia. Su convocazione del rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro prof. Giovambattista De Sarro si è riunito presso la sala del Rettorato un comitato misto del CTS cui hanno partecipato qualificati docenti degli Atenei di Cosenza e di Catanzaro. Presenti per l’Unical il prof. Sebastiano Andò, già preside della Facoltà di Farmacia da oltre vent’anni, il prof. Massimo La Deda, nanotecnologo di fama internazionale, e la prof.ssa Anna Mastroberardino, allieva del prof. Giancarlo Susinno del Dipartimento di Fisica, il quale fa parte del Consiglio Scientifico Internazionale. Presenti per l’UMG di Catanzaro, oltre al Magnifico Rettore, i proff.  Pierfrancesco Tassone, Piersandro Tagliaferri, Mino Pelaia, Enzo Mollace, presidente della Nutramed dell’Univetrsità di Catanzaro e il prof. Stefacno ALcaro, direttore della Chimica Farmaceutica, già in diretto contatto con il prof. Crea.

In particolare, Tassone e Tagliaferri, oncologi di fam ainternazionale,  che già svolgono attività di ricerca sugli anticorpi monoclonali e su Car-T e Car-NK contro il cancro e vari tipi di leucemia. Dopo la caratterizzazione di questi nuovi agenti terapeutici, si procederà secondo standard GMP allo sviluppo preclinico di tali prodotti e delle pronectine e successivamente si approderà alla fase I presso il Policlinico di Germaneto. L’originalità di tali ricerche consentirà di poter accedere con successo a risorse finanziarie regionali, nazionali ed europee.

A tali progetti guidati dal prof. Crea contribuiranno il prof. La Deda e il prof. Andò. In particolare, La Deda assicurerà il suo contributo usando le nanotecnologie più avanzate, le quali consentono a nanoparticelle metalliche di localizzarsi elettivamente nei tessuti alterati (cancro, aree cerebrali in neurodegenerazione) laddove possono essere attivate e agire da pallottole magiche capaci di distruggere i tessuti malati. Inoltre, le nanoparticelle possono agire da carrier per farmaci, anticorpi monoclonali e pronectine, consentendo loro di raggiungere il tessuto alterato ed esplicare la massima efficacia terapeutica senza colpire i tessuti sani.

Il prof. Andò, da anni, svolge ricerche di avanguardia in collaborazione con il prestigioso Istituto oncologico di Aviano diretto dal prof. Gustavo Baldassare con ricerche volte allo sviluppo e produzione di frammenti di mab verso bersagli noti e si collegherà alle ricerche di Crea con lo studio di pronectine per la terapia molecolare personalizzata di tumori solidi (cancro della mammella e dell’ovaio).

Prezioso sarà il contributo della prof.ssa Anna Mastroberardino, il cui Dipartimento è particolarmente specializzato in ricerche in ambito radioprotezionistico. Difatti, i ricercatori sono in grado di determinare le dosi di radiazioni che arrivano alla popolazione esposta e, anche grazie a un dispositivo innovativo, di valutare la contaminazione interna dell’individuo, dell’ambiente e anche di prodotti alimentari. Pertanto, si sono stabilite proficue interazioni con i laboratori del prof. Vincenzo Mollace, molto esperto nel campo della tossicologia ambientale, essendo stato, tra l’altro, presidente dell’Arpacal in Calabria.

Particolarmente importante sarà l’interazione fra il prof. La Deda e il prof. Robert Nisticò dell’Università di Roma Tor Vergata, Principal Investigator presso l’EBRI Rita Levi Montalcini, nel campo della malattia di Alzheimer. Nello specifico, si potranno valutare gli effetti delle pronectine veicolate con nanoparticelle che consentono di superare la barriera emato-encefalica e raggiungere le aree dell’ippocampo responsabili del controllo dell’apprendimento e della memoria. In collaborazione con il prof. Antonino Cattaneo, presidente dell’EBRI,  e i suoi ricercatori si potrà studiare per la prima volta al mondo se le pronectine o anticorpi monoclonali saranno in grado di neutralizzare dei frammenti di beta-amiloide responsabili della morte cellulare e, pertanto, migliorare il quadro clinico di questa terribile malattia.

Altri progetti  in via di definizione, quello del prof. Mino Pelaia, in collaborazione con sir Salvador Moncada,  riguarda lo studio dei meccanismi patogenetici alla base delle malattie dell’apparato respiratorio da coronavirus, quello del prof. Lillo Bonina (virologo di fama internazionale dell’Università di Messina) e del prof. Alfredo Focà, già direttore della Microbiologia dell’UMG, si occuperà del ruolo delle pronectine nel controllo in vitro delle alterazioni da coronavirus.

Infine, le ricerche sulle lesioni dell’apparato cardiovascolare indotte da coronavirus e lo sviluppo di nuovi farmaci saranno condotte dal gruppo del prof. Enzo Mollace dell’UMG e dal prof. Franco Romeo del Policlinico Tor Vergata di Roma.

Il prof. Pino Nisticò ha comunicato, inoltre, che mentre si procede alla preparazione dei progetti scientifici definitivi, nel contempo si stanno valutando, sotto la direzione del prof. Crea, le eventuali modifiche dei laboratori della Fondazione Mediterranea Terina, tenendo conto delle esigenze funzionali del Renato Dulbecco Institute.

Infine, si sta finalizzando anche il project financing cui è particolarmente interessato il sindaco di Lamezia Terme, avv. Paolo Mascaro, il quale ha già convocato con ammirevole tempismo una riunione con i suoi esperti nel campo economico e finanziario.

Ampia soddisfazione è stata espressa dalla Presidente Jole Santelli della notizia pubblicata dal Sole 24 Ore che riferisce dell’importante iniziativa della realizzazione del Renato Dulbecco Institute a Lamezia Terme.

È ovvio che il progetto – ha precisato Pino Nisticò – dovrebbe essere ribattezzato “progetto Santelli”, in quanto grazie al suo entusiasmo e sensibilità sta favorendo il rientro di Crea dalla California dopo circa 40 anni. Trattasi, infatti, di un progetto internazionale e multidisciplinare che soltanto il Presidente della Regione può seguire in maniera integrata per le sue implicazioni non solo nella ricerca di avanguardia, ma anche nel trattamento di malattie ancora incurabili, come pure nel campo industriale e della Bioeconomia.

Il progetto era stato già lanciato nel 2019 da lui  (denominato “Progetto Calabria Silicon Valley”) insieme con l’on. Lorenzo Cesa, il quale ha assicurato di mettere a disposizione della Fondazione Renato Dulbecco il suo lungo e profondo know how dei meccanismi per l’impiego dei fondi dell’Unione Europea.