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Eugenio Sangregorio

L’OPINIONE / Sangregorio (Usei): La decadenza del sen. Adriano Cario

Riceviamo dal deputato Eugenio Sangregorio (eletto nella circoscrizione Estero) una sua nota a proposito della decadenza del sen. Adriano Cario votata dalla Giunta delle elezioni e della Immunità Parlamentari del Senato.

«Abbiamo letto e riletto con la dovuta attenzione la Relazione della Giunta delle Elezioni e delle Immunità Parlamentari del Senato – comunicata alla Presidenza il 25 novembre 2021 – della relatrice Senatrice Grazia D’Angelo, sulla contestata elezione del senatore Adriano Cario e senza alcun dubbio possiamo affermare che la stessa è condivisibile nelle meotivazioni e conclusioni.

In effetti la relatrice D’Angelo con precise e puntuali argomentazioni, ha proposto alla stessa Giunta ed all’Aula del Senato, la convalida dell’elezione del senatore Adriano Cario, sul presupposto dell’infondatezza di quanto denunciato dal candidato del PD Fabio Porta con il suo ricorso.

Preliminarmente ha rilevato la “manifesta tardività del ricorso presentato il 16 Aprile 2018” ed in effetti ha ragione nel dichiararlo tardivo, poiché il legislatore, anche al fine di contemperare tutti gli interessi in conflitto, ha inteso dare rilievo al principio di certezza dei rapporti in materia elettorale, prevedendo rigorosi termini di decadenza entro i quali gli atti vanno posti in contestazione, decorso inutilmente i quali, i risultati elettorali diventano inattaccabili, essendo, tra l’altro, irrilevante la circostanza che il soggetto leso abbia percepito tardivamente la sussitenza di specifici vizi delle operazioni elettorali.

Nel merito la relatrice afferma che “è stata effettuata una complessa ed articolata istruttoria svolta dalla Giunta, anche tramite un Comitato appositamente istituito”, e che “le verifiche calligafiche – come accertate a campione dal consulente tecnico incaricato dal Tribunale di Roma hanno riguardato solo cinque sezioni sul totale generale delle sezioni – non sono e non possono essere considerate rappresentative di tutte le sezioni elettorali come pretenderebbe il candidato Porta e così ottenere l’annullamento dell’86,7% delle preferenze ottenute dal senatore Cario, ossia l’anullamento di ben 13.316 voti”.

Si è trattato, quindi, di “verifiche compiute su una ridottissima quantità di schede (per un totale di 375) rispetto alla ben superiore quantità complessiva di tutte le cento sezioni del Consolato di Buenos Aires, per un totale di 70.662 schede delle quali 21.972 espresse con la preferenza per Cario”.

La relatrice continua con la sua relazione evidenziando un’importante circostanza: “…si può ricavare che anomalie nelle percentuali elevate di voto non riguardano solo il senatore resistente nell’area dell’Argentina (Cario), ma lo stesso candidato Porta che ha registrato analoghe, elevate percentuali nell’area del Brasile e cioè il 61,65% del totale dei voti riportati dalla lista Partito Democratico”.

Si apprende, quindi che lo stesso Fabio Porta – che adombra dubbi con gravi affermazioni sugli elevati consensi ottenuti dall’avversario politico Cario – ha riportato una percentuale altissima di preferenze (61,65%) del totale dei voti riportati dal lista del PD, senza che però ciò desti meraviglia per alcuno!

La cosa che però sorprende e fa pensare, è l’intervento della relatrice senatrice D’Angelo nella seduta della Giunta delle Elezioni del 16 dicembre scorso, per l’individuazione del senatore subentrante nella Circoscrizione estero, allorquando dice: “nel concordare con le osservazioni del correlatore (senatore Cucca), rileva che l’ordine del giorno approvato dall’Assemblea contiene nelle premesse tutte le motivazioni a sostegno della proposta di individuare Fabio Porta come candidato subentrante. La Giunta pertanto è chiamata a un mero accertamento, anche in virtù dei precedenti richiamati” , votando, pertanto, a favore della loro proposta (relatori D’angelo e Cucca) sull’attribuzione del seggio vacante al candidato Fabio Porta.

Alla luce di quanto sopra detto, sorge spontanea una domanda: ma tutte quelle valide ragioni e fondate motivazioni che la relatrice D’Angelo aveva espresso nella Relazione comunicata alla Presidenza il 25 novembre scorso e che l’avevano indotta ad escludere l’attribuzione del seggio vacante al candidato Fabio Porta, e quindi al Partito Democratico, oggi come devono essere considerate?

In così breve tempo cosa ha spinto la senatrice D’angelo a cambiare opinione sul tema?

Forse Oscar Wilde quando dice che “la coerenza è degli sciocchi”?

Ai lettori la valutazione in merito a questa coinvolgente novela  e l’ardua risposta alla domanda posta!» (rp)