Successo a Reggio per il congresso nazionale dell’Aimas

Grande successo, a Reggio Calabria, per il 32esimo congresso nazionale Aimas, svoltasi al Teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria.

«Abbiamo ripreso le attività in presenza, fatto fondamentale quando si parla di scienza, di ricerca e di futuro e le abbiamo riprese da Sud, da Reggio Calabria, in una città e in una regione che, come noi festeggia un anniversario importante di storia e di cultura, che per noi sono i 70 dell’Aimas e per Reggio e la Calabria i 50 anni dal ritrovamento dei Bronzi di Riace», ha dichiarato Enrico Tomao, presidente di Aimas Generale Ispettore Capo, a chiusura dei lavori del congresso.

«Ricominciare – continua il Generale Tomao – vuol dire riprendere anche la sfida che ci vede proiettati negli spazi suborbitali e concentrati sugli studi internazionali sull’assenza di gravità che permetteranno all’uomo di vivere lo spazio in condizioni a oggi sconosciute».

Molte le riflessioni e il bagaglio scientifico con cui si esce da questa tre giorni dalla «Necessità di modalità sempre più elastiche, seppur basate su solidi dati scientifici, nella certificazione di idoneità al pilotaggio aereo nella prospettiva della sicurezza-volo – ha detto il prof. Felice Strollo, endocrinologo Irccs San Raffaele Pisana Roma, Vice-Presidente AIMAS e Segretario Generale ESAM (European Society of Aerospace Medicine) – nonché – continua – l’importanza del fattore umano (psicologico, neuropsicologico, di fatica operazionale, salute mentale) in ambito aeronautico e spaziale e aver avuto l’opportunità di fare il punto sullo stato dell’arte in medicina nucleare applicata al quotidiano e il rapporto fiduciario basato su un forte supporto diagnostico-terapeutico come cardine del rapporto fra medici del lavoro e lavoratori in ogni campo».

Un futuro che parla già al presente in termini di ricaduta socio-sanitaria «Se pensiamo – ha concluso Strollo – all’aeroporto del futuro già operativo in Canada e in Australia, come baluardo di salute locale e globale perché in grado, ad esempio, di analizzare in continuo le acque reflue e individuare la presenza di virus o perché, addirittura in grado di essere città-aeroporto sana e autosostenibile».

Parlare di medicina aerospaziale non ha significato soltanto toccare aspetti prettamente connessi al volo e alle risorse umane che vivono l’aerospazio ma valutare, ad esempio, il «sempre più ampio utilizzo in sicurezza della tecnologia in lavoratori con diabete (pari al 10% circa del totale) e lo sviluppo di test innovativi per lo screening dei soggetti daltonici, – dice ancora il prof. Strollo – i test cardiopolmonari nella diagnostica e terapia delle sindromi post-Covid, la valutazione e prevenzione del binomio sonno-fatica nei lavori più impegnativi e, non in ultimo, l’orientamento spaziale in volo e la rappresentazione visuospaziale nello spazio come modello utile di studio di modalità riabilitative nella neurologia clinica».

E da Reggio Calabria è stato divulgato lo studio inerente il Disorientamento Topografico Evolutivo (DTE) condotto da un gruppo di ricercatori italiani, guidati dall’Università di Sapienza ma di cui fanno parte anche specialisti dell’IRCCS San Raffaele di Roma, dell’Università dell’Aquila, del Rmas dell’Aeronautica Militare, dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia, dell’Università di Catanzaro e di quella di Bologna, che ha posto al centro della ricerca l’orientamento spaziale prendendo in esame 1.698 persone come ha spiegato il Tenente Colonnello Medico Paola Verde, Segretario Generale dell’AIMAS -. «Studio dal quale è emerso che circa il 3% delle persone è affetto da disorientamento topografico evolutivo».

«La ricerca – ha concluso il ten. Colonnello Verde – ha tenuto conto dei numerosi processi cognitivi coinvolti nella navigazione, come ad esempio, la capacità di spostarsi da un luogo all’altro, seguendo percorsi ed evitando di perdersi in ambienti nuovi e familiari. Meccanismi nei quali entrano in gioco la memoria, l’attenzione visiva e la capacità di immagazzinare le caratteristiche dei luoghi: fattori fondamentali che rientrano nella valutazione e comprensione di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer».  (rrc)

A Reggio il 32esimo Congresso Nazionale di Medicina Aeronautica e spaziale

Dal 5 al 7 ottobre, a Reggio Calabria si terrà il 32esimo Congresso Nazionale di Medicina Aeronautica e spaziale dell’Associazione Italiana di Medicina Aeronautica e Spaziale, una tre giorni che vedrà arrivare nella Città dello Stretto professori universitari, ufficiali medici, piloti, esperti e ricercatori da tutta Italia.

Dopo la prima sessione dedicata alla Medicina Regolamentare il Congresso si aprirà con il saluto delle autorità civili, militari ed ecclesiali e con la consegna del Premio scientifico “I Guidoniani”. Alla Lectio Magistralis incentrata sulla figura di Fulco Ruffo di Calabria, seguirà il Concerto dell’Orchestra del Liceo musicale “Gulli” diretta dal Maestro Cettina Nicolosi. Il 6 ottobre gli oltre 200 partecipanti dedicheranno un momento di ricordo al Generale ispettore capo del Corpo Sanitario Aeronautico, Manlio Carboni  recentemente scomparso  e poi si entrerà nel vivo dei lavori con le sessioni dedicate alla sicurezza del volo, alla medicina aerospaziale, agli aspetti neurofisiologici e neuropsicologici delle Neuroscienze aerospaziali.

«Questo convegno nazionale di medicina aerospaziale – ha dichiarato il presidente di Aimas Generale Ispettore Capo (a) Enrico Tomao – ha un significato particolare dopo  due anni di assenza , dovuta alla pandemia .Tutte le figure professionali  sanitarie che si occupano di aeronautica e spazio possono finalmente confrontarsi e dibattere dal vivo, di casi clinici specifici, di nuovi regolamenti,di ricadute sul mondo aeronautico delle più recenti scoperte scientifiche».

«È un appuntamento fondamentale questo di Aimas, che oggi festeggia i suoi 70 anni di vita, perché resta unico nel panorama sanitario italiano, così come unica resta la medicina aerospaziale che rappresenta il solo anello di congiunzione tra la medicina tradizionale  con le sue tante discipline ed  il mondo del volo».

Un momento per riflettere anche sulle recenti ricerche effettuate da una equipe di studiosi  sul fronte dell’orientamento spaziale , così importante per i nostri piloti. Tra le tante relazioni si parlerà dell’orientamento  spaziale e dei suoi estremi  e cioè da un lato di- individui con disorientamento topografico evolutivo (DTE) e dall’altro di piloti militari che con le loro straordinarie abilità visuo-spaziali rappresentano l’estremo opposto nonché il campione ideale per studiare la navigazione ambientale Proprio un gruppo di ricercatori italiani, guidati dall’Università di Sapienza ma di cui fanno parte anche specialisti dell’IRCCS San Raffaele di Roma, dell’Università dell’Aquila, del Rmas dell’Aeronautica Militare, dell’Irccs Fondazione Santa Lucia, dell’Università di Catanzaro e di quella di Bologna, hanno scoperto l’esistenza del DTE. Lo studio è stato condotto su 1.698 persone, di cui 1063 uomini, senza disturbi neurologici, di età compresa tra 18 e 35 anni e con una media di 14,8 anni di istruzione a tempo pieno.

«È emerso che circa il 3% delle persone è affetto da disorientamento topografico evolutivo – ha spiegato il Tenente Colonnello Medico Paola Verde, Segretario Generale dell’Aimas –. Nella navigazione sono coinvolti numerosi processi cognitivi come la capacità di spostarsi da un luogo all’altro, seguendo percorsi familiari ed evitando di perdersi in ambienti nuovi e familiari. Si tratta di processi che includono meccanismi come la memoria, le immagini mentali e l’attenzione alle caratteristiche dei luoghi. Una ricerca questa che insieme allo studio delle modalità di orientamento dei piloti militari potrebbe aiutare a comprendere ed a contrastare malattie come l’Alzheimer».

I settant’anni di Aimas saranno celebrati anche con uno speciale annullo filatelico nei giorni del congresso, che si chiuderà il 7 ottobre, dalle cui sessioni  non mancheranno spunti di riflessione utili a tracciare nuove piste di ricerca e di studio che dall’ambito della medicina aerospaziale potranno avere delle ricadute positive sull’intera comunità scientifica e sulla collettività. (rrc)