A Roma la mostra di Rino Barillari: il ragazzino di Limbadi, The King of Paparazzi

12 ottobre 2018 – Inaugurata a Roma con un parterre d’eccezione la bellissima mostra di Rino Barillari, the King of Paparazzi, al MAXXI, il Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo. Il celebre fotografo della “dolce vita” di felliniana memoria presenta 160 fotografie che raffigurano non solo i personaggi di una vita (dolce?) che non esiste più, ma è un vero e proprio percorso di immagini che racconta cinquant’anni di storia d’Italia e degli italiani che la sua avventurosa vita ha vissuto spesso da testimone oculare. Barillari è uno dei tanti figli di Calabria che è diventato famoso, senza mai dimenticarsi delle sue origini, con l’orgoglio di chi si porta sempre la propria terra nel cuore.
Nato a Limbadi (VV) Rino Barillari ha lasciato la Calabria a 14 anni ed è andato a Roma. Era il 1959 e quasi per gioco cominciò a fotografare, senza immaginare che sarebbe stata quello il suo futuro, costruito sugli scatti. Sono passati tutti davanti al suo obiettivo, ma per lo più erano scatti rubati, tanto che le botte che ha ricevuto dai fotografati che non gradivano essere ripresi (la rissa con Peter O’Toole lo consacrerà come re dei pararazzi) sono considerate oggi le stimmate di una carriera inimitabile e straordinaria. Barillari, però, non ha fotografato solo dive e divi, ma il suo obiettivo ha fermato tanti episodi, anche tristi, di un’Italia che cambiava, peggiorando: via Fani, piazza Nicosia, l’attentato di Fiumicino del 1973, le BR, la mafia Paul Getty mutilato di un’orecchio, il maxi processo a Riina e altri boss della mafia. Tutti però lo ricordano per le paparazzate nel mondo del cinema e dei personaggi del jet-set o della politica: la grande mostra al MAXXI rimedia, quindi, a questa “ignoranza” sulla sua vastissima produzione fotografica, offrendo una magnifica panoramica di immagini di grande suggestione.


L’istallazione, curata da Martino Crespi, fa parte del progetto ideato da Massimo Spano e Giancarlo Scarchilli, prodotto da Istituto Luce Cinecittà con il contributo della Direzione Generale Cinema del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, con il contributo di Mastercard e Champagne Pommery.
Tra le personalità e personaggi che non sono voluti mancare all’inaugurazione della mostra anche Matteo Salvini: Gianni Letta, Azzurra Caltagirone, Carlo Verdone, Beppe Fiorello, Pif, Tosca D’Aquino, Alessandro Haber, Lina Sastri, Mita Medici, Amedeo Goria, Massimo Dapporto, Yvonne Sciò, Valentina D’Agostino, Simona Borioni, Livia Azzariti, Cristina Pedersoli, per citarne qualcuno.

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Un libro edito da Istituto Luce CInecittà e Edizioni Sabinae raccoglie le foto della mostra, con le prefazioni di Irene Bignardi e Oliviero Toscani: a presentarlo al MAXXI ci ha pensato Laura Delli Colli, vicepresidente della Fondazione Cinema per Roma e presidente del Sindacato dei giornalisti cinematografici. Una clip video ha anche anticipato il documentario “Rino Barillari – The King of Paparazzi – la vera Storia” prodotto da Istituto Luce Cinecittà e da Michelangelo Film, che sarà proietatto al MAXXI all’interno della sezione Riflessi della Festa del Cinema di Roma, sabato 27 ottobre alle ore 21.30. Nel documentario le testimonianze su Barillari di vari protagonisti della scena culturale italiana: Giuseppe Tornatore, Carlo Verdone, Giuliano Montaldo, Walter Veltroni, Giancarlo De Cataldo, Bruno Vespa, Valerio Caprara, Enrico Lucherini, il giudice Antonio Marini, Andrea Andermann e Filippo Ceccarelli. La colonna sonora originale è di Andrea Guerra.
La mostra resterà aperta fino al 28 ototbre

Stupore e indignazione: la Calabria e l’Italia sono con Mimmo Lucano

2 ottobre – La notizia degli arresti (domiciliari) del sindaco di Riace Mimmo Lucano ha provocato molta indignazione e tanto stupore non solo in Calabria. Il presidente della Regione Mario Oliverio ha diffuso una nota di vicinanza al sindaco simbolo dell’accoglienza: «Non sono ovviamente a conoscenza – dice Oliverio – dei dettagli dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Mimmo Lucano, tranne quello che trapela in queste ore sugli organi dì informazione a seguito del comunicato diffuso dagli inquirenti. Sono però a conoscenza di chi sia Mimmo Lucano, della sua opera, della sua passione, del suo impegno indefesso per gli altri e soprattutto per i migranti. Sono – ancora – perfettamente a conoscenza di quello che era Riace un tempo e di quello che Riace è oggi. Sono perfettamente a conoscenza che il modello di integrazione di Riace è un faro, un modello appunto, un simbolo di quello che dovrebbe essere – e invece non è – l’accoglienza nel nostro Paese. Sono perfettamente a conoscenza che Mimmo Lucano è uomo di specchiata onestà e credibilità, che ha agito e agisce esclusivamente per gli altri e si batte per i diritti degli ultimi, dei poveri, di chi scappa dai loro paesi per guerre fame miseria .Di quelli che Mimmo chiama gli zeri. Per questi motivi sono dunque vicino a Mimmo Lucano e lo difenderò e lo aiuterò nella certezza che i tempi bui che stiamo vivendo troveranno alla fine un’uscita e che diritti dignità e libertà alla fine trionferanno. Mimmo Lucano non è solo e io sono con lui, oggi come ieri. Sono con lui perché lo ho conosciuto da vicino e so che è una persona onesta e semplice. Una persona che ha dedicato la sua vita per gli ‘ultimi della terra».

La manifestazione a Roma in piazza dell’Esquilino

Beppe Fiorello ha stigmatizzato con un «allora arrestateci tutti»: «Crederò in te più di prima. Qualcuno si porterà sulla coscienza la vita di un uomo straordinario, io lo so che Mimmo non sopporterà questa vergogna, ora cerco parole per difenderlo ma mi rendo conto che non va più difeso, va amato come lui ama il prossimo.
«Con l’arresto, – ha detto l’attore che nella fiction mai andata in onda impersona il sindaco Lucano – vacilla  il “mito” di un amministratore diventato famoso per il suo impegno in favore dei migranti, che in migliaia avevano trovato ospitalità nel centro della Locride. L’impegno di Lucano in favore dei migranti gli diede enorme notorietà anche a livello internazionale, tanto che nel 2016 la rivista americana “Fortune” lo inserì tra le 50 personalità più potenti nel mondo. I “guai” per Lucano cominciarono quando la Prefettura di Reggio Calabria, lo scorso anno, dispose un’ispezione nel Comune di Riace dalla quale emersero una serie di irregolarità nell’utilizzo dei finanziamenti governativi per la gestione dei migranti. I risultati dell’ispezione fecero scattare l’inchiesta della Procura della Repubblica di Locri da cui sono emersi gli illeciti che oggi hanno portato all’arresto di Lucano e della compagna, Tesfahun Lemlem».

Secondo Roberto Saviano «Questo governo, attraverso questa inchiesta giudiziaria, da cui Mimmo saprà difendersi in ogni sua parte, compie il primo atto verso la trasformazione definitiva dell’Italia da democrazia a stato autoritario. Con il placet di tutte le forze politiche. Nelle azioni di Mimmo Lucano non c’è mai finalità di lucro, ma disobbedienza civile».

A Roma questa sera in piazza dell’Esquilino una manifestazione di solidarietà nei confronti di Mimmo Lucano organizzata dal centro sociale Baobab, l’associazione di volontari che si occupa della gestione dei migranti nella Capitale, e dall’Arci. Centinaia di cittadini hanno chiesto la libertà per il sindaco. In piazza anche la segretaria della Fiom, Francesca Re David, rappresentanti dell’Anpi, degli studenti, di “Articolo 1-Mdp”, molti attivisti dei movimenti, rappresentanti del Pd, Radicali, Potere al Popolo e Liberi e Uguali e tanti cittadini accorsi spontaneamente.
«Colpendo lui – hanno detto i rappresentanti di Baobab in un post su Facebook –  si cerca di arrestare un’idea di convivenza, un’idea di società di pace.Riace era disabitata, oggi vive in un incontro di culture e persone di diversa provenienza. Riace ha dato uno schiaffo a chi ha dipinto il fenomeno migratorio come un problema, come una paura. Riace, nel suo piccolo borgo, ha dimostrato a tutti che la realtà è in mano nostra e che non c’è nulla di già scritto. L’accusa avanzata contro il sindaco Mimmo Lucano è quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, un reato legato alla condizione di esseri umani dichiarati fuori legge solo per la mancanza di un foglio, di un timbro. Lo Stato, oggi, fa la guerra al sindaco di un piccolo paese calabro perché ha cercato di aiutare degli esseri umani, perché ha deciso di rimboccarsi le maniche»

Secondo il vicepremier Luigi Di  Maio non c’è nulla da imputare allo Stato. «Questa è un’inchiesta della magistratura che nasce prima dell’insediamento di questo governo. Spero, quindi, che questo non diventi un caso politico. Evitiamo di enfatizzare modelli che poi finiscono addirittura arrestati. Quello che non accetto è che si accusi il governo quando questa è un’inchiesta della magistratura e mai come in questo momento a capo del Csm di certo non c’è uno vicino a noi».

Lo scrittore e impresario di spettacolo Ruggero Pegna, autore del libro antirazzismo “Il cacciatore di meduse”, ha dedicato questa riflessione alla vicenda del sindaco Lucano agli arresti domiciliari: «In un’area difficile della Calabria e del mondo, la sensibilità e l’umanità di un sindaco hanno costruito un esempio di straordinaria convivenza di etnie, fedi, culture, tradizioni, storie, colori, suoni, emozioni (e molto altro). La burocrazia più becera e una giustizia in cui, oramai, credono in pochi, hanno schiaffeggiato un simbolo di pace e, con lui, la Calabria più bella, chi ancora crede nei valori e nella dignità di ogni uomo, oltre ogni barriera e diversità, chi crede che il mondo non abbia confini e ognuno sia libero di sperare in una vita migliore per sé e i propri figli, nel segno di una fratellanza universale. A Mimmo Lucano, stima e solidarietà». (rrm)