Cimitero Migranti di Tarsia: Corbelli c’è l’impegno del presidente Occhiuto

Il presidente del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ha ringraziato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per aver accolto il suo appello e di aver annunciato, venerdì a Tarsia, in occasione della Giornata della Memoria, che “il Cimitero internazionale dei Migranti sarà completato, aggiungendo, che è un’opera umanitaria simbolo di una Calabria che accoglie”! «Conoscendo e apprezzando, da sempre, la sua particolare sensibilità per queste tematiche ed emergenze sociali, non avevo dubbi sulla sua risposta positiva, quando, oltre un anno fa, ho iniziato a interloquire con il presidente, e mio caro vecchio amico Roberto Occhiuto, su questo grande progetto di valore umanitario universale», afferma Corbelli, in una nota. In questi mesi mi aveva, infatti, sempre assicurato, rispondendo ai miei messaggi, che avrebbe completato questa grande opera umanitaria e venerdì, in una Giornata solenne, lo ha annunciato pubblicamente a Ferramonti di Tarsia, nell’ex Campo di Concentramento fascista più grande d’Italia, luogo di prigionia, ma anche di grande umanità, che per questo  quando ho iniziato, 10 anni fa, questa battaglia, ho scelto, d’accordo con il sindaco Roberto Ameruso e l’ex presidente della Regione, Mario Oliverio, per la realizzazione di questo grande Memoriale per le vittime dei naufragi, conosciuto e apprezzato dal Vaticano e nel mondo e oggetto anche di numerosi reportage di storiche testate, oltre che nazionali, anche internazionali arrivate in questi anni a Tarsia (come la più grande tv araba Al Jazeera, il più importante giornale del Brasile, O Globo, la Radio pubblica della Germania, Ard, il primo quotidiano della Svizzera, Neue Yurcher Zeitung, la Rivista internazionale Mare, Radio Vaticana… ), di libri (pubblicati in Francia e negli Usa e un altro in uscita in Germania), di ricerche universitarie, di report di studenti europei Erasmus, di tesi di laurea…

È un’opera di straordinario valore, unica al mondo, motivo di orgoglio per la Calabria e per l’intero Paese, che grazie all’attuale Governatore Occhiuto e all’ex presidente Oliverio sarà realizzata e consegnata all’Umanità e alla Storia. Per questa grande opera saranno ricordati dalle generazioni future  questi due Presidenti.

È dalla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013 – continua Corbelli – che lotto ininterrottamente, con il sostegno del sindaco Ameruso e del Comune di Tarsia,  per vederla realizzata per dare così dignità alle vittime dei tragici naufragi e dell’immigrazione e cancellare così quella disumanità di quei poveri corpi (uomini, donne e bambini), quasi tutti senza nome e senza volto, che vengono sepolti, con un semplice numerino, in tanti piccoli sperduti cimiteri, quasi tutti siciliani e calabresi, che di fatto ne cancellano così ogni ricordo e riferimento per i loro familiari dei lontani Paesi del Mondo che non sapranno mai dove andare un giorno a cercarli, per portare un fiore e dire una preghiera. Ricordo che i lavori del Cimitero internazionale dei Migranti, sono iniziati il 22 dicembre 2018, con il primo finanziamento (di 220mila euro) concesso dalla Regione, grazie all’allora Governatore Mario Oliverio. Purtroppo, ultimato questo primo stralcio, per colpa anche dell’esplosione della pandemia e della morte della povera, cara, indimenticabile Jole Santelli, i lavori si sono fermati, nonostante sia stato approvato, da diverso tempo, dai competenti uffici regionali, il progetto per il secondo finanziamento per il completamento dell’opera. Per poter sbloccare questo secondo contributo, che permetterà la ripresa e l’ultimazione dei lavori, manca la firma del Presidente della Regione che a breve adesso arriverà. Il Cimitero internazionale dei Migranti – ha concluso Corbelli – si sta realizzando in un posto fortemente simbolico, su una collina della Pace, un’area di oltre 28mila mq, immersa tra gli ulivi secolari, che resteranno, di fronte al Lago e al vecchio cimitero comunale, in parte ebraico, e a breve distanza dall’ex Campo di Concentramento fascista più grande d’Italia, quello di Ferramonti, luogo di prigionia ma anche di grande umanità, dove, durante la guerra, nessuno degli oltre tremila internati subì mai alcuna violenza. Soprattutto per questo, come ho detto, è stato scelto questo luogo storico per questa grande opera universale». (rcs)