Sede concorso funzionari Regione, il consigliere Corsi replica a Pietropaolo: Questione è politica

Il consigliere comunale di Catanzaro, Antonio Corsi, ha replicato all’assessore regionale Filippo Pietropaolo sul caso della sede della sede del Concorso per i funzionari della Regione, sottolineando che si tratta di «una questione politica».

«Anzi, geopolitica – ha sottolineato – perché sposta lontano dal Capoluogo, sede del governo regionale e quindi committente, la sede naturale di un concorso importante. Non è una questione di “capannoni”, come la liquida l’assessore con molta superficialità, anche se bisognerebbe capire perché due sedi private a Rende siano più economiche e vantaggiose per il Formez rispetto ad una sede di proprietà della stessa Regione e quindi gratuita. Tra parentesi, qualcuno informi l’assessore che l’Ente Fiera di Catanzaro Lido da innumerevoli mesi non è più hub vaccinale e quindi nulla impediva di utilizzarla. Magari, con questa occasione, la Regione avrebbe potuto fornire gli arredi utili anche per future selezioni, con un investimento rivolto alla collettività».

«Ma, lo ripeto – ha detto ancora – la questione va molto oltre i dettagli economici. Mi spiace che l’assessore, che è persona seria, nonché un imprenditore, non l’abbia colto. È il segnale che si manda all’esterno e cioè che Catanzaro è Capoluogo solo sulla carta e che le sue funzioni possono essere tranquillamente ripartite sul territorio. Il baricentro, piano piano, si sposta a Cosenza. La scusa è sempre quella: Catanzaro non ha le strutture, Catanzaro non ha i parcheggi, etc. Ma è solo una scusa perché le strutture, volendo, ci sono».

«E qualcuno – ha concluso – magari sarà il Formez a farlo, dovrà spiegarci la “centralità geografica” di Rende rispetto a Catanzaro. In futuro ci auguriamo che tutte le attività amministrative proprie del Capoluogo di Regione si svolgano nella sede naturale». (rcz)

L’assessore Pietropaolo: Polemica su sede concorso funzionari della Regione è surreale

L’assessore regionale all’Organizzazione e alle Risorse Umane, Filippo Pietropaolo, è intervenuto in merito alle polemiche «surreali» sulla sede di svolgimento del concorso indetto dalla Regione per il reclutamento di 113 funzionari di categoria D.

«Il concorso, come è noto – ha spiegato – è organizzato da Formez, che ha avuto incarico dalla Regione Calabria e che, come avviene in questi casi, ha affidato il servizio attraverso una gara di global service. Va da sé che, rispetto alla necessità di assicurare un efficiente svolgimento di un concorso con 10mila partecipanti, l’azienda che si è aggiudicata l’appalto ha fatto le proprie valutazioni di natura economica, tecnica e organizzativa».

«D’altro canto – ha aggiunto – è impensabile imporre forzature di natura politica verso un soggetto privato che si assume la responsabilità dell’organizzazione e che deve poter contare sulla disponibilità di strutture idonee. Una di queste strutture, per la città di Catanzaro, è certamente quella dell’ente fiera, che però non è stata finora disponibile perché utilizzata come hub vaccinale. Ricordo che per i concorsi dello scorso anno, data l’indisponibilità dell’ente fiera, abbiamo anche valutato l’utilizzo del PalaGallo, nel quartiere Corvo, che però non è stato giudicato idoneo in seguito ai sopralluoghi effettuati».

«La mancanza di una sede idonea in città – ha ddetto ancora – non è quindi una ‘storiella’, ma siamo certi che il problema potrà essere superato con il ritorno dell’ente fiera nella disponibilità del Comune di Catanzaro. Per questo ho chiesto ai dirigenti di Formez di confrontarsi con l’amministrazione comunale, e ho sentito il sindaco Nicola Fiorita per capire se la struttura è effettivamente disponibile perché venga valutata la possibilità di ospitare a Catanzaro gli ultimi due concorsi previsti il 24 maggio e il 7 giugno».

«Ho parlato, però, di polemiche surreali – ha concluso l’assessore Pietropaolo – perché è davvero incredibile che di fronte al lavoro che sta facendo la Regione per dare una opportunità di lavoro e di crescita a tanti giovani calabresi – saranno circa 800 le persone assunte nel 2023 dopo tanti anni di fermo assoluto sia riguardo alle assunzioni che alle progressioni, che alle procedure mobilità – il tema diventi la sede del concorso. Penso che sia anche una politica capace di avere una visione più ampia e concreta a fare un capoluogo di regione, certo più di un capannone». (rcz)

Concorso funzionari regione, Cgil, Cisl e Uil: Le promesse sono state disattese

I segretari di Fp Cgil, Cisl Pf e Uil Fpl, rispettivamente Alessandea BaldariLuciana GiordanoAntonio Bartoletti, hanno replicato all’assessore regionale all’Organizzazione e Risorse umane, Filippo Pietropaolo, in merito al concorso funzionari della regione.

L’assessore, infatti, aveva assicurato che l’iter fosse «corretto e rispettoso delle norme vigenti», ma le organizzazioni sindacali non sono d’accordo, anzi: in una nota congiunta hanno evidenziato come la replica «crea stupore ed  esige dei chiarimenti che ci saremmo risparmiati volentieri».

«Preliminarmente è necessario contraddire le affermazioni che attribuiscono alle OO.SS. del comparto pubblico – hanno scritto i sindacalisti – l’intenzione di assumere posizioni e avanzare richieste  che comprometterebbero il ricambio generazionale della Pubblica Amministrazione  in Calabria, nel sostenere che il bando prodotto dalla Regione per l’assunzione di 113  funzionari avrebbe dovuto essere strutturato diversamente e, per questa via, secondo  l’assessore, avrebbe escluso l’opportunità di partecipazione ai giovani. Allo stesso  modo, contestiamo l’attribuzione di richieste o pretese volte a produrre violazioni o  subdole operazioni per aggirare la legge in materia di reclutamento». 

«Invero, le scriventi, hanno sempre contrastato le operazioni della politica – viene evidenziato nella nota – variamente  intesa, che per anni ha creato e alimentato bacini di precariato che sono stati fatti  convergere regolarmente negli enti territoriali e regionali pubblici, senza mai riflettere  che, proprio la pubblica amministrazione, sarebbe dovuta essere motore di sviluppo  e innovazione, facendo spazio e reclutando con procedure trasparenti, non solo i  giovani, ma proprio le professionalità adeguate a qualificare e rendere efficienti gli  organici, per lo più carenti di figure specifiche, nonché migliorare tutti i servizi». 

«Non intendiamo ripercorrere la storia di quanto si è consumato fin qui – si legge – ma abbiamo  la consapevolezza che i bacini di precariato nella Pubblica Amministrazione e la loro  decennale permanenza e staticità sono spesso stati utili ad alimentare e sostenere il  consenso dei rappresentanti politici del momento dai quali dipendeva l’ennesima  proroga contrattuale, quindi il pane». 

«Per questo, a fronte di un emendamento che formalmente, nella sua stesura finale – viene evidenziato nella nota – offriva una concreta opportunità per il superamento di un bacino di precariato storico, le OO.SS. si sono preoccupate di rappresentare quali fossero le garanzie necessarie per  procedere nella direzione di salvaguardare il percorso d’inclusione, dopo 14 anni di  precariato, di alte professionalità, selezionate al tempo per meglio qualificare gli enti  pubblici e che negli anni hanno dimostrato professionalità e abnegazione, diventando  supporto essenziale per l’amministrazione, come riconosciuto dalla stessa dirigenza  che li guida».  

«L’emendamento, approvato nella legge 15 del 25 febbraio 2022 – hanno detto ancora i sindacati – se fosse stata  perseguita una delle sue finalità, cioè sanare con forme selettive il precariato storico  di Azienda Calabria lavoro e cioè proprio i lavoratori impegnati a tempo determinato nei Piani di potenziamento dei CPI, avrebbe consentito di attivare subito le procedure  di reclutamento semplificate previste dall’ex Ministro Brunetta e vigenti fino al 30  settembre 2022, e avrebbe anche consentito, data l’attribuzione dei finanziamenti  contenuti nello stesso emendamento e storicizzati, di avviare successivamente procedure selettive ordinarie per tutti i giovani calabresi». 

«Rassicurazioni, in tal senso – hanno spiegato – sono state più volte confermate ai lavoratori appartenenti  al bacino e alle OO.SS. nel corso di incontri formali e interlocuzioni informali, ma  intanto il tempo scorreva e siamo arrivati al punto in cui ci troviamo.  Nel ribadire che il bando pubblicato oltre che ad escludere alcune lauree necessarie  per la partecipazione, mentre si impegna a prevederne altre che sembrano proprio  distanti dalle competenze richieste, certamente comporta un’alea di incertezza che  rischia di mandare in fumo anni di lavoro ed allora, ove ciò dovesse verificarsi, quale  soluzione propone l’Assessore? Ancora una proroga semestrale o annuale e senza la  possibilità di usufruire di diritti e tutele?».

«Da qui la considerazione sgradita – hanno proseguito – ma  oggettiva che le promesse sono state disattese; questa vicenda avrebbe richiesto altra  attenzione e altra tempestività. Tralasciamo di elencare nuovamente le criticità e le  preoccupazioni relative al bando già pubblicate, ma insistiamo per conoscere il  destino di questi lavoratori a cui, tra l’altro, il 10 dicembre scadrà l’ennesimo contratto  a tempo determinato, auspicando che i vertici regionali diano risposte formali alle  nostre richieste, piuttosto che lasciare languire l’ansia delle lavoratrici e dei lavoratori  sul filo delle voci di corridoio che si rincorrono».  

Infine, l’assessore prova a creare dei distinguo tra l’azione sindacale confederale e “l’atteggiamento” delle sigle della funzione pubblica – viene ricordato – che sarebbe animato solo dalla  tutela del personale interno alla Regione Calabria, ostacolando l’innesto di nuove  professionalità provenienti dall’esterno con processi di mobilità per arricchire le  competenze dell’Ente. Anche in questo caso l’assessore, sorvolando sui diritti acquisiti dei lavoratori, sanciti  peraltro dalla Contrattazione nazionale, scarica responsabilità di sorta sulle scriventi  che rivendicano la tutela di personale che da ben 20 anni è impossibilitato a progredire  dal punto di vista professionale dato il blocco delle progressioni di carriera che invece  il Contratto assicura».

«È evidente che le scriventi Organizzazioni, senza alcuna  difficoltà – hanno concluso – farebbero a meno di contestare processi di mobilità intempestivi e non  condivisi come l’informazione preventiva prevede, una volta soddisfatte le legittime  aspettative dei lavoratori già dipendenti dell’Ente che, viceversa, sarebbero  penalizzati per l’ennesima volta. Non si tratta di alzare muri, come dice l’Assessore, ma si tratta di rivendicare la forma  delle relazioni sindacali, regolate dai Contratti che non sono solo una formalità e si tratta della ricerca di una riposta puntuale alle richieste di incontro da parte delle  OO.SS. che non sono prodotte al fine di intralciare l’azione politico-amministrativa,  ma sono lo strumento per rappresentare le condizioni dei lavoratori e le vie di  confronto per il loro miglioramento finalizzato a creare quel benessere organizzativo  fondamentale per una funzionale ed efficiente resa dei servizi». (rcz)