IL DEBITO SANITÀ SPALMATO IN TRENT’ANNI
OCCHIUTO: «CALABRIA REGIONE NORMALE»

di SANTO STRATI – La Calabria una regione “normale”, almeno nella Sanità. Non è un interrogativo, né un sommario augurio, ma un concreto progetto motivato dal rivoluzionario emendamento di Roberto Occhiuto, vicecapogruppo vicario alla Camera per Forza Italia, approvato ieri in Commissione Bilancio. Emendamento che prevede la possibilità di spalmare il debito della sanità su trent’anni per le regioni in difficoltà e la Calabria, com’è risaputo, è in cima alla lista. È il primo costruttivo passo verso l’azzeramento del debito che è la condicio sine qua non per poter ripartire con la sanità, alla stregua di qualsiasi altra regione “normale”.

Emendamento rivoluzionario perché ha trovato una straordinaria e ammirevole unanimità parlamentare, in via trasversale, aggiungendo alla prima firma del forzista Occhiuto quelle di Enza Bruno Bossio e Antonio Viscomi (del Partito Democratico). Finalmente – sarà un miracolo di Natale? – sono state accantonate rigide posizioni partitiche col fine ultimo del bene della Calabria e dei calabresi. Ovvero, si è guardato al risultato da raggiungere senza polemiche sterili e incapricciamenti vari cui ci hanno abituato le ultime sedute di Montecitorio: se fosse la prima di tante intese trasversali orientate a migliorare la qualità della vita dei calabresi sarebbe davvero quella “rivoluzione” politico-culturale che serve alla Calabria. Quell’incontro di idee, anche diverse, anche in contrasto tra loro, ma in costante confronto dialettico per smetterla con vuote promesse e avviare quel processo di rinnovamento che equivale a crescita e sviluppo e, soprattutto, benessere per la gente della Calabria.

Molto felice, ovviamente, Roberto Occhiuto (papabile candidato Governatore) che ha affidato a Facebook la sua soddisfazione: « Grazie ad un mio emendamento alla manovra, approvato dalla Commissione Bilancio di Montecitorio, le Regioni che hanno un debito sanitario insostenibile potranno diluirlo in 30 anni, sfruttando un’anticipazione di liquidità vantaggiosa da Cassa depositi e prestiti. Un risultato importantissimo che permetterà a tante amministrazioni locali di risolvere problemi storici, e tornare così ad investire in sanità. Tra le realtà maggiormente interessate da questa misura, la Calabria.

«Fino a ieri – osservava l’on. Occhiuto – se nella mia Regione si danneggiava uno strumento per effettuare le Tac, questo rimaneva inutilizzabile perché le spese di riparazione venivano pagate a coloro che la effettuavano due anni dopo il lavoro svolto. Un ritardo inaccettabile che di fatto ha ingessato interventi e investimenti. Con il mio emendamento questo problema verrà azzerato, e si potrà finalmente dare una svolta alla sanità in tante Regioni. La Calabria è sempre più un tema nazionale, e l’ottimo risultato raggiunto conferma che ponendo con determinazione e competenza questioni cruciali ai più alti livelli, si riescono a raggiungere grandissimi obiettivi».

Positiva anche la reazione di Enza Bruno Bossio: la deputata dem, cofirmataria dell’emendamento, annota che «giunge a conclusione il percorso che è stato avviato in sede di conversione parlamentare del nuovo “decreto Calabria”. Un percorso che nasce come risposta alla specifica vicenda della sanità calabrese e che oggi, nell’ambito della legge di bilancio, arriva al definitivo compimento con una norma generale finalizzata a tutti i sistemi sanitari regionali del Paese. Si è registrata pertanto un’unanime volontà – ha spiegato la parlamentare cosentina – dei diversi schieramenti parlamentari che, dopo il finanziamento di 180 milioni (previsto nel decreto Calabria) per coprire il debito sanitario corrente e l’autorizzazione ad un piano straordinario di assunzione di personale sanitario, con la possibilità di accedere al mutuo di Cdp, sono stati forniti al nuovo commissario, tutti gli strumenti per fronteggiare non solo l’emergenza epidemica, ma anche per consentire alla Calabria di diventare, nella sanità, una regione normale».

Di particolare interesse il commento dell’ex presidente della Regione Calabria, l’illustre farmacologo Giuseppe Nisticò che si sta spendendo perché ci sia una vera svolta per la sanità calabrese. «Si tratta di un risultato eccezionale – ha dichiarato a Calabria.Live  – per l’economia sanitaria in Calabria, grazie all’intelligenza e caparbietà di Roberto Occhiuto e dei due parlamentari calabresi dem ai quali sta sempre molto a cuore la situazione sanitaria nella nostra regione. Finalmente con tale emendamento sarà consentito alle regioni di poter fare ingenti investimenti necessari per migliorare il livello qualitativo delle prestazioni sanitarie della nostra regione.

«Come già precisato nel programma da me presentato da circa un anno, programma chiamato Calabria Silicon Valley, la Calabria per evitare l’esodo di pazienti e familiari verso altre regioni o anche all’estero ha urgentemente bisogno di un polo oncologico regionale sul modello dell’Istituto Europeo di Oncologia di Veronesi. Ciò è facilmente realizzabile in Calabria potenziando anche con i bravissimi primari ospedalieri che operano sul territorio il Dipartimento di Oncologia dlel’Università di Catanzaro, laddove lavorano oncologi eccellenti, stimati in Italia e all’estero, come il prof. Pier Francesco Tassone e Piersandro Tagliaferri con la loro équipe altamente specializzata nel campo delle leucemie e di altri tumori ematologici. Inoltre, a livello sperimentale tale Dipartimento rappresenta l’unico del Meridione del nostro Paese, che ha ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Ema, European Medicines Agency, e dell’Aifa, Agenzia regolatoria nazionale, per la fase I dei clinical trials su nuovi farmaci prima che sia concesso loro l’autorizzazione per l’immissione in commercio.

In Calabria manca un centro di riabilitazione neurologica sul modello di quello della S. Lucia di Roma per la cura di pazienti paraplegici o tetraplegici a seguito di lesioni del midollo spinale. Mancano, ancora, centri per il controllo dei disordini alimentari molto frequenti nei giovani (anoressia e bulimia) come pure non è presente un numero sufficiente di centri sul territorio calabrese di riabilitazione motoria, cardiologica, cognitiva, che vanno allocati nelle singole province della Calabria.

«Il salto di qualità della sanità in Calabria può essere fatto solo con il potenziamento della rete regionale delle strutture ospedaliere di Catanzaro, Reggio Calabria, Cosenza, Vibo Valentia e Crotone, ma soprattutto valorizzando su base meritocratica il patrimonio umano, primari, medici, specialisti, infermieri, costretti a operare ancora in condizioni precarie ed estremamente difficili, sia a livello ospedaliero che a livello territoriale.

«Migliorare la qualità dei servizi – continua Nisticò – a favore dei pazienti deve rappresentare l’obiettivo primario della sanità in Calabria. Un obiettivo parallelo sarà quello che si propone di ridurre o eliminare (cosa difficile) l’infiltrazione della criminalità organizzata nella gestione della sanità in Calabria. Questo obiettivo potrà essere raggiunto grazie alla competenza e all’impegno del commissario Guido Longo, ma ricordiamo che questo obiettivo da solo non è sufficiente per migliorare la qualità della sanità nella nostra regione».

Adesso, non ci sarà spazio per lungaggini burocratiche e rinvii per mancanza di risorse finanziarie: la concessione di anticipazioni di liquidità da parte di Cassa Depositi e Prestiti, rappresenta lo strumento che mancava al commissario Longo per attuare un piano di rinnovamento totale della sanità in Calabria. Per farlo, lo ribadiamo da tempo, serviva l’azzeramento del debito, ma servono le competenze specialistiche di cui il commissario Longo non potrà fare a meno: accanto alla sua preziosa guida necessitano professionalità di grande prestigio, svincolate da logiche di lottizzazione partitica, che abbiano come unico obiettivo il risanamento di una sanità “malata” e un processo di vero welfare sanitario cui hanno diritto, a pieno titolo, i calabresi. Non mancano, grazie a Dio, queste professionalità: c’è la Facoltà di medicina di Catanzaro che è una fucina di eccellenze, ci sono le competenze di Unical e dell’Università Mediterranea di Reggio, senza dimenticare le tante illustri personalità che sono andate via dalla propria terra, sempre tenendo la Calabria nel cuore, pronti a offrire, disinteressatamente le proprie capacità e la grande esperienza. Sono quelle che servono al prefetto Longo: in loro assenza riteniamo che il suo, pur apprezzabile sforzo, non produrrà i risultati necessari a trasformare la Calabria in una regione “normale”. Ma prevale l’ottimismo: bisogna, dunque, creare opportunità e utilizzare le risorse umane disponibili. La Calabria, lo ricordiamo, ha il record dell’esportazione di eccellenze e delle migliori teste (in tutti i campi, non solo in quello scientifico). È ora di cominciare a sfruttare questo meraviglioso e straordinario capitale umano, che parla con l’accento calabrese, ma ragiona e pensa con la testa orientata al mondo. (s)