Il Console del Marocco Domenico Naccari: Rizziconi diventi centro di riferimento per la Nazione

«Rizziconi diventi centro di riferimento per l’intera Nazione» nel dialogo interculturale. È quanto ha auspicato il console onorario del Regno del Marocco per la Regione Calabria, Domenico Naccari, intervenendo al convegno promosso dal  Comune di Rizziconi  e dal Consolato calabrese per ricordare la figura di Maarouf Khalidimam della Moschea di Rizziconi.

Il Console, infatti, dopo aver partecipato ad un incontro istituzionale con il comandante della Stazione dei Carabinieri di Palmi Giovanni Calabria, con il comandante della Stazione dei Carabinieri della Stazione di Sant’Eufemia D’Aspromonte Carmelo Orlando e con il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palmi, Angelo Rossi, ha evidenziato come «i dati emergenti dalla inclusione dei cittadini marocchini nel tessuto sociale di Rizziconi e dell’ intera Regione che sono connotati da rispetto delle regole, delle identità locali e culturali tanto da poter essere considerato un modello da esportare nell’ intera nazione italiana». Ha ricordato, altresì, che «in Marocco convivono pacificamente e senza alcun contrasto le religioni cattolica, ebraica e mussulmana».

Nel corso del convegno, moderato da Giuseppe Saletta, consigliere dell’ ordine degli Avvocati di Palmi, il sindaco di Rizziconi, Alessandro Giovinazzo, ha evidenziato come il Comune da lui amministrato, ospita da decenni una numerosa comunità di cittadini marocchini, perfettamente integrati, che hanno contribuito al benessere comune, praticando la propria fede nel pieno rispetto delle altre confessioni religiose. Il parroco Don Nino La Rocca, ha ricordato l’Imam come persona di pace, sempre disposta al dialogo.

Commoventi i ricordi di Lamssahhal Youssef ed El Ghouazi Mohamed, rispettivamente Presidente del Centro Culturale Islamico e Presidente Anolf di Reggio Calabria, che hanno rimarcato la naturale predisposizione dell’Imam verso gli altri e la sua generosità nei confronti di chiunque avesse bisogno. (rrc)

 

A Bova un dialogo interculturale con il convegno “Giovani: costruttori di pace”

di VINCENZO MALACRINÒ – «La pace è rispetto, capacità di condividere il bene e di fare il bene», ha detto la prof.ssa Domenica Minniti, dirigente dell’Istituto d“i Istruzione Superiore “Euclide” di Bova Marina in apertura del Convegno Giovani: costruttori di pace che si è tenuto nell’aula magna dell’Istituto nei giorni scorsi.

Un incipit che ha segnato tutta la giornata di studio sull’importante valore, capace di accomunare ed accompagnare gli uomini verso la costruzione del bene comune.

Un dialogo interculturale voluto dalla stessa Minniti e sostenuto dal corpo docente perché si semini tra i ragazzi il germe della riflessione, del dialogo, dell’accettazione e della condivisione così come dalla stessa precisato.

Sono stati proprio gli studenti i protagonisti della giornata considerato che tutto è iniziato con una frase sulla pace pronunciata da diversi studenti e studentesse appartenenti a diverse lingue, religioni e cultura.

Al tavolo dei relatori i rappresentanti di cattolici, ortodossi, ebrei, sikh, musulmani e così via. Tutti uniti per parlare della pace.

Presente il capitano Daniele Barbero, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Melito Porto di Salvo, sempre attento a queste iniziative che riguardano la crescita e la formazione dei giovani unitamente al Maresciallo Ordinario Giovanni Galletta, comandante della stazione dei Carabinieri di Bova Marina, così come anche il capitano Gianluca Rosaci, Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di Melito di Porto Salvo con l’ APS. QS. Milazzo Francesco.

Presente anche il Direttore della Casa Salesiana di Bova Marina, don Pasquale Rondinelli, le Suore della congregazione del “Preziosissimo Sangue” di Palizzi e molti altri.

Dopo i saluti della Dirigente che ha ricevuto grande plauso dal pubblico per questa sua non comune sensibilità tesa a meditare sulla radice della pace attraverso il dialogo tra le diversità, che rappresentano come ha sottolineato, “una ricchezza”, l’Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova Mons. Fortunato Morrone, ha precisato come 1il bene si proietta verso l’unità, per questo, mai dobbiamo farci togliere la coscienza, bensì pensare sempre con la propria testa».

Un forte invito alla verità e alla libertà lanciato ai giovani con grande slancio ed umanità nella consapevolezza di quanto sia importante accompagnare con amore le nuove generazioni che si affacciano nella finestra della vita. Un invito ad essere «luce e scintilla della vita, senza mai seguire modelli sbagliati perché tutto va conquistato con il sudore della propria fronte».

Un richiamo forte alle responsabilità dunque poiché come affermato da Francesco Mario Casile, Direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo ed il dialogo interreligioso, «mai retrocedere. Bisogna condividere e battersi per le proprie idee e per la pace e per tutto ciò in cui veramente si crede».

Ciò diventa fondamentale nella società “moderna” quando “nulla è scontato. Neppure la pace” come affermato dal dott. Roque Pugliese delegato della sezione di Palmi per la Calabria della Comunità Ebraica di Napoli per questo «poiché non sempre è spontanea dobbiamo seminarla e costruirla ovunque e soprattutto dove c’è diversità. Questo valore spesso va cercato».

Pace che va “cercata e seminata” come precisato dall’ Imam Hassàn Elmazial presidente del Centro Culturale Islamico di Reggio Calabria, «perché oggi va presentata ovunque».

Un valore che serve, che urge perché serve per far vivere bene l’uomo. Per costruirla dunque serve unità e ciò che unisce, ha affermato la dott.ssa Carmen Manti, presidente dell’Associazione Dialogo Interreligioso God is one, è la fede in Dio perché credere significa servire, aiutare ed ancora aprire le porte a tutti come precisato dal giovane Jashan Singh, componente della Comunità Sikh.

Un concetto ripreso poi da Saeid Sardazadeth, componente della Comunità Baha’i, il quale ha precisato come «l’unità è possibile se si vive serenamente la diversità».

La dirigente, Domenica Minniti, nelle sue conclusioni ha trasportato, ancora una volta, i presenti in un abbraccio di vere emozioni tali da ricordare le parole della canzone “il mondo che vorrei” presentata dallo studente Giovanni Mesiano.

Ai ragazzi è rimasto vivo l’invito ad essere cittadini attivi, costruttori di pace e ad essere sempre scintilla viva capace di illuminare il mondo. (vm)