La sen. Granato: a Catanzaro maltrattato disabile al seggio

«Maltrattato e minacciato di denuncia solo per aver rivendicato il sacrosanto diritto del figlio disabile di poter votare. È quanto è successo in mattinata alla sezione 68 nel quartiere Corvo di Catanzaro ad un padre che chiedeva solo la tutela di un diritto costituzionalmente garantito»: è quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (Ancora Italia) che ha raccolto lo sfogo di questo genitore.

«Un mese fa, quindi con largo anticipo rispetto all’appuntamento elettorale di oggi – ha detto la senatrice –, avevo sollecitato il Comune di Catanzaro e i responsabili degli uffici competenti ad attivarsi sin da subito per consentire ad anziani e disabili di votare, per evitare di trovarsi impreparati, come è avvenuto in occasione delle elezioni regionali del 3 e 4 ottobre scorsi.

Secondo la normativa vigente sono da considerarsi “elettori fisicamente impediti”, “i ciechi, gli amputati delle mani, gli affetti da paralisi o da altro impedimento di analoga gravità”. «Le persone con queste disabilità, e non con altre, possono esercitare il diritto di voto con l’aiuto di un elettore della propria famiglia o di un altro elettore, volontariamente scelto come accompagnatore – spiega la Granato. Esistono precise indicazioni normative per favorire l’esercizio del diritto di voto da parte delle persone con disabilità. Ma evidentemente i solerti referenti della sezione 68 non lo sanno, e ignorano quanto necessario per poter considerare a norma il seggio in cui operano, prima di tutto che la cabina elettorale abbia l’accessibilità alle carrozzelle. Ancora una volta il Comune non ha garantito a tutti la possibilità di esercitare il diritto di voto.

Ancora una volta – conclude Granato – si risponde con arroganza e prepotenza a chi vuole far valere un diritto. Questa è Catanzaro». (rp)

L’OPINIONE / Vincenzo Speziali: Elezioni a Catanzaro tra insolenze e malafede

di VINCENZO SPEZIALI – La gente fa gaffe, sapendo di mentire, anzi attua ‘disinformatzia’ alla sovietica, poiché ha qualche docente -pratico della materia, in virtù della sua formazione da culturame che ne discende- e fa propaganda becera, persino condendo il tutto con atteggiamenti al limite dell’insolenza, piuttosto che dell’impudenza.
Ciascuno possiede il suo stile: il mio è quello di un elegante signore, del presunto in capo ad altri, non mi soffermo!
Ovviamente, mi riferisco a Fabio Guerriero, il quale dà a me del “turista” – dimostrando persino una forma di razzismo strisciante (o almeno così lo interpreto!), in quanto siccome alle volte io sono a Beirut da mia moglie che è anche libanese (oltre che italiana) e i miei figli abitano lì, vado a trovarli se loro non vengono qui da noi- dicevo il Guerriero, nell’esprimere un tentativo di delegittimazione (poveraccio è tanto preso a girovagare tra PD e dintorni), senza riuscirci, bensì ridicolizzandosi, ha mistificato fatti storici e delibere pubbliche.
Quando, al pari del suo ‘Vate’ – ovvero l’aspirante Sindaco Donato – dice che il frazionamento del territorio provinciale è una delle cause di impoverimento sia per il ruolo che per il sistema della Città, entrambi sostengono una cosa vera (in ossequio al calcolo delle probabilità, cioè che in mezzo a molte cose discutibili, dicono pure una condivisibile), però ha omesso il collega Guerriero, di dire che tutti gli atti di competenza della Regione, furono firmati dalla Giunta a cui capo vi era Rosario Olivo, il quale a sua volta risulta essere uno dei supporters di questa ‘spacciata’ (nel senso che la si smercia in tal maniera) alleanza civica, che però è un arcobalenesco schieramento.
Olivo è stato Presidente della Regione dal 30 Dicembre 1987, fino all’1 Febbraio 1992 (quindi sostenevo il vero pure per ciò che concernono gli aspetti della datazione storica), ragione per la quale il tentativo maldestro di Guerriero, circa la mia inesistente inesattezza – notoriamente, ribadisco di avere un cervello meglio di Google e poi dico sempre la verità! – fa si di lui un turista, ma della storia, ed anche della preparazione e della buonafede: fosse costui a studiare – e pure molto o meglio!- poiché il sottoscritto lo fa, credibilmente, notoriamente e proficuamente, da una vita!
La costituzione delle province di Vibo e Crotone (con decreto di istituzione da parte dell’esecutivo nazionale) è del 6 Marzo 1992, ragione per cui gli atti di competenza regionale (come il parere preventivo) sono tutti antecedenti e si rifanno fino alla fine del 1991, cioè alla Giunta Olivo.
Consiglierei a Fabio Guerriero, dei corsi di ripetizione con il suo professore di riferimento, poiché sicuramente quest’ultimo non farà il sindaco di Catanzaro (se per questo nemmeno di Shangai), quindi potrà continuare ad insegnare e a dare qualche lezione ad uopo.
In più, mi preme aggiungere, in merito a quanto mi è stato fatto da alcuni controfiguri (neanche figuri!) del mio Partito, come tutto sia raccapricciante, oltre che immondo: mentre io giovedì 28 -ne ho le prove! – ero in un colloquio amicale con Salvini – con il quale ho notoriamente un ottimo rapporto personale – il De Poli – personaggio che giudico, politicamente, non in modo positivo, mentre per il resto che va dalla moralità ad altro, non è il sottoscritto ad avere competenze ed attendo, ove mai, eventuali risultanze- questo De Poli, dicevo, credo che abbia pensato bene di ‘bruciare’ i tempi, rilasciando un’affrettata dichiarazione (per me improvvida) a favore del solito Donato, poiché temeva che io potessi fare chissà cosa per indurre, qualcuno a ripensarci: De Poli, evidentemente, non considera che le visite ad amici -pure se di Partiti differenti- possono essere solo per un atto di sincera cortesia (qual’è stata la mia con Salvini, a cui ribadisco stima e affetto), però, potrebbe apparire chiaro come ognuno giudica le altrui persone, partendo da se stesso!
Che si sappia sin da ora – come Cesa sa – che io dopo le elezioni, tramite la Patriarchia Maronita, chiederò un incontro – che mi sarà accordato! – con il Patriarca di Venezia e con il Vescovo di Padova (diocesi suffraganea alla città lagunare e città di riferimento di codesto probabile ex futuro parlamentare, cioè De Poli, appunto), dove illustrerò, con testimonianze ed evidenze, quanto ho patito, per mantenere coerenza, identità e alto ancora.
Troppo facile, sempre per De Poli, dirsi cristiano e avversare ignobilmente il sottoscritto, che con purezza di cuore, generosità e disinteresse, ha presentato la lista completa (in presenza di testimoni come il Sen. Gino Trematerra a cui rivolgo un ringraziamento di affetto e riconoscenza), per poi sentirsi dire da Cesa – obbligato dalla ‘combriccola’ (presuntamente?) politica del padovano senatore De Poli appunto – che si preferivano le fantasie ‘depistatorie’ (sempre politicamente parlando, poi fate voi se pensate ad altro) del Merante (i cui nominativi sono a tutt’oggi oggetto misterioso e non vi è traccia alcuna, coerentemente a ciò da me, sempre e veritieramente, sostenuto), oppure di Flavio Cedolia, del quale ricordo a me stesso come sia ‘noto’ presso i frati minimi del santuario di S.Francesco di Paola.
Si badi bene come financo per quest’ultimo, ho dato dimostrazione della sua scarsa sincerità, in virtù delle prove già divulgate, attraverso agli organi di informazione calabrese come sempre il Cedolia sia, notoriamente, alla ricerca forsennata di un qualsiasi ruolo pubblico, in carico al Partito stesso e per il quale espone, politicamente parlando, l’UDC tutto a figure barbine, non solo dal punto di vista massmediologico.
Per tali motivi, che so o differenti da codesti ‘personaggiucoli’, io sono stato, continuo ad essere e sarò, non un democristiano, bensì la democristianita`, coerente, legalitaria, e morale, poiché è questa la nostra storia, anzi, aggiungo che non ne faccio parte, bensì sono essa!
Mio nonno, ha firmato l’Appello dei ‘Liberi e Forti’, il 18 Gennaio del 1918 a Palazzo S. Chiara con Sturzo (di cui era amico, poiché presentatogli dal Cardinal Tardini, che in seguito divenne Segretario di Stato di Sua Santità Giovanni XXIII), così come ha poi fondato assieme al futuro S. Paolo VI, a De Gasperi, a Giulio Andreotti e a Giuseppe Spataro (nel salotto di questi), il 19 Marzo del 1943, la Democrazia Cristiana: per caso De Poli, Merante e Cedolia, hanno tali ascendenze? Ma mi facciano il piacere, questi girovaghi siglistici, ovvero incredibili politici, oppure incoerenti cristiani!
Con orgoglio voto e farò votare Talerico (quale delegato alla rappresentanza di una delle sue liste, ovvero quella che avevo destinato all’UDC e che il trio sopracitato ha rifiutato, in ossequio a evidenti e disdicevoli motivazioni non attinenti alla vera politica), anzi, aggiungo pure che porterò all’attenzione ufficiale dell’Internazionale Democristiana (la cui Presidenza, notoriamente, è nel mio stato di famiglia muliebre), l’antidemocrazia interna all’UDC e i ‘martiri’ che mi hanno inflitto ingiustamente -per motivi che so e dei quali ho prova- così in piena campagna elettorale si prenderanno ciò che meritano, magari il richiamo o altro ancora, in base allo statuto e all’opportunità. Poi ricostruiremo, certamente un’aggregazione più grande e più credibile (come stiamo già facendo) e derubricheremo tra i trombati e i non rieletti, certi inopportuni soggetti ed io riprenderò possesso di ‘casa mia’, la quale non lascio -a differenza di altri, per imporsi come candidati, in campi di altri- e continuerò una missione di carità laica, quale, per l’appunto, deve essere la politica per ogni buon cristiano e per i democristiani, ancora di più.
Di conseguenza, in base a ciò finora illustrato, ribadisco l’impegno a favore della città e del modo in cui debba rivivere, operando nel senso più volte illustrato e credo che Talerico abbia le carte in regola, oltre alla libera passione e la giusta visione.
Faremo di Catanzaro, la ‘Capitale della Calabria, nell’ottica lapiriana’, dando un contenuto concreto a queste accezioni.
Donato, già Donato…cosa dovrei aggiungere? Lui si rifà a Berlinguer, mentre io a Moro. La differenza, a parte la straordinaria grandezza del mio Presidente che è ineguagliabile, sta nel fatto che Berlinguer, politicamente e storicamente, ha perso (infatti a sinistra ha vinto Craxi e non Fabio Guerriero), mente Moro ha trionfato e trionfa ancora, non solo in nome e per conto dei democristiani, bensì di tutte le persone libere e incondizionate.
E poi – parliamoci chiaro – noi siamo eleganti come gli chic d’annata, non fricchettoni mediocremente britannici, con pantaloni di velluto, demodé, anni ’60: ogni riferimento, è puramente casuale! (vs)