A FIANCO DELLE DONNE UN URLO DI CIVILTÀ
INSIEME PER DIRE BASTA ALLE VIOLENZE

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Oggi è il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il giorno in cui anche l’Italia e la Calabria, in particolare, urlano il loro no alla violenza. Le piazze italiane si riempiono di scarpette rosse, simbolo di quella violenza che ha portato e strappato via tante, troppe vite di donne.

Una spirale di sangue che sembra non trovare fine, contornata da tante belle parole e pochi fatti, dove a farne le spese sono sempre e solo le donne. Forse sarebbe il caso di urlare quel NO alla violenza tutti i giorni, di riempire tutti i giorni le piazze con quelle scarpette rosse che hanno perso la loro proprietaria; viene da chiedersi se, invece di una sola panchina, non sarebbe il caso di dipingere tutte le panchine d’Italia di rosso, per ricordare in ogni momento, in ogni attimo, che la violenza deve essere combattuta. E questo si deve fare partendo dalla cultura.

Perché è la cultura il mezzo unico e universale per combattere una tragedia continua,  così tanto radicata da far perdere le speranze di un cambiamento. È la cultura che, attraverso il suo sapere, la sua determinazione, la sua storia, che può indicare la via per un futuro migliore in cui le cronache non siano costellate di donne uccise.

Secondo i dati forniti dal ministero dell’Interni, dal primo gennaio 2022 al 13 novembre sono 96 le donne uccise su territorio italiano, di cui 84 in ambito familiare affettivo, una ogni tre giorni. Di queste, 49 hanno trovato la morte per mano di congiunti, compagni, mariti, ex. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso diminuisce il numero delle vittime di genere femminile (-7%). Una diminuzione si rileva, inoltre, per gli omicidi di donne commessi in ambito familiare/affettivo, che da 88 passano a 84 (-5%). Rispetto allo stesso periodo del 2021 risulta in flessione sia il numero di omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 65 scendono a 53 (-18%), sia le relative vittime donne, che passano da 59 a 49 (-17%).

In Calabria, il numero delle donne uccise aumenta: nel primo semestre del 2022 sono tre le donne uccise. Nello stesso periodo, l’anno scorso, era solo una. Nei primi tre mesi del 2022 sono state 480, come documenta il rapporto Istat. Un centinaio i femminicidi negli ultimi dieci anni.

E di Più cultura per fermare la violenza ne ha parlato la senatrice di AzioneGiusi Versace, in un incontro nei giorni scorsi in Senato proprio su questo tema, affinché «possa aiutare i più giovani a conoscere anche la parte buona, pratica e collaborativa della politica che spesso, dietro le quinte, lavora per garantire quei diritti e quegli strumenti di tutela e sostegno delle donne vittime di violenza e che forse trovano poco spazio sui media. Questo è già il quarto appuntamento che organizzo, nella mia veste di parlamentare, proprio per accendere i riflettori e sollecitare la politica a maggiori confronti su questi temi, oltreché a misurare la validità delle nostre proposte, affinché siano sempre più forti e trasversali».

«Ormai non servono più parole ma azioni concrete» ha detto Jo Squillo ribadendo quanto sia urgente passare dalle parole ai fatti, partendo dalla scuola e dalla cultura, per innescare un’inversione di tendenza nei giovani».

«Dopo quarant’anni, purtroppo, mi rendo conto non solo che siamo rimasti agli stessi livelli, ma che è aumentata anche la brutalità, e questa è davvero una triste realtà», ha detto nel corso dell’incontro al Liceo Scientifico “Galileo Ferraris” di Masnaggo (VA).

Dello stesso parare è l’ex ministra per il Sud, Mara Carfagna, che ha ribadito che «dobbiamo incrementare la sensibilizzazione a livello scolastico e mi auguro non ci siano passi indietro in questa battaglia che deve vederci tutti uniti. Solleciteremo sempre l’adozione di norme e strumenti necessari, anche a livello economico, per evitare che le donne vittime di violenza possano sentirsi sole».

Gli interventi adottati dalla politica non sono stati pochi, ma non bastano: è di pochi giorni fa l’appello lanciato dal Centro Antiviolenza Demetra di Lamezia Terme: «abbiamo bisogno bisogno di strumenti e di attenzione politica che siano al passo con la domanda di chi a noi si rivolge. La collaborazione stretta con i presidi ospedalieri, con le Forze dell’Ordine, con le categorie professionali di psicologi e avvocati, con l’Amministrazione si è rivela importante tanto quanto la comunicazione e la formazione mirata all’interno delle scuole».

«Un altro valore importante – ha detto il Centro anti-violenza Demetra – che abbiamo messo in campo è l’avviamento e l’inserimento lavorativo: la violenza cosiddetta economica è uno scoglio da superare di cui la politica potrebbe farsi carico con un fondo dedicato che metta insieme aziende, donne e centri anti violenza».

«C’è la necessità di imparare a conoscere le diverse forme di violenza di genere, senza mai trascurare gli effetti devastanti della dipendenza economica che, sovente, si trasforma in violenza economica, importante, ma ancora poco considerate su scenari che peggiorano con il passare del tempo», ha detto Nausica Sbarra, responsabile Coordinamento Donne Cisl Calabria.

Sul tema è intervenuta la Garante regionale della Salute, prof.ssa Anna Maria Stanganelli, sottolineando come «tale fenomeno deve essere affrontato attraverso interventi strutturali in modo da costruire un sistema di protezione delle donne vittime di violenza efficiente, a partire dall’attivazione in tutti i presidi ospedalieri di percorsi operativi per l’accoglienza e l’assistenza, spazi protetti e dedicati nei servizi di pronto soccorso alle donne che hanno subito violenza, presenza di un medico legale con competenze specifiche nei principali pronto soccorso in determinate fasce orarie, in modo da creare una modalità organizzativa e presa in carico omogenea tra le aziende sanitarie con particolare attenzione al racconto della donna, ad eventuali segnali di violenza pregressa , oltre che la raccolta dei dati, con monitoraggio costante sulla violenza di genere, perché consente di intercettare anche le donne con difficoltà a dichiarare la violenza subita».

«La legge regionale 43/2022 ” Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per l’occupazione femminile” – ha ricordato – fortemente voluta dalla Vicepresidente della Giunta regionale, Giuseppina Princi, la proposta di legge per l’istituzione della figura del Garante delle vittime di reato,  presentata dal Presidente del Consiglio Regionale Filippo Mancuso assieme al Consigliere regionale Valeria Fedele, il prossimo insediamento dell’Osservatorio sulla violenza di genere e della Commissione Pari Opportunità cosi come ribadito oggi dal Presidente del Consiglio Regionale, rappresentano dei segnali importanti attraverso i quali il Consiglio Regionale della Calabria, il governo regionale a guida Roberto Occhiuto e la sua giunta dimostrano la propria sensibilità su un tema delicato quale è quello della violenza di genere». 

«Da parte mia – ha dichiarato la Garante della Salute Stanganelli – la collaborazione con tutti i soggetti coinvolti sarà massima, nella consapevolezza che una società libera dalla violenza e dagli stereotipi di genere è una società migliore. Nella pagina che stiamo predisponendo con gli uffici per la trasmissione delle segnalazioni sarà attivato un canale di emergenza, con un modulo da compilare attraverso il quale le donne vittime di violenza potranno segnalare eventuali situazioni di rischio, uno strumento che potrà offrire aiuto alle donne per la tutela dei propri diritti inviolabili». 

«La morte di una donna, per mano del suo uomo è un crimine contro l’umanità, perché quella donna era prima di tutto un essere umano, che aveva aperto il cuore, la sua anima e si era fidata di quell’uomo, tanto da lasciarsi uccidere», ha concluso.

Per Antonella Pignataro, responsabile del Coordinamento Politiche di genere della federazione Pensionati Cisl Calabria, «siamo ben lontani dall’aver arginato il problema, che è invece diventato una piaga sociale molto allarmante. Quando si parla di violenza sulle donne, allora, va preso atto che si tratta di un problema con una radice culturale profonda e che, come tale, dovrebbe essere in primo luogo affrontato, intervenendo anche con iniziative educative e formative, a partire dai giovani e dalla scuola».

«C’è poi un’altra realtà nascosta e troppo poco raccontata: quella degli abusi e delle violenze sugli anziani e sulle donne anziane in particolare, ancora più fragili e indifese a causa dell’età e delle patologie spesso gravemente invalidanti», ha ricordato, lanciando la necessità di promuovere «lo sviluppo di un sistema organico di politiche di sostegno all’invecchiamento attivo; rafforzare la rete dei servizi domiciliari; irrobustire gli organismi e le attività di controllo degli standard di qualità materiali e immateriali delle strutture residenziali».

«L’occasione della ‘Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne’ ci induce ad esigere, contro un fenomeno inquietante sia per la diffusione che per la drammaticità degli eventi, dalle Istituzioni di ogni livello un apporto più sostanziale, in termini di responsabilità, rigore e tempestività», ha evidenziato il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso.

«Se una donna chiede aiuto oggi – ha proseguito – non si può intervenire mesi dopo, quando frattanto si è consumato un dramma. Prevenire le violenze senza frapporre indugi burocratici, distrazioni o sviste colpevoli da parte di chi ha il dovere di intervenire, e non lasciare sole le donne che chiedono aiuto, in una fase economica che le rende più vulnerabili e che segnala un’intollerabile aumento di casi di donne uccise da mariti, ex mariti, conviventi o ex conviventi (più 20 per cento secondo l’Onu dall’insorgere della pandemia), è diventata un’emergenza democratica e di civiltà».

«Il Consiglio regionale per garantire alle donne diritti e sicurezza – ha concluso – sta procedendo all’insediamento della Commissione Pari Opportunità e dell’Osservatorio sulla violenza di genere. Quest’ultimo, in particolare, per realizzare un monitoraggio approfondito sulla violenza di genere che in Calabria presenta dati allarmanti, ed elaborare idee e proposte per contrastare la violenza contro le donne con il coinvolgimento di università, associazioni, questure, procure della Repubblica e  sensibilizzando ulteriormente le scuole di concerto con l’Ufficio scolastico». (ams)