All’Unical la lectio magistralis su Natuzza Evolo

di PINO NANOIl fisico nucleare prof. Valerio Marinelli, che per anni ha insegnato all’Università della Calabria i misteri della fisica terrà giovedì 22 giugno all’interno del Campus una lezione magistrale sul Caso Natuzza Evolo, una vicenda tra fede e mistero che, come fisico, ha analizzato e studiato per oltre 50 anni. scrivendo su Natuzza almeno dieci saggi diversi. 

Ad introdurre il Seminario, che si terrà sul Ponte Pedonale dell’Unical, cubo 44 C, sarà il prof. Mario Maiolo, accademico di grande tradizione cattolica, e la professoressa Francesca Guerriero direttrice del Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale. Un evento assoluto, data la curiosità e il mistero che ancora si muove attorno alla mistica di Paravati, una donna che durante la Settimana Santa viveva il mistero delle stimmate e che raccontava di vedere e di dialogare con gli angeli e con la Madonna.

E nessuno meglio del prof. Valerio Marinelli avrebbe potuto affrontare un tema così articolato e complesso con la severità necessaria e gli elementi di prova fondamentali per dare corpo alle proprie convinzioni.

È uno dei padri dell’Unical, il prof. Giuseppe Chidichimo, Professore Emerito di Fisica e Chimica, a spiegare il senso di questo incontro: «Il seminario su Natuzza riguarda la possibilità di trovare ispirazione e forza morale, da vita e miracoli dei mistici moderni, di cui Natuzza è senza dubbio espressione elevatissima, ed esserne confortati ed ulteriormente motivati nel nostro vivere ed operare in senso autenticamente cristiano».

Una vera e propria provocazione culturale al mondo della scienza e della ricerca, oltre che al mondo esterno al Campus universitario, pare di capire, e per giunta in una fase delicatissima per la storia di Natuzza, il cui processo di beatificazione è in pieno svolgimento nelle mura Vaticane. 

Professore Chidichimo posso chiederle come nasce l’idea di questa suggestione?

«Questo incontro nasce nell’ambito di un programma che ho elaborato nella mia veste di presidente dell’Accademia dei Fiumi di Cosenza,  fondata da qualche anno dai fedeli cosentini della Prelatura dell’Opus Dei, e si prefigge l’obiettivo di favorire e consolidare nella nostra società i valori cristiani, attraverso la cultura e la diffusione di un pensiero che possa alimentarsi da uno stretto connubio tra fede e ragione, o per  meglio dire dalla possibile sinergia del pensiero scientifico con il mistero della fede. Per questo è stata individuata l’Università come luogo privilegiato per tenere un ciclo di seminari, che intendiamo far proseguire nel tempo con cadenza mensile, utilizzando la presenza di colleghi docenti , uomini di scienza  nel contempo ansiosi di approfondire problematiche  collegate alla senso della vita ed al mistero della trascendenza». 

Avete già tenuti due diversi incontri di questo tipo?

«Sono già stati tenuti due seminari. In aprile l’argomento riguardava le problematiche insorte sulla Sacra Sindone a seguito della sua datazione al radiocarbonio fatta circa 35 anni fa, che portava a negare la natura sacrale della reliquia. È stata tenuto presso il Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche da me personalmente, avendo io studiato i lavori scientifici che si sono succeduti nel tempo proseguendo le ricerche sull’argomento, e dimostrando in realtà che l’analisi al radiocarbonio di 35 anni fa è stata inficiata da numerosi errori che ne negano l’attendibilità. Il secondo seminario è stato tenuto presso il dipartimento Dibest dal prof. Joseph Grifone dell’Università di Tolosa, matematico esperto di algebra lineare, che ha affrontato il tema della storicità dei Vangeli, riprendendo le tendenze della storiografia più moderna, su questi testi di vitale importanza per i cristiani». 

Come dire? Natuzza forever, e da oggi anche all’interno e nel cuore di un grande Campus Universitario come questo di Cosenza. (pn)

A Cagliari sabato una serata dedicata interamente a Natuzza

di LUIGI PUDDU – Mentre in Calabria, a Paravati, tutto è pronto per il Grande Raduno dei Gruppi di Preghiera che domenica si ritroveranno dopo tre anni di lontananza sulla tomba di Natuzza Evolo, il giorno prima, sabato 13 novembre in Sardegna il condirettore di Famiglia Cristiana presenterà il suo ultimo lavoro dedicato, appunto, a Natuzza Evolo.

Dopo l’inaugurazione con Tonino Oppes e Magdi Cristiano Allam, la quindicesima edizione del Premio Alziator presieduto da Maurizio Porcelli entra nel vivo sempre all’insegna della sicurezza e delle cautele secondo le disposizioni sanitarie ed il rispetto dei protocolli per la prevenzione del contagio da Covid-19. Sabato 13 novembre alle ore 17 presso l’auditorium della Chiesa di San Giuseppe in Via Enrico Toti, il cartellone del Premio propone un appuntamento d’eccezione con il condirettore di Famiglia Cristiana, prolifico scrittore di temi a carattere religioso e storico, ed il suo volume “Il Gesù di Natuzza”.

Luciano Regolo, giornalista di vaglia e autore di veri e propri best seller, presenterà il suo ultimo lavoro dedicato a Natuzza Evolo, pubblicato da San Paolo Edizioni, intervistato per l’occasione dal Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna Francesco Birocchi e dal famoso saggista sardo Gianni Garrucciu (famosissimo per le sue interviste al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga), e per lunghissimi anni Capo della sede RAI di Sassari.

Regolo è uno esperto della storia straordinaria che ha visto protagonista la mistica di Paravati. Nella vicenda di Natuzza, si trovano colloqui mistici con santi, con Maria e con Gesù stesso. Un dialogo interiore durato una vita e raccolto in pagine che manifestano la semplicità di cuore della donna e la sua capacità di interpretare il senso profondo del vangelo e del messaggio cristiano. In questo libro, pubblicato nel 2019 anno in cui si celebrava il 10° anniversario dalla morte, Regolo ricostruisce e propone una vera e propria “cristologia” secondo Natuzza, così da offrire ai lettori, innanzitutto la certezza che il messaggio della mistica è perfettamente aderente a quello evangelico; e, dall’altra parte, offrendo uno sguardo nuovo, davvero “materno” sul Gesù della fede, di cui Natuzza si sentiva davvero – secondo quel che lei stessa fece comprendere – contemporaneamente figlia e madre. Di una mamma, infatti, provava i sentimenti nei confronti di Gesù. Una nuova prospettiva che introduce la Evolo nel novero dei grandi interpreti della teologia cristiana.

E l’incontro di sabato arriva come un’anteprima del grande raduno che si svolgerà il giorno seguente quando 15.000 pellegrini provenienti da tutto il mondo si ritroveranno, assieme al Vescovo di Mileto, don Attilio Nostro, nella spianata della piccola cittadina calabrese davanti alla grande Basilica realizzata di recente, su volere della stessa mistica, e ancora non aperta al culto, per onorare la tomba di Natuzza e assistere all’inizio del processo di canonizzazione che entro breve potrebbe portare il Vaticano a riconoscere  la veggente amata dal popolo nella cerchia ristretta dei beati assicurando alle azioni in vita di Natuzza Evolo una natura spirituale inspiegabile alla scienza e alla razionalità che permea la quotidianità della vita dell’essere umano. (lpu)

È il giorno di Natuzza, il bel ricordo della scrittrice Giusy Staropoli Calafati

di GIUSY STAROPOLI CALAFATI – Il cuore trema. L’anima si tormenta.

Non trova pace né in cielo, né in terra. Un tumulto la agitata. E inquieta essa si contorce, e scalpita. Non trova rigettu. È tempestusa. Si vota e si rivota. Suspira. Il giorno di ognissanti, Natuzza Evolo, tornava da Gesù.
Con lui aveva giocato quando era bambina. Con lui aveva parlato quando era cresciuta. E ora con lui si addormentava.
«Vegnu mio Signuri, mai fu’ chju’ pronta io pe’ tia m’abbrazzu lu splenduri di la Madonna mia».
Una vita consegnata a Gesù e alla Madonna. Adorna di dolori, sofferenze, povertà e miseria.
«Accettu stu doluri o mio dolci Gesu’ ca spartendu a sufferenza, suffri i menu puru tu».
Una vita accettata sulla carne e dentro al cuore. Una croce portata in braccio e sopra le spalle. Dentro la pancia calda come quando è gravida. Dentro l’anima obbediente che tutto accetta.
Una vita nata per il prossimo suo, concepita dal bene affinché generi altro bene. Partorita dalle viscere della preghiera e come gli infanti accoccolata sulle ginocchia di sua madre. Col pensiero ai figli del mondo.
Ai giovani, uniche rose sopra i piedi della Madonna. Ai giovani suoi, a quelle creature preziose che Dio presta al mondo, di cui la fa madre, e che oggi, insieme, con con forza, tornano a chiamare a sé, alla presenza unanime nella spianata della gioia a Paravati.
«Oi giuvani belli, veniti ‘cca’ undi mia, a tutti anzemi vi dicu a Madonna chi volia!». (gsc)

Il giorno di Natuzza con il nuovo vescovo Attilio Nostro

di PINO NANO – Guarigioni inspiegabili, diagnosi scientifiche pronunziate con assoluta padronanza scritte di sangue impresse sui fazzoletti usati per asciugare le stigmate che aveva diffuse sul suo corpo, il dialogo continuo con i morti, il fenomeno della bilocazione, le sue apparizioni nello stesso momento in luoghi differenti e un profumo intenso che ne segnalava la presenza mentre lei non si è mai mossa dalla sua casa in Calabria, insieme al racconto insistente di visioni e colloqui con la Madonna e l’Angelo custode. 

Tutto questo è stata Natuzza Evolo. 

Il 1° novembre di 12 anni fa Natuzza muore nella sua casa di Paravati, e 12 anni più tardi, la mattina di lunedì 1° novembre 2021, a renderle gli onori solenni di Santa Romana Chiesa sarà il nuovo vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Attilio Nostro, giovane e affascinante intellettuale della Chiesa italiana allevato alla Scuola Lateranense e fortemente voluto da Papa Francesco alla guida della diocesi di cui Natuzza Evolo era fervente praticante e fedele discepola. 

Sarà infatti mons. Attilio Nostro a presiedere e celebrare la solenne omelia in suo ricordo, sulla grande spianata dove Natuzza 60 anni fa aveva immaginato di poter costruire una Grande Basilica. E probabilmente sarà ancora lui, nei prossimi mesi a tenere a battesimo la “Grande Casa di Natuzza”, alla presenza questa volta – spera il Presidente della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio Delle Anime, Pasquale Anastasi- alla presenza di migliaia e migliaia di fedeli e di gruppi di preghiera che riuniremo qui in Calabria da ogni parte del mondo”. 

Ricordo come fosse appena ieri il giorno in cui andai a trovarla per la prima volta…Erano le prime ore del pomeriggio. Alla porta della sua casa arrivò una giovane signora, veniva da Taranto, e ricordo perfettamente bene il momento di quell’incontro tra queste due donne, frazioni di secondi carichi di una commozione impossibile da descrivere e da immaginare, l’una avvinghiata all’altra, il silenzio rotto dalle lacrime di questa giovane donna arrivata da lontano, un pianto disperato, quasi liberatorio, a dirotto, come se per tutta la vita questa ragazza, perché tale era, non avesse aspettato altro per liberarsi di tutto il pianto custodito per anni nel chiuso del suo cuore. 

Non capivo se quel pianto fosse il segno palpabile e manifesto di una tragedia personale, o fosse invece l’espressione di un dramma appena vissuto e ormai finalmente lontano. Aspettai allora con calma che tutto ritornasse come prima, poi mi avvicinai alla giovane signora e le chiesi il perché di quella commozione. 

Questa la risposta che mi diede: “Qualche anno fa mi trovavo a Parigi. Ero capitata in uno dei più grandi ospedali parigini perché mio padre era gravemente ammalato di tumore. Lo avevo accompagnato con la speranza di poter in qualche modo prolungare i pochi giorni di vita che ancora gli restavano. E un pomeriggio, nell’androne del reparto oncologico, incontrai Natuzza. Mi disse che veniva da lontano, che la sua terra era simile alla mia, io venivo dalla Puglia lei dalla Calabria, io venivo per mio padre, lei per stare accanto ad una persona che amava molto. Dopo aver scambiato i soliti discorsi che normalmente si fanno in queste tragiche occasioni, Natuzza mi accarezzò, appena sotto il collo. 

“Mi parve la sua una carezza carica di amore, lasciai che questa donna mi accarezzasse il più a lungo possibile, ma subito dopo averlo fatto Natuzza mi guardò quasi implorante negli occhi, e mi pregò di farmi controllare dai medici del reparto. 

“Natuzza mi disse solo che aveva avvertito che sotto la parte che mi aveva accarezzato c’era qualcosa che secondo lei andava ben guardata da un medico. Pensai subito che questa povera donna avesse voluto dirmi che a suo modo pensava anche alla mia salute fisica. Chissà? 

“I primi giorni lasciai correre, tentati di dimenticare quel gesto e quel consiglio, ma la cosa non fu facile. Ogni qual volta la rincontravo, Natuzza non faceva altro che ripetermi quello che già mi aveva detto, “fatti guardare da un medico! E fallo presto per favore!”. 

“Fu così che una mattina, dietro le sue insistenze decisi allora di approfittare di questa mia permanenza in ospedale a Parigi e di farmi visitare…”.

L’esito di quella visita medica a cui la donna si sottopose direttamente in ospedale fu decisamente dirompente. I medici parigini scoprono che questa giovane donna ha una ghiandola ingrossata all’altezza della tiroide, ne studiano le cause, ne esaminano il liquido estratto e scoprono che si tratta di un tumore invasivo. 

La donna viene operata d’urgenza, mentre suo padre, rispetto a lei, sembrava invece completamente guarito. 

Il tempo passa, e poco più tardi i medici parigini che l’avevano operata finalmente la tranquillizzano. Le spiegano però che era arrivata appena in tempo, per permettere loro un intervento chirurgico risolutivo. Se fossero passate altre due settimane -le spiegano- sarebbe morta devastata dal cancro. E quando le chiedono come avesse fatto da sola a scoprire di essere gravemente ammalata, lei non seppe dare nessuna risposta plausibile. 

Si limitò solo a far finta di non capire la loro lingua, sorrise, poi corse in agenzia e prenotò un volo per Lamezia Terme: prima di arrivare in Puglia volle passare da Paravati, in Calabria, perché una notte in sogno Natuzza era tornata a trovarla e le aveva detto di volerla rivedere.

Tantissime storie incredibili come questa ho avuto il privilegio di raccogliere in tutti questi anni seguendo da vicino e personalmente per la Rai il caso-Natuzza Evolo, storie apparentemente impossibili, al limite del mistero, storie tutte uguali, ricorrenti, cicliche, ognuna di esse più bella e più tragica dell’altra. 

In tutti questi anni c’è anche chi si è preso la briga di catalogare tutte queste “morti evitate”, questi “miracoli” che forse diventeranno tali fra un secolo, se in futuro la Chiesa li riconoscerà come tali. Uno straordinario professore universitario, fisico nucleare, il prof. Valerio Marinelli, ha raccolto in almeno dieci volumi diversi questo immenso pianeta del dolore e della sofferenza che si muoveva attorno a Natuzza, Evolo con la stessa precisione maniacale di un postulatore di una causa dei santi. 

A distanza di dodici anni oggi dalla sua morte, tutto questo grande patrimonio di conoscenze di uomini e donne, e storie correlate, è ora in Vaticano sotto la lente di ingrandimento di Santa Romana Chiesa che su Natuzza ha già avviato un processo di canonizzazione ancora in corso. Chi vivrà vedrà.  (pn)