Armonie d’Arte, successo per i concerti di Vinicio Capossela e Daniele Silvestri

La 23esima edizione di Armonie d’Arte Festival, diretto da Chiara Giordano, continua a raccogliere successi e consensi. Lo scorso 2 agosto, al Parco Archeologico Nazionale della Sibaritide è andato in scena lo spettacolo di Vinicio Capossela.

L’artista – tra i più importanti ed incisivi nel panorama della canzone d’autore italiana degli ultimi trent’anni – ha regalato al numeroso pubblico accorso nella sua unica data regionale un live istrionico e travolgente. Di fronte ad oltre 1500 spettatori, Capossela ha “acceso”, metaforicamente ma non solo, una notte già premiata di suo da una meravigliosa luna piena.

Capossela, accompagnato magistralmente dalla sua band, ha presentato un live che ha attraversato gran parte della sua carriera, partendo dai brani che compongono il suo ultimo album, Tredici canzoni urgenti, premiato di recente con la Targa Tenco come miglior disco italiano dell’anno. Accanto al più recente capitolo del suo percorso discografico, hanno trovato spazio anche altri brani cardine della sua carriera, sempre sospesi tra un folk-blues a tratti orchestrale, a tratti più “intimo” e “scarnificato”. L’artista ha dedicato a Mimmo Lucano per l’utopia sociale di Riace “Il Povero Cristo”, ha lucidato alcuni dei gioielli di casa, come le travolgenti “Marajà”, “Che coss’è l’amor”, alternate a momenti più intimi, “Signora Luna”, “Camera a Sud”, “Ultimo Amore” e “Con una Rosa”, fino al colpo d’ala finale, in cui Capossela ha inanellato, in doppia, poderosa sequenza “L’Uomo Vivo” con il sempre tellurico “Il Ballo di San Vito”, un brano che non finisce mai di sorprendere, per la densità e varietà delle sue intrinseche connotazioni, non solo popolari.

 «Un concerto davvero unico, che ha messo insieme un luogo di grande importanza, un grande artista visionario come Capossela e dei temi importanti del nostro tempo –  ha sottolineato Chiara Giordano, direttrice artistica di Armonie d’Arte Festival – siamo in particolar modo soddisfatti del supporto ricevuto da parte della direzione del Parco, dell’amministrazione di Cassano all’Ionio, e anche grazie a loro se siamo riusciti a creare un evento così speciale».

Il giorno successivo, giovedì 3 agosto, un’altra notte di mezza estate tra musica e questa volta natura con il live di Daniele Silvestri. Il cantautore romano si è esibito, infatti, in un contesto straordinario per un tour estivo, oltre che suggestivo come pochi: il bosco adiacente all’antico complesso monastico di Serra San Bruno, tra secolari abeti bianchi e giovani faggi. “Sembra di stare in Austria”, ha esordito di fatti scherzando l’artista. Scenario surreale, temperature ottobrine, numeri da grandi eventi per un live che ha tenuto per oltre due ore alta l’attenzione del pubblico giunto da tutta la Calabria a Santa Maria del Bosco per celebrare uno dei più amati cantautori contemporanei.

 Ben trenta i brani in scaletta ripercorrendo i suoi successi più celebri, aprendo con un sentito omaggio a Paolo Conte e chiudendo con i suoi pezzi più radiofonici, quelli che hanno fatto letteralmente scatenare il pubblico sotto il palco.  La “verde milonga” di Conte ha dato infatti il benvenuto alla Calabria, spazio poi alle diverse letture e visioni di “Uomo” che da sempre caratterizzano il repertorio di Silvestri: “L’uomo intero”, “L’uomo col megafono”, “L’uomo nello specchio”. Immancabili, in una nostalgica carrellata dei suoi brani più ascoltati, “Ma che discorsi”, “Occhi da orientale”, “Le cose in comune”, “Sempre di domenica”, “L’amore non esiste”. Per ascoltatori più appassionati, “Colpa del fonico”, “Monetine”, “Le navi” e “While the children play”, canzone contro la guerra. Il dialogo col pubblico è semplice ma continuo, Silvestri di questo interscambio ne ha fatto un album ed un tour, proprio l’ultimo, che si chiama “Estate X” proprio perché nasce – un live dopo l’altro – da un confronto con la platea. Un tour senza schemi, a sorpresa proprio come un’incognita.

Sul palco assieme a lui, un gruppo affiatato di ottimi musicisti che hanno scaldato il pubblico di Serra San Bruno con il loro talento. A cominciare da Marco Santoro, calabrese originario di Sambiase, al fagotto, per proseguire con i tastieristi Gianluca Misiti e Duilio GaliotiDaniele Fiaschi (chitarrista), Jose Ramon Caraballo Armas (percussionista), Gabriele Lazzarotti (bassista) e Piero Monterisi (batterista). Il percorso musicale è appagante e coinvolgente, ancor più in conclusione quando si rompono le righe ed è il cantautore stesso ad invitare tutti sotto palco per il gran finale con “La Paranza”, “Salirò”, “Testardo”, “Cohiba”.

«Mi piacciono i festival che cercano di riportare l’attenzione sui luoghi belli, sui luoghi storici che possiamo rivivere ancora adesso. È stato davvero magico», ha dichiarato Silvestri appena sceso dal palco. (rcs)

Al Parco Archeologico di Sibari il concerto di Vinicio Capossela

Mercoledì 2 agosto arriva al Parco Archeologico di Sibari Vinicio Capossela, che presenterà in anteprima regionale il suo nuovo disco Tredici canzoni urgenti.

L’evento rientra nell’ambito di Armonie d’Arte Festival, diretto da Chiara Giordano. L’evento è stato organizzato in collaborazione con la Direzione Generale Musei Calabria, guidato da Filippo Demma e con il Pas – Parco Archeologico di Sibari.

L’ultimo lavoro discografico del cantautore, polistrumentista e scrittore italiano affronta le problematiche di attualità che attanagliano la contemporaneità e un’umanità troppo stanca per vedere, sentire e capire. E quali sono gli approdi ora necessari, in questo momento condensato dall’urgenza di interpretare e dare voce ai problemi più stringenti del momento storico che stiamo vivendo? È da questa domanda che si parte per inserire lo show dell’artista – unico nel suo genere – nel calendario del Festival. Quelle scritte da Capossela sono tredici canzoni composte tra febbraio e giugno del 2022 e raccontano un mondo in cui ogni cosa, compresa l’emozione, è stata domiciliarizzata e su cui si va abbattendo la peggiore delle catastrofi: la guerra. Una sciagura che si porta dietro tutto il corollario di avvelenamento, di semplificazione, di inflazione e di vanificazione di ogni sforzo “culturale”. Il cantautore sente l’urgenza di testimoniare, di affrontare, di ricordare e di urlare: la sua è un’urgenza etica, educativa, esistenziale. L’urgenza di un nuovo umanesimo egualitario. L’album musicalmente si presenta in perfetto stile Capossela: polimorfo e collettivo. Si va dalle ballate, al waltz, al jive fino al cha cha cha. Le canzoni “urgenti” sono costruite grazie a molti strumenti, musicisti e ospiti. (rcs)

Al via il Magna Graecia Jazz Fest al Parco Archeologico di Sibari

Prende il via oggi, al Parco Archeologico di Sibari, il Magna Graecia Jazz Fest, rassegna del Circuito Peperoncino Jazz Festival inserita nel cartellone di #sibarinprogress, lo spettacolo della cultura organizzato dal Parco Archeologico di Sibari.

Una manifestazione che inizia con la visita guidata al museo a cura del Direttore Filippo Demma e con il commento musicale del sassofono di Francesco Caligiuri e delle composizioni contenute nel suo album d’esordio, Olimpo. I due turni di visite guidate del 25 e del 28 luglio saranno dalle 18.00 alle 19.00 e dalle 19.00 alle 20.00 e richiedono la prenotazione al numero 337 1603495 (pochi i posti ancora disponibili!).

Mercoledì 26 luglio, invece, sarà la volta del concerto sperimentale di Paolo Fresu, da circa un trentennio una delle figure di spicco del panorama jazzistico internazionale, che avrà al suo fianco il travolgente pianista cubano Omar Sosa (straordinario ambasciatore del pianismo contemporaneo e figura tra le più innovative e stimolanti del jazz d’inizio secolo), insieme al quale proporrà il suo ultimo progetto discografico intitolato Food. Nella terza giornata, in programma giovedì 27 luglio, invece, sempre alle ore 22, sullo stesso palco sul quale il suono della tromba e del piano dell’affiatato duo Fresu/Sosa sono diventati un tutt’uno, sarà di scena il trio formato dal carismatico e poliedrico leader degli Avion Travel, Peppe Servillo, e dai due musicisti argentini Xavier Girotto e Natalio Mangalavite che, per l’occasione, porteranno in scena il loro originale Tributo a Lucio Dalla. Venerdì 28 luglio altra visita guidata, stavolta al Parco archeologico, sempre a cura del direttore Filippo Demma con chiusura musicale affidata al sax di Daniele Scannapieco. Domenica 30 luglio chiuderà Soul if the Bass del bassista newyorchese di origini calabresi John Patitucci.

Come di consueto per gli eventi del circuito Peperoncino Jazz Festival, le performance musicali saranno accompagnate dalla possibilità di assaggiare prodotti tipici del territorio. In questo caso, toccherà alle scelte gastronomiche della Catasta ed alle proposte enologiche dei produttori del Consorzio di Tutela Vini Dop “Terre di Cosenza” stuzzicare la curiosità ed il palato del pubblico. Lo si potrà fare anche grazie all’apertura del nuovissimo punto ristoro del Parco del Cavallo approntato a tempo di record da Catasta Pollino.

Un vero e proprio spazio di accoglienza e ristoro che sarà gestito dall’hub turistico e centro di culture del Parco Nazionale del Pollino che lancerà un nuovo format di promozione turistica nel Parco Archeologico del Cavallo. I ragazzi di Catasta, infatti, gestiranno lo spazio d’accoglienza agli scavi come centro di promozione del patrimonio culturale ed eno-gastronomico della Sibaritide e dell’arco ionico con un punto ristoro, un bookshop tematico dedicato al viaggio, alla grande storia di Sybaris e della Magna Grecia, una bottega che raccoglie i prodotti tipici dell’areale, dando vita ad eventi culturali rivolti alla comunità locale e ai viaggiatori.

Ma c’è anche un’altra novità, che riguarda la logistica e i parcheggi, resa possibile grazie alla collaborazione col Comune di Cassano e all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Papasso. Per come concordato con il consigliere delegato al Turismo e allo Spettacolo Gianluca Falbo, sia per permettere agli utenti di Marina e dei Laghi di Sibari di raggiungere agevolmente l’area del Parco del Cavallo, sia per evitare affollamenti e problemi di accesso all’area archeologica, per i concerti del 26, 27 e 30 luglio, saranno operative a partire dalle ore 21 due navette che circoleranno a circuito continuo ed effettueranno tre fermate a Marina di Sibari (nell’area di ingresso nei pressi della statua della Madonnina) ai Laghi di Sibari (nei pressi del cancello di accesso al Museo nazionale archeologico della Sibaritide) e, appunto, al Parco del Cavallo. Navette che riprenderanno a circolare alla fine del concerto per riportare i visitatori nei loro luoghi di provenienza.

Si ricorda che la partecipazione agli eventi del cartellone di Sybaris Arte e di Magna Graecia Jazz Fest è gratuita, inclusa nel normale costo del biglietto, con il quale si può accedere al Museo Nazionale archeologico della Sibaritide ed all’area archeologica di Parco del Cavallo (ingresso intero 6 euro; 18-25 anni 3 euro; meno di 18 anni e altre gratuità previste per legge: gratis). I biglietti sono normalmente in vendita tutti i giorni alle biglietterie del Parco e del Museo o potranno essere acquistati prima dello spettacolo. (rcs)

Armonie d’Arte Festival “approda” nella Sibaritide

La 23esima edizione di Armonie d’Arte Festival, diretto da Chiara Giordano, “approda” nella Sibaritide. Sono tre, infatti, gli appuntamenti della kermesse nella Provincia di Cosenza e, nello specifico, al Parco Archeologico di Sibari.

Il Parco Archeologico di Sibari, tra i siti più estesi del Mediterraneo, ubicato sulla costa Ionica della Calabria a breve distanza dalla foce del Fiume Crati, vide il sorgere, lo sviluppo e l’espansione e poi il declino della grande polis di Sibari. Qui furono impiantati, in epoche successive alla distruzione della città greca, sovrapponendosi in parte alle sue rovine, prima il centro ellenistico di Thurii e poi quello romano di Copia. Questa eccezionale stratificazione fa di Sibari uno dei siti più estesi ed importanti del Mediterraneo di età arcaica e classica.

Tre appuntamenti resi possibile grazie alla collaborazione con la Direzione Generale Musei Calabria, nella persona del direttore regionale Filippo Demma, e con il Pas – Parco Archeologico di Sibari, istituto autonomo del Ministero della cultura dotato di autonomia speciale.

Il 6 luglio, l’anteprima del Festival con Motus & R.Y.F. in “Of the nightingale I envy the fate” (“Dell’usignolo invidio la sorte”) e “Tutto Brucia Soundtrack”, e a seguire due grandi concerti: il 2 agosto Vinicio Capossela in “Tredici canzoni urgenti” ed il 28 agosto Alice con “Eri con me”.

Motus, compagnia nomade e indipendente, in costante movimento tra Paesi, momenti storici e discipline, nasce nel 1991. I fondatori Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, animati dalla necessità di confrontarsi con temi, conflitti e ferite dell’attualità, fondono scenicamente arte e impegno civile attraversando immaginari che hanno riattivato le visioni di alcuni tra i più scomodi “poeti” della contemporaneità. Il gruppo, esploso negli anni Novanta con spettacoli di grande impatto emotivo e fisico, ha saputo e sa prevedere e raccontare alcune tra le più aspre contraddizioni del presente, ha attraversato e creato tendenze sceniche iper-contemporanee, interpretando autori come Beckett, DeLillo, Genet, Fassbinder, Rilke o l’amato Pasolini.

Hanno ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui tre premi UBU e prestigiosi premi speciali per il loro lavoro. Liberi pensatori, portano i loro spettacoli nel mondo. Approdano a Sibari e ad Armonie d’Arte Festival con una doppia performance: “Of the nightingale I envy the fate”, “Of the nightingale I envy the fate (Dell’usignolo invidio la sorte)” e “Tutto brucia Soundtrack”.

Si torna a Sibari mercoledì 2 Agosto,alle ore 22:00, con Vinicio Capossela e “Tredici canzoni urgenti”. Senza dubbio il più originale fra i cantautori italiani dell’ultimo trentennio presenta il suo nuovo album uscito in primavera per la prestigiosa etichetta Parlophone/Warner. Tredici nuove canzoni scritte fra il febbraio e giugno del 2022 e registrate nei mesi seguenti, come diretta conseguenza del momento storico che stiamo vivendo. Canzoni che nascono dalla necessità di affrontare e confrontarsi con le problematiche più stringenti che affollano un mondo ormai supino, sprofondato sul divano.

Un mondo in cui ogni cosa, compresa l’emozione, è stata domiciliarizzata e su cui si va abbattendo la peggiore delle catastrofi: la guerra, con tutto il corollario di avvelenamento, di semplificazione, di inflazione, di vanificazione di ogni sforzo “culturale”. Da qui l’urgenza di testimoniare, di affrontare, di ricordare e urlare che riempie le canzoni di questo disco: si parla di urgenza etica, urgenza educativa, urgenza esistenziale, urgenza di un nuovo umanesimo egualitario, urgenza di verità oltre le mistificazioni.

Ultimo appuntamento a Sibari lunedì 28 agosto, alle 22:00, con “Eri con me”, Alice canta Battiato. Dopo il commovente successo fatto registrare lo scorso anno al parco di Scolacium, ritorna ad Armonie D’Arte Festival quasi per acclamazione la sensibile interprete forlivese, che continua a stupire nel suo accorato omaggio nei confronti del suo Maestro e riferimento assoluto, grazie a un recital che presenterà alcuni nuovi brani tratti dal recente album “Eri con me” pubblicato dalla Bmg.

Alice la cui personalità vocale è originale per quanto unica, si fa ancora una volta strumento della musica di Franco Battiato e di ciò che le ha trasmesso, attraverso quelle canzoni a cui sente di aderire pienamente e che di fatto la consacrano come la sua sola e plausibile interprete contemporanea. In questa esclusiva data calabrese, nella formazione congeniale del trio, Alice sarà accompagnata al pianoforte da Carlo Guaitoli, cui si aggiungerà il timbro caldo del violoncello di Chiara Trentin. Alice, in coerenza con un percorso artistico omogeneo per quanto di costante ricerca, è stata insignita quest’anno del Premio Tenco alla carriera.

Cultura, natura, salute e pace i temi declinati da Armonie d’Arte, un Festival “espanso” che guarda alle radici ed insieme allo scenario globale contemporaneo.

«Un festival che – ha dichiarato Chiara Giordano – cerca rinnovato umanesimo; ove musica, teatro, danza, storia, mito, natura, innovazione e creatività contemporanea si intersecano nel segno della cultura dell’armonia, come valore etico ed estetico, individuale e collettivo”. Ed è armonia delle arti, tra le arti e attraverso le arti, è la forza del dialogo culturale che include e rigenera, innova e rinnova, della narrazione, della bellezza, dell’arte, valori fondamentali e ineludibili per ogni processo, appunto armonico, di sviluppo». (rcs)

Mancano pochi giorni alla fine della chiamata agli artisti del Parco archeologico di Sibari

Una chiamata agli artisti di oggi per far rivivere il grande passato del Parco archeologico di Sibari.

Alla fine dell’VIII secolo a.C., un gruppo di Achei occupò la fertile pianura tra i fiumi Kratos e Sybaris (odierni Crati e Coscile) e fondò una città cui fu dato il nome di Sybaris. I coloni trovarono un ambiente cosmopolita, da sempre in contatto con svariate popolazioni mediterranee, nel quale seppero inserirsi tanto bene da creare sistemi produttivi e commerciali che ne ampliarono la ricchezza e la capacità di espansione.

La nuova città prosperò, occupò la piana intera e divenne centro di vie commerciali e culturali che univano luoghi lontani del Mediterraneo e d’Italia. Fitte e consolidate alleanze collegavano la nuova colonia a venticinque popoli e quattro città diverse, lungo i versanti ionico e tirrenico d’Italia passando per le vie appenniniche interne. In questo, che fu considerato l’impero di Sibari, e nei territori limitrofi si muovevano mercanzie, interessi e idee. I due estremi dell’impero erano segnati dalle città di Poseidonia (poi Paestum) sul Tirreno e di Metaponto sullo Ionio, entrambe fondate da Sibari. In breve tempo divenne una delle città più ricche e potenti della Magna Grecia e, dopo aver sconfitto e conquistato la rivale Siris (nella zona dell’odierna Policoro), alla metà del VI secolo a.C., poteva vantare un circuito murario della lunghezza di 9 chilometri e più di 300.000 abitanti.

L’eccessiva opulenza accrebbe però la debolezza morale e militare dei Sibariti, sconfitti definitivamente nel 510 a.C. dai Crotoniati che, si racconta, deviarono persino le sponde del fiume Crati per sommergere la città. Qui, nel 444 a.C. le forze di Pericle fondarono la colonia panellenica di Thurii il cui impianto urbano è attribuito a Ippodamo di Mileto conosciuto come il primo architetto ad aver utilizzato schemi planimetrici regolari nella pianificazione delle città. In età romana la città ellenica venne parzialmente inglobata dalla colonia di Copiae fino al definitivo abbandono nel VII secolo d.C. a causa dell’innalzamento delle falde acquifere.

Con l’intento di connettere passato e il presente del sito e dei suoi scavi, il team curatoriale di In-ruins – di concerto con la Direzione del Parco Archeologico di Sibari – propone di esplorare l’attualità contemporanea delle storie che questo conserva invitando artisti internazionali a presentare progetti di ricerca o di produzione di opere originali ispirati dai seguenti assi di ricerca: 1. Zona di contatto: Prova della costante antropologica del continuo riciclo di luoghi medesimi tramite popoli diversi, Sibari invita a ripercorrere le tracce di un Mediterraneo condiviso e cosmopolita, per decentrare ed erodere narrazioni egemoniche, universaliste e univoche.
2. La dolce vita: Pensando anche al default di città come Detroit, all’aria irrespirabile di megalopoli iperproduttive come Nuova Delhi, ai costi esorbitanti di città come Milano e New York, la storia di Sibari sprona a interpretare la fine di un impero come opportunità creativa, morale e politica.
3. Liberare il paesaggio: L’approccio urbanistico di Ippodamo sembra di particolare rilevanza speculativa se rapportato allo stato presente del paesaggio calabrese, vittima di investimenti edilizi scellerati, non pianificati e spesso non completati, suggerendo, in chiave attuale, di mettere in discussione il rapporto architettonico e urbanistico che lega un sito archeologico alla topografia urbana e conformazione naturale circostanti.
4. Favole, uomini e animali: Agli abitanti di Sibari sono attribuiti aneddoti e fatterelli che vennero a costituire il corpo della cosiddetta favola sibaritica, uno dei tre generi favolistici arcaici (al fianco di esopico e lidio-frigio) che si distingue per l’uso esclusivo di uomini e non animali come protagonisti. Questa specificità narrativa dell’antica metropoli sembra fertile per ricerche animate da interesse per tradizioni folkloristiche legate a cinismo e ironia; o che si radichino, al contrario, in approcci postumani, zoo-centrici e zoe-centrici.
5. Ecologia delle rovine: In età romana Thurii venne per metà inglobata dalla colonia di Copiae, fino al suo completo abbandono nel VII secolo D.C. a causa dell’innalzamento delle falde acquifere. Tutt’oggi l’area archeologica di Parco del Cavallo è interamente attraversata da impianti drenanti per via della sua conformazione paludosa. Il cambiamento climatico e l’innalzarsi del livello del mare non possono che compromettere ulteriormente questo scenario, condiviso da centri tuttora abitati come Venezia e Taranto. Le città, di fondazione antica o moderna, condividono il rischio presente della scomparsa, dovendo far fronte a esigenze comuni d’utilizzo, conversione e protezione ed evocando racconti mitici di città scomparse, invisibili e, forse, mai esistite.
6. Archeologia come esplorazione individuale: La collezione dei reperti donati allo Stato italiano da Vincenzo Laviola, medico di Amendolara, studioso e appassionato di antichità, porta a riflettere sulle qualità interdisciplinari necessarie e implicite alla ricerca archeologica, intesa non soltanto come processo di ricostruzione di genealogie e origini, ma anche come esperienza poetica ed esplorazione individuale.
I residenti 2023 saranno ospitati nel Comune di Amendolara, un piccolo paese situato su una serie di piane a ridosso della Mar Ionio, a circa 30 km dal Parco Archeologico di Sibari. La cittadina conta meno di 3000 abitanti e si trova a 10 minuti in auto dalla costa. L’offerta include: Accesso libero al Parco Archeologico di Sibari; Vitto e alloggio per 1 mese ad Amendolara; Budget di produzione: 700 euro per artista; Auto dedicata; Incontri con archeologi e Supporto curatoriale.

Promosso da Associazione Archeofuturo sin dal 2018, In-ruins è un programma di residenza dedicato a esplorare le potenzialità dell’incontro tra arte contemporanea e archeologia attraverso il transitorio insediamento di artisti, curatori e ricercatori nei pressi di siti monumentali della Calabria. In-ruins ripensa il territorio attraverso il suo passato, rende antiche rovine luoghi di incontro e porta nel cuore di territori periferici la sperimentazione urgente e attuale di creativi internazionali. Affondando le sue radici in un pensiero meridiano e mediterraneo, il progetto mira a valorizzare non solo il patrimonio archeologico, ma anche le tradizioni, i miti e le storie delle comunità stesse che da sempre lo custodiscono. In-ruins è co-diretto da Maria Luigia Gioffre e Nicola Guastamacchia con il supporto curatoriale di Nicola Nitido e Roberta Garieri. (rcs)

Al Parco Archeologico di Sibari “Sybarisuona”

Lunedì 1° maggio, al Parco Archeologico di Sibari, è in programma Sibarisuona, una giornata-evento di festa e riposo in cui musica e canti saranno la colonna sonora dell’importante e sentita ricorrenza in cui si celebra la Festa dei Lavoratori.

In questo moderno melting-pot confluiranno la Grecia di Roberta Carrieri, poliedrica artista pugliese che vive tra Atene e Milano; la raffinata tela sonora di Luca Ciarla, violinista molisano con una grande carriera internazionale e che con il violino e l’elettronica spazia tra il classico e il Jazz; le voci de “Le Ragazze del paese accanto” giovane ensemble corale di Crotone che esegue un repertorio fatto di canti in lingua portoghese, spagnola, georgiana, sanscrita e… calabrese.

Il concerto comincerà con un’insonorizzazione per chitarra ed elettronica a cura di Massimo Garritano che si muoverà tra apparati urbani caotici e distese campestri che rimandano ai grandi romanzi della letteratura americana, poi il clou del concertone col live di Peppe Voltarelli, accompagnato da una nuova band e una selezione di canzoni legate all’immaginario della terra di Calabria.

Chiuderà la serata il DJ set di Lorenzo Hugolini artista toscano che propone un riassunto musicale ironico e divertente dalle sfumature tropicali. Ma il concerto sarà solo il dulcis che chiuderà in fundo una giornata di festa e riflessione. Il Parco offrirà al suo pubblico anche una serie di visite guidate gratuite agli scavi ed al Museo.

Inoltre, a seguito di un incontro tra il direttore Filippo Demma e il sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso, è stata istituita una navetta comunale che partirà alle 11, 12, 14, 15,16, 17 e 18 dalla Stazione di Sibari e sarà sosta in Largo Madonnina a Marina di Sibari, al Centro Commerciale dei Laghi di Sibari per poi giungere al Museo.

La navetta sarà disponibile anche al ritorno, a partire dalle 21.

Il sindaco Papasso e l’amministrazione comunale da lui guidata hanno messo a disposizione del Parco di Sibari, oltre alla navetta, anche il corpo della Polizia Locale, che si coordinerà con la Polizia Stradale e la Provinciale per evitare problemi di sicurezza e ordine pubblico, la piena collaborazione con la Progitec, che si occuperà del supporto per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. (rcs)

Al parco Archeologico di Sibari l’incontro su “Come coltivare giustizia e legalità”

Al Parco Archeologico di Sibari si è svolto, nei giorni scorsi, un incontro su Giustizia e legalità, organizzato nell’ambito del progetto Di genio e meraviglie: percorsi tra mito e cronaca, bellezza e mafia. 

Protagonisti dell’incontro, gli alunni dei Licei di Cassano e Corigliano Rossano.

Introdotti dal direttore del Parco archeologico di Sibari, Filippo Demma, sono intervenuti S.E. Monsignor Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’lonio e Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, il dott. Alessandro D’Alessio, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Castrovillari, il dott. Fortunato Amarelli, Presidente di Confindustria Cosenza e componente del Consiglio di amministrazione del Parco di Sibari, il Ten. Giacomo Geloso, Comandante del Nucleo dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza e il prof. Domenico Roseti, del direttivo cassanese dell’associazione Libera.

Di come si sia arrivati alla bruttezza (intesa come questione meramente estetica) e alla bruttura (intesa come questione di eticità e moralità del comportamento umano) e di come, invece, l’essere umano debba aspirare alla bellezza, ha discusso il Vescovo di Cassano nel corso della prima relazione della giornata. Savino, citando Dostoevskij, ha ricordato come sia vero che la bellezza salverà il mondo ma questa, allo stesso tempo, vada coltivata.

«Bisogna – ha rimarcato – vivere nel mondo seguendo due princìpi più volte ricordati da Papa Francesco. Il primo è che “la realtà è più dell’idea” mentre il secondo è che “il tempo è più dello spazio” perché i fatti, la realtà, devono essere più importanti delle parole mentre il tempo è più importante dello spazio perché attiva quei processi che portano al cambiamento».

Secondo il presule sibarita, per capire la Calabria si deve immaginare un triangolo isoscele dove i due lati uguali simboleggiano la ’ndrangheta e la massoneria deviata, mentre la base diseguale è rappresentata da quella classe politica che agisce, seguendo la lezione di Max Weber, secondo un’etica della convenienza. A saldare questa rappresentazione geometrica insana vi è una illegalità, una ignoranza di base che caratterizza la gran parte degli elettori. Ragion per cui, per sradicare questo sistema basato sulla gestione di un consenso insano, bisogna studiare e stare dalla parte della giustizia.

Di come la legalità rappresenti la strada maestra verso la giustizia e la bellezza e di come la corruzione neghi il futuro hanno dibattuto sia il Procuratore D’Alessio che il presidente Amarelli che hanno ha invitato i ragazzi a considerare la legalità come un modo per essere liberi. Ricordando Rosario Livatino, “giudice ragazzino” assassinato nel 1990 dalla Stidda siciliana su una strada provinciale di Agrigento, il procuratore ha spiegato come chi occupi una posizione come la sua deve avere chiare le prerogative della professione e avere un’alta concezione del ruolo.

«Bisogna paragonare – ha spiegato agli studenti – l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine all’agire del chirurgo che quando interviene, può causare dolore anche se è un intervento volto a risolvere i problemi e ad avviare verso una cura. L’ideale è invece prevenire il male e non arrivare ad aver bisogno del chirurgo». Una consapevolezza nella quale prende forma proprio la legalità.

E proprio di questa etica del lavoro e della giustizia da cui deve prendere le mosse chiunque voglia fare impresa sana in Calabria e nella Sibaritide, ha discusso Fortunato Amarelli che ha spiegato ai ragazzi come in Calabria si possa fare impresa sana e redditizia restando nelle regole senza cedere al malaffare, ma sfruttando le opportunità di un territorio che presenta condizioni favorevoli come un costo della vita e della manodopera più basso che altrove.

«Nel caso di noi imprenditori – ha rimarcato – la legalità va intesa come certezza delle regole e un quadro normativo definito ed equo nel quale inserire l’attività professionale e produttiva».

Dopo un breve intervento di Mimmo Roseti, in rappresentanza di Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie in cui è stata ribadita la vicinanza dell’associazione alle istituzioni e di come legalità faccia anche rima con partecipazione, conclusioni affidate al Tenente Giacomo Geloso che ha raccontato ai ragazzi di cosa si occupi, nel dettaglio, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. La Bellezza salverà il mondo, ma va a sua volta protetta, tutelata e spesso essa stessa “salvata”.

Il Comandante ha così raccontato il ruolo del suo nucleo in queste azioni di tutela e salvataggio della bellezza ed ha concluso passando in rassegna le operazioni compiute negli ultimi vent’anni dai militari e le tante opere recuperate e restituite sia ai legittimi proprietari e sia allo Stato.

«Tutte testimonianze fondamentali – ha detto in conclusione il Direttore Demma – che hanno fatto ben comprendere agli studenti come, al Parco archeologico di Sibari, per mezzo della cultura si voglia creare una mentalità orientata alla legalità per arrivare, infine, alla vera bellezza intesa come essenza di tutto ciò che ci sta intorno. E come miglioramento della qualità del nostro vivere quotidiano». (rcs)

Si arricchisce la proposta culturale del Parco Archeologico di Sibari

La proposta culturale del Parco Archeologico di Sibari si arricchisce, con uno spazio multimediale stabile e di una mostra temporanea, che integra e  dialoga col nuovo allestimento, anch’esso temporaneo, del Museo nazionale Archeologico della Sibaritide.

Con la mostra Invocazioni, il passato incontra il presente nei disegni dell’artista Giorgia Catapano: «In  qualche modo mi piace pensare di avere invocato il tempo più fiorente della città e  della bellezza perché ci aiutasse a indirizzarci nel caos contemporaneo, creando una  sorta di dialogo tra tempi storici», spiega l’artista di origini tarantine a proposito della  genesi della sua produzione pittorica, concepita come una sorta di rito liberatorio  dall’incertezza scaturita dalla pandemia.

Attraverso la riproduzione di reperti archeologici, conservati in musei italiani e stranieri, su pagine di quotidiani nazionali e internazionali, Catapano ricolloca forme dell’arte antica nella contemporaneità. Tra i  soggetti scelti per la realizzazione di alcuni disegni della serie, compaiono anche  reperti della collezione del Museo sibarita. Da qui, l’interesse del Parco di Sibari nel  promuovere la mostra, rendendola un’opportunità per valorizzare le proprie collezioni  e un’occasione per interpretare l’archeologia attraverso la lente dell’arte contemporanea. In uno scambio continuo fra il “dentro” e il “fuori”, nella convinzione che un  museo non debba solo custodire dei reperti, dei manufatti antichi, ma anche andare  incontro all’anima delle comunità del territorio. 

Dall’8 dicembre sono aperte al pubblico anche le sale multimediali nel cosiddetto Modulo Ippodameo (dal nome di Ippodamo da Mileto, celebre architetto greco che  tracciò il piano urbanistico ortogonale dell’insediamento di Turi), un edificio costruito  nel 2016, in aggiunta agli spazi espositivi del Museo, in seguito ad un finanziamento  del Fondo europeo di sviluppo regionale. Le nuove sale offrono un interessante  percorso multimediale, progettato con la direzione scientifica del direttore del Parco archeologico di Sibari, Filippo Demma, e la collaborazione di grandi nomi dell’archeologia italiana. I visitatori potranno assistere a videoinstallazioni su Sibari e Turi  (colonia greca fondata dopo la distruzione della prima), vestire i panni di un archeologo attraverso esperienze di gaming, ripercorrere la storia del territorio della Sibaritide  (che si estende dal Pollino alla Sila) grazie a raffinate animazioni impreziosite dalla  voce dell’attore Giuseppe Cederna e manipolare virtualmente reperti del Museo in  3D, tra cui il celebre Toro cozzante. 

L’interazione fra elementi, persone, territorio, presente e passato, ha ispirato anche la nuova identità visiva del Parco archeologico di Sibari, a cominciare dal logo, risulta to della stilizzazione del moto ondoso che è stato geometrizzato, trasformato in un  segno grafico vettoriale, attraverso le proporzioni della sezione aurea.

A rendere  visibile lo stretto rapporto che lega acqua, terra e uomo in questo territorio caratterizzato dal fenomeno della subsidenza, l’abbassamento progressivo di porzioni di terre no, con periodici allagamenti e continui interventi di manutenzione. (rcs)

Accordo tra il Comune di Amendolara e il Parco Archeologico di Sibari per rilancio patrimonio artistico

Realizzare un ambizioso percorso di rilancio, in chiave culturale e turistica, del patrimonio artistico di Amendolara e del suo centro storico avendo come fulcro principale Palazzo Andreassi pronto ad un restyling architettonico e di contenuti. È questo l’obiettivo dell’importante accordo stipulato tra il Comune di Amendolara e il Parco Archeologico di Sibari, «primo esempio i Calabria» e «vera rivoluzione nella gestione dei beni culturali».

Hanno sottoscritto il documento, il sindaco Antonello Ciminelli e il direttore del Parco Filippo Demma, archeologo del Ministero della Cultura ed esperto nella tutela e gestione dei Beni Culturali.

«Con questo accordo – ha dichiarato il sindaco Ciminelli – inizieremo a parlare di cultura finalmente anche in termini di economicità. Una occasione da non perdere per tutti gli attori competenti nel settore turistico e culturale con la concreta possibilità di creare importanti occasioni in termini di lavoro e sviluppo turistico».
«Questo è un bellissimo accordo – ha commentato Demma –. Il primo in Calabria per contenuti e prospettive. Abbiamo trovato nel sindaco di Amendolara l’interlocutore ideale. Noi siamo pronti ad incrementare ulteriormente le risorse per permettere ad associazioni, cooperative di giovani e professionalità varie di poter lavorare nel settore dei beni culturali, imparando a promuovere il grande patrimonio che Amendolara si ritrova. Questo accordo è una vera rivoluzione nella gestione dei Beni Culturali». (rcs)

CASSANO ALLO IONIO (CS) – Restituite al Parco Archeologico di Sibari 665 monete

Al Parco Archeologico di Sibari, diretto da Filippo Demma, il comandante  del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza, Cap. Bartolo Taglietti, ha restituito un consistente gruppo di 665 monete, coniate tra il V e il III secolo a.C. e perfettamente conservate.

Tra gli esemplari figurano stateri di Crotone, Caulonia e Taranto, Trioboli di Thurium, nonché monete coniate a Siracusa e Agrigento. Nella stessa occasione, sono stati consegnati monili – bracciali e anelli – e diverse punte di lancia.

Questa restituzione rappresenta un importante successo nell’ambito dell’attività di contrasto al mercato clandestino dei beni archeologici venduti tramite piattaforme multimediali, che, mai come adesso, forniscono agli estimatori un potente strumento per impossessarsi di preziosi reperti sottratti illecitamente alla comunità. Il risultato è frutto delle attività di indagine coordinate dalle Procure della Repubblica di Roma e Velletri, i cui risultati sono stati pienamente accolti e confermati dai rispettivi Tribunali che, con le loro sentenze di confisca e restituzione, hanno favorito il ritorno dei reperti archeologici nella disponibilità dello Stato Italiano.

I beni saranno al più presto esposti nel Museo cosentino, per garantirne la più ampia fruibilità da parte degli utenti in un’ottica di una sempre maggiore valorizzazione. (rcs)