REFERENDUM, LE RAGIONI DEL SÍ E DEL NO
QUALE RISULTATO ASPETTARSI IN CALABRIA

L’appuntamento con le urne di domenica e lunedì, per decidere sul taglio dei parlamentari di Camera e Senato,  al di là delle consultazioni elettorali locali che in Calabria coinvolgono 73 comuni, di cui due capoluogo (Reggio e Crotone), si presenta alquanto incerto, anche se appare probabile la prevalenza del sì, sull’onda di uno stupido populismo anticasta. Ma a livello politico sono contrastanti e ambigue le varie posizioni in  proposito, anche all’interno degli stessi partiti. Ma, in Calabria, i “rappresentanti del popolo” presenti in Parlamento, in Consiglio regionale e nelle amministrazioni locali come voteranno?

I più tacciono o si trincerano dietro frasi di comodo come “deciderò in base alla mia coscienza” o “seguirò le indicazioni del partito”. Solo pochi fanno dichiarazioni pubbliche o sulle loro pagine social. Non è dunque facile tracciare una mappa di come sarà il voto dei politici calabresi a proposito del taglio dei parlamentari. Noi ci proviamo.

Il fronte del “si”

Il fronte del “si” appare il più robusto anche perché è molto numerosa in Calabria la rappresentanza parlamentare dei Cinquestelle. Nessuno di loro – i deputati Elisabetta Barbuto, Giuseppe D’Ippolito, Federica Dieni, Francesco Forciniti, Alessandro Melicucco, Carmelo Misiti, Dalila Nesci, Anna Laura Orrico, Paolo Parentela, Francesco Sapia e Riccardo Tucci e i senatori Rosa Abate, Giuseppe Auddino, Margherita Corrado, Nicola Morra, Bianca Laura Granato e Carmela Mafrici, l’eurodeputato Laura Ferrara – se la sentirebbe di dissentire pubblicamente da una battaglia identitaria del movimento. Nel segreto dell’urna, non si sa mai, perché la vittoria del “si” per molti di loro equivarrebbe all’addio al seggio parlamentare.

A loro si aggiungono altri autorevoli “si” come quelli del deputato del PD Antonio Viscomi e del suo collega di Forza Italia Roberto Occhiuto. Un discorso a parte merita il deputato Nico Stumpo di LeU che probabilmente seguirà la posizione del “si” espressa da Pierluigi Bersani e dal ministro Roberto Speranza.

A favore del “si” potrebbero essere anche i deputati di Forza Italia Francesco Cannizzaro, Sergio Torromino e Maria Tripodi, Wanda Ferro di Fratelli d’Italia e Domenico Furgiuele della Lega, i senatori forzisti Giuseppe Mangialavori e Fulvia Caligiuri. Ma per tutti costoro esiste una più o meno ufficiale “libertà di voto” dei rispettivi partiti.

A questi si aggiungono altri autorevoli “si” come quello dell’ex candidato alla presidenza della Regione, Pippo Callipo, da sempre attento al taglio dei costi della politica.

Tra i consiglieri regionali, sicuramente voteranno “si” l’attuale vicepresidente del Consiglio, Nicola Irto, e buona parte del gruppo PD, mentre resta avvolta nel mistero la posizione dei consiglieri del gruppo “Democratici e Progressisti”, anche se Giuseppe Aieta e Flora Sculco potrebbero essere tentati dal “no”.

Il fronte del “no”

Il fronte del “no” conta sulla posizione pubblicamente espressa dalla deputata Enza Bruno Bossio del PD (e si può ritenere che sia condivisa sia dal marito Nicola Adamo, sia dal loro principale riferimento, l’ex presidente della Regione Mario Oliverio), dal senatore Marco Siclari di Forza Italia e dall’ex parlamentare socialista Giacomo Mancini junior.

Pubblicamente per il “no” è l’UDC di Lorenzo Cesa e si ritiene che a questa posizione si atterranno l’assessore regionale al bilancio Franco Talarico e i due consiglieri Giuseppe Graziano e Nicola Paris.

Tra i “no” più decisi da segnalare quello della “sardina” Jasmine Cristallo, catanzarese, più volte ospite di Lilli Gruber ad Otto e mezzo e personalità emergente della nuova sinistra italiana.

La “galassia degli incerti”

Tra i parlamentari, i più abbottonati sono quelli di Italia Viva, i senatori Ernesto Magorno e Gelsomina Vono, poiché Matteo Renzi ha lasciato libertà di voto. Se conosciamo Renzi, voteranno “no” per indebolire i Cinquestelle.

Non si sono pronunciati ufficialmente né la Governatrice Jole Santelli, né il presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini, anche se quest’ultimo è da sempre impegnato contro l’ondata antipolitica rappresentata dai Cinquestelle, il che farebbe presupporre un orientamento per il “no”.

Non pervenuti il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, di Catanzaro, Sergio Abramo, e di Vibo Valentia, Maria Limardo. A Reggio Calabria l’uscente Giuseppe Falcomatà voterà “si”, rispettando l’impegno con il suo segretario nazionale Nicola Zingaretti. (dr)