La notte prima dell’arcobaleno, di Caterina Silipo

di RAFFAELLA PLUTINO – Ritrovo con piacere, a distanza di anni, la scrittura delicata di Caterina Silipo, già in passato apprezzata per i suoi versi di squisita bellezza, che l’hanno resa cara al pubblico e non solo a quello elitario che ruota intorno al pianeta spesso utopico e irraggiungibile della poesia; tal che, infatti, la sua voce poetica ha conquistato anche il cuore e l’attenzione dei cosiddetti ” non addetti ai lavori”, meritando significativi riconoscimenti da molteplici e variegati contesti.
Ho letto con molta attenzione questo terzo romanzo della Silipo, talmente che ne scrivo dopo mesi e dopo altre parecchie riletture. Non già perché il libro sia di difficile lettura o interpretazione, soltanto perché sin dalle prime battute mi sono resa conto che quest’opera meritava sicuramente un esame molto approfondito dei temi e dei contenuti, peraltro mirabilmente intrecciati a tutta una serie di esperienze umane e letterarie a volte ben delineate e facilmente riconoscibili, altre più sottese e visionarie, e qua, secondo me, sta un primo pregio del romanzo. Che si apre con una inquadratura temporale ben precisa (“era la fine di maggio”), e subito introducendo la protagonista della vicenda (“la mia adorata gattina”), la gattina Nuvola, attorno alla quale graviteranno poi tutte le emozioni, i ricordi dell’autrice, nonché tutte le altre figure di questa suggestiva trama, in primis Adele, l’io narrante, (Alba, Karima, Michele), a fare da cornice, ma tutt’altro che passiva o statica, al prezioso racconto. Dopo poche pagine, ecco che il lettore è portato in un contesto geografico ben preciso, Tirneto (tranquilla cittadina dell’entroterra calabrese),c he dà voce soprattutto ai ricordi, spesso dolorosi, e qua sta il lato realistico dell’opera, affrontato anche in chiave psicologica, attraverso flashback di scenari rurali, caratterizzati spesso da sofferenza, necessità di emigrazione, impotenza, mancanza di orizzonti.
Sappiamo, sin dalle prime battute, che la gattina è malata (“ho composto il numero della clinica veterinaria e ho chiesto di parlare con il veterinario Andrea”). Una malattia che la porterà alla morte. Ma ciò che affascina e cattura, in tutto il libro, è la sapiente mescolanza di sogno e realtà, visione e lucidità, sofferenza e speranza,r assegnazione e utopia. Splendidi passaggi soprattutto nei capitoli “Un tragico salvataggio” e “Il rogo”, forse i più drammatici di tutto il romanzo.
Tuttavia, e qua sta a mio parere la vera forza e magia dell’opera, la narrazione “circolare” apre uno spiraglio di luce su tutta la vicenda, presente, passato, aspettative del futuro, a dimostrazione che qualche filo, dal nero gomitolo, si può tirare.(“Allora niente è come sembra!…Avevo perduto la mia anima, avevo perduto mio fratello, avevo perduto Dio, alla fine ho trovato tutti e tre”).
Decisamente un’opera che tra dolore e visione, ripercorre con grande umanità e delicatezza il rapporto tra “anima” e il mistero della vita. Perché, forse, anche il sogno non sia sterile e la realtà non sia solo il regno del dolore.

CATERINA SILIPO
LA NOTTE PRIMA DELL’ARCOBALENO
Falzea Editore, ISBN 9788882965181