SEI MILIARDI PER LE UNIVERSITÀ DEL SUD
REGGIO, 11 RETTORI AL LAVORO COI BANDI

di MARIA CRISTINA GULLÍ – Il Piano Nazionale di Ripresa e resilienza assegna alle Università del Mezzogiorno sei miliardi: un’opportunità di grande importanza per individuare i percorsi più idonei a garantire formazione e lavoro ai giovani del Sud. Un obiettivo non difficilmente raggiungibile se gli Atenei meridionali sapranno far tesoro dei 60 bandi previsti dal PNRR e che tra dicembre 2021 e marzo 2022 saranno pubblicati sul sito del ministero. La notizia è emersa durante l’incontro a Reggio Calabria di 11 rettori delle Università del Sud con la ministra dell’Università e della Ricerca Scientifica Maria Cristina Messa. Un confronto utile e, soprattutto, funzionale alla nascita di una vera rete di atenei che sappia sfruttare, a livello interregionale, le opportunità che il pian post-pandemia è in grado di offrire. Con la ministra erano presenti il rettore della Mediterranea di Reggio, Santo Marcello Zimbone, Giovambattista De Sarro (Università Magna Graecia di Catanzaro), Nicola Leone (Unical, Cosenza), Salvatore Cuzzocrea (Messina), Francesco Adornato (Macerata), Pierpaolo Limone (Foggia), Francesco Lupertino (Politecnico di Bari), Ignazio Marcello Mancini (Università della Basilicata, Potenza), Massimo Midiri (Palermo), Giovanni Francesco Nicoletti (Università Vanvitelli Campania di Caserta ) e Francesco Priolo (Catania).

L’obiettivo principale degli atenei del Mezzogiorno rimane quello di fermare la fuga di cervelli: i giovani vengono preparati e formati (molto spesso in maniera eccellente), ma poi non viene offerta loro alcuna opportunità per restare nella propria terra e capitalizzare competenze e capacità a casa propria. Così, il Sud regala i suoi talenti al Centro-Nord, alle Regioni non solo “ricche” ma anche “intelligenti” a captare (e reclutare) questa “manovalanza” d’eccellenza che il Mezzogiorno non riesce a valorizzare e utilizzare. È evidente che non è solo un problema di formazione (peraltro, in Calabria abbiamo tre Atenei che sfiorano l’eccellenza), bensì di strategia politica e dell’assenza di una visione di futuro che riguardi i nostri giovani. Incontri come questo di Reggio servono, dunque, a creare un network di esperienze di alto livello, in grado di condurre gli atenei verso risultati sempre più prestigiosi, anche in considerazione dei miliardi resi disponibili dal Recovery Plan.

«Non vedo deficit in Calabria – ha detto la ministra Messa – rispetto ad altre regioni del Paese». Occorre dunque cogliere l’occasione dei bandi predisposti per il PNRR e partecipare con personale preparato in grado di superare gli ostacoli di ordinaria burocrazia: «So – ha detto la ministra – che in questa regione ci sono delle specificità in campo scientifico e tecnologico di notevole spessore e rilievo. Quindi i contenuti per competere e accedere alle risorse del Pnrr ci sono certamente. Dal punto di vista della forma, al fine di assicurare una risposta piena e corretta, daremo tutto l’aiuto possibile con personale tecnico-amministrativo adeguato e la massima attenzione a garantire la partecipazione delle regioni del Sud».

È certamente un obiettivo del Governo dare sostegno al Sud: «Stiamo lavorando per questo: tutti i rettori e gli enti di ricerca stanno facendo rete per non disperdere questa opportunità ed essere pronti e competitivi. Credo sia necessario uno scatto degli atenei del Mezzogiorno e credo che i fondi, che oggi ci sono, potranno far rinascere la collaborazione tra le Università e dare concretezza a quello che in fondo è un sistema da rendere funzionale in ogni sua parte, deponendo concorrenze e disaccordi. Sono qui per affiancare gli atenei nel creare questa rete. Alle università del Sud sarà destinato il 40% del totale dei fondi, pari a sei miliardi per i 60 progetti finanziati con il Pnrr. Si tratta dei fondi più urgenti per i quali iniziare subito a programmare e pianificare e che saranno combinati con fondi strutturali al fine di assicurarne la continuità, per un valore complessivo tra fondi nazionali ed europei di dieci miliardi di euro con bandi saranno pubblicati fino a dicembre 2022. Con proiezioni di spesa entro il 2026, dunque in cinque anni, dobbiamo porci la questione della sostenibilità economico-finanziaria delle iniziative avviate con queste risorse economiche. Essa potrà essere garantita solo combinando questo ingente fondo una tantum con un fondo strutturale per evitare di lanciare iniziative che poi non avremmo la possibilità di mantenere in attività. Quindi ancora più fondamentale saranno la programmazione e la pianificazione nelle regioni del Mezzogiorno. La distribuzione di queste risorse avverrà attraverso bandi competitivi e quote riservate al Mezzogiorno».

La ministra Messa ha voluto sottolineare ai Rettori che «I progetti candidati saranno sottoposti a procedure di valutazione ad opera di terzi fuori dall’Italia che vaglieranno scientificità, qualità, sostenibilità a lungo termine e capacità di creare ricchezza. Quindi si procederà con la negoziazione con Miur e Mef, al fine di assegnare queste risorse entro l’estate e avviare le attività con il prossimo anno accademico. I tempi sono particolarmente contingentati e, dal momento che ci attendiamo progetti importanti e improntati a solide filiere tra università e imprese, il dovere mio e del Ministero che dirigo è quello di aiutare la comunità accademica ad applicare in modo forte e competitivo questi bandi, risolvendo problematiche e criticità e stimolando a tessere reti basate sulle competenze, sulle conoscenze e sulla capacità di lavorare insieme».

La ministra ha anche fatto un preciso riferimento alla fuga dei cervelli che occorre arrestare: «I nostri laureati – ha detto – trovano maggiore soddisfazione all’estero dove spendono l’ottima formazione acquisita in Italia e per quanto siamo sesti nella graduatoria mondiale per numero di pubblicazioni scientifiche, dobbiamo rafforzarci per crescere e competere non solo con chi è già forte come gli Stati Uniti ma anche con gli atenei emergenti di India e Cina, ad esempio. Questa grande opportunità del Pnrr potrebbe consentirci di colmare anche il gap del ruolo della Ricerca nel nostro Paese, affinché sia realmente impattante e concretamente innovatore».

L’incontro reggino è servito anche al Rettore della Mediterranea Zimbone per illustrare il grandioso progetto del campus d’innovazione che dovrebbe sorgere a Saline Joniche, denominato Campus Agàpi. L’obiettivo è la creazione di un distretto dell’innovazione – il più vasto del Mezzogiorno – in grado di favorire una sempre più stretta collaborazione tra il territorio e le realtà presenti: Università, centri ricerca, start-up, imprese. Il progetto – che prevede una spesa di 90 milioni – era già stato illustrato alla ministra del Sud e della Coesione territoriale Mara Carfagna dallo stesso Rettore unitamente al deputato reggino Francesco Cannizzaro ed è in attesa delle valutazioni del ministero». Secondo il rettore Zimbone il Campus d’iinovazione di Saline «sarà la base per attrarre finanziamenti in uno spettro di azione in continua espansione, visto il ruolo strategico che l’università italiana può rivestire nel percorso di sviluppo del Paese. Il Pnrr è una occasione importantissima e devo riconoscere che la risposta dei rettori a questa chiamata testimonia consapevolezza, responsabilità e voglia di accogliere la sfida».

Concludendo l’incontro, la ministra ha voluto riaffermare che «gli ecosistemi territoriali e dell’innovazione costituiscono un ambito in cui lavorare insieme per garantire coerenza e consequenzialità nella programmazione e nei risultati. Questo serve affinché i giovani restino al Sud per frequentare le Università e trovino anche lavoro in queste aree del lavoro. Le Regioni del Sud parteciperanno e vincerà il progetto migliore, bisogna garantire che la partecipazione ci sia nei modi dovuti. Ci sarà molta attenzione ai requisiti, i progetti vengono valutati da esperti non italiani. Io sono qui per aiutare le Università a fare network, prima credo non si poteva fare per colpa dei fondi che mancavano. Ma adesso queste possibilità ci sono. Questa sera i Rettori hanno illustrato i progetti e io sono qui per ascoltarli. Con il Ministro Carfagna stiamo avanzando insieme su alcuni fronti, dobbiamo riuscire a farsi che ogni misura sia coordinata».