Nasce l’Unità di Crisi per i Beni Archeologici per salvaguardia e messa in sicurezza del patrimonio culturale

C’è anche la Regione Calabria nella neonata Unità di Crisi per i Beni Archeologici, istituita dal Ministero dei Beni Culturali e già attiva da questa mattina, in seguito alla dichiarazione di stato di calamità naturale approvata dalla Giunta regionale, guidata dal presidente f.f. Nino Spirlì.

La Regione, attraverso la Protezione Civile, farà parte di questo organismo, che si occuperà delle procedure per la gestione delle attività di messa in sicurezza e salvaguardia del patrimonio culturale.

L’unità di crisi, coordinata dal direttore del segretariato regionale del ministero per i Beni e le attività culturali, Salvatore Patamia, sarà composta da dirigenti del Mibact, archeologi, tecnici, storici di arte e vigili del fuoco.

«La task force – ha dichiarato Patamia – attivata già da questa mattina dal ministero, in seguito alla dichiarazione di stato di calamità approvata dalla giunta regionale, sarà impegnata, in questa prima fase, nella formazione delle schede sui danni dei beni archeologici del Crotonese e del Rossanese. Parliamo di un patrimonio molto ampio e dal grande valore storico».

«L’unità di crisi per i beni archeologici sarà uno strumento fondamentale per tutelare l’immenso patrimonio storico-culturale e identitario presente nelle zone colpite dall’ultima ondata di maltempo», ha commentato il presidente facente funzioni della Giunta regionale, Nino Spirlì, che detiene anche la delega ai Beni culturali.

«La Regione – ha aggiunto – farà tutto il possibile per stare vicino alle popolazioni e alle imprese che hanno subito gravi danni a causa delle alluvioni. Allo stesso tempo, la Giunta si impegnerà a fondo per salvaguardare i beni artistici e archeologici del Crotonese e del Cosentino. La Calabria possiede un tesoro inestimabile ereditato da un passato glorioso. Millenni di storia hanno seminato su tutto il territorio regionale beni dal valore incalcolabile. Le zone colpite dall’ultima alluvione, di cui Crotone risulta essere la capitale morale, ospitano un’altissima percentuale di questi beni. Salvarli, tutelarli e presentarli al mondo è un dovere assoluto delle istituzioni».

«Se muore un’opera d’arte – ha concluso Spirlì – porta con sé il ricordo di un passato e la proiezione di un avvenire senza i quali la vita dell’uomo non avrebbe alcun significato. Se muore l’arte, l’Umanità la segue». (rrm)