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Dal Dipartimento di Chimica dell'Unical una nuova tecnologia per la lavorazione della ginestra

Dal Dipartimento di Chimica dell’Unical una nuova tecnologia per la lavorazione della ginestra

di FRANCO BARTUCCIDallo studio e dalla ricerca sulla ginestra esce dall’Università della Calabria ed in particolare dal Dipartimento di Chimica, una nuova idea progettuale che arricchisce la conoscenza ed un lavoro che parte da lontano, nel senso di un tempo ultra trentennale, del quale se ne farà a parte una scheda storica che ne ricostruisce il percorso finora attuato.

In questi giorni è stato depositato un brevetto di un impianto che consente di ricavare da fonti naturali, come la ginestra, un tipo di materia prima di qualità senza creare impatto sull’ambiente. Con questo brevetto sarà più semplice realizzare tessuti e materiali ecocompatibili, in sostanza estrarre fibre in modo sostenibile.

Il  brevetto predisposto dai ricercatori del Dipartimento di Chimica e Tecnologie chimiche dell’Università della Calabria, sotto la guida del prof. Giuseppe Chidichimo, mira alla realizzazione di un impianto che consente di estrarre in modo ecocompatibile fibre naturali destinate all’industria della moda, dell’arredamento o ad altre filiere produttive.

Rendere più sostenibili alcuni comparti industriali passa anche dalla disponibilità di fibre e materie prime green. E non sono le fonti spesso a mancare: il problema in molti casi è il processo d’estrazione. Lungo e non sostenibile, sul piano ambientale e su quello economico.

La nuova tecnologia sviluppata dai ricercatori dell’Università della Calabria definita: “Processo e Impianto per la Estrazione di Fibre Cellulosiche da Piante Liberiane” promette invece di essere efficiente e con impatto ambientale pressoché nullo: basso costo impiantistico, processo totalmente green ed ecocompatibile, maggiore qualità della fibra prodotta, facilità di automatizzazione. Il nuovo brevetto industriale è stato sviluppato e applicato dai ricercatori dell’Università della Calabria nell’ambito del progetto FORESTCOMP (PON-MUR), coordinato dal professore Giuseppe Chidichimo, al quale recentemente lo stesso Ateneo gli ha attribuito il titolo di “Docente Emerito”.

L’obiettivo è quello di realizzare materiali compositi innovativi ed eco-compatibili, in collaborazione con il Centro Ricerche Fiat e altre importanti aziende nazionali.

Il nuovo impianto ha tutte le caratteristiche necessarie per consentire lo sviluppo della filiera produttiva di fibre della ginestra, pianta spontanea che attecchisce facilmente su ogni terreno e che è molto diffusa in Calabria. Il gruppo di ricerca del professor Chidichimo è impegnato da anni in questo lavoro e i risultati raggiunti sono molto promettenti. La nuova tecnologia offre infatti numerosi vantaggi: non fa uso di reagenti chimici  o biologici, ma soltanto di piccole quantità d’acqua riciclabili dopo semplice filtrazione; non produce scarti di lavorazione speciali o pericolosi, ma soltanto pochi fanghi privi di inquinanti ed effetti odorigeni smaltibili all’interno della stessa filiera come concimi o additivi dei terreni; la qualità della  fibra risulta migliore rispetto a quella prodotta con tecniche di macerazione chimica o enzimatica, in quanto vengono eliminati i processi di lisi delle catene cellulosiche, e inoltre si evita la formazione di sostanze collanti difficili da allontanare dalle fibre estratte.

Il processo di produzione rimane rapido, in quanto la rapidità di sfibratura è regolata soltanto dalla velocità di estrazione della fibra, una volta che la logistica degli impianti sia stata opportunamente pianificata. Sono in corso contatti per realizzare, con la collaborazione della Regione Calabria e di diverse aziende locali e grandi aziende nazionali, lo start up di una filiera industriale legata alla produzione e impiego della fibra della ginestra non soltanto nel settore del tessile, ma anche in altri settori produttivi che richiedono l’impiego di fibre naturali. 

L’avvio di questa filiera coinvolge la cooperazione di diversi ambiti quali: produttori agricoli per la coltivazione e raccolta del vegetale; industrie meccaniche per lo sviluppo di un primo impianto industriale di sfibratura; industrie della filatura, per la produzione dei filati; industrie tessili per la produzione di tessuti per l’abbigliamento e di tessuti tecnici; università e Centri di Ricerca per il miglioramento ulteriore dei processi di produzione, di colorazione della fibra; aziende artigiane calabresi interessati allo sviluppo della filiera; industrie del settore dell’arredamento per la produzione di pannellature per i mobili e l’edilizia; industrie della moda.

Fin qui la novità ultima di questo importante lavoro che ha radici lontane per merito dell’impegno profuso dal prof. Giuseppe Chidichimo e di alcuni suoi collaboratori nell’ambito del dipartimento di chimica, che lo hanno seguito con interesse e passione convinti di creare per la Calabria una prospettiva di crescita e sviluppo attraverso l’insediamento e valorizzazione di piccole e medie industrie locali  attorno all’area del campus universitario, secondo il progetto originario della stessa Università della Calabria,  disegnato in primo luogo dal Rettore, prof. Beniamino Andreatta, ben coadiuvato dai Presidenti dei Comitati Ordinatori delle Facoltà, che avevano ben presente il collegamento dell’Ateneo con il territorio di appartenenza mediante la produzione della ricerca pura finalizzata  a quella applicata, di cui il brevetto sopra illustrato ne è un segno visibile di quella prospettiva disegnata dai padri fondatori dell’Università della Calabria. Entreremo meglio in questa storia attraverso una scheda apposita integrativa che presentiamo a margine del servizio che costruiremo insieme al prof. Giuseppe Chidichimo, ideatore e  mentore oggi di questa idea progettuale. (fb)