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A San Demetrio Corone la 40esima edizione del Festival della Canzone Arbëreshe

A San Demetrio Corone la 40esima edizione del Festival della Canzone Arbëreshe

di DEMETRIO CRUCITTI – È in programma da giovedì 11 agosto la  40esima edizione del Festival della Canzone Arbëreshe, che si caratterizza per la novità delle tre giornate, nelle quali si alterneranno momenti di dibattito e confronto, attraverso il format del talk show, a momenti di folclore, per concludere l’ultima sera con la gara canora vera e propria.

All’importante kermesse sono stati invitati tutti i sindaci delle sei Regioni interessati alla Minoranza Linguistiche Storica degli Italo Albanesi, la loro partecipazione, secondo indiscrezioni, sarà salutata del Presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto.

Se proprio dobbiamo fare un paragone, potremmo dire che il Festival della Canzone Arberëshe è come il Festival di Sanremo per noi italiani: una manifestazione per tutta  l’Arberia e degli italo –albanesi  che sono fuori dalle regioni indicate nella carta della Eparchia di Lungro, che abbraccia comuni e parrocchie che arrivano fino in Abruzzo, e dove si vede che in Calabria c’è la più grande densità di comuni e parrocchie in cui si parla la lingua minoritaria  che la Legge 482 del 1999, legge di attuazione Costituzionale, riconosce la Lingua che si parla nei comuni della cartina  come Lingua di Minoranza Storica. 

Per poter riprendere e diffondere similmente a quello del Festival di Sanremo, allora per il Festival di San Demetrio Corone ci vuole  la convenzione tra Rai e Stato, oppure tra Rai e Regione Calabria. Le convenzioni  sono di due tipi: la prima  art. 12 comma 1 della Legge 482/99 la Rai riceve dei fondi dalla Fiscalità Generale ovvero dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento dell’Informazione e dell’Editoria e crea  opportunità di lavoro stabili  oppure attraverso sempre l’art.12 comma 2 le regioni (tutte) possono stipulare  convenzioni tra le Singole Regioni e la Rai, ma sono di tono inferiore  e difficilmente creano valore  occupazionale.

Ad oggi, certamente l’obiettivo deve essere quello del comma 1. A vigilare sull’attuazione della Tutela interviene l’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni. Non si comprende come mai fino adesso  delle 12 Lingue Minoritarie Storiche  solo alcune  vengono tutelate da 50 anni ( vuol dire  lavoro da 50 anni per una quantità di lavoratori che è mediamente il doppio di quelle sedi regionali Rai in cui non è riconosciuta l’esercizio della tutela della minoranza linguistica.

Un punto di partenza per la Calabria  è proprio la legge di riforma della Rai la 103 del 1975. A tale proposito, fu fatto un convegno nel 1981  organizzato dall’assessore alla Cultura e Informazione, la dott.ssa Ermanna Carci Greco. Nel 2017 ci fu l’occasione  unica per vedere riconosciuta alla Calabria della Tutela della Lingua  delle popolazioni albanesi, come recita l’articolo 2 della legge 482/99: “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 297 del 20 dicembre 1999.

Art. 1: La lingua ufficiale della Repubblica é l’italiano. 2. La Repubblica, che valorizza il patrimonio linguistico e culturale della lingua italiana, promuove altresí la valorizzazione delle lingue e delle culture tutelate dalla presente legge. Art. 2. In attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia con i princípi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

Art. 12.  Nella convenzione tra il Ministero delle comunicazioni e la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e nel conseguente contratto di servizio sono assicurate condizioni per la tutela delle minoranze linguistiche nelle zone di appartenenza; Le regioni interessate possono altresí stipulare apposite convenzioni con la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo per trasmissioni giornalistiche o programmi nelle lingue ammesse a tutela, nell’ambito delle programmazioni radiofoniche e televisive regionali della medesima società concessionaria; per le stesse finalità le regioni possono stipulare appositi accordi con emittenti locali; La tutela delle minoranze linguistiche nell’ambito del sistema delle comunicazioni di massa é di competenza dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di cui alla legge 31 luglio 1997, n. 249, fatte salve le funzioni di indirizzo della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

È d’obbligo fare presente che, quando si parla di italo-albanesi, non si parla di emigrati. Questo fraintendimento è provocato dalla mancanza di dibattiti e seri approfondimenti per comprendere meglio la meravigliosa storia delle nostre tre minoranze linguistiche storiche.

È finito, infatti, il tempo delle passerelle: l’obiettivo dovrebbe essere quello di utilizzare le potenzialità delle minoranze linguistiche, avendo come obiettivo quello di creare valore incrementando la conoscenza della storia e della lingua. Occorre dare più fiducia e soldi agli insegnanti delle lingue minoritarie.

Fa storcere il naso, infatti, che le minoranze linguistiche siano meglio tutelate al Nord e, come è stato evidenziato nel dossier dell’Ufficio Studi del Senato, nello specifico nelle regioni a Statuto speciale, che hanno la Terza Rete Bis terrestre e anche satellitare. Un esempio, è che il friuliano ha già un canale satellitare dedicato sulla piattaforma italiana TvSat.

I Governi che si sono succeduti  tra il 2015 e 2018 con Leggi di riforma del Servizio Pubblico non erano favorevoli allo sviluppo in Calabria di un Centro di Produzione decentrato, come riconosciuto per Bolzano, Trieste, Valle d’Aosta e, ora, dal 2017 anche  Cagliari, in quanto in quelle regioni sono presenti minoranze linguistiche storiche. Il risultato è stato il potenziamento della sede regionale.

È doveroso ricordare che la Sede regionale della Calabria  nel 1958 è stata la prima Sede Regionale del Mezzogiorno ad essere inaugurata alla presenza del Ministro delle Poste e Telecomunicazioni Giussiani, che era di Spezzano Albanese ovvero un arberëshë italo –albanese. 

Potenziare la Sede Regionale significa, dunque, creare tante opportunità sia per le società di produzione  private  e per gli operatori  radiotelevisivi  in Calabria, ma anche dare spazio ai talenti di giovani calabresi che puntano a tornare in Calabria. 

 

Il programma del Festival

11 Agosto 2022

Alle 18.30, Mikpritjen / Accoglienza.  “Mirë se na erdhët Shën Mitër”

 Il sindaco di San Demetrio Corone, dott. Ernesto Madeo, accoglie nello spiazzo adiacente il complesso del Collegio di Sant’Adriano   i  sindaci delle altre comunità arbëreshë, autorità politiche, imprenditori, studiosi  e giornalisti. Seguirà visita guidata della Chiesa di Sant’Adriano e del Collegio.

Ore 19.30: Apertura e visita dell’area espositiva. Vitrinën e Arbërisë / La vetrina dell’Arberia. II sindaco di San Demetrio Corone  taglierà il nastro dell’area espositiva collocata nello spazio interno del Chiostro  di Sant’Adriano.

Ogni comune avrà uno stand adibito alla promozione del proprio territorio, dell’artigianato locale,  enogastronomia e turismo, attraverso la dimostrazione di video e degustazione delle proprie eccellenze.

Ore 20:00: Buffet di benvenuto nel Chiostro di Sant’Adriano

Alle 21, il convegno Baskë jemi më të fortë.

Approfittando  della  presenza in loco di sindaci, politici, imprenditori e autorità si  farà il punto sullo stato attuale dell’Arberia, sulle aspettative di una minoranza linguistica riconosciuta e tutelata dalla Legge nazionale in attuazione della Costituzione. Nel corso della   serata si alterneranno momenti  di spettacolo musicale in cui saranno protagonisti anche i bambini, che eseguiranno una selezione dei brani  più  rappresentativi  presentati nei Festival passati. Tramandare  la lingua alle nuove generazioni è estremamente importante per mantenere viva la nostra identità culturale.  

12 Agosto 2022

Alle 18.30,  Folklori/ Folclore Tra musica, folclore e storia. 

Una grande sfilata dei gruppi folcloristici dei paesi albanesi porterà suoni e colori per le vie del paese, uomini e donne col costume tradizionale uniti dal fazzoletto celebreranno le Vallje,accompagnati dai ritmi delle melodie arbëresche antiche e moderne. Nell’ambito di questa grande sfilata si celebrerà il 560° anniversario della spedizione militare di Skanderbeg in Italia. Alla testa del corposo corteo un cospicuo gruppo di cavalieri in costume capeggiati dal Castriota faranno rivivere per una giornata il mito del grande condottiero Albanese.


Alle 21,30: Muzikore dhe Popullore / Musica e Folk. Esibizione

Prevista l’esibizione di gruppi folcloristici arbëreshë ed anche di gruppi di altre minoranze, che porteranno in scena le danze ed i canti tradizionali.

13 Agosto 2022

Dalle 21.30 è in programma la serata finale, che è dedicata alla gara canora. I cantanti finalisti, eseguiranno le loro performance, saranno quindi giudicati da una giuria tecnica e da una giuria festival nominate entrambe dal Comitato Organizzatore.

Nel corso della serata saranno premiate le prime tre canzoni classificate, saranno inoltre consegnati il Premio della Critica Avv. Giuseppe D’Amico ed il Premio Pino Cacozza alla al miglior testo in gara. La canzone prima classificata riceverà un premio in denaro di € 3.000,00. La canzone seconda classificata riceverà un premio in denaro di € 2.000,00 La canzone terza classificata riceverà un premio in denaro di € 1.000,00. (dc)