;
L'OPINIONE / Emilio Errigo: Tra il dire e il fare c'è il soccorso e salvataggio nel mare di Calabria e Sicilia

L’OPINIONE / Emilio Errigo: Tra il dire e il fare c’è il soccorso e salvataggio nel mare di Calabria e Sicilia

di EMILIO ERRIGO –  Non esiste una norma nazionale, europea, pattizia, convenzionale, consuetudinaria o internazionale, che non obblighi (imponga) a chiunque, di prestare e assicurare il soccorso e salvataggio nei confronti della vita umana in mare.

E se c’è chi scrive la ignora, quindi devo ritenere per me inesistente, salvo prova giuridica contraria.
La salvaguardia e salvataggio della vita umana in mare o in terra e ovunque sia è sacra! Impedire gli eventi dannosi, pericolosi, naturali, umani, compresi i rischi di uno o più naufragi colposi o dolosi in mare, oceani, fiumi e laghi, sono atti giuridici vincolanti e obbligatori, azioni umane connaturati con l’essenza degli esseri umani e presenti, anche nel regno degli animali.

Cosa assai diversa è l’obbligo giuridico e morale, etico e umano, di prevedere, prevenire, intervenire, assistere, soccorrere, chi si trovi in una situazione di grave pericolo di perdere la vita e porre in essere comportamenti ad altissimo rischio di causare la morte altrui.

Il primo Soccorso in genere è considerato l’intervento immediato e urgente, al verificarsi di un accadimento meritevole di essere considerato importante per la tutela e salvaguardia della vita, a chiunque appartenga e di ogni (c.d. razza vivente). Il Pronto Soccorso, deve e salvo casi eccezionali di necessità e urgenza, viene assicurato presso le idonee e previste strutture sanitarie pubbliche o private, allo scopo di salvare e assistere la vita umana e animale in pericolo di sopravvivenza.

Detto in estrema sintesi quanto sopra, ora andiamo ad affrontare in poche ma sufficienti concetti, il Soccorso in Mare. Storicamente il Soccorso in mare, veniva prestato, quando le condizioni meteo marine e i mezzi navali del tempo lo consentivano, principalmente nei confronti delle merci trasportate e persone imbarcate, per lo più schiavi al remo forzato.

Il tempo ha umanizzato il Soccorso e Salvataggio della vita umana in mare, regolamentando con norme di rango internazionale e di diritto interno, i comportamenti obbligatori (doverosi) da tenere e mantenere fino al termine delle complesse e ( troppe volte rischiose anche per i soccorritori) operazioni di soccorso, assistenza e salvataggio della vita in pericolo di perdersi per sempre in mare.

Ora da moltissimi anni, a mia memoria sicuramente da oltre mezzo secolo, non c’è un solo navigante, che si sia tirato indietro nel prestare soccorso, assistenza e salvataggio, nei confronti di quanti hanno avuto reale bisogno di aiuto per essere salvati dall’irreparabile avverso destino.

Quello che sta accadendo da molti anni nelle acque del Mar Mediterraneo, sono altre forme e di eventi di emergenze generate dolosamente o colposamente in mare, causate da criminali e trafficanti senza scrupoli e cuore, in danno della vita dei poveri e sfortunati migranti internazionali.

La mia lunga esperienza maturata quale Comandante di Unità Navali Militari, nelle acque del Mare Mediterraneo, adiacenti e confinanti, i mari di Croazia, Montenegro, Albania, Italia, Grecia, Cipro, Malta, Turchia, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Francia, Principato di Monaco, Marocco, Gibilterra, acque fluviali e lacuali navigabili comprese, mi consentono di tentare di rendere partecipi i cari lettori di Calabria.Live, di cosa significhi adoperarsi con tutte le Forze Umane e Mezzi Navali ed Aerei disponibili, per tentare di trarre in salvo una, dieci, cento e più di mille vite umane in mare.

Appare chiara una verità se si vogliono salvare i migranti, rifugiati e richiedenti asilo, da rischio morte sicura, occorre intervenire sul territorio di origine dei migranti, a terra non in mare! In mare è sempre difficile, pericolosi per tutti e troppo tardi per l’esito favorevole alla vita dei migranti in mare.

Non solo, il gran numero di migranti in pericolo di vita, presenti e ammassati dentro piccolissimi mezzi semi galleggianti e affondanti, unite alle loro fragilità di salute in generale, (si pensi ai bambini in mezzo al mare inzuppati d’acqua salata e infreddoliti), rendono assolutamente pericolosa la navigazione e il rischio naufragio è una costante che incombe sulla vita degli sventurati migranti in mare.

Le terre promesse, in Italia, sono le coste delle Regioni marittime Calabria e la Sicilia, e un tempo non molto lontano, anche la Grecia e l’Albania, per poi tentare con ogni “mezzo di sfortuna”, di poter raggiungere le coste calabresi e siciliane , sicuri e certi, che in quelle terre di migranti storici e di umana gente solidale e accogliente, si troveranno fratelli e sorelle, pronti a soccorrerli, assisterli, cibarli, proteggerli, preservarli dalle intemperie, vestirli e aiutarli a sopravvivere, alla mala sorte umana.

La umana e solidale Gente di Calabria e della Sicilia, meriterebbero una medaglia d’oro al giorno, ma il silenzio assordante delle buone azioni della Gente del Sud, cede il passo e viene dominato dalla visione di sempre più brutte e inascoltabili notizie, fatta di crimini e criminali, come se il Popolo del Sud, non avesse un cuore pulsante, che batte forte a favore dei migranti in pericolo perenne di morire in mare, morire a pochi passi dalla terra promessa: l’Italia. (ee)

[Emilio Errigo è nato in Calabria, docente di diritto internazionale e del mare, generale in ris. della Guardia di Finanza]