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A Bova il confronto sulla Magna Graecia e la Calabria Greco-Bizantina

A Bova il confronto sulla Magna Graecia e la Calabria Greco-Bizantina

di GIORGIO NERI – A Bova nella seconda giornata di confronto sul tema La Magna Grecia e la Calabria Greco-Bizantina, con illustri accademici e l’Ambasciatore greco in Italia, Theodore M. Passas.

Una iniziativa che ha celebrato i 200 anni dell’indipendenza greca dalla dominazione dell’Impero Ottomano. Vi chiederete cosa centra la ricorrenza dell’indipendenza greca con la Calabria e la Magna Grecia. Lo hanno spiegato bene, il prof. Luois Godart, archeologo e filologo di fama mondiale, lo storico prof. Nuccio Amato, il prof. Giorgio Barone Adesi dell’Università “Magna Grecia” di Catanzaro, l’archeologo Francesco Cuteri, il dr. Giacomo Oliva, direttore del Museo di Gerace, e Carmine Lupia, ideatore del “Cammino basiliano della Calabria”.

«Appartengono alla Grecia i valori fondanti della nostra Europa e valori fondanti di ogni società democratica – ha affermato Luois Godart – basati su due pilastri fondamentali della cultura greca: la centralità dell’uomo nella storia e l’invenzione della democrazia. Valori – ha aggiunto – perennemente celebrati dalla Grecia e trasmessi all’Italia, all’Europa, al mondo. Un popolo della libertà che ha fatto della resistenza una tradizione secolare».
Con la rivoluzione del 1821 che segnò l’inizio della fine del Congresso di Vienna, la Grecia dimostrò che era possibile contrastare il volere delle grandi potenze europee – ha ricordato il Prof. Pasquale Amato –. Fu la forza trascinante della storia di lunga durata di questo popolo – ha spiegato Amato – che aveva segnato millenni della nostra storia, non soltanto sua, ma europea, a capovolgere quel destino che sembrava segnato».
«Un segno comune con la nostra storia – ha sottolineato Amato, ricordando il no opposto dall’Assemblea dei reggini al tiranno Dionisio di Siracusa che pretendeva in moglie una donna di nobile stirpe della città, per accrescere il suo potere e controllo su Reggio –. Ed ancora con l’avvento del periodo romano, nel corso del quale Reggio, Napoli e Taranto continuarono a parlare, a pensare e scrivere in greco, come dimostrano le tante iscrizioni del II secolo rinvenute in quest’area contenenti la doppia dicitura: in greco e in latino. Cultura che i romani non contrastarono, anzi ne furono fortemente influenzati tanto che molti Stati si rifanno nei loro simboli istituzionali allo stile neo-classico greco».
Amato ha anche raccontato un episodio poco conosciuto riguardante l’ex Presidente francese Valéry Giscard d’Estaing che messo di fronte alla prospettiva di far uscire la Grecia dall’Unione Europea affermò che l’Europa senza la Grecia è come un bambino senza certificato di nascita.
Episodio poi completato da una testimonianza diretta rivelata dal Prof. Godart che allora, da consigliere del Presidente della Repubblica Ciampi sentì il Presidente francese aggiungere «Come facciamo a chiudere la porta a Platone”. (gn)