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Alla Fondazione per il Giornalismo di Roma la presentazione del libro del giornalista calabrese Bruno Tucci

Alla Fondazione per il Giornalismo di Roma la presentazione del libro del giornalista calabrese Bruno Tucci

Domani pomeriggio a Roma alla Fondazione per il giornalismo (via Augusto Valenziani 11) alle 17.30 viene presentato il nuovo libro del giornalista calabrese Bruno Tucci Come eravamo.

Dialogano con l’autore Paolo Conti del Corriere della Sera, Andrea Garibaldi di Professione Reporter e Giancarlo Tartaglia segretario generale della Fondazione per il giornalismo “Paolo Murialdi”.

Bruno Tucci, chi non lo conosce? – scrive Pino Nano – Classe 1935, nato in Calabria in un paesino della sibaritide che si chiama Amendolara, giornalista professionista dal 1959, laurea in giurisprudenza alla Sapienza di Roma, incomincia la sua carriera giornalistica assunto al Messaggero come praticante nel 1957. Poi dal 1978 finisce al Corriere della Sera, come inviato speciale in Italia e all’estero, e chiude come vicecaporedattore. Ma ha un record tutto suo legato ai suoi impegni istituzionali, tantissimi, al servizio della grande famiglia dei giornalisti romani. È stato infatti presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio per ben 18 anni consecutivi, ma è stato anche a lungo influente consigliere di amministrazione dell’Inpgi, l’Istituto di Previdenza dei Giornalisti Italiani.

Vi chiederete, “Ma che fine ha fatto?”. Dire che è ancora oggi, alla sua età, quella grande miniera di informazioni, e soprattutto quella nave-scuola che ogni giornalista moderno e bravo dovrebbe conoscere, è dire davvero molto poco. Lucido, geniale, spavaldo, irriverente, a tratti anche arrogante e prepotente, padrone di sé sempre e comunque, intuitivo, soprattutto libero come un cavallo allo stato brado, e come tale ingestibile e incontrollabile, e questo da sempre, Bruno Tucci è ancora tutto questo ed altro ancora. “Inviato” sui campi più minati e insidiosi della storia della Repubblica, Bruno era un numero uno in senso assoluto. Ne fanno fede le sue cronache, i suoi reportage, le sue inchieste, sempre un passo davanti agli altri. Aveva una marcia in più degli altri, e questo faceva di lui un icona del giornalismo on the road… (rrm)

Leggi la recensione di Pino Nano