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Cgil Calabria: Il malcontento non si risolve impedendo di scendere in piazza

Cgil Calabria: Il malcontento non si risolve impedendo di scendere in piazza

La Segreteria di Cgil Calabria ha denunciato come «Il Mezzogiorno è scomparso dall’agenda del Governo e, guardando alla nostra Regione, le iniquità dei previsti provvedimenti governativi aggiungono problemi a quelli atavici, strutturali, non rispondono ai contenuti della Piattaforma rivendicativa “Vertenza Calabria” e depongono per un pericoloso arretramento economico e sociale».

Una situazione insostenibile, a cui il sindacato risponde «con azioni di protesta e mobilitazione a partire dall’appello ad una massiccia partecipazione, dei Lavoratori dei Servizi Pubblici, allo Sciopero Generale di venerdì 17 novembre», ha ribadito il sindacato, denunciando come «in queste ultime ore il Governo sta facendo di tutto per impedire o limitare lo Sciopero che è un diritto costituzionale. C’è molto malcontento nel Paese che non si risolve impedendo al Sindacato di scendere in piazza con lavoratrici, lavoratori, pensionati, cittadini e giovani».

«Quella del Governo nazionale – ha spiegato la Cgil Calabria – è una manovra insufficiente rispetto alle risorse necessarie per i rinnovi dei CCNL pubblici, per la Contrattazione Decentrata e che non interviene con misure necessarie per affrontare inflazione e recupero della capacità d’acquisto dei salari e in generale la carenza di fondi previsti per gli Enti Locali provoca un ulteriore indebolimento dei servizi pubblici locali e finisce per non garantire fondamentali diritti di cittadinanza. Assenti sono anche i finanziamenti necessari a migliorare, innovare e rendere efficienti i Servizi Pubblici attraverso un Piano Straordinario di assunzioni, oltre che la stabilizzazione del Precariato storico del Settore Pubblico».

«Così come insufficiente risulta il finanziamento sulla Sanità – ha detto ancora il sindacato – che non interviene sulla necessità del reclutamento di personale utile a rispondere al diritto alla salute dei cittadini, a partire dall’azzeramento delle liste d’attesa e che non coglie l’occasione del miglioramento della medicina territoriale prevista dai Fondi del Pnrr, anch’essi falcidiati da tagli indiscriminati. Anche per la previdenza dei Lavoratori dei Servizi Pubblici si registrano ulteriori peggioramenti sia rispetto all’accesso alle prestazioni pensionistiche che al relativo calcolo». (rcz)