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Casa della Memoria

CROTONE – Il progetto di realizzare una Casa della Memoria delle vittime di reato

Realizzare, all’interno dei locali dell’Associazione Libere Donne di Crotone, una Casa della Memoria per le Vittime di Reato. È questa l’idea di Caterina Villirillo, madre di Giuseppe Parretta, ucciso a 18 anni da Salvatore Gerace, e di cui ricorre, il 13 gennaio, il terzo anniversario della morte.

Villirillo, che è anche presidente di Libere Donne, ha raccolto intorno a sé anche le altre ‘mamme coraggio’ come lei le definisce, per fare  squadra non solo nel difendere i diritti delle vittime di reato, ma anche per trasformare il  dolore in azioni che aiutino i giovani a comprendere che la violenza non è mai una soluzione.

La Casa della Memoria «sarà un luogo – ha spiegato la presidente Villirillo – dove con  una targa dedicata ad ognuno dei ragazzi e ragazze barbaramente uccisi, si potrà ricordarli  per sempre riflettendo sulle loro storie. Ognuna di noi ha la sua terribile data di morte  scandita nella mente e nel cuore, ricordare i nostri ragazzi come martiri e angeli del bene li  farà restare vivi nella memoria di tutti, esempio di generosità ed amore in contrasto alla  prepotenza ed il bullismo. Giuseppe ha perso la vita per salvare la sua famiglia e questo non  va mai dimenticato, era generoso ed il mondo con lui perde un adulto che avrebbe diffuso  sentimenti d’amore e di amicizia».

Così come i figli delle altre mamme coraggio: Giovanna  Zizzo, madre di Laura, uccisa a 11 di età dal padre Roberto Russo; Vera Squatrito, mamma  della 20enne Giordana di Stefano, uccisa con 48 coltellate dal suo ex fidanzato; Gigliola Bono, madre di Monia Del Pero, uccisa dal suo ex fidanzato a 19 anni. 

L’iniziativa Casa della Memoria delle Vittime di Reato servirà, quindi, a calendarizzare le celebrazioni in memoria di questi giovani Angeli affinché siano portatori di un messaggio  d’amore e di solidarietà, tutti uniti per un cambiamento culturale del nostro Paese, perché  mai più accada una morte come la loro, «un risultato realizzabile solo lavorando sul territorio,  nelle scuole – ha aggiunto Caterina Villirillo – ma anche inserendo nelle nostre leggi tutto quello  che ci proviene dalla disciplina vittimologica, per arrivare all’obiettivo di garantire alle vittime  pari trattamento garantista di chi si è macchiato del reato di omicidio o di violenza fisica  grave, mentre allo stato attuale così non è: il reo è garantito, la vittima no».  

Nel gruppo di lavoro costituito da poco più di un mese figurano anche, oltre l’Osservatorio Vittime della Lidu onlus presieduto dall’avvocato Gian Marco Cesari, il giudice Marco Bouchard, presidente Onorario di Rete Dafne, Sabrina Massa, coordinatrice Gruppo Amore  Criminale su Fb (oltre 25mila iscritti), l’avvocato Emanuele Procopio, la prof.ssa Annamaria Giannini, psicologa e professore ordinario di Psicologia generale all’università La Sapienza, il prof. Augusto Balloni, presidente della Siv -Società Italiana di Vittimologia, l’avvocato Jessica Tassone; ma anche le altre vittime di reato, i cui cari troveranno spazio come Valeria Scoleri, moglie di Stefano d’Arca, assassinato a Crotone; Federica Pagani, moglie di Pietro Raccagni, morto a 53 anni durante una rapina nella sua abitazione; Filomena Lamberti, che a 53 anni è stata sfigurata con l’acido dal marito; Grazia Biondi, vittima per anni di gravi  maltrattamenti dell’ex marito; Linda Moberg, massacrata di botte dall’ex marito.

E ancora Rossella Fede, presidente dell’associazione Codice Rosso di Scicli; Agnese Manfuso, gambizzata dall’ex  in un parcheggio; e poi ancora vittime di maltrattamenti e violenza Giorgia Luzi, Lucien Regina Scapin e Mihaela Maria Fagadau

Per quanto riguarda la morte di Giuseppe, è ancora lungo il percorso giudiziario della famiglia per avere la certezza di una pena definitiva, ed è emblematico che, in casi come questo, le vittime sopravvissute a reati orribili debbano aspettare anni per avere giustizia.

Per questo la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, in collaborazione con l’Associazione Libere Donne di Crotone, il gruppo Facebook Amore Criminale e tutte le altre sigle associative che via via stanno entrando a pieno titolo  nel progetto I Diritti Umani violati delle vittime di reato, hanno voluto realizzare già tre webinar svolti con grande successo di pubblico, per approfondire e trovare soluzioni ad una  realtà spesso sottaciuta e poco attenzionata anche dalle Istituzioni. (rkr)