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CROTONE – Sono nati 4 piccoli dell’ormai rara “Cicogna bianca”

Negli ultimi giorni, sulle rive del fiume Neto a Crotone, sono nati quattro piccoli della rara cicogna bianca. L’evento è stato immortalato dall’ornitologo crotonese Giuliano Monterosso che, ormai da sette anni, monitora in qualità di responsabile dei nidi le 5 piattaforme installate nella Valle del Neto dalla Lipu-Rende nell’ambito del progetto “Cicogna bianca Calabria”.

Il programma era stato avviato già nel 2003 proprio per favorire il ritorno e la nidificazione della specie, assente dal nostro Paese dal XVI secolo. Offrire un “nido” per le cicogne è prassi già in uso in alcuni Stati del nord Europa. Da qui l’idea di importare questo metodo anche in Calabria soprattutto su impulso di Roberto Santopaolo che è il responsabile Lipu per la provincia di Cosenza e a capo del progetto Cicogna bianca Calabria.

«Si tratta di particolari nidi artificiali – ha spiegato l’ornitologo cosentino – sono piattaforme circolari in legno (diametro 100-135 centimetri) installate, anziché sui comignoli e sui tetti delle case, così come avviene in alcune zone d’Europa, su pali e tralicci elettrici. Le cicogne “calabresi” non hanno ancora imparato ad avere abbastanza confidenza con l’uomo e quindi si è deciso per una allocazione delle piattaforme nido più problematica, ma evidentemente l’unica possibile».

«L’obiettivo delle piattaforme – ha spiegato l’ornitologo – è quello di fungere da richiamo per quelle coppie di cicogne che, durante la migrazione primaverile, attraversano il territorio del Marchesato. L’installazione delle piattaforme ha rappresentato sinora l’intervento più importante del progetto. Le suddette strutture vengono realizzate in economia a partire da bobine di E-Distribuzione (Ex Enel) le quali vengono smontate per poterne ricavare le flange esterne, ovvero le basi circolari. Sulla circonferenza esterna delle flange vengono praticati degli incavi per poterne fissare in maniera più stabile a vite delle asticelle in legno così da contenere il futuro nido. Contestualmente all’installazione delle piattaforme si è anche proceduto alla messa in sicurezza degli stessi tralicci tramite isolamento dei cavi elettrici per evitare il rischio di elettrocuzione».

Dal 2003 ad oggi (2020), la sezione Lipu di Rende, grazie alla collaborazione con E-Distribuzione, è riuscita ad installare 85 piattaforme artificiali e 18 sagome interessando 3 province (Cosenza, Catanzaro e Crotone) e 7 aree geografiche. Nell’ottobre del 2011 la sezione Lipu di Rende ha avviato, per la prima volta in Calabria, ma soprattutto in Italia, una sperimentazione molto originale ed unica nel suo genere per la Cicogna bianca: gli esemplari vengono attirati in migrazione tramite sagome tridimensionali in materiale plastico che vengono installate all’apice di tralicci elettrici come richiamo per le coppie che, durante la migrazione primaverile, attraversano il territorio calabrese.

Nel 2013 la specie ha nidificato per la prima volta alla foce del Neto (Crotone). A partire da questo evento storico per il territorio, i soci del Circolo “Ibis” hanno iniziato a monitorare, in stretta collaborazione con la sezione Lipu di Rende e il dott. Monterosso, i nidi presenti sul territorio. A tal proposito il Circolo “Ibis” vuole ricordare che la foce del Neto è zona umida di rilevante importanza naturalistica per la presenza di habitat naturali e specie di uccelli, rettili e anfibi tutelate dalla Comunità europea. Posta tra i comuni di Crotone e Strongoli, è Oasi di protezione della fauna, Sito di interesse comunitario (Sic) e Zona di protezione speciale (Zps).

«Questo meraviglioso spaccato del nostro territorio – ha commentato il presidente del circolo Ibis, Girolamo Parretta – continua a stupirci per la grande biodiversità che attrae e che ci fa riscoprire la sua importanza con eventi eccezionali, come quello accaduto nei giorni scorsi la nascita di questi piccoli esemplari di cicogna bianca. Ecco perché – conclude – è necessario concentrare ancora di più gli sforzi e le attenzioni da parte delle istituzioni preposte al fine di tutelare un bene inestimabile dal punto di vista naturalistico». (rkr)