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Milano sta con Gratteri

Da Milano la solidarietà autentica a Nicola Gratteri: un successo l’evento anti-ndrangheta

È un post di Antonio Nicaso, scrittore che ha firmato decine di libri contro la mafia insieme con Nicola Gratteri, a inaugurare la serata dedicata al procuratore Capo di Catanzaro: #maipiùstragi non è solo l’hastag dell’evento, esprime il forte senso di vicinanza che il popolo, ma è un comune sentire – necessario – contro la mafia, la violenza, il malaffare. E Nicaso non ci va leggero: «In un Paese – scrive sui sociale – in cui il Presidente del Consiglio e il Ministro della Giustizia non riescono a trovare un momento per esprimere solidarietà a Nicola Gratteri, essere stasera a Milano idealmente o in presenza significa tanto. Mai come in questo momento Nicola Gratteri ha bisogno della nostra solidarietà, del nostro affetto e della nostra vicinanza. Un pensiero affettuoso va anche a tutti gli agenti che quotidianamente si occupano della sua protezione».

Lo spettacolo è emozionante, coinvolgente, una marcia civile di protesta e di preghiera, un evento quasi inverosimile da organizzare con le temperature torride di queste ore. Il cartellone di testa che apre la marcia in difesa del procuratore di Catanzaro dice “La Calabria ci riguarda”.

Nessuno forse lo aveva messo in conto, ma qui in piazza davanti alla stazione centrale di Milano c’è di tutto questa sera, donne, uomini, ragazzi, bambini per la mano dei genitori, anziani e qualche vecchio, è l’immagine forte di un paese che sa ancora scendere in piazza per rivendicare le sue ragioni e per difendere le sue tesi più nobili.

In molti aspettano che Gratteri si faccia vedere, che compaia sul palco, che dica loro qualcosa, ma conoscendo il personaggio c’è da giurare che sarà lui il vero grande assente di questa festa in suo onore. Quando si tratta di essere festeggiato, osannato, celebrato come questa sera Milano ha scelto di fare con lui, allora l’uomo si ritira in silenzio nel suo orto in Calabria dove produce i migliori pomodori di Gerace e forse anche della Locride, dove vive.

Sono persone venute a Milano da ogni parte d’Italia per solidarizzare con il magistrato più esposto del momento, per tentare di difenderlo dalla solitudine in cui lo Stato lo ha mollato, per cercare di costruire attorno a lui un cordone ideale di solidarietà e di tutela fisica che lo Stato forse potrebbe anche non garantirgli, ma soprattutto per dirgli a voce alto “I Love Gratteri”, per quello che sei, per come lo sai essere, e soprattutto per quello che di importante fai per tutti noi.

Milano vive questa sera nella sua piazza più famosa e più frequentata, perché questa è la vera grande porta di Milano per chi arriva in treno dal resto del mondo, una delle sue pagine certamente più significative e più belle dell’antimafia in Italia.

«La scoperta di un progetto di attentato nei confronti del Procuratore della Dda di Catanzaro, a inizio maggio, ci ha spinto ad agire – sottolineano i rappresentanti degli enti promotori che si alternano sul palco – Trent’anni dopo le stragi di Palermo – continuano – abbiamo sentito l’esigenza di scendere in piazza il giorno prima, come scorta civica, per dire alla ‘ndrangheta e alle massonerie deviate che quella stagione è finita, fa parte di altri tempi, e che l’Italia non tollererà che qualcuno la evochi di nuovo. Diversamente, la risposta della società civile sarà durissima».

Meraviglioso, non si poteva fare di meglio, e per giunta a Milano, la città più europea del momento, la vera grande capitale del Made in Italy nel mondo.

Quello che Milano sta vivendo in queste ore è un happening unico nel suo genere, mai realizzato prima d’ora in Italia in favore di un magistrato che è ancora sulla breccia come lui, e che non si ferma mai davanti a nulla, il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri che da trent’anni ormai vive sotto scorta e che con le sue inchieste ha di fatto dichiarato guerra aperta e senza confine allo strapotere delle cosche della Ndrangheta in ogni angolo del mondo.

In sua difesa interventi e testimonianze di personalità del mondo della cooperazione, del sindacato, dell’economia, della filantropia, del volontariato, del giornalismo e dello spettacolo.

Sembra quasi incredibile, ma in un Paese come il nostro distratto oggi dalla guerra in Ucraina, dalla pandemia nel mondo, e dalla crisi della politica che gioca ogni giorno a rimpiattino sui temi più gravi del paese, Conte contro Draghi, Grillo contro Conte, Conte contro Di Maio, Salvini contro tutti, Letta sul guado del fiume ad aspettare chissà che cosa, sono più di ottanta le organizzazioni della società civile e i sindacati presenti sul palco di  Milano per questa imponente manifestazione nazionale contro la ‘ndrangheta, che Milano si porterà nel cuore per sempre.

È il segno che il Paese è stanco, non ne può più dei giochi di potere di quello che Palamara e Sallusti nel loro ultimo libro chiamano il “Sistema Giustizia”, un sistema malato che ha eliminato Gratteri da mille corse importanti e a cui sarebbe potuto arrivare primo assoluto per via della sua storia professionale di magistrato antimafia, un sistema che come nel caso di Nicola Gratteri lascia sempre più soli i suoi uomini più esposti e più coraggiosi, e forse anche più liberi, alla merce di un qualunque cecchino appostato per la strada. Che tristezza infinita.

In piazza Duca d’Aosta siamo qui questa sera tutti insieme per condividere lo slogan che è il motto ufficiale della serata: “A Milano, per ricordare che la ‘ndrangheta è un problema nazionale. A Milano, per ribadire che le infiltrazioni criminali nell’economia legale sono un’emergenza per la tenuta della democrazia”.

Questa di Milano passerà alla storia come una manifestazione di piazza che non è più solo un evento politico istituzionale come tanti, ma che è già diventata a poche ore dalla sua partenza un fenomeno straordinariamente corale, un evento sociale di prima grandezza, e questo grazie anche alla mobilitazione dei social a cui hanno aderito con videomessaggi di supporto personaggi come PIF, Marco Paolini, Albano, Michele Placido, Luca Zingaretti, Giovanni Minoli, Maurizio De Giovanni, Angela Iantosca, Padre Maurizio Patriciello, Antonio Stornaiolo, Rita Pelusio, Gianluigi Nuzzi, e chi più ne ha più ne metta.

La manifestazione, iniziata alle 19 davanti alla Stazione Centrale ha raccolto oltre 150 adesioni tra enti del terzo settore, associazioni, aziende, testate giornalistiche (anche Calabria.Live ha convintamente aderito), ha visto la partecipazione di diverse migliaia di persone. Un segnale importante, come il messaggio inviato dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini, a nome della Cei, la Conferenza episcopale italiana: «Gratteri impegna gli strumenti della magistratura per contrastare l’illegalità. È necessario che i cittadini onesti siano uniti nel nome del bene comune, e che l’opera onesta è più redditizia di quella disonesta. Serve una rivoluzione morale perché ci sia una cura della legalità».

In apertura della serata Vincenzo Linarello, presidente di Goel ha fatto presente che la provincia di Milano e la Lombardia  «sono il posto più infiltrato dalla ‘ndrangheta dopo la Calabria». La ‘ndrangheta – ha detto Linarello – «è un problema nazionee e la politica dovrebbe ricominciare a interessarsi alla lotta alle mafie» e non ha mancato di far +e riferimento alla mancata nomina del Procuratore Capo Gratteri alla Direzione Nazionale antimafia:  «È stata letta come una delegittimazione dalla ‘ndrangheta. È per questo che siamo qui in piazza, per dire “Gratteri non si tocca”». (rrm)