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Sindacati

Fai, Flai Uila RC: Evitare chiusura dello stabilimento Lactalis di Reggio Calabria

Le segreterie unitarie di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil della città metropolitana di Reggio Calabria, hanno espresso la volontà di evitare la chiusura dello stabilimento della Lactalis di Reggio Calabria.

La notizia della chiusura è avvenuta nel corso della prima riunione di Coordinamento nazionale Bu Castelli, svoltasi 22 Aprile a Milano, il management della Lactalis, dopo un’analisi sommaria del business relativo al gruppo Castelli, concentrando l’informativa esclusivamente sulla società Alival, ha annunciato la chiusura di ben 2 stabilimenti in Italia da realizzarsi entro il primo trimestre 2023: lo stabilimento di Reggio Calabria e di Ponte Buggianese in provincia di Pistoia, oltre ad alcuni esuberi nello stabilimento di Santa Rita in provincia di Grosseto

Romolo Piscioneri e Antonino Zema della Fai Cisl, Antonio Merlino e Antonio Zavettieri della Uila Uil, e Nicola Rodi della Flai Cgil, presenti all’incontro, hanno riferito che «abbiamo immediatamente contrastato quella che ci è apparsa e tuttora ci appare come una scelta non giustificata da motivazioni oggettivamente inoppugnabili, ma dalla volontà di perseguire logiche tendenti a favorire alcuni territori a scapito di altri».

«Abbiamo invitato l’azienda  – hanno detto – a rivedere la sua posizione, maturata senza neanche un preventivo confronto con le organizzazioni sindacali, presentandoci un piano industriale di rilancio dell’intero gruppo, senza chiusure e senza tagli di posti di lavoro perché, a nostro avviso, le condizioni per andare avanti, se c’è la volontà, non mancano». 

«Vorremmo sommessamente ricordare – hanno spiegato – che i due stabilimenti destinati alla chiusura sfornano ogni giorno prodotti di assoluta qualità. In particolare, nello stabilimento di Reggio Calabria viene prodotta una mozzarella a denominazione STG (Specialità territoriale garantita). Smettere di produrre un alimento di così alta qualità, lasciando a casa lavoratori che, con gli anni, hanno acquisito una grande professionalità a noi appare un qualcosa di logicamente inspiegabile.

«La responsabilità sociale che, oggettivamente – hanno proseguito – da sempre contraddistingue la multinazionale francese, sembra essere evaporata nel nulla. Alla Lactalis chiediamo di riscoprire la vocazione etica di cui, spesso e volentieri mena vanto, ritornando sui propri passi e ridando serenità a 150 famiglie che con il suo improvvido annuncio ha gettato nello sconforto. Perdere il lavoro è un problema serio ovunque. Nel nostro Paese è difficile trovarne un altro, nella nostra città, praticamente impossibile. Tra l’altro, i lavoratori destinatari di quella che noi consideriamo scellerata decisione di licenziamento non sono né abbastanza anziani per andare in pensione, né abbastanza giovani da sperare nell’assunzione in un’altra azienda, anche lontano da casa».

«Lo stabilimento di Reggio Calabria da oltre 30 anni– hanno spiegato – è un fiore all’occhiello della città, per la produzione eccellente di mozzarelle e formaggi semiduri. Per questa sua speciale vocazione alla produzione di qualità, giova ricordare, che il sito produttivo della nostra città ha ricevuto numerosi premi ed encomi, nazionali ed internazionali. Dunque, si tratta di un esempio positivo, un esempio bello di quella Reggio che lavora e che sa lavorare, che valorizza una filiera, quella lattiero casearia, che oggi, se la Lactalis lo volesse, potrebbe percorre nuove strade, cogliere le opportunità che offre il territorio, valorizzare le nostre tipicità e le nostre specialità, cosi come da brand Nuova Castelli Dop e specialità».

«All’opinione pubblica di tutta la città metropolitana ed ai rappresentanti delle istituzioni nazionali, regionali e provinciali – hanno concluso – chiediamo di sostenere le iniziative che unitariamente il sindacato intende mettere in campo insieme ai lavoratori, per difendere il loro posto di lavoro e il lavoro a Reggio Calabria. È bene ricordare che quelli che intendiamo difendere sono posti di lavoro veri, che producono vera ricchezza nella nostra città. Vogliamo evitare l’ennesima chiusura, questa volta ingiustificata, di un sito produttivo qualificato, finendo per aumentare l’impoverimento del nostro territorio, già provato da un tasso di disoccupazione spaventoso, e per spingere alla disperazione tante famiglie, alimentando pericolose tensioni sociali». (rrc)